All Posts from June, 2004

Benty’s readers digest

June 26th, 2004 | By benty in Senza categoria | 14 Comments »

Ultimi giorni greci

1000 kilometri in 30 ore per vedere dei Pixies con un Frank Black in forma assoluta, forse la nascita di una vera amicizia ed infine un assaggio dell’assurdo traffico ateniese. Adesso sono pronto per affrontare Città del Messico, credo. Poi giusto il tempo di fare le valigie e togliersi dai piedi. Volevo scommettere dieci euro sul passaggio della Grecia contro la Francia all’europeo, ma poi ho desistito. Soldi buttati, credo di aver detto. I Mogwai hanno hanno dedicato un brano alla Grecia "…in particular if you beat England". Ma poi ci ha pensato il Portogallo, per fortuna.

Day one

Quella che doveva essere la serata clou dell’evento dell’anno a Fabriano city, la notte prima del Palio (un giorno ci scriverò un post nostalgico, siete avvertiti), si è rivelato un flop, come in tutti gli ultimi anni. Il declino inesorabile di una manifestazione e per riflesso di una popolazione giovanile, per cui la massima forma di divertimento resta la serata pizza e dvd; il cui assessore alla cultura e alle politiche giovanili proclama dalle pagine del giornale di sinistra locale che portare qui per la data zero artisti come Vasco Rossi e i Lunapop ha dato grande lustro a questa città, utilizzando termini come fermento culturale. E noi, anche chi non vive più qui, ancora a lamentarci e a lambiccarci il cervello, a maledire la mentalità di questo buco di culo di paesello. Mai fatto un cazzo a riguardo però eh… In realtà dilaga ancora l’alcolismo, grazie a Dio.

Sara

Sara è bellissima, lo è da sempre. Il fatto che fosse scomparsa in seguito a relazioni pluriennali extracittadine e non, non le ha tolto un briciolo del suo splendore. Un corpo da togliere il sonno e le movenze da gatta, occhi azzurri in cui annegare dolcemente. Mi ha stupito quella confidenza che ha mostrato verso di me, dopo che non ci parlavamo da anni. Mi ha sorpreso la sua insistenza nello sfiorarmi, la sua dolcezza un po’ posticcia e un po’ alticcia, come se quel furtivo bacio sulle scale, ad un capodanno di otto o nove anni fa, fosse successo ieri, come i suoi ricordi ancora ben freschi del liceo. Sara sostiene che dovremmo esserci tutti al matrimonio della sua amica, e dovremmo tornare a formare quel fantastico gruppo di amici che eravamo. Un gruppo di merda, come si è visto chiaramente, scioltosi fra recriminazioni e ripicche, pettegolezzi e malevolenze. Tenuto in piedi da uno sputo alla vodka. Ma tanti anni devono averglielo fatto dimenticare. Ho dovuto mentirti Saretta, mentre mi imploravi con gli occhi, e tu non lo sai. Ma quel giorno ci sono i Sonic Youth a Bologna, e non credo che mi avresti mai potuto capire.

Day two

Il delirio alcolico inizia presto e finisce presto. Trovo irritante che continuino a sbatterci fuori dai bar per il coprifuoco indetto proprio in occasione del Palio (hai visto mai che dovessimo pure divertirci). Rivaluto di colpo anche la fottutissima Grecia. Del Palio neanche ci accorgiamo, ebbri di gioia che siamo per la vittoria do Portugal contra dos fodidos inglesos (messaggio in lingua originale arrivatomi in nottata). Vedere quella mezzasega di Beckham che fallisce il rigore e si inchina davanti ai miei lusitani mi ha fatto godere come poche altre donne hanno saputo fare.

Day three: degli europei di calcio (3). L’uomo giusto nel posto sbagliato.

Non c’entra nulla immagino, ma quando nel 98 i Sonic Youth erano in tour estivo in Europa io sarei stato in tre dei paesi in cui avrebbero suonato. Stavo finendo l’Erasmus a Lisbona, sarei tornato per un breve periodo in Italia, sarei subito ripartito per andare per la prima volta Grecia, da lei. Ci sarebbero stati tre concerti a cui sognavo di andare. Riuscii a perderli tutti e tre per pochi giorni, ero sempre nel posto sbagliato. Ecco, ora la Grecia e il Portogallo festeggiano in strada, ed io sono qui ad imbarcarmi in ulteriori imprese a sfondo etilico, sul cui inviolabile segreto vige un patto di ferro. Potrei finire incaprettato, questi non scherzano mica. Sui miracol(at)i greci non ho parole, ma mi dà tanto il sapore dei poveri e piccoli che vincono contro ogni pronostico sui grandi e ricchi, come in certi stupidi film americani e devo dire che sarà pure retorica a basso costo, ma mi piace, mi piace davvero.

