All Posts from May, 2005

Steve Wynn a Salonicco. Insomma.

May 31st, 2005 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Cominciamo male, perchè in macchina imbarchiamo il temutissimo Iannis. Un quarantenne fissato col passato, pozzo di conoscenze archeo-musicali, dj eclettico che nel suo bar si permette di suonare da Zappa a canti tradizionali della mafia, e te lo fa pesare. Parecchio tendente al "si stava meglio quando si stava peggio" o al "ai miei tempi era tutta un’altra cosa", e soprattutto vige il tacito veto a esprimere apprezzamento per produzioni o gruppi degli ultimi 20 anni. Praticamente un incubo, come vedere la propria patetica immagine futura proiettata allo specchio. Quindi tutto il pur breve tragitto di andata ci dobbiamo sorbire le sue reminescenze dei suoi precedenti 14 concerti fra Dream Syndicate e Steve Wynn. Ve l’ho detto, comincia male.

Non continua meglio, perchè l’altro sodale, l’amico Tolis, ha deciso che, nonostante il caldo, nonostante il concerto si terrà al chiuso, nonostante l’indomani sarebbe andato a lavorare la mattina presto, c’era assolutamente bisogno di imboscare una di quelle bottigliette da alcolisti di cognac. Indovinate il sorteggiato a imbucarla con la sua merda di borsello spillettato? Alla biglietteria testa bassa, sventolo il biglietto, lo staccano, entro. Poi sento una mano sulla spalla. Ecco ci siamo, beccato di nuovo. E io che manco lo volevo bere, porcatroia. Per fortuna invece era solo Nikos, il bigliettaio, vecchio amico e giovane esponente politico che mi ha riconosciuto. Nikos è uno che sta organizzando la rivoluzione coi social forum locali. Il sollievo per non essere stato sgamato mi fa sciogliere in baci e abbracci che in altre occasioni mi sarei risparmiato. Come sempre mi accomiato col rituale "Oh, quando comincia la rivoluzione fammi uno squillo, mi raccomando eh?".

Dentro il Mylos l’età media è alta in maniera inquietante. Prevalgono i look "pelata-così-do-un-tono-trendy-all’incipente-calvizie" e il "capello-lungo-da-rocker-fuori-tempo-massimo-con la maglietta-dei-Ramones". La seconda categoria potrebbe essere presente anche in virtù del gruppo di spalla, che suona un pedissequo garage-punk. O almeno quello si capisce fuori dal locale, che noi entriamo solo quando lo strazio ha termine. Fortunatamente la gente non è molta, altrimenti saremmo morti per asfissìa, che il sistema di aerazione del locale sussiste in due eliche che dovrebbero fare vento. Un po’ pochino.

Steve Wynn and the Miracle 3 entrano in scena verso le 23.30 e diffondono subito tanta giovialità dal palco. I Miracles sono tre giovani. Uno, il bassista, con un imbarazzante caschetto biondo alla Brian Jones, ( o se preferite alla Caterina Caselli) ma con una faccia da nerd. L’unica cosa peggiore del caschetto credo fosse la canottiera a V sfoggiata con noncuranza sotto la camicia aperta. Uno, il virtuoso chitarrista, con un caspo di capelli ricci imbizzarrito. La batterista è l’unica normale, brava e pure carina a dirla tutta.

