Posts Tagged ‘autismi’

Oh uh!

August 21st, 2008 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Non tornavo da Natale in Italia. La sensazione ricorrente che avverto, guardandomi in giro, è quella di trovarmi in un aeroporto a pieno regime ma completamente vuoto. Con me che guardo dalle vetrate aerei bellissimi che decollano di continuo e non riesco a fare altro che commentare tutto con stupitissimi "Oh" e anche "Uh".

Saudade de Julho

July 14th, 2008 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Nostalgia canaglia per punti, quella che ti prende alla gola quasi sempre d’estate, in corrispondenza di concerti ed eventi di varia natura, che si svolgono lontano da qui

a – mi si sposa Gigio. Il mio vecchio Gig, compagno di cazzate infinite dei primi anni universitari e dei piu’ malfamati playground del fabrianese. Mi si sposa con Saretta e sono un sacco contento per loro. Chiamo per fare gli auguri e scopro che e’ li’ la festa, ci sono tutti e un po’ mi commuovo e mi spiace non esserci pure io. Sospirone (Auguri Gig e Sara, di nuovo !).

b – Mentre guardo la parte finale di Into the Wild, gia’ predisposto a una svenevole nostaglia di casa (spoiler: mentre lui schiatta da solo in Alaska e pensa a mamma’), mi arriva un sms del mio nubendo fratellino che si appresta a partire in un tour/addio al celibato, con degni compari, fra vacche svizzere e pascoli molto erbosi che recita "Mi mancherai piu’ del solito questo fine settimana". Quasi crollo, barcollo ma non mollo, sospirone pesante.

c – La mia fidanzata Enzop mi manda due sms dal concerto dei Massimo Volume (mio gruppo italiano preferito ever). Atto definitvo, Primo Dio. Poi quell’omosessuale mi chiama pure per farmi ascoltare. Mi appoggio al muro esausto da tutte queste botte nostalgiche, non ce la faccio manco a bestemmiare.

"What the hell am I doing here? I don’t belong here", dicevano quelle teste di radio in un vecchio adagio. Ogni tanto me lo chiedo anch’io.

Titoli scontati: il mio grasso grosso matrimonio greco

May 23rd, 2008 | By benty in Senza categoria | 18 Comments »

Alcuni ultimi – si spera – flash dalle mie nozze, in pratica l’equivalente dell’album delle fotografie. Una specie di post-pagella, un ringraziamento a punti sparsi.

Un grazie all’Alitalia. Il primo carico di invitati arriva e la nostra gloriosa compagnia di bandiera gli perde i bagagli. Per rendere tutto piu’ avvincente quel giorno Salonicco sembra la Val Padana, 9 gradi, pioggia,  cielo plumbeo, Benvenuti in Grecia, "o pais’ do sole". Come non bastasse al povero Tommaso gli si incricca la schiena. Quindi ben prima del suo primo tsipouro (da cui sviluppera’ poi una vera e propia dipendenza) deve farsi delle overdosi di Voltaren per sopravvivere. Non si riescono a trovare macchine da noleggiare. Ciliegina sulla torta la sposa resta chiusa in camera da letto per due ore, col rischio di farsela addosso, a causa di una maniglia rovinata che avevamo provveduto a far cambiare appena il giorno prima. Quando si dice partire col piede giusto. Tenaci.

Un secondo grazie all’Alitalia, che col secondo carico di ospiti in arrivo pensa bene di ritardare il volo a causa di un guasto, di farli scendere dall’aereo rotto, e di farceli risalire dopo un paio d’orette, cosi’ da farli viaggiare tranquilli. Ma si dai, diamogli pure dei meritatissmi finanziamenti statali ! Competitivi.

Un grazie al folle Michele, che subito dopo una soberrima vacanza ad Amsterdam, (o forse ancora sotto gli effetti di) decide d’un tratto di onorarci di una visita a sorpresa, in solitaria in moto, e me lo ritrovo a casa cosi’, all’improvviso. Non ho avuto il cuore di dirgli a quel punto che non era stato nemmeno invitato, e quindi l’ho ringraziato, come sempre, sacrificando al suo altare un paio di giovani vergini greche. Vergini si fa per dire. Mi-ti-co.

Un grazie a tutti i parenti e agli amici che hanno sborsato una cifra astronomica in stanze d’albergo pur di esserci, accontentandosi di sistemazioni piuttosto discutibili. In particolare vorrei menzionare Berna, che ha tranquillamente abbandonato a se’ stessa la sua giovane famigliuola per venirsi a fare una tre giorni alcolica in Grecia, e pure Meck e Cri, che a dispetto di tutti gli altri ospiti sistemati dagli sposi in un’alberghetto sfigato, per lo stesso prezzo si sono sistemati nel migliore hotel della citta’, in virtu’ di una incredibile botta di culo presentatasi sottoforma di pacchetto offerta col loro volo. Gli altri ospiti combattevano con gli scarafaggi, mentre loro si facevano le saune incluse nel prezzo. Invidiatissimi.