Benty vs people/ Benty meets the bloggerz

Su gente che si compra kit per produrre birra in casa, gente che si sta ingozzando di tapas a Granada fra chicas andaluse e una pioggia di chupitos, su gente che celebra i ritorni di vecchi pirlas, o che strappa allegramente carte di identità, su gente che si sposa per la seconda volta con la stessa donna, su gente che va a Cuba con la ragazza, sulla giovane Angelina e su altre persone di cui aspetto con ansia pacchetti regalo e di cui non ho ancora colpevolmente promosso le ultime fatiche: beh, su questa gente non ho ancora nulla di preciso da dire se non esprimere un confuso sentimento di amore e affetto incondizionato. In compenso me ne scompaio volentieri in Sicilia, per poco, abbastanza pronto ad incontrare giovani bloggers sotto il palco dell’iguana il 10 luglio a Torino. Preparatevi all’evento. A presto ladies and genltemen, riguardatevi.

Degli Europei di calcio (2): permaflex championship

June 21st, 2004 | By benty in Senza categoria | 11 Comments »

1) Prima di Portogallo-Grecia


La squadra materasso, la vittima predestinata, ci faranno un mazzo così, è sicuramente il girone più difficile, l’importante è già esserci, il modulo non mi convince, no l’importante è partire bene, ma perchè Renaghel si ostina a lasciare fuori Tsiartas?, no l’importante è fare bella figura, saranno tre sconfitte, se riuscissimo a pareggiarne almeno una, così per andarcene con un puntarello, i nostri ragazzi devono lottare, devono farsi rispettare, devono farsi valere, non dobbiamo fare i catenacciari come l’Italia.


2) Dopo la vittoria con il Portogallo


I nostri eroi, la sorpresa del torneo, l’esordio inaspettato, questi ci hanno le palle, l’impresa leggendaria, la fantastica nazionale, la piccola Grecia abbatte i giganti, la grande Grecia si impone al debutto, la superGrecia, la Magna Grecia, grandi ragazzi, non avevano la pressione, hanno dominato a centrocampo, hanno giocato con umiltà, una lezione ai presuntuosi portoghesi, Figo strapazzato, (ma dai, è un giocatore finito), ma che si credevano che eravamo così scarsi?, gliel’abbiamo fatta vedere noi, altrochè, e adesso vinciamo anche con la Spagna, il magico undici, Dellas gioca con la Roma mica cavoli, certo che se non ci fossimo difesi così bene…(con un catenaccio d’altri tempi), certo che abbiamo anche giocato, mica è stata solo fortuna, siamo orgogliosi di voi, avanti così, non ci fermiamo più adesso, Otto Renaghel è un santo gli dobbiamo parecchio, molto, tutto: viva pure la Germania, alè.


3) Dopo il pareggio con la Spagna


Bell’impresa, bloccati gli spagnoli, siamo davvero la sorpresa, non se l’aspettava nessuno, ormai siamo qualificati, siamo troppo forti, grande Charisteas, ma perchè a parte Raul chi c’ha la Spagna eh?, allora se pareggiamo e arriviamo secondi giochiamo contro la Francia, ma ci pensi, contro Zizou !?, guarda che con la Croazia meritavano di perdere, ah è vero, allora vinciamo anche con loro, Otto Renaghel aveva degli avi greci, ecco perchè vince, ha fatto benissimo a lasciar fuori l’inutile Nikolaidis, è un fine stratega, abbiamo una squadra stellare, la Russia?, ce la sbrighiamo nei primi dieci minuti, la partita più facile, quelli non vedono l’ora di tornare da quelle stangone delle mogli, ma che dici la vinciamo la finale?, per me Seitaridis è meglio di Roberto Carlos, eh infatti lo vuole il Real, certo ormai siamo da Real, troppo forti, bravi, gasiamoci, grande Grecia, avanti così, siamo orgogliosi di voi, vanto della nazione, degni eredi degli atleti olimpici e dei massimi filosofi occidentali.