Spiace doversi stare a giustificare ogniqualvolta si parla di musica, ma di nuovo emergono le mie imbarazzanti lacune (dice, ma allora perchè insisti a scriverne? rispondo:bella domanda). Io i Dream Syndicate non li ho mai ascoltati, scoraggiato da un paio di pezzi che non avevo trovato particolarmente interessanti. Non ne sapevo granchè di Paisley underground, nè di neo-psichedelia. Quel folk elettrificato e accelerato che mi ha sempre abbastanza annoiato, seppure interpretato da mammasantissima tipo Young o Dylan. Occorrerebbe contestualizzare, ma non me la sento, mi limito ai miei giudizi superficiali, e quelli toccano pure a voi. L’inizio del concerto, con brani estratti dalle ultime fatiche di Mr. Wynn, mi conferma le impressioni dei miei svogliati ascolti casalinghi. Rock sporcato di umori southern, scarso di personalità e per nulla originale, canzoni basate su riff banalotti e di lunghezza estenuante. E che già siamo alla rivalutazione dei Black Crowes? Se devo impolverarmi nelle routes ammeregane del sud preferisco farmi accompagnare da Mark Lanegan, che almeno ci ha una voce che ti fa tremare le palle. Purtroppo essere circondati da fan terminali di Wynn, significa dover fingere esaltazione a prescindere dalla propia noia. Tolis mi fa "Senti questa, è Anphetamine". Sorrido, annuisco, per me poteva pure chiamarsi Valeriana. Particolarmente fastidiosi gli atteggiamenti da guitar hero del giovanotto riccio, che si esibisce in una serie di pose da campionato di air guitar, a volte si thurstonmooreizza accasciandosi lascivo sulle casse, e non indugia a infilare in ogni pezzo almeno un paio di interminabili assoli. Si vabbè, sei tecnicamente bravo, l’abbiamo capito, però dacci un taglio, Cristo. Sarà che il tipo di rock proposto dal quartetto non è proprio my cup of tortellini pasticciati, boh. Quando alzano i ritmi, fino a lambire il garage-punk, il concerto si fa più divertente, si ballicchia, sul palco hanno tutta l’aria di divertirsi da matti e infatti stentano ad abbandonare la scena. Tornano per un paio di encore, e lasciano la scelta degli ultimi brani al pubblico, oramai in visibilio. Terminano con una versione di Boston incendiaria, a cui l’audience risponde con ovazioni. Fra quelle che ricordo hanno fatto Burn, Something to remember me by, Southern california line, Smash myself to bits, When you smile, Death Valley rain (credo in apertura), There will come a day . Ottimo Wynn da solo, con la chitarra, a proporci un brano lento a me tutt’ora ignoto.

Quando facciamo per andarcene la platea rumoreggia ancora esaltata, chiede a gran voce i Ramones che vengono subito dispensati a piene mani dal dj locale. Cerchiamo Iannis, e lo troviamo a centropista: è stravolto, a torso nudo, ventre prominente e sudaticcio, capelli brizzolati fuori controllo, occhi spiritati, tattoos in bella mostra, se ne sta lì a pogare coi suoi simili/coetanei, brandendo una birra, braccia in alto e andare, tutti in coro, come a diciott’anni, quella volta ad Atene, ti ricordi? "Ehi ho, Let’s go". Una scena paurosa e straziante. Facciamo che stavolta si prende un taxi per tornarsene a casa.

Qui un po’ di mp3 di un live di Steve Wynn

Fine stagione

May 29th, 2005 | By benty in Senza categoria | 10 Comments »