Un grazie alle mie cuggine de Roma, Ele e Ba, solite mattatrici indiscusse, instancabili nottambule, ballerine, intessitrici di relazioni sociali a manetta. A fine permanenza si sono ritrovate, piu’ o meno consapevolmente, ad aver invitato mezza Salonicco a casa loro per l’anno prossimo. Cuggine, se vi pare che stiano scherzando aspettate l’anno prossimo, e vedrete che purtroppo facevano molto sul serio. Inossidabili.

Un grazie a Tolis, il figlio della piu’ vecchia puttana di Verona e impagabile aiuto dj nella festa al Flou. Poi siamo arrivati io e Enzop e si e’ scatenata l’apocalisse, peccato non averne memoria. Alcolista.

Un grazie a Enzop e Serena (ciao Sere’!) che vengono accolti in suolo tessalonicese al grido di "Che ce frega d’Alemanno noi c’avemo Enzo P!". Coinvolgo suo malgrado Enzo in un dj set al Flou, dove mi lascia la consolle su un pezzo dei Sonic Youth che non ricordo, ma che consisteva in venticinque minuti di distorsioni. Lui si che sa come farsi amare dalla folla. Per non farci fare lingua in bocca a fine serata ci hanno dovuto trattenere con la forza, nonostante la nostra sbandierata eterosessaulita’. Tutto perche’ gli ho messo gli Art. 31 e Curre Curre Guaglio’ che pareva di stare rint’o cientr’ social’ occupat’ e non in Macedonia. L’ultima toccante  immagine che ho di lui e’ vederlo cantare a occhi chiusi "La societa’ dei Magnaccioni" da me personalmente eseguita alla chitarra la sera del banchetto, e per giunta a piedi nudi, con un trasporto e una commozione che nemmeno certe fan di Gigi D’Alessio. Straziante.

Un grazie a nonno Vittorio (nonno della sposa ma mo’ pure mio) che ha rubato presto la scena agli sposi, ha ballato come un matto, si e’ divertito, ha parlato a tutti i greci in italiano facendosi capire piu’ di me quando parlo in greco, e si e’ dimostrato semplicemente un mito vivente a cui andrebbe edificata una statua in oro massiccio. A 90 anni si e’ sobbarcato un viaggio che smidollati del mio calibro a stento reggerebbero, ed era la prima volta che si recava all’estero nella sua lunga vita. Tutto cio’ per accompagnare la sposa all’altare. E non c’era manco l’altare. Commovente.

Un grazie alle mie studentesse Dimitra e Cristina, fenomenali nel coinvolgere chiunque – soprattutto nonno Vittorio – nei piu’ sfrenati balli greci, e rendendo il loro professore orgoglioso come un pavone per come snocciolavano parolacce. Animatrici.

Un grazie al tempo che ci ha fatto temere il peggio per tutta la settimana prima delle nozze e invece poi, la sera del banchetto, ci ha regalato una serata talmente mite da poter mangiare tranquillamente in riva al mare, nonostante le reiterate catastrofiche previsoni della sposa/Cassandra. Secondo lei avrebbe sicuramente nevicato. Incoraggiante.

Un grazie ai miei, in particolare a Bradas, sempre pronto a intonare baritonalmente O’ Sarracino  al momento giusto abbandonando la povera Ila, futura sposa al suo destino, e a Sista, sempre pronta ad alcolizzarsi abbandonando la povera figlia Bea a se’ stessa. Buon sangue non mente. Genetici.

Un grazie alle amiche della sposa, anche perche’ si sono dovute sorbire la mia pesantissima compagnia per quasi tutta la loro permanenza, visto che la mia consorte, di mattina, preferiva giustamente dedicarsi al sonno antirughe piuttosto che a fargli vedere quelle 4 cose degne di essere viste a Salonicco. In particolare mi restera’ nel cuore la serata del martedi’ prima delle nozze quando, come ogni settimana, ho messo i dischi all’Ekkentron. Mara -l’ultima delle sue amiche ad atterrare in Grecia addirittura dalla Germania! – era arrivata quella sera stessa, tutti gli altri erano spossati da una giornata di duro turismo, Tommaso ancora alle prese con la schiena scricchiolante. Arrivano tardi, stanchi e determinati ad andare a letto presto. Mia moglie mi fa "Guarda, siamo passati solo per un salutino, se ci devi offrire ‘sto shottino fai in fretta che fra dieci minuti siamo fuori di qui". E’ bastato uno sguardo di intesa col barman. Dopo tre ore di danze sfrenate, all’ottavo giro di sfinnaki, sono usciti barcollando e cantando all’unisono "All that she wants" e le 4nonblondes. Lo ritengo un trionfo personale. Eroici.