4) Dopo due minuti di Russia Grecia (1-0)


Noo, incredibile, che sfortuna, è un complotto, si sono venduti la partita, che coglioni, ma come hanno fatto a prenderlo così? ma Otto che cazzo combini, metti dentro Nikolaidis per Dio, tirate fuori le palle ragazzi, per adesso siamo ancora con voi


5) Dopo venti minuti di Russia Grecia (2-0)


Lo sapevo, ma dai, Renaghel è tedesco, da quando in qua i tedeschi capiscono di calcio?, giochiamo peggio dell’Italia, uno schifo, è il destino della Grecia, siamo un popolo destinato alla sconfitta, non posso crederci, a me non me n’è mai fregato niente, figurati, io tifo Olanda, ci siamo fatti mettere sotto, ma che squadra è? non hanno espresso 10 minuti di calcio accettabile in tre partite, ci siamo arrivati solo per culo, non meritiamo niente, i soliti greci del cazzo, si sono cagati sotto, Dellas è finito. E poi si ricomincia dal punto 1, ovvero: la squadra materasso, la vittima predestinata, ci faranno un mazzo così, è sicuramente il girone più difficile, gli arbitri contro, la sudditanza psicologica, il modulo non mi ha mai convinto, ma perchè quel testone di Renaghel si ostina a lasciare fuori il talentuoso Tsiartas?, che figura di merda, quelle segacce devono lottare, quegli zombies devono farsi rispettare, quei ballerini mancati di Syrtaky devono farsi valere, sarebbe stato meglio fare i catenacciari come l’Italia sin dall’inizio.


6) la Grecia passa il turno grazie al gol del Portogallo e all’allineamento contemporaneo delle sette stelle di Hokuto con lo zenith di Saturno


Siamo indubitabilmente la sorpresa, siamo inarrestabili, vinceremo, Otto è un diretto discendente di Zeus, il dio del pallone, adesso la Francia non fa paura ( e poi pescare a scelta dai punti 2 e 3), il tutto fra clacson, bandiere e deliri di folla in piazza.


Basta, che palle, stasera Pixiesmogwaiblackrebelmotorcycleclub e mercoledì Tragedie Greche se ne va in vacanza in Italia (l’unico italiano che se ne va dalla Grecia mentre gli altri arrivano, noi siamo il prototipo di anticonformismo) e si trasforma per qualche mese nel tristissimo “Tragedie marchigiane”. Potrebbe essere l’ultimo post da qui per la stagione in corso, ma forse anche no.

Tags:

With a little less conversation (5)

June 18th, 2004 | By benty in Senza categoria | 10 Comments »

Sottotitolo: 2004 Odissea nella burocrazia greca parte 2


Raggiungo l’OAED della mia circoscrizione dopo inenarrabili fatiche e interminabili ricerche, trovando un parcheggio a incastro a soli sei chilomentri di comodo sterrato e sotto il sole cocente. Entro trafelato, l’ufficio è sinistramente vuoto di utenti e pieno di funzionari. Loro sono i temutissimi impiegati pubblici (dimosi). Un tempo serbatoio di voti per il Pasok (il partito socialista per anni al governo) adesso, con la destra al potere, si dice siano destinati ad una rapida estinzione. La scena ha dell’incredibile. Davanti agli sportelli, seduti uno a fianco dell’altro, ci sono non meno di 15-20 persone che si beano dell’ignavia più assoluta. Hanno a disposizione circa 1 computer, per tutti e venti. Per l’esattezza si tratta di un reperto tecno-archeologico, processore 286 di manifattura Inca, alimentato da una caldaia a carbone, o in alternativa da un sistema idraulico azionato da dei muli posizionati al piano sottostante. Ne avevo visto un modello simile su una rivista di antiquariato, mi pare.


E’ lavoro di sportello, d’accordo, ma vederli tutti allineati, senza nemmeno un separè, completamente nullafacenti, privi di utenza e dunque di lavoro, con le braccette appoggiate ad un risicato scaffale e lo sguardo spento e perso nel nulla, quasi ammucchiati, mi ha dato l’idea di una batteria di polli che aspettava la razione quotidiana di mangime. Uno strazio. La compassione ha presto lasciato spazio all’odio, è bastato che rivolgessi la parola al primo. Ho iniziato dall’estremo ovest della catena (dis)umana.


Benty buongiorno. Mi hanno detto che…


impiegata 1 si rivolga alla mia collega, io non sono competente a riguardo


Benty ma se non ho neanche dett..


impiegata 1 quella a metà dello sportello, la vede? Arrivederci ( e si tuffa nella appassionata lettura di alcune fotocopie ammucchiate)


Benty (rassegnato) buongiorno mi hanno detto che…


Impiegata 2 è per il sussidio di disoccupazione ?


Benty ecco si, esattamente. Io vorrei sapere cosa…


Impiegata 2 Ha portato tutte le ricevute dell’IKA*? Anche quelle senza bollino (ensima)? E una dichiarazione dei redditi? E la lettera di licenziamento dei suoi datori di alvoro? Eh ? EH? EEHH?!! (immaginatevi il tono in crescendo, lei che quasi di alza dalla sedia mentre il suo sguardo si fa aggressivo e il mio sempre più smarrito)


Benty ma veramente…non saprei…mi hanno detto che… vede io non sono….


