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Ancora me stai ai Pixies? 18-06-2009 Pixies in Athens (Greece)

June 22nd, 2009 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Le domande da porsi sarebbero: siamo forse vecchiazze che ancora corrono adoranti dietro ai dinosauri della scena indie americana degli anni 80/90? Siamo mica degli sfigati che abboccano a ogni reunion per quanto posticcia, per quanto bolsa e dichiaratamente avvenuta per denaro? Siamo forse dei patetici quasi quarantenni che si sentono miracolati a poter assistere a tour di quasi cinquantenni che propongono solo vecchi pezzi di vent’anni fa, roba da cover band? Siamo forse noi questo e ne siamo anche parecchio orgogliosi?

La risposta e’ si, perlamadonnaccia!

Tipo: mercoledi’ c’erano i Pains of Being Pure at Heart ad Atene, sabato i 2 many deejays a Salonicco. Nessuno dei due gruppi avevo mai visto dal vivo, e avevo parecchia voglia di vedere entrambi a dire la verita’. Ma la voglia, la curiosita’, il capriccio, l’inedito si inchinano davanti all’amore, davanti a uno dei 5 gruppi americani che hai piu’ amato in vita tua, davanti all’emozione di trovarsi di nuovo sotto al palco calcato dal quartetto di Boston. E – molto meno romanticamente – anche davanti al budget come sempre limitato. Dunque – ovviamente – i Pixies.

Arriviamo all’Ejekt festival verso le 8, con un tramonto meraviglia, proprio mentre gli ignorabilissimi Starsailors stanno finendo con una cover di Kate Perry. Prima di loro, ci viene raccontato dell’inutile concerto degli White Lies davanti a trenta persone (e per la prima volta ho visto dei veri fan emo, tutti pittati, mi pareva di stare allo zoo e li ho pure indicati col dito e mi hanno detto che -no- non si fa, e non gli dare le noccioline, ma erano tanto buffi). Poi ci sono stati gli Editors, che hanno dei buoni pezzi, sarebbero potuti forse diventare gli U2 se non fossero arrivati prima i Coldplay, il cantante ci ha davvero una bella voce, ma se ne fa a meno abbastanza a cuor leggero.

Poi arrivano i nostri supereroi. Frank Black e Kim Deal in completo nero, che non li fanno pero’ sembrare affatto piu’ magri, Joey Santiago ha il solito cappellino da baseball per coprire la pelata e David Lovering ci ha ormai tutti i capelli bianchi. Appena saliti sul palco un po’ confabulano, un po’ si godono il pubblico (fra cui ancora riuscivo a sentirmi un giovanotto – per darvi una idea anagrafica), poi parte la prima schitarrata di U-Mass che manda immediatamente a puttane (non governative) il mio aplomb di navigato frequentatore di concerti e -maledizione, ci sono ricaduto –  comincio a saltellare, cantare e urlare in estasi fino alla fine del concerto come un adolescente scemo. Anzi, mi viene fatto notare, saltello perlopiu ‘ insieme a un adolescente molesto, scemo e pure grassoccio.

I Pixies sono meravigliosamente in forma, compatti, tonici, non perdono tempo in chiacchiere fra un brano e l’a’ltro (giusto un po’ Kim, che parla dei due giorni passati in giro per l’Acropoli e non smette di sorridere), tengono un ritmo serratissimo, Frank urla in quel microfono come se fossimo ancora nel 1986, con soli 40 chili di piu’, aggrediscono il pubblico con brani presi per lo piu’ da Come on Pilgrim, Surfer Rosa e Doolittle. Male non puo’ andare: ci hanno un repertorio che dove peschi peschi bene. Si muovono forse poco sul palco, ma non mi dispiace, non me ne frega un cazzo che si mettano a fare delle mossettine da giovanotti, non ne hanno davvero bisogno. Quello che esce da quelle chitarre onuste di gloria basta e avanza a infoiare la folla, – me compreso –  roba che nemmeno tonnellate di viagra presidenziale. Ci si distrae solo un po’ a meta’ concerto quando qualcuno decide di accendere un fuoco, si teme che arrivino gli anarchici cattivi, come due anni fa con i Beastie Boys che misero a ferro e fuoco la location e interruppero il festival. Invece tutto rientra immediatamente. Speravo di ascoltare Winterlong, che avevano eseguito nelle prime due date del tour (ma c’era Neil Young come headliner da omaggiare) e invece non me l’hanno fatta. Per il resto, non esistendo materiale nuovo, tutti i grandi pezzi ci sono, e credo siano degni di menzione una devastante Debaser, una osannata Hey, una Where is my mind ipnotica e un finale in crescendo con Gigantic. E proprio gigantesco era il sentimento che riempiva il petto con cui sono uscito dal concerto. A big big love.

Scaletta

U-Mass

Wave of Mutilation

Caribou

Broken Face

Something Against You

Monkey’s gone to heaven

Bone Machine

I Bleed

Here comes your man

Velouria

Digging for fire

Nimrod’s son

The Holiday song

Ed is dead

Vamos

River Euphrate

Allison

Into the White

Debaser

Tame

Hey

Gouge Away

Where is my mind

Gigantic

Revolution starts at home

June 12th, 2009 | By benty in Senza categoria | 5 Comments »

Mi rivolgo a voi, Carfagne, Gasparre, Calderole, Vespe e via vomitando. E’ l’appello di un giovane marito, assai preoccupato per le sorti del suo matrimonio.

Cosa avete fatto a mia moglie? Cosa le avete fatto, per l’amor del cielo? COSA LE AVETE FATTO ?!