Un grazie a mi compadre Juan e a tutti gli amici greci, che dal niente mi hanno tirato su, la sera prima delle nozze, una fenomenale sagra di paese a casa sua, nel suo splendido giardinetto dotato di amache. Pressoche’ senza preavviso gli ho portato a casa quaranta persone che si sono abboffate di deliziose fideua e tortillas, tornando a casa brille e entusiaste. Fenomenali.

Un grazie alla sposa, arrivata in comune sotto i fumi dell’alcol, e che afferma di non avere capito assolutamente nulla di quanto pronunciato dagli officianti presso il municipio. Dice che il fatidico si’ le e’ stato estorto con il raggiro e l’inganno. E’ bello sapere che l’amore trionfa sempre su tutto, anche sulla reale intenzione di sposarsi. Inconsapevole.

Io sto bene, io sto male

April 10th, 2008 | By benty in Senza categoria | 19 Comments »

Ho gia’ votato, lo sapete. E da allora soffro di maldipancia. Perche’ ho votato contro natura, turandomi il naso, con mano incerta, in pieno disaccordo con me stesso e con le poche cose in cui credo di credere. Faccio outing completo: ho votato PD. Mo l’ho detto. Non e’ solo una questione di ripetersi all’infinito l’infantile refrain "Non mi sento rappresentato da nessuno di questi pagliacci", it’s democrazia rappresentativa baby. Quando mai qualcuno si e’ sentito rapprsentato ?

Ho votato proprio per evitarlo il maldipancia, e invece rieccolo qui sotto forma diversa. Ho votato perche’ mi ricordo come si sta poi, ad aspettare lo spoglio delle schede, col fiato sospeso, a farsi pena da soli facendo il tifo per D’Alemarutelliprodi, basta che non vinca di nuovo il nano, tipregotipregotiprego, con le dita incrociate fino allo spoglio dell’ultima scheda a sperare che l’exit poll sbagli. E magari mi sentivo in colpa che il voto non glial’avevo dato.

Me lo ricordo quel lunedi’ mattina del 94 davanti alla stazione di Perugia sfogliando Cuore che non mi veniva nemmeno un sorriso amaro davanti a uno dei titoli piu’ geniali di sempre (se il gioco si fa duro i duri consultano l’orario dei treni, e foto della redazione di Cuore che salutava su sfondo parigino). Mi viene la tachicardia, a me che non me ne dovrebbe fregare un cazzo alla fin fine, ad aspettare i titoli dei giornali del giorno dopo (L’ITALIA VA A DESTRA, profetizzo da ora quelli del 16 aprile) e poi mi assale un invincibile magone a vedere le facce gongolanti di Berlusconi e Fini che stappano champagne, Bondi che sbava di gioia, i padani che urlano (vabbe’, quelli urlano sempre), le bandiere azzurre in giro, la faccia di Fassino che annaspa pure se vince, figuriamoci se perde.

L’ho letta la Casta, lo leggevo il blog di Grillo, e anche per questo e nonostante questo, ho votato. Lo so delle pensioni vergognose di Di Pietro e Veltroni, lo so che tutti insieme appassionatamente si sono aumentati anche stavolta i rimborsi elettorali, che "e’ tutto un magnamagna", lo so da sempre. E invece rieccomi li’ a sperare che forse magari qualcosa cambi. E quella stupida speranza non riesco a ucciderla. Non ce la faccio a fare il finto cinico, quello che "tanto non cambia niente", e ognun per se’. Prevale il periodo ipotetico: magari se li voto stavolta …

Non ce la faccio a non votare, anche se stavolta ci sono andato per la prima volta davvero vicino. Perche’ Walter mi puo’ stare pure simpatico a pelle, e gli posso pure dare un minimo di fiducia (da quello che ho capito, chi vive a Roma gliene darebbe gia’ molta meno), ma se poi mi ti circondi di Madie e Caleari, Binetti e Colaninni, mi si ripropone Rutelli (biutiful cauntrisaid!) come il peperone maldigerito a cena, se ci hai i candidati in Sicilia in forte odore di mafia, se dici largo ai giovani e poi a parte De Mita stanno ancora tutti la’, giovani come Veronesi, loro e i loro parenti, se Bassolino ancora stara’ dove sta, e come tutti i democristiani spendespande alla faccia della monnezza, allora vuol dire che mi state sfidando, davvero. Vuol dire che sarete pure il meno peggio fra i due mali, ma fate comunque schifo al cazzo. Vi ho votato nonostante il programma vago, nonostante la spocchia intollerabile di certi vostri militanti (ciao Suz!)  e malgrado la stigmata dell’ineluttabile sconfitta che sa conferire solo uno come Scalfarotto (uno dei mejo alla fin fine) al progetto finto nuovo del PD, malgrado le obamate di certi radicalchic, malgrado Jovanotti canti il vostro inno, malgrado non sono, ne’ mi sentiro’ mai uno dei vostri.