Nel frattempo l’impiegata 2 si è già girata a far due chiacchiere con una collega. Sa benissimo che l’effetto di quella mitragliata di scartoffie da compilare ha creato in me uno scompiglio che le ha dato tempo per rifiatare e dedicarsi a cose ben più meritevoli per almeno 10 secondi. Non mi perdo d’animo.


Benty si ecco allora. Qui c’è il licenziamento, qui le ricevute con bollino dell’IKA. Dalla dichiarazione dei redditi sono esonerato perchè sono sotto la soglia di sopravvivenza accettabile per un essere umano che non si cibi di rifiuti. Cosa altro serve?


Impiegata 2 (con un ghigno malefico stampato in faccia) Oh bene. Lei non dichiara redditi. Allora deve andare alla DOE* perchè le facciano una dichiarazione di esonero dalla dichiarazione del redditi. Poi mancano i bollini dell’ultimo trimestre. Deve andare all’IKA in centro e farsi vidimare le buste paga. Intanto compili questo. Poi torni qui con tutte le carte in regola e le rilasciamo la carta di disoccupazione, con cui può prendere i coupon con i quali un giorno lontano potrà recarsi in banca per ritirare la sontuosa somma a lei dovuta. Arrivederci straccione


(l’ultima parola non viene pronunciata, la leggo dai suoi occhi colmi di disprezzo)


Benty ma io…


impiegata 2 il prossimo


Mi giro: non c’è nessuno. La guardo con chiare intenzioni omicide. Penso di finirla a colpi di fermacarte. Ma torno a rivolgerle la parola.


Benty Allora questo volete? Dichiarazione DOE e buste paga non bollinate timbrate dall’IKA. Bene, le avrete, domani all’alba. Adesso vorrei fare anche un paio di domande. Dunque…


impiegata 2 (quasi sbellicandosi dalle risate) si rivolga alla signorina in fondo


Benty (deciso, punta la signorina in fondo, con tono fermo) Salve mi hanno detto che avrei potuto rivolg…


signorina in fondo si rivolga al collega alle mie spalle


Il quale pur essendo vicinissimo fa finta di non essersi accorto della mia esistenza anche se sono praticamente l’unico essere umano deambulante nell’ufficio. Ma vaffanculo, per oggi ci rinuncio. Ma tornerò, oh se tornerò !


*IKA l’assistenza sanitaria dei poveracci, DOE Ufficio tributi. Ora che sapete questo potete anche fare a meno di Totti in nazionale, immagino.

Degli europei di calcio (1) : Ortodoxia uber alles

June 14th, 2004 | By benty in Senza categoria | 12 Comments »

I megamanifesti della Vodafone, che sponsorizza la nazionale di calcio ellenica, da qualche settimana proclamavano orgogliosi slogan di incoraggiamento “Non siete 11, siete 11 milioni” (che sarebbe il totale della popolazione greca). I giornali sportivi nel giorno dell’esordio recitavano “Orgoglio nazionale”. Il clima di attesa però era quello della mattanza. Girone di ferro, con dentro gli organizzatori portoghesi, da affrontare proprio al debutto. Prevale comunque la gioia di esserci, che da queste parti non è un fatto per niente scontato. Questa è la seconda apparizione della Grecia agli europei, dopo la magra figura in Italia nell’80, e la terza partecipazione totale, contando anche la disfatta dei mondiali in USA del 94. Mai un gol segnato in competizioni internazionali. Due ore prima del fischio d’inizio la città appare pressochè deserta, mentre io torno con le scorte da campionato europeo: una cassa di birre da mezzo litro e qualche tonnellata di patatinenocciolinecazzatine. Un’afa da deserto del Sahara, i televisori con il volume al massimo sono tutti sintonizzati sulla prima rete, la telecronaca si potrebbe ascoltare tranquillamente anche dalla strada.


Al fischio di inizio le scorte di alcol di casa Benty erano state già pesantemente messe alla prova; dai posti sui divani Ikea prenotati da giorni, i fortunati prescelti fumavano come in un’oppieria di Bankhog. L’atmosfera tuttavia risultava abbastanza rilassata, come quando non hai nulla da perdere e serpeggiava la speranza non confessata che il Portogallo non infierisse eccessivamente. Invece, sarà stata la fierezza nazionale, saranno state le bestemmie alemanne di Rehnaghel , sarà stata l’emozione dei portoghesi, la Grecia sembrava parecchio spavalda. Quel matto di Karangounis ha addirittura segnato e, cosa incredibile, i biancazzurri mettevano sotto il mio amato Portogallo. In difesa Traianos Dellas, pupillo locale – è di Salonicco calcisticamente cresciuto nell’Aris ed ha una casa al mare vicino a quella della mia ragazza – non lasciava passare un filo d’aria. A centrocampo Figo e Rui Costa giravano a vuoto, mentre si organizzavano i soccorsi per il recupero del disperso Pauleta. Io e i greci ivi presenti (2 su quattro già erasmus in Portogallo e nettamente filolusitani) non ci credevamo.