Dov’e’ quella donna dolce, prodiana dentro, a tratti fassiniana, cresciuta a pane e Espresso, attenta e pacata commentatrice dell’attualita’ italiana, della sua politica, sempre capace di una battuta beffarda, di chiudere ogni discussione con una risata, seppure amara? Che fine ha fatto?

Avrei dovuto forse accorgermi – oh giullari di corte, oh melma che infesta l’etere e il parlamento- che dava segni di cambiamento, direte voi. Cenni di squilibrio sempre piu’ frequenti e indignati davanti alle vostre continue malefatte politiche – oh bugiardi prezzolati, oh razzisti maligni, oh casta putrida e sfacciata. Avrei dovuto interpretare meglio i suoi "Ma hai letto? Hai visto quello che ha fatto?! " sempre piu’ spesso e sempre a volume impercettbilmente piu’ alto "Ma che davvero hanno fatto passare quella legge!?" "Ma sono scemi?" , come ho potuto lasciarmi scivolare addosso quei "Ma veramente hanno fatto ministro a QUELLA!? Ma che scherziamo?". Era in atto una metamorfosi, ma ora che e’ giunta al suo completamento e’ ormai tardi e indietro non si torna – oh maledetti lecchini, oh servi ciechi del potere, oh scarafaggi in grisaglia.

Forse si, forse non sono stato attento, ho peccato di leggerezza. L’ho lasciata troppo tempo da sola a esporsi eccessivamente agli effetti nefasti di youtube, blog, tumblr e quotidiani online. Dove passano informazioni, piccole e grandi tutti i giorni, che fanno travasare la bile a litri, opera vostra – oh briatori ministeriali, oh dignita’ da smacchiare, oh schiuma immonda del ciarpame politico-mediatico. 

Che rapporto ha quella donna che amavo dolcemente con quella invasata fanatica politica, che oggi vive con me? Colei che in mattinata ha esordito dicendo che Gheddafi aveva ragione e andrebbero capite meglio le ragioni del terrorismo, nel senso che lei una pallottola su una gamba a Borghezio gliela pianterebbe volentieri.

Chi e’ questa pasionaria che commentando l’intervento della Brambilla a Ballaro’, batteva i pugni sul cruscotto sbavava, urlava che la Serracchiani avrebbe dovuto percuoterla in testa con un bastone a quella serva demente, e poi basta a fare quelli di sinistra comprensivi e che ascoltano composti. Basta cazzo !

Da dove arriva questa sconosciuta esagitata che giace nel mio letto, che oggidi’ e’ uscita dall’auto sentenziando solennemente, "Ormai qui non c’e’ alternativa, occorre impugnare le armi !" ?

Io non so – oh odiosi governanti, schiavi spudorati, sicari della democrazia, pompinare di regime  – non so piu’ chi sia costei, questa violenta fomentatrice d’odio politico, questa iraconda potenziale assassina, questa brigatista kamikaze che mi ritrovo al mio fianco al posto di mia moglie.

Pero’ mi fa abbastanza sangue, quindi ci tenevo a ringraziarvi.

Ecco chi vincera’ le elezioni e perche’

June 5th, 2009 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Praticamente il teorema Gasparri con soli trent’anni di anticipo  e in lingua italiana (trad in gasparrese: amo vinto pecche’ infatti aggente havvotato annoi e infatti significa che mmo famo er cazzo che cce pare annoi  e voi zitti e rosicate astronzi comunisti demmerda pecche’ aggente e come annoi aho’ mica come avvoi infatti) . Profetico non basta, inquietante forse; chirurgico direi.

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6 anni e 25 minuti

June 3rd, 2009 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Mi sono stati concessi 25 minuti per dire quello che ho da dire. Come sempre in queste occasioni non ho assolutamente un cazzo da dire. Ma sono occasioni a cui tengo. Solo io, e non si sa esattamente perchè.

Non metto dischi da un mese e mezzo : l’esperienza al Sarai si è conclusa presto, come sempre "musica assolutamente inadatta al locale" la causa dell’interruzione del rapporto di lavoro. Poi ho messo i dischi in Italia, senza clamore.
Non compro dischi da un mese e mezzo: doppio acquisto al concerto degli Zen Circus, ho preso Villa Inferno e Dr. Seduction, now in heavy rotation. Sempre stato fuori tempo massimo.
Non fumo da quasi 5 mesi : ivi non incluso il narghilè a Istanbul.
Non gioco a calcio da oltre un anno: ma resto sempre una spanna sopra il 70% dei blogger che conosco.
Non mi interesso seriamente di calcio da molti anni.
Non vado a un concerto da quattro giorni: università Aristotele di Salonicco, gruppo cretese nemmeno malvagissimo, gli Hainides.
Non vado a un concerto serio da un mese e mezzo: Zen Circus, al Thermos di Ancona
Non scarico musica illegalmente da un’ora.
Non bevo birra da 10 minuti.
Non vado in Italia da quasi un mese e mezzo.
Non voto Berlusconi da prima di nascere.
Non credo di votare mai più per il PD. Fatto una volta nella vita, pentitomene amaramente, grazie tante, alla prossima. Se Franceschini candida Gino Flaminio potrei ripensarci.
Non bestemmio da circa 5 minuti.
Non indosso scarpe da donna per allargarle da ben tre minuti.
Non aggiorno il mio status su Facebook da settimane e nessuno sembra risentirne, tantomeno io.
Non ho smesso di scrivere su splinder per 6 anni esatti esatti, nonostante gli esiti discutibili. Quando vi siete rotti fate un fischio voi, sennò mi sa che io quasi quasi continuerei ancora per un  po’.