Mi sono detto mille volte, "Ma sai a me che me ne frega", mi ributto sugli "ideali idioti" come da giovane, cientrosocialoccupat’, estrema sinistra, almeno sto con la coscienza a posto, ammesso e non concesso che votare Diliberto possa pacificare la coscienza di alcunchi’. Casta per Casta avrei votato incurante di disperdere la mia preferenza verso inutili estremisti , tanto un voto per chi conta, se non per me, per tentare di definirmi politicamente?

E invece no. Stavolta sento che se vince la destra si sprofonda in un baratro da cui non ci riprenderemo piu’. Stavolta secondo me c’e’ davvero da averci paura. Allora, come si dice in giro, voto utile e per quanto mi riguarda stoico ed eroico, quasi a destra. E dunque accompagnato da fortissimi mal di pancia. Se vince la sinistra e continua a fare schifo (come spero) o vince la destra (come temo), si ritorna tranquillamente a votare la sinistra estrema, oppure si prova per una volta nella vita l’ebbrezza dell’astensione.

La vignetta di Altan e’ solo un gesto scaramantico, la pubblicai anche prima delle ultime elezioni politiche

Io proprio non vi capisco

February 4th, 2008 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Io proprio non vi capisco

Non lo so, secondo voi quanto è giusto far aspettare ancora un povero cristo emigrato in Grecia  per fargli leggere su internet una cazzo di recensione del concerto degli Offlaga sabato sera? EH!?

(grazie Garnant)

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Vento

January 28th, 2008 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

C’e’ un vento freddo da ieri notte che soffia cosi’ forte che ti scombussola pure dentro. Un vento che fa casino, sbatte persiane e pulisce il cielo di questa citta’ malata, umida e perennemente sotto una cappa grigiastra. Un vento che ti sveglia la mattina presto, che ti permette solo sogni leggeri e inquieti, che ti strappa parole pesanti, false e violente, che ti fa alzare con un groppo in gola abbastanza ingiustificato e chiude le porte chiassosamente. Un vento che ti aggroviglia i pensieri. Un vento che anche quando smettesse fuori ti continuerebbe nella testa, fastidioso e inevitabile, pensi. Un vento che per strada fa danzare in cielo mille buste di plastica colorate e foglie morte, tanto che potresti leggerci la bellezza insita nel caos che governa il mondo, oppure l’inefficienza della raccolta dei rifiuti del comune.

Poi il vento cala, il rumore finisce, i toni si abbassano, le foglie vinte dalla gravita’ si chetano e pure noi torniamo ad essere belli, puliti, calmi e e caldi come dei cappuccini pronti la mattina, davanti al giornale.

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Invettiva contro certi dj

January 21st, 2008 | By benty in Senza categoria | 20 Comments »

Il dj e’ un essere abietto che, mentre tutti quelli che vanno in un bar o a una festa si divertono, bevono, o intortano le strafiche, lui se ne sta sulle sue, in un angolo buio a cambiar dischi di musica che in genere non e’ capace di  suonare e che nessuno sta comunque ascoltando. Voi non lo sapete, ma spesso e’ contento di questo onanismo esistenziale.

Il dj e’ un essere ignobile perche’, se si trova ad una festa come semplice invitato, molto spesso lo si vedra’ ronzare come un moscone attorno alla postazione del dj, lamentandosi della musica a bassa voce con tutti i partecipanti, sperando che il dj ufficiale muoia all’istante di colpo apoplettico, cosi’ da impossessarsi delle cuffie e salvare quella festa dallo sfacelo, trasformandola grazie alle sue indubitabili capacita’ di selezionatore in un sabba di affascinanti ninfomani alcolizzate, che conservano pero’ gusti musicali sopraffini, che poi sarebbero i suoi. All’uopo si trascina sempre dietro pesanti valigette colme di cd anche se deve andare a trovare la nonna moribonda in campagna, perche’, hai visto mai, magari ci scappa un festinaccio funebre all’ultimo momento, e ci vuole la musica giusta.

Il dj e’ un essere complessato che soffre perche’ – in genere – non lo capiscono, in quanto non balla mai nessuno. Oppure perche’ il gestore del locale lo vessa, e minaccia di farlo fuori, visto che la gente mette piede nel locale per fuggire a gambe levate appena ha intrasentito la prima nota. Oppure perche’ i clienti vanno a chiedergli di cambiare musica o di mettere questa o quella canzone, che in nessun caso c’entrano con la sua sacrosanta playlist. In genere, peraltro, il dj pretende che la gente balli i Mogwai, senno’ si offende e si chiede, "Ma che gli devo mettere a questi per farli ballare, la Bamba?". 

Il dj e’ un essere patetico che, forse  voi non lo sapete, ma mentre siete intenti a intortarvi la strafica minigonnata al bancone, che il terzo ginlemon ha ormai quasi piegato ai vostri voleri, lui si strugge a pensare se a questo punto sarebbe meglio buttarsi su un pop allegrotto pseudo svedese, o virare verso certo garage punk detroitiano, e se si, quale potrebbe essere il pezzo che rappresenta il giusto anello di congiunzione fra i due generi, sia mai che il passaggio venga fuori troppo brusco e arrechi disturbo a voi. Proprio a voi, che state per per allungare le mani verso la tipa, sicuri di non incontrare resistenze, e della musica non ve ne potrebbe fottere di meno. Figuriamoci alla tipa.