Parentesi sentimentale-esistenziale. Si affrontavano i due paesi dove (se si eccettua l’Italia) ho vissuto di più. I paesi da sempre ultimi in tutte le classifiche europee, economiche o di altro tipo. Uno a cui devo il cambio di rotta del mio destino, oltre all’anno più felice della mia vita. L’altro che tutt’ora mi ospita e direi, quasi, mi coccola. Avrei giurato che il mio cuore sarebbe stato 100% lusitano, ma vedere l’umile Grecia combattere così, una di quelle sorprese che il calcio offre sempre più di rado, il debole che schianta sul piano fisico e tattico il favorito, trovarsi in mezzo alle facce incredule e ubriache dei miei amici di queste parti, mi ha spaccato il cuore in due. In verità ho anche gioito sul rigore realizzato da Bassinas. Filolusitani, cercate di perdonare un quasi transfuga.


Poi la partita è finita come sapete e la nostra sbornia è proseguita altrove.


Il giorno dopo, il titolo più sobrio che credo di aver letto fra giornali e TV mi sembra sia stato “Vittoria leggendaria”. Ovviamente è già in atto la beatificazione di Rehnaghel: uomo ossessionato dalla moglie (la cita in qualunque intervista, sembra che sia stata lei a contattare la federazione greca per trovare lavoro al marito) , l’allenatore tedesco che ha escluso dall’undici titolare giocatori come Tsartas, la mezzapunta più dotata di talento e Nikolaidis, il Beckham locale che è sposato con una cantate molto famosa (in Grecia) e si è trasferito a cercar fortuna a Madrid (sponda Atletico, lo trovate in panchina in genere).


Il punto debole dei greci, come popolo, è l’estremismo delle passioni. Dalla quasi certa esclusione a suon di legnate e dalle teste basse, si è passati ai piani riguardanti la conquista del sistema solare, in un solo trionfale pomeriggio. Le domande più ricorrenti che i giornalisti rivolgono ai giocatori e all’allenatore sono “Riusciremo a vincere la finale?”. Dando per scontato tanto il passaggio del turno, quanto di quarti e semifinali. Gli unici che sembrano tenere i piedi ancora per terra sono i giocatori. Io intanto non smetto di sperare che anche o meu querido Portugal possa passare il turno. Non dimenticate che la Grecia è approdata in Portogallo battendo la Spagna fuori casa. Tutto è possibile, anche che ci sia ancora gente disposta a votare De Michelis.

Tags:

Memoranda

June 12th, 2004 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Tags:

With a little less conversation (4)

June 10th, 2004 | By benty in Senza categoria | 9 Comments »

Sottotitolo: 2004 Odissea nella burocrazia greca parte 1


Adesso sono disoccupato part time. Il contratto a otto mesi con la scuola è terminato da una settimana circa, in coincidenza con la fine delle lezioni. Come ogni buon parassita che si rispetti, avendo versato i regolari contributi durante tutto l’anno ed avendo visto la mia invidiabile busta paga appesantita da trattenute di ogni tipo, è il momento di riscuotere. Vado a chiedere il sussidio di disoccupazione (tamìo anerghìa). Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perchè è mio e mi aspetta. Basterà portare qualche scartoffia in qualche ufficio e sarà fatta, un gioco da ragazzi. Questo pensavo. Illuso.


Il primo giorno inizia dall’OAED, quelli che dovrebbero scucire i talleri, la somma da sogno è della bellezza di 300 euro. Situati vicino al tribunale, zona quantomai trafficata, già mi fanno smadonnare per trovare un parcheggio. La calca mi ricorda certe scene di arrivi di aiuti umanitari in zone di carestia. Gente bisognosa, affamata, malata ma determinata e pronta ad uccidere per ottenere la sommetta mensile senza lavorare. Come me. Dopo una mezz’ora di fila al caldo arriva il mio turno.


signorina OAED: dica


benty: buongiorno


sig. OAED: dica


benty: ehm dovrei fare richiesta per il sussidio di disoccupazione


sig. OAED: dove abita?


benty: a Sykies, in via Knos..


Sig. OAED: ha sbagliato ufficio, lei è della circoscrizione di Neapolis. Arrivederci. IL PROSSIMO.


benty: ma…


sig OAED: IL PROSSIMO !!!