Sono giorni faticosi, vissuti sul crine della dissolutezza. Ho visto più albe nelle ultime settimane che in trentadue anni, credo. Ho visto tre volte Johnny Stecchino, perchè le lezioni volgono al termine e non è che puoi infierire ancora con la grammatica sulle salme degli studenti, già stracotti per cavoli loro. Allora si mette su il film, spacciandolo per attività didattica di "listening". Sto imparando i trucchi sporchi del mestiere. Un mestiere che sta diventando ormai il mio, quello che ho svolto per ben due anni, questa sì una durata record, altro che governo Berlusconi. Cioè inizio a sentirmi davvero un insegnante, a volte. La maggior parte delle occasioni in cui il pensiero mi sfiora la mente vengo ancora colto dalle convulsioni per le matte risate. Dopo otto mesi di lezioni il rapporto con i ragazzi è solido a tal punto che quasi senti che ti mancheranno, quelle bestiole ignoranti. L’altra sera mi hanno portato a cena fuori, e come sempre è finita con le ragazze ubriache che urlavano porcate in italiano, roba da far impallidire Rocco Siffredi. D’altronde l’ultimissima lezione, Benigni a parte, vedeva una prima ora di approfondimento lessicale sul variegato mondo delle parolacce e delle bestemmie nella nostra lingua. In tutta la durata del corso non li ho mai visti così attenti a prendere appunti o volgiosi di imparare, i maledetti. Promettere una lezione specifica su tali argomenti era l’unica arma a mia disposizione per farli venire a scuola fino all’ultima lezione. Anche quest’anno hanno giurato che l’anno prossimo imporranno con sicumera la loro volontà in segreteria, ed esigeranno di fare lezione con me, e solo con me, altrimenti niente, si cambia scuola. Lo dicono tutti e sempre, e soprattutto dopo una cena innaffiata generosamente con del pessimo vino rosso. Martedì le lezioni finiscono, sarebbe tempo di bilanci e io mi ritengo soddisfatto. Sono riuscito a sfangare un nuovo anno fingendo di lavorare, atteggiandomi a fonte di cultura italiana – per fortuna che non ci casca nessuno – , pavoneggiandomi con delle giovani donne, dispensando italianissima simpatia a destra e a manca. Alla fine dell’anno li vedi che due parole in croce riescono a mettercele, e un po’ ti fa sentire bene. Anzi parecchio.

My number one

May 22nd, 2005 | By benty in Senza categoria | 11 Comments »

E dopo il trionfo all’europeo di calcio, dopo l’impeccabile organizzazione delle Olimpiadi, la Grecia si conferma ancora una volta "nazione pigliatutto", imponendosi per la prima volta anche all‘Eurovision , prestigiosa competizione canora internazionale di cui già parlammo e che l’Italia altezzosamente da anni snobba. Per darvi un’idea di quanto sia sentita da queste parti la manifestazione, vi basti sapere che la finale dell’anno scorso fu seguita in tv dal 90% dei telespettatori, ottenendo uno share maggiore di quello registrato per la finale del campionato europeo di calcio. Ieri ovviamente l’auditel greco ha sballato, facendo registrare il record assoluto d’ascolti di tutti i tempi, culminato al momento della premiazione che ha visto punte del 94,2% di greci incollati al video. La protagonista di tale irresistibile vittoria è stata Elena Paparizou, già in odore di beatificazione, che ha dominato il contest grazie alla sua splendida canzone "My number One", vergata dagli ispirati Dantis e Germanou, di cui riportiamo sotto uno stralcio del toccante ritornello.

Say you love me and you’ll have me
In your arms forever and I won’t forget it
Say you miss me, come and kiss me
Take me up to heaven and you won’t regret it

You are the one
You’re my number one
The only treasure I’ll ever have
You are the one
You’re my number one
Anything for you ’cause you’re the one I love

La serata finale si è tenuta a Kiev in Ucraina, in un’atmosfera non serenissima. Il premio è stato consegnato direttamente dalle mani del presidente ucraino Yushchenko. No, dico sul serio, proprio quello sospettato di brogli alle ultime elezioni, sostenuto apertamente anche dalla seducente pasionaria Ruslana, fino a ieri sera detentrice del titolo Euovision.