Il dj e’ un essere frustrato perche’  tutto il tempo che voi in gioventu’ avete passato a copulare allegramente, lui, il dj, se ne stava in cameretta a tormentarsi e sospirare, tentando di decifrare le parole di Zingales, di far proprio il verbo di SIB, a parlar male da solo del Mucchio (a cui era pero’ abbonato) o di Rumore (di cui pero’ non perdeva una copia). Per questo attorno a se’ ha fatto terra bruciata, non ha piu’ amici ne’ conoscenti. Ma ora le cose sono cambiate. Adesso mentre voi continuate a trombare gioiosamente, lui passa tutto il tempo a scaricare musica da internet, ma si sente molto meglio perche’ ci sono i blog e i forum, e quando, per esempio, parla male dei Baustelle, ci sono altri mentecatti che gli rispondono. Ora e’ piu’ felice, si direbbe. 

Il dj e’ un essere inferiore, cresciuto a memorizzare etichette, a pensare liasons fra canzoni e generi, a partorire la playlist perfetta da ballare, a scovare l’hit riempipista. Come se tutto cio’ avesse maggiore importanza che copulare (o come se cio’ lo avrebbe portato in un futuro non lontano a copulare esso stesso con le strafiche che invece siete voialtri ad intortarvi al bancone in questo momento).

Il dj e’ cresciuto male, vaschettando, spendendo fortune in cd e vinili, aggiornandosi, memorizzando artisti, testi, etichette, nomi di compilation, titoli di album, che sperava un giorno di poter suonare davanti a platee di fan in delirio. I quali lo ringraziavano, – alcuni troppo sensibili –  addirittura piangendo per la commozione, della selezione da lui intelligentemente operata, del gentile accostamento, della sensazionale scoperta, da vero pioniere. Il suo sogno da bambino era infatti imporsi alle masse come rivelatore del verbo ancora in possesso di pochi. Non poteva, o meglio non voleva prevedere che quelle stesse platee, peraltro mai foltissime, delle sue selezioni se ne sarebbero altamente sbattute i coglioni, nella maggior parte dei casi, in quanto giustamente  intente a intortare le strafiche al bancone.

Il dj e’ un essere insulso perche’ non vuole accettare il fatto che le sopra citate folle si sarebbero esaltate solo al momento in cui lo stesso, esausto dopo averle tentate tutte, avrebbe optato di nuovo per mettere la Bamba, che in termini musicali equivale alla resa incondizionata, facendovi cosi’ felici e scatenando orrendi trenini. Ovvero uno dei crimini della civilta’ moderna, di cui il dj e’ principale responsabile, ma di cui ipoocritamente si lamenta. Ma lui – si sappia –  intanto soffre, perche’ quella che e’ appena stato costretto a mettere non e’ la sua musica. E’ musica che avrebbe messo qualunque "altro" dj, che lui avrebbe odiato in altri locali, di cui poi avrebbe detto peste e corna nel suo blog. Perche’, ovviamente, il dj in questione non può non avere un blog, in cui parla della musica di merda che sente altrove e di che gran bella musica mette invece lui, ma (vedi punto due) purtroppo non lo capiscono. Mai.

Il dj e’ un essere violento, in particolare se vi avvicinate troppo alle sue valigette dei dischi a dare un’occhiata e osate pure storcere la bocca leggendo qualche titolo dei suoi cd. Lui e’ in genere un soggetto con gravi carenze di autostima, che vive di e per l’ approvazione altrui e per essa e’ disposto a uccidere. Quindi stateve accuort’.

Il dj e’ un essere infelice, che invece di curarsi dei clienti presenti nel locale e di farli divertire con le sue scelte musicali, quando mette pezzi che fanno ballare il gentile pubblico pensa tristemente "Chissa’ che direbbero i miei amici dj, se sentissero che passo questa robaccia". E sospira rassegnato.

Il dj e’ un essere malato che non si capacita del fatto che alla gente possa anche sfuggire che due pezzi, oggettivamente distanti per genere, siano in realta’ accomunati da sonorita’ simili, dall’uso di uno strumento particolare, dal ritornello fotocopia, dal fatto essere distribuiti dalla stessa etichetta o dal fatto che la cugina del bassista del primo gruppo se la fa col produttore del secondo. Al dj sfugge che a differenza di quello che avviene a lui, la gente possa avere anche un lavoro o una vita sociale. Si lagna dunque ancora una volta di essere un genio incompreso, e che nessuno ne capisca la cultura musicale dalle sottigliezze in questione.