Benty: arrivederci (sigh)


Riuscirà il notro eroe a compiere la sua missione e portare a casa il tesoro o soccomberà schiacciato da mille procedure? Saprà ritrovare la strada per tornare a casa dalla sua amata, o si perderà nei labirinti della burocrazia ellenica?


Queste ed altre risposte nel seguito dell’avvincente racconto, online nei prossimi giorni, stay tuned

Fratelli d’Italia

June 8th, 2004 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

L’Italia quest’anno anticipa la rituale invasione estiva dell’Ellade. E’ passato Big Luciano "tevojobbeneassaje" Pavarotti. Filantropo come sua abitudine, chiedeva per il biglietto più economico la miseria di 100 euro. Ma purtroppo non avevo spicci e poi c’avevo judo, quindi ho dovuto tristemente soprassedere. Arriverà presto Lucio Dalla in occasione della Italy Fest, una accozzaglia incoerente di manifestazioni organizzate ogni anno in questo periodo dall’istituto italiano di cultura meno attivo del mondo, quello di Salonicco. L’anno scorso oltre a Branduardi chiamarono a rappresentarci i Super4 (mi pare che si chiamassero così) incredibile combo di acclamati interpreti della odierna melodia italiana, fra i quali giganteggiavano Jimmy Fontana e Nico Fidenco. Inoltre ricordo che si parlava con eccitazione di un contest fra pizzaioli, della serie "scrolliamoci di dosso certi logori stereotipi". Oggi in TV interessante servizio sul nostro grandissimo Paolini. Non Marco, bensì Gabriele quello che venne calciato in diretta dal povero Frajese.

Proprio in concomitanza con l’arrivo della scheda eletorale dal paisello (quasi) natìo, mi imbatto in questo bel post sull’Italianità ed il sentirsi italiani all’estero di Lia .

Io lo dico sempre ai greci, da noi le bandiere ai balconi si affiggono solo dopo un eventuale brillante passaggio ai quarti di finale, nelle manifestazioni calcistiche internazionali, mica come qui. Unico caso di raptus nazionalistico collettivo e politicamente trasversale. Ci si sente parecchio italiani solo se si vince qualcosa di importante a pallone, sennò tutti davanti allu Brucess de Biscard a scannarci sul dualismo Cassano-Del Piero, a maledire il fottuto difensivismo di Trapattoni (ma come fai a non portarti Baggio, come fai ?). Se vinciamo invece diventiamo tutti catenacciari della prima ora (il risultato conta, altro che cazzate e buddisti, grande Giuan !), prendiamo la macchina e ce ne andiamo a strombazzare ebbri di gioia per le vie del centro, cantiamo l’inno in coro e ci rassicuriamo sulla nostra superiorità, sancita fra l’altro dal cibo e dalla presenza del bidè nei nostri cessi tricolori. No per davvero, si fa fatica ad andare orgogliosi di questo paese certe volte, anche senza tirare in ballo per forza il nano. Che comunque non facilita le cose.

update: in curiosa concomitanza con l’approssimarsi delle elezioni europee, OPLA’, più ostaggi per tutti. Adesso si che abbiamo da andar fieri.

Associazione Bloggers Anonimi

June 3rd, 2004 | By benty in Senza categoria | 22 Comments »

Benty entra nella stanza, e si dirige verso la sedia. Gli altri sono già seduti in circolo, sorridenti e un po’ tesi, lo aspettano. Anche Benty sembra agitato, soprattutto lo innervosisce la presenza del Guru che emana pace e disintossicazione. E’ la sua prima volta, cercate di capirlo.


Esordisce con un classico “Ciao mi chiamo Benty, e sono un blogger”, parla quasi sottovoce. Gli altri gli rispondono in coro, come se seguissero un riflesso pavloviano, sorridendo all’unisono e con una leggera cantilena “Ciaaao Beeeenty!”. Il guru scuote la testa, ma nulla può alterare il suo sorriso che ha un qualcosa di sovrannaturale “No no, non ci siamo. Qui niente nickname o pseudonimi, qui siamo persone, non soprannomi. Puntiamo molto sul recupero dell’identità originaria, qui. Riprova, coraggio, dicci di nuovo come ti chiami, davvero intendo”. Benty umiliato, tremante per i nervi, con la voce che sembra pronta a rompersi in un pianto ” Si ok s-scusatemi tutti. Ciao, s-sono Andrea, e s-sono un b-blogger”. Gli altri di nuovo in coro e meccanicamente “Ciaaao Andreeeeaaa!”.


Il Guru lo solleva dall’imbarazzo e gli chiede “Allora Andrea, perchè sei qui? Come possiamo aiutarti?”.


