The Ivellezza, segnatevi questo nome, ne risentirete parlare presto. Sono una formazione di sette elementi dedita a coverizzare classici del rock e del blues, e a bere mistrà Varnelli in quantità industriali. Prima durante e dopo i concerti. Quest’ultimo aspetto ce li rende già particolarmente simpatici. Detengono peraltro il record di chitarristi impiegati, ben quattro, soffiando il primato a lungo in mano ai Gipsy Kings. Non si pensi che si tratti di chitarre superflue però. Il chitarrista Max Papi chi ha spiegato che è la risposta a una esigenza scenica e sonora, funzionalmente legata all’abitudine di abbeverarsi man mano che le birre e i superalcolici arrivano, cosicchè non si scaldino. "Poichè io e il Biondo suoniamo esattamente la stessa cosa in tutti i pezzi, possiamo facilmente alternarci sul palco a bere, senza che venga meno il nostro sound, nè la schiuma delle bionde medie".
Ieri sera al ristorante osteria Fortino di Fabriano c’è stato il loro pubblico debutto dopo un paio di quasi secret-gig, fortunate performance private presso feste di laurea e di matrimonio in cui il progetto Ivellezza si era prematuramente rivelato. Sold out da settimane la data di ieri, grazie anche all’ottima offerta menù fisso a 25 euro, vino incluso. Era presente tutta la città che conta e soprattutto quella che trinca. All’arrivo dell’ammazzacaffè the Ivellezza si dispongono sul palco. Nemmeno salgono sul palco, che il loro tavolino era già disposto accanto agli strumenti, ne siano testimoni gli schizzi di sugo sulla batteria (agli Ivellezza piacciono le tagliatelle al ragù ndB).
The Ivellezza sono Giallu, detto un tempo il Vertebra, anima vera e propria, deus ex machina della band, talentuosissimo chitarrista, maestro indiscusso di assoli roccherolle nonchè di Pro Evolution Soccer. Scotty, bassista dedito ai System of a Down, dal look chiaramente ispirato al più fotogenico Bin Laden che forma insieme al batterista Sandro detto One (da non pronunciarsi assolutamente Uan) la sezione ritmica più affiatata e alcolica della provincia anconetana. E anche la coppia di fegati più appesantiti. Poi c’è Bubba alla chitarra semiacustica, unico elemento del gruppo a rifiutare l’assalto delle fan e delle groupie. Non si sa bene se perchè coniugato o perchè, come si vocifera soprattutto verso Natale, gay. Comunque null’altro che un ulteriore motivo per alzare il gomito. Poi ci sono le due elettriche sporche di Max Papi e del Biondo a dare vigore e polpa ai brani, alternandosi con estrema scioltezza ed efficacia anche ai limoncelli. E infine Bentino, detto Bràdas, voce sexy e presenza scenica del gruppo, che si applica volentieri anche a numerose birre.
La prova di ieri ha fornito risposte forti agli scettici, ha incendiato gli animi degli astanti a più riprese, e ha inoltre terminato le scorte di vino rosso del locale. Personalmente abbiamo esultato su una cover di Hasta siempre comandante, che parte quasi mariachi e finisce con un tiro disco, in grado di riportare alla mente i primi Cake in salsa punk-funk. Il successo di pubblico ha convinto i gestori a posticipare l’orario di chiusura visto che l’alcolismo dilagante sul palco ha coinvolto anche gli spettatori imperterriti nel dedicarsi a questo nobile passatempo. I maligni dicono per dimenticare la scena degli Ivellezza sul palco con le corna finte da renna. La verità è che il ritmo imposto dalla band ha fatto muovere il culo alle oltre duecento persone presenti sulle note della imperitura Johnny B Goode, di Cocaine e di Bad to the bones. Al culmine del concerto si è acceso addirittura il pogo su una meta-cover (ovvero la cover della cover) di Wonderful World. E inoltre Basket case e Smell like teen spirit. Finale glorioso con Porompompero, da anni loro cavallo di battaglia presso tutte le feste popolari e osterie della provincia, e non solo.