Il dj e’ un essere odioso perche’ parte dal presupposto che di musica lui ne sa piu’ di chiunque altro,  e se a voi non piace, siete voi che non capite niente.  Se per caso osate argomentare, potreste notare come spesso volga gli occhi al cielo, cercando l’aiuto divino per non uccidervi seduta stante. Perche’ per lui le ipotesi sono queste tre:

  1. Siete degli incompetenti. In quel caso vi compatisce come un padre farebbe con dei figli minorati pisichici. Ipotesi uno: vorreste ascoltare ‘la canzone della pubblicita’ della fiat’, mentre lui passa i Modest Mouse. In quel caso vi odia, ma sa perdonarvi, perche’ non sapete ne’ quello che fate, ne’ quello che dite. Oppure avete il coraggio di dirgli che vi piacerebbe qualcosa di piu’ allegro. In quel caso vi e’ andata bene se il dj non vi ha mai risposto allungandovi una copia di un dvd di Mr Bean, con una pacca sulla spalla. Per dispetto vi costringera’ a sorbirvi Heroin del Velvet Underground in una interminabile versione live, e zitti.
  2. Siete degli ultracompetenti, ma di una nicchia che sfortunatamente non gode di alcuna considerazione da parte del dj, e guardacaso, nelle sue due borse contenenti circa 200 cd, uno per genere musicale mai concepito (addirittura si parla di dj che girano con delle compilation di balkan jazz) purtroppo non vi è traccia della selezione di grind-trash-death-growl-suicide-post-hard-core metal, che proprio volevate sentire. L’accusa del dj in quel caso sara’ che solo degli sciocchi potrebbero chiedere un genere simile, in un bar dove di sicuro non c’e’ gente disposta a farsi triturare i timpani da tale strazio. E lo fara’ ignorando scientemente quel gruppo di trenta persone perfettamente acchittate secondo i canoni estetici internazionali del grind-trash-death-growl-suicide-post-hard-core metal e che hanno sicuramente un voglia matta di ballare proprio quella sera dell’ottimo grind-trash-death-growl-suicide-post-hard-core metal di recente pubblicazione. Peccato.
  3. Siete ferratissimi sui generi e sulle band che lui adora. Pero’, c’e’ un pero’. Purtroppo avete osato mostrare una competenza superiore alla sua  e avete osato suggerirgli che forse "Dei Cure invece che la solita ‘Close to me’ sarebbe stato meglio passare, chesso’ io, ‘A forest’, nel remix di Digitalism". In quel caso il sentimento che il dj provera’ nei vostri confronti sara’ un distillato di livore  purissimo, che vi comunichera’ con un’occhiata complice, come a dire "Eh amico mio, magari potessi, come piacerebbe anche a me, ma vedi che questi oltre la Bamba non vanno. ‘Close to me’ e’ gia’ un miracolo se la riconoscono". Ovviamente in tal caso il dj vi odiera’ per non averci pensato lui per primo. E divertente anche solo provarci: preparatevi un pezzo da chiedere che il dj non conosce di un gruppo che conosce, o crede di conoscere bene e godetevi le sue scomposte reazioni. Sappiate anche che dal prossimo djset mettera’ sempre ‘A forest’ remixato da Digitalism, millantando che "Non se ne puo’ piu’ di sentire Close to me", che lui e’ un pezzo che prova a evangelizzare le masse proponendo idee nuove. Come se glielo avesse chiesto qualcuno, peraltro. E poi quei quattro alcolisti al bancone che si intortano le strafiche rappresenterebbero le masse?

Il dj e’ un essere arrogante perche’ sdegna tutti gli altri dj che ballicchiano esaltati mentre mettono musica che gli piace, ma poi  – quando suona lui – si beve quattro birre medie in un’ora e lo vedete in ginocchio a far finta di ballare il flamenco in mezzo alla pista su "Please don’t let me be misunderstood", che adesso si puo’ di nuovo suonare, sdoganata da quando Tarantino l’ha inclusa nella colonna sonora di Kill Bill, (fino a quando non interverra’ FdL, a dire che Tarantino ha rotto i coglioni, lui e le sue colonne sonore).

Il dj e’ un essere disdicevole, perche’ se mai trovasse un bar dove mettono musica che gli piace, dopo la terza volta che ci va e tenta di diventare amico del dj, e lo molesta con delle richieste assurde, puntualmente esaudite, alla quarta, mosso dall’invidia di non suonarci lui in un posto cosi’ figo, comincerebbe a parlarne malissimo. Dal frasario standard: "Certo che pero’ mettono sempre la stessa cazzo di musica", dimenticando temporaneamente che lui stesso ha una scaletta pressoche’ immutabile dal 92. Quando si venisse a trovare in un altro locale in cui la musica e’ ancora peggiore, inizierebbe la pronta rivalutazione del locale di cui sopra che intanto, grazie agli stronzi come lui, ha gia’ chiuso i battenti da un pezzo.

