Prima sera all’ Homesleep weekend con l’onirica vista su Ancona che si gode dal belvedere di Posatora. All’inizio sembrava ci fossero solo famigliuole e coppie di anziani – che fino alle 20 circa dominavano indisturbati la scena, occupando militarmente tutti i tavolini e le sedie. Poi invece son venute fuori orde agguerrite di "giovani indie rockers on the move", provenienti da tutta Italia, mentre io ero ancora intento a stracciare i maroni del mio webdiggei di fiducia . I concerti cominciano tardino rispetto alla tabella di marcia, con i Midwest : ammetto , mi sono scivolati in sottofondo mentre parlavo con VinS di vita, musica, Grecia, Romagna e Santo Niente. Gente che di musica ne capisce mi ha in seguito confessato che non mi sono perso un granchè. Poi è stato finalmente il turno dei Giardini di Mirò. Era solo la seconda volta che li vedevo in concerto, la prima fu ad una edizione di Frequenze Disturbate di un paio d’anni fa, ed in quell’occasione dividevano il palco con gli Yuppie Flu. Quindi per la prima volta mi sarei trovato di fronte alla nuova formazione, arricchita dalla presenza di Alessandro Raina. Il concerto è stato molto coinvolgente; anche se si è trattato di un set breve; anche se credevo che il palco, troppo piccolo per la numerosa famiglia Giardini, a stento avrebbe contenuto l’esuberanza di Jukka e soci ; anche se c’era una cassa che scricchiolava . Dei Gdm in concerto era molto più quello che avevo letto in giro di quanto avessi visto in prima persona, quindi (checchè ne dicano in giro) mi sono lasciato volentieri cullare dalle loro atmosfere eleganti, eteree e in odor di psichedelia e mi sono fatto spettinare l’anima dai loro momenti più noise, con eguale e notevole trasporto. Su tutte , direi, Given Ground e Pet Life Saver. Bellissimo l’inserimento di un chitarrista emerso dalle prime file, che si occupa della chitarra di Jukka mentre questi va a dar man forte a Burro alla batteria. I soliti bene informati sapevano già tutto, anche che lo spettatore a sua volta suonasse in un gruppo emo. Del "nuovo" acquisto , Raina, mi ha molto ben impressionato la presenza sul palco (a me personalmente sarebbe bastato il fatto che indossasse una tshirt dei blonde redhead) . A mio avviso si è già amalgamato a meraviglia entrando in sintonia con l’attitudine dei Gdm, almeno sul palco, per quel poco che ne capisco. Riguardo alla sua voce credo che , per problemi tecnici o altro , sia risultata un po’ coperta dal resto della strumentazione e quindi sospendo momentaneamente un giudizio definitivo. Per quello che si è sentito , comunque, promosso a pieni voti. Immagino che dopo tale sentenza i GdM intraprendano il tour in Germania con maggiore serenità. Comunque, come diceva il buon VinS, si potrebbe azzardare una definizione di " piccolo Thom Yorke " per movenze ed intensità nell’interpretazione dei brani. Bello dunque il concerto come anche il post concerto, con colonna sonora suonata da Arturo Compagnoni che snocciola il meglio dell’indie rock (Strokes, Beck, Lemonheads e Violent Femmes credo di ricordare fra le varie altre) . Nel frattempo, come per magilla, una serie di indirizzi url e nick e prestigiose firme di magazine musicali si tramutavano in bella gente sotto i miei occhi increduli. Giusto il tempo di salutare VinS e i suoi simpatici compagni di viaggio incontro Paso, giornalista del mucchio, dopo anni che lo leggo e che ci parlo sul canale chat di loser. Poi rivedo con grande piacere Bea che mi sfodera un raccapricciante repertorio di parolacce greche, così , per farmi sentire a casa. Poi mi si materializzano in tutto il loro bloggoso splendore Inkiostro e Storie, con cui si parla di blog, musica e varie altre cose. Credo poi di essermi un po’ fatto prendere la mano dalla logorrea e di averli ammorbati per ore con le mie insostenibili storie di sofferenze elleniche. Giulia ha perso tutto il (poco) rispetto che avrebbe potuto avere per me a metà della frase "Forse vado a vedere il concerto della Bandabard…" e per la disperazione si è scolata una redbull di un fiato. Chissà se il mio lapsus sul titolo del libro di Nick Hornby basterà a farmi riabilitare dentro la comunità dei bloggers. Ho scoperto come si fa a farsi linkare da tutti : basta mandare (a chiunque abbia un blog) una email implorante come fa certa gente . Ho potuto ascoltare parole ancora fresche do chero do meu querido Portugal, e sapere perchè Inkiostro si chiama Inkiostro e perchè Storie si chiama Storie (ma a breve cambierà ragione sociale- blogscoop -). Io però l’attestato "Inkiostro è stato a Cabo da Roca" me lo sarei comprato : quando fra tre anni verrà invitato nelle più importanti giurie di concorsi di bellezza, un documento del genere avrebbe acquistato per le fans adoranti un valore inestimabile. Poco ho avuto modo di parlare con Distilleria, perchè in quel momento ero troppo preso a parlare io invece che ad ascoltare, chiedo venia, magari recupero stasera. Concludo il resoconto con una tripla constatazione
- la comunità di bloggers marchigiana è folta e vivace, e all’interno c’è la potente lobby Urbinate detti bloggers di Montefeltro, determinata a fare ingoiare i tesserini ai vari giornalisti che osano dubitare della superiorità dei bloggers ("scardineremo il sistema da dentro", ho sentito minacciosamente dire). La lucha sigue.
- se non me la smetto di lamentarmi della Grecia, i vari bloggers (e non solo) inoltreranno una petizione a splinder per revocarmi il blog e impedirmi , se possibile, l’accesso ad Internet
- (solo per i maschietti) . Ammazza che carine le bloggers … !!! (Di Stefano gongola pure: puntini, punti esclamativi e temi "futili" da svagato adolescenziale)
La serata di ieri l’ho conclusa in maniera assurda , come mia sana abitudine : fino alle 4 di mattina ad ascoltare storie di ordinaria resistenza e favolosi estratti dal cantamaggio da parte di un sessantottino alticcio, corroborato da birre e altre formidabili sostanze, non ancora legali. Stasera si raddoppia con gli Yuppie Flu. Godo.