Benty, anzi Andrea, risponde con voce flebile ” Ma… non so, sono…confuso. Ecco, ho aperto un blog e…”.


Il Guru incalza, gentile ma fermo. “Quando hai cominciato Andrea. Come? Con chi? Con cosa ti facevi? E perchè? Devi raccontarci tutta la tua storia se vuoi che ti aiutiamo davvero”.


Sapeva che il loro metodo era questo. E sapeva anche benissimo che le sedute di disintossicazione dei bloggers anonimi venivano riprese, analizzate accuratamente e le informazioni ricavate venivano poi vendute da poliziotti senza scrupoli alle lobby degli scrittori e dei giornalisti, con le quali i bloggers erano in guerra da anni. Volevano distruggerli, ne erano consapevoli.


Adesso deve iniziare; lo fa torcendosi alternativamente le mani e i capelli “Ormai è un anno che ho cominciato. Me lo ricordo bene questo, era il 3 giugno del 2003. Ho iniziato come tutti, un po’ per curiosità, un po’ per sentirmi una parte del gruppo, per sentirmi “cool”. Tanta gente che conoscevo lo faceva già da un po’. Poi sapete com’è. Si comincia da piccoli con una email, una boccata di newsletter, magari un tiro di newsgroup, poi addirittura un buco di mailing list, così solo per provare e si finisce dritti ad imparare a farsi dei siti. Neanche te ne accorgi e ti ritrovi con notepad aperto, che stai rollando tabacco e tags. Ma non ho mai davvero imparato a farmi di html, non ho la mano ferma, mi fa impressione”.


La gente in sala scuote la testa, qualcuno sibila delle bestemmie, una ragazza addirittura si mette a piangere. E’ dura rivivere i propri errori, quando l’esperienza che vi ha devastato la vita sembra ancora così vicina.


Benty, anzi, Andrea continua, fissando il vuoto con occhi spiritati “Per un po’ avevo anche deciso di smettere. Giusto qualche tiro di Gnueconomy, ogni tanto la sera prima di andare a dormire. Poi un giorno mi hanno chiesto se avessi mai provato la Splinder. Mi avevano avvertito che a volte era tagliata male, ed in quel caso si rischiavano grosse crisi. Ma era il blog che andava di moda alle feste, non richiedeva alcuna abilità particolare, non costava praticamente nulla, ti preparavi le tue righe, e poi bum, eri fuori, in rete in un attimo”


Gli altri in cerchio sembrano sempre più turbati, un vicino di Benty arriva addirittura a mettergli una mano sulla spalla per incoraggiarlo. Se Benty avesse potuto connettersi solo un attimo lo avrebbe aggiunto subito alla sua lista nera.


Adesso non esita più, sembra un fiume in piena , sorride quasi, sembra rapito “Cominci a scrivere tre post al giorno, ti senti pieno di idee e di energia, ti pare di vedere tutto più chiaro, di saperlo raccontare, di essere divertente. Cammini per strada e pensi come potresti buttare giù un post veloce sul traffico, chessò io. Capite? Sul traffico, Cristo santo !”.


Un mormorio sommesso di disapprovazione commenta quest’ultima frase. Devono avere capito che il suo caso è grave. Sanno che non ha molte speranze di farcela. Andrea intanto si è alzato in piedi senza accorgersene, ed ha ancora i pugni chiusi dalla rabbia. Il Guru si avvicina e lo rimette a sedere “Calmati Andrea” gli dice con fare gentile. “Siediti e continua a raccontarci tutto. Sappiamo che è dura, ma questo è l’unico modo di uscirne, forza!”


Una volta seduto inizia a parlare di nuovo, si accende una sigaretta “Ma fino a lì puoi ancora farcela ad uscirne. Il problema viene dopo, quando iniziano a commentarti. Allora lì lo sballo è totale, ed ogni speranza di controllare la situazione è già andata a farsi fottere. Altro che acidi. Lo fai perchè ti piace, questo continui a ripeterti. E puoi smettere quando vuoi, certo. Se ce l’hanno fatta anche Coniglio Cattivo e Massaia” , dice indicando due di quelli seduti in cerchio.


Uno dei due è parecchio barbuto e indossa un sinalino rosa che è un amore e l’altro rosicchia malignamente una carota e scarabocchia un blocchetto. Quella era gente che viaggiava sui 70 commenti di media a post, centinaia di ingressi al giorno, roba da rischiare l’overdose, linkati ovunque, osannati, adorati, adulati. Loro ne erano venuti fuori in qualche modo, erano l’esempio per tutti che uscire dal tunnel del blog è possibile.