Il dj e’ un essere abominevole, perche’ in qualunque serata voi, suoi colleghi dj, vi troverete a suonare con successo davanti a un pubblico entusiasta, lui vi dira’, si , certo, bravo, ma vi ricordera’ anche che in quella serata del 1999 in cui la musica la metteva tal’altro dj, c’era, nello stesso locale, il doppio della gente che ballava il quadruplo di questa volta. Anche quella volta nel 1999 disse lo stesso a quel dj, cambiando il 1999 col 1998.

Il dj e’ un essere falso perche’ secondo lui i locali in cui suona nell’anno corrente sono sempre quelli fichissimi e di moda, fino a che ci suona, poi – quando lo cacciano – diventano dei posti di merda frequentati da gente assurda. E se sta per iniziare a suonare in qualche altro locale, immediatamente quello diventera’ il locale piu’ cool della citta’, e tutti gli altri dei posti di merda. E così via. Il dj in questione tende ad andare in cortocircuito quando torna a suonare dopo anni nello stesso locale che aveva a suo tempo smerdato pubblicamente.

Il dj e’ un essere ipocrita perche’ dice che

  • "E’ solo un hobby, mica lo faccio per soldi, e’ per passione", ma se poi non lo pagano adeguatamente corre a lamentarsi (magari sul solito blog per farsi compatire da altri scioperati come lui) .
  • "Passo solo musica che mi piace davvero" ma se vede che nessuno lo apprezza e’ lesto a prostituirsi e passare le cazzate piu’ grottesche, purche’ qualcuno muova il culo.
  • "Dai gestori del locale ho preteso carta bianca per suonare ". Agli stessi proprietari pero’ non disdegna di chiedere che genere preferisce la clientela e qual e’ il pezzo preferito dal capo, dal barista e dalla cameriera. Tutti brani che diveranno pilastri immancabili delle sue playlist.
  • alla sua ragazza (nei rari casi in cui ne abbia una)  "No cara, davvero, non importa se non vieni stasera", ma poi lo vedrete per le settimane seguenti con un muso lungo un chilometro se lei non ci va. E se un giorno poi lei decidera’ di andare ad ascoltarlo mettere i dischi, dopo continue pressioni, minacce e ritorsioni, e la malcapitata si trovera’ davanti al solito locale vuoto, lui sara’ pronto a giustificarsi "Guarda, fino a dieci minuti fa era strapieno di gente che ballava sui tavoli, mi sa che sei tu che porti sfiga". A quel punto la santa donna dovrebbe ricorrere alle cure di uno specialista in disordini della personalita’.

Il dj e’ un essere depresso, che solo a tratti si riprende, se qualcuno gli fa dei complimenti per la bella musica e senza chiedere di ascoltare altri pezzi. E anche in quel caso inizierà a soffririre poco dopo, perche’ essere apprezzato da troppa gente significa per lui solo essersi abbassato al genere piu’ commerciale, anche se in tutta la serata non ha fatto altro che mettere b-sides dei Gorky Zygotic Mincy.

Salve, mi chiamo Benty e faccio il dj.

Un post da mille commenti nell’era 2.0

December 4th, 2007 | By benty in Senza categoria | 12 Comments »

Adesso scrivo un post. Ci ho un’oretta libera dagli impegni, solo soletto in ufficio. In banca ci vado dopo, che me ne frega. Ma un bel post proprio, di quelli belli belli, che finiscono di diritto sotto la categoria "Pezzi di bravura" che li leggo e mi dico "Mhh, pero’, niente male il ragazzo…". Si si, adesso ci penso, mi impegno e lo scrivo, un post un po’ cosi’, un po’ di getto, un po’ di mestiere, eccheccacchio, andiamo quasi verso i cinque anni di blog, qualcosa avrai imparato. Ma uno di quei post che proprio li leggi e devi linkarli, o almeno commentarli. Con questo post vado a finire sulla prima pagina di Blogbabel, garantito al 100%. Prima magari do uno sguardo al feedreader. Cacchio quanto sono rimasto indietro. La gente non fa che scrivere, e io non faccio che linkarli. Ecco dovrei scrivere una cosa tipo questo post qui, questo proprio non resisto e lo linko, pure se gia’ l’hanno linkato. Gia’ che ci sono do uno sguardo ai blog linkati su splinder, dai va’, che c’e’ ancora tempo. Toh ma guarda chi scrive dopo tanto tempo, pensavo che avesse chiuso, eheh, ci ricadono sempre, brutta bestia la dipendenza da blog. Andiamo a leggere. Magari gli lascio pure un commento. Adesso pero’ basta, mo veramente scrivo quel post che mi frulla per la mente da una settimana. Era una cosa divertente che dentro ci potevo pure schiaffare una specie di metafora con qualcuno di questi telefilm che vanno un sacco adesso, Californication, Dexter, Dr.House. Ops, mi si e’ aperta la pagina di Repubblica. Ma come "D’Alema: sono affascinato dalla fede" ? Presto, qui mi ci viene il titolo con citazione morettiana su tumblr, devo sbrigarmi, prima che me lo bruci qualcuno. Ecco fatto, adesso mi dedico al post. Giusto una sbirciatina veloce agli altri tumbrl. Ora pero’ basta, post ho detto e che post sia. Che magari ci metto dentro anche un paio di link a qualche amico, sisi sempre i soliti, la conventicola si diceva quando i blog erano 1.0, oppure come dice Enver, ci metto di nuovo il link alla morosa, cosi’ le faccio una sorpresa, resta tutta contenta e magari stasera me lo fa quel massaggio (eh ma come non ti va, ma io ti ho linkato, eccheccazzo, almeno un massaggino, su dai che ci ho la sciatica). Occavolo, dovevo controllare l’email che aspettavo la risposta dagli editori del libro di testo. Eeeehhh, fico, ma guarda un po’, mica me l’aspettavo. Aspirinic mi vuole aggiungere come amico su Last.fm, e il prestigioso club Liscio&Tango mi ha addato su myspace, e anche il gruppo Unbelievable cazzons. Andiamo a vedere che musica fanno questi. Mh interessante. Si puo’ scaricare pure il loro nuovo singolo, "Cazzons in the 2.0 era". Proprio bellino, con quel sound post-punk-funk-adelico che va per la maggiore. Ma che e’ semplice ricicciare gli anni*anta. Sai che c’e’? Mo lo carico sull’mblog (uploadare proprio non ce la faccio a scriverlo), che e’ importante condividere la conoscenza e il sapere, e il file sharing, e il peer to peer, altroche’. Mo chi e’ che suona il campanello? Nono , guarda non mi serve niente, non te le compro le candele, io condivido la conoscenza e il sapere e la musica degli altri, mica i miei euri, che gia’ sono pochi, sisi, Buon Natale anche a te, addio. E lasciatemi in pace cazzo, che ancora devo twitterare. Adesso  twittero, ma in terza persona. Caccia ex tossicodipendente venditore ambulante di candele. E’ giusto che tutti sappiano tutto. Ma adesso devo concentrarmi, che devo scrivere un post. Un bel post. Anche se volevo pure metterci la citazione letta su un libro, che ho messo su Anobii, ma ora non ricordo, forse perche’ ormai passo piu’ tempo a sistemare la libreria di Anobii che a leggere libri. Come si chiamava l’autore ?! Vabbe’ mo vediamo che mi viene fuori su Wikipedia. Niente. Su Google. Nemmeno. Devo smetterla di leggere libri cosi’ (poco) ricercati. Magari ci hanno fatto un film. Imdb non mi deludera’, lo trovo li’ di sicuro. Macche’, niente. Su Mininova, o Piratebay, che magari ci hanno fatto un telefilm, e gia’ che ci sono mi scarico l’ultimo episodio di Prison Break, con sottotitoli in norvegese, che imparare una lingua nuova puo’ sempre servire nella vita. Ah ma adesso che ci penso il libro ce l’ho a casa, perche’ se voglio citarlo devo per forza averlo letto, senno’ mica lo mettevo su Anobii. Allora posso concentrarmi sul post. Ma deve venirmi proprio un bel post eh.

Joy division al cinema

November 23rd, 2007 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

A parte che – a differenza dell’Italia – qua in Grecia Control sara’ presente nelle sale cinematografiche (come avvenne con discreto successo a suo tempo per 24 hrs party people) vorrei aggiungere che stasera ce ne andiamo a vedere questo , i cui biglietti sono andati esauriti da una settimana.

Era solo per far tirare il culo a Disorder .

Once in a lifetime

November 16th, 2007 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Oggi comincia il 48 esimo Festival del Cinema di Salonicco, unico o quasi evento culturale di interesse della citta’ a parte i miei leggendari djset. Salonicchesi di tutte le eta’ razze culture ed estrazioni sociali si mobilitano, il piglio della kermesse (ho detto kermesse, lo so, come un Vincenzo Mollica qualunque) e’ ancora piuttosto indipendente, domenica c’e’ ospite Malkovich. Io ignorante di cinema (ultimi due film visti in sala Shrek 3  e Spiderman 3) e la mia dolce meta’ cominciamo l’immersione nel fantastico mondo del cinematografo d’essai, fingendoci persone dai gusti sofisticati, stasera con un film spagnolo di cui ignoro tutto (regista, trama e pure sala di proiezione). Il sito e’ qua, film italiani, come spesso accade non ce ne sono, e ora l’accorato appello ai cinefili tra voi (ho detto accorato, come un Luca Giurato al mattino): date uno sguardo al programma e fatemi sapere se c’e’ qualcosa per cui vale la pena buttarci 5 euri

(disclaimer : QUESTO NON E’ UN MEME, RIPETO, QUESTO NON E’ UN MEME, ASTENERSI PERDITEMPO)

(ho detto astenersi perditempo?)