Qui potrete trovare i resoconti del cammino verso la conquista della vetta delle musica europea. La bella Paparizou è partita da vere e proprie elezioni primarie qui in Grecia, che ha stravinto con il 66% dei voti. Le voci la davano favorita dai boomakers , proprio com’era successo l’anno scorso quando a rappresentare i greci fu Sakis Rouvas con la sua indimenticabile e sfortunata "Shake it". Che poi fu impietosamente messo in croce dall’opinione pubblica, con dibattiti e polemiche che si protrassero per settimane. La brava Paparizou invece ha concluso il suo percorso la notte scorsa con una strepitosa performance , impreziosita da balletto con accenni tradizionali, giustamente premiata dal popolo europeo. Un vero e proprio plebiscito transazionale sancito con uno tsunami di sms, il temuto voto popolare – altro che giurie mafiose e comitati sanremesi. Una vittoria decisa dai cellulari per una canzone destinata a diventare la suoneria di maggiore successo dell’estate, mica si scherza. La qualità superiore di "My number one" è apparsa subito evidente, nonostante fossero in gara mostri sacri della musica leggera europea fra cui Malta, la Romania e la Lettonia e malgrado il sabotaggio messo in atto da alcuni paesi. Elena figli di emigranti, già protagonista della scena musicale greca con la hit  "Chiamate senza risposta", se li è lasciati tutti alle spalle, staccandosi in vetta con un abisso di punti di differenza. I risultati delle votazioni sono stati comunicati nel finale al cardiopalmo della trasmissione televisiva, paese per paese: ad ogni collegamento un’ovazione che saliva dai salotti e dai bar di tutta l’Ellade, a sottolineare la messe di voti raccolti. La nazione si è stretta come un sol uomo attorno al suo usignolo, pronta a sospingerla laddove ne Sakis, nè Rakintzis  avevano osato arrivare. Come all’indomani della vittoria di calcio ( e i paragoni si sono davvero sprecati) dopo la vittoria è scattato anche il delirio dei festeggiamenti in centro fino alla mattina in tutta la Grecia, con le intramontabili bandiere bianche e azzurre, i caroselli di auto e un’allegria dilagante. Gli attestati di stima, giunti anche dai maggiori esponenti della politica e della chiesa, hanno mantenuto sempre una misura e un contegno, tipiche di questo popolo. Gente non abituata a salire sul carro del vincitore che si è espressa in questi termini "La Grecia ritorna a scrivere la storia" , o come ha sostenuto il ministro della cultura "Quando i greci lavorano uniti non esistono obiettivi che non possiamo raggiungere, per quanto alti essi siano". Oppure il ministro del turismo "Questo è il nostro posto in Europa e nel mondo : number one". Non devo certo starvi a sottolineare l’arguto calembour. Elena, che ieri festeggiava anche il suo onomastico, è una donna integra, che non ha certo voluto ingraziarsi i media. In conferenza stampa si è lasciata tradire dall’emozione, parlando della famiglia lontana che le mancava tanto, che le ha mandato il ciuccio del nipotino e le foto della nonna morta da tre anni, che sicuramente l’assisteva da lassù. Inoltre non ha tralasciatodi dedicare la vittoria a tutti i greci emigrati nel mondo. Quelle che io chiamo opinioni forti di una intellettuale scomoda per l’establishment. Oggi, per tutto il giorno, le televisioni non hanno parlato d’altro, mostrando l’apoteosi della cantante-eroina, con ripetuti collegamenti dal suo paesino pieno di parenti in festa. E domani trasmetteranno in diretta le immagini del suo ritorno da vincitrice, con prevedibile bagno di folla. Non posso esprimere a parole tutta la gioia che mi pervade per il fatto che nelle prossime settimane in radio, in tv, nei bar, per strada, nelle scuole non si farà altro che parlare della vittoria, discutere del trionfo, ascoltare il capolavoro, canticchiare la melodia che ha stregato un continente intero. Una canzone ormai simbolo dello spirito di un popolo che si trova sul tetto d’Europa e che vi invito a godervi scaricandola da qui.

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Dannati bloggerz, me la pagherete (Staffetta)

May 20th, 2005 | By benty in Senza categoria | 9 Comments »

Temevo che la catena di S. Antonio avrebbe colpito anche a oriente dello stivale. Sono rimasto fottuto da un fuoco incrociato di inviti ricevuti da quei nullafacenti di Punch Drunk, Mammara e Suzuki Maruti. Peggio del grande fratello, mi hanno nominato in tre addirittura (update in 4 con empty ). In quasi due anni di blog ero riuscito a ridurre al minimo