Aspirando dalla sua Marlboro light distogllie lo sguardo dai due ex bloggers e sospira “Poi è inutile girarci attorno, ti crei il tuo paradiso artificiale. Hai un nick nuovo di zecca, puoi inventarti una identità, una nuova verginità. Ti da l’illusione che agli altri interessi quello che scrivi, è un effetto pazzesco, meglio di 1000 orgasmi multipli…..in certi momenti ti senti quasi famoso, ci sono persone che continuano a linkarti e tu non capisci neanche il perchè, è davvero incredibile. Vai a feste e concerti e la gente ti riconosce, ci si scambia link, si fanno blog di gruppo nei privè, certi si avvicinano e ti fanno “Ah tu sei quello che ha scritto quel post su Tinto Brass…sublime”. Le ragazze sorridono e te la danno subito. L’URL intendevo. Perchè poi ad un certo punto ti convinci che la realtà sia davvero quella, che tu possa interagire solo con i tuoi simili, con gli altri che si fanno di Splinder, Tiscali e di Blogspot. L’effetto più devastante di questo cazzo di blog è che ci si convince l’un l’altro di essere davvero una specie di comunità di eletti, una specie di avanguardia”.


Il Guru lo incoraggia “Vai avanti”


Benty con la voce spezzata , muovendo freneticamente le mani “E’ lì che cominciano le paranoie. Capisci che ci sei dentro quando ti prende la collera se gli altri non colgono le tue citazioni dall’ultimo post di Leonardo o da Euston Station. Ti guardi attorno circospetto, temi che da ogni dove Urbani possa fare una legge che ti costringa a tenere l’archivio di tutto quello che scrivi, inizi ad avere paura che la gente possa copiare i tuoi post. A qualcuno è successo davvero”


Allora il Guru lo interrompe “Tutte storie Andrea, non devi crederci, non devi caderci. Sai benissimo che non è così !”.


Ma Benty insiste, ormai quasi urlando e senza accorgersi di aver iniziato a piangere “Ma è così invece! Mi hanno detto che alcuni blogger pubblicano libri, vanno a conferenze e congressi, del tutto spesati, che vivono parlando di blog, che vanno da Costanzo, fanno programmi in radio e in tv, scrivono sui giornali, diventano dj e rockstar. Che li pagano un tanto al post ! E’ la verità !”.


Il Guru non riesce più a controllarsi “Cazzo Andrea , solo un anno di blog e sei già affetto dalla sindrome della Lucarelli ! Lo capisci cosa significa vero? Occorre una terapia d’urto immediata”.


Ma Benty non ha ancora finito: “Il resto lo sapete. Poi vai completamente fuori di testa. Inizi a scrivere di qualunque cosa, sproloqui di politica, di concerti, di film, di altri blog. Non ti basta mai, non riesci a pensare ad altro che a scrivere post, credi di poter dire la tua su qualunque cosa, anche su argomenti di cui non hai la minima idea. Ne vuoi sempre di più e l’effetto è sempre minore. Ogni giorno guardi le tue statistiche Shinystat per vedere gli accessi, se qualche blogstar ti ha linkato, e se non è così vai in depressione, apri il blog dieci volte al giorno per controllare nuovi commenti, cambi di continuo il template, aggiungi bottoni inutili, non fai altro che lasciare commenti su altri blog…è assurdo… io voglio uscirne..io devo uscirne…non ce la faccio più…voi dovete aiutarmi Cristo…”. Adesso ha la testa bassa e tiene le mani sui capelli.


Poi una luce strana attraversa i suoi occhi, si alza e si scusa, ma ha bisogno di andare in bagno, dice. Esce velocemente dalla sala ed inciampa. In sala la gente commenta a voce bassa, scuote la testa, ci sono molti occhi lucidi. Dopo cinque minuti non è ancora rientrato. Il Guru chiama due infermieri e sussurra loro qualcosa all’orecchio. I due energumeni escono. Dietro i vetri smerigliati della sala si vedono delle ombre che si muovono in modo concitato e gli inequivocabili rumori di una colluttazione. Si sente la voce di Andrea, anzi di Benty che urla “NO, LASCIATEMI, ERA SOLO L’ULTIMO POST, VOLEVO SCRIVERE L’ULTIMO PRIMA DI SMETTERE VOLEVO SALUTARE I MIEI LETTORI, GLIELO DEVO, LORO MI CAPISCONO, LORO SONO MIEI AMIC…”. Lo abbattono con una iniezione di sedativi e lo trascinano via dalla scrivania della segretaria mentre ancora pronuncia frasi sconnesse. Si era già collegato a Splinder, sullo schermo compariva un cubo con il classico messaggio di errore. Stavano di nuovo lavorando per noi.