Abbiamo ottenuto in esclusiva la loro prima intervista, due chiacchiere che potremmo quasi definire in famiglia con il cantante dei the Ivellezza, Bentino.
tragedie greche: ciao Bradas
bentino: Uè ciao
tragedie greche: a cosa si deve il nome del gruppo, Ivellezza?
bentino: il nome nasce da un manifesto elettorale di un candidato di Forza Italia di Jesi. Il suo programma era fortemente a favore della caccia. Costui si vantava di aver sterminato centinaia di starne in Romania. Nella nostra sala prove campeggiava, non so come nè perchè, questo suo manifesto, dove si presentava in giacca cravatta e cappello in pelle di coccodrillo. Il suo nome era Roberto Bellezza. Dalla fabrianesizzazione del suo cognome nasce il nome del nostro gruppo, prima i Bellezza, poi i Vellezza, poi gli Ivellezza
tragedie greche: quali sono le influenze principali della vostra musica?
bentino: a parte l’amaro Sibilla intendi? Beh, i pezzi vengono scelti seguendo il fil rouge del divertimento di chi ci ascolta. Cerchiamo di evitare il commerciale più scontato e presentare dei brani conosciuti all’orecchio dei più. In teoria ogni elemento del gruppo dovrebbe presentare delle canzoni da coverizzare di tanto in tanto. Alcune all’inizio furono scelte in base ai gusti del festeggiato (visto che abbiamo iniziato a suonare a una festa di matrimonio e a una laurea) e poi abbiamo sviluppato altre preferenze, un percorso artistico del tutto nostro.
tragedie greche: avete mai pensato di proporre pezzi vostri?
bentino: alcuni elementi del gruppo ci hanno provato, ma io ribattevo "Cantateveli da soli". Non molto democratico come metodo, ma sono pur sempre il fottuto frontman, sono io che ci metto la faccia, Cristo. A Bubba che una volta portò in sala un suo pezzo, ed era molto eccitato a riguardo, risposi dopo averlo ascoltato con attenzione "Sto pezzo me fa gelà il sangue"
tragedie greche: il progetto Ivellezza, nasce come divertissment. Visto il successo riscosso, anche ieri, avete intenzione di proseguire o si fermerà tutto qui?
bentino: la prossima data ufficiale degli Ivellezza sarà a giugno, per il matrimonio di uno dei componenti del gruppo (Il Biondo ndr). Pensiamo di spostarci in nuove aree, dove siamo meno conosciuti, per vedere se la musica che facciamo piace di per sè, o se abbiamo successo solo perchè siamo noi a suonare quasi sempre davanti a nutriti gruppi di nostri amici. C’è in cantiere un progretto di turnè, sviluppato dal nostro manager (Fuccio), che ha come prima tappa Salonicco, con organizzazione di autobus per gruppo, entourage e fan, 100 euro a biglietto andata e tirorno con free cocktail a bordo fino ad esaurimento scorte. A dire il vero ci siamo già esibiti fuori dai nostri confini, spingendoci fino a Costacciaro, peraltro. Poi si parla di affittare un tetto a Dublino per un video, ma è venuto fuori ieri sera, dopo il terzo ammazzacaffè, quindi…
tragedie greche: l’alcol come influenza il vostro processo creativo?
bentino:è una componente grazie a Dio sempre presente, e quando ce n’è diamo sempre il meglio di noi. Ieri sera ad esempio ci tenevamo dritti in due, alla fine dell’esibizione.
tragedie greche: chi è il fan tipico degli Ivellezza?
bentino: grazie per avermi fatto questa domanda. Non te lo saprei dire. Gente di una certa età che apprezza la buona musica, direi. Anche se a dire il vero tutti sembrano apprezzare le nostre scelte orecchiabili. No, non credo proprio che, come si dice in giro, essere nostri fan abbia necessariamente a che fare con spiacevoli storie di alcol alle spalle
tragedie greche: puah, dicerie senza senso. Direi di chiuderla qui. In bocca al lupo per tutto allora. Vuoi dire qualcosa ai tuoi fan?
bentino: si. Vorrei informarli che non torneremo troppo presto perchè abbiamo paura di stancare l’audience, ma faremo nuove cover di altissimo livello, potete starne certi. Ah e poi auguri a tutti i lettori del blog
tragedie greche: grazie ciao
Nonstante l’assonanza di nomi possa trarre in inganno, assicuriamo l’assoluta oggetività dei nostri giudizi su the Ivellezza, che nascono esclusivamente da attenti e ripetuti ascolti. Ci sentiamo in dovere di escludere assolutamente ogni tipo di legame familiare di alcun membro dello staff di Tragedie Greche con componenti di questa grintosa e giovane (si fa per dire) band dal futuro radioso.
bentino: Ah senti, ha detto mamma se andiamo a tavola che è pronto il pranzo, e poi si fredda il risotto e non è più buono
tragedie greche: va be’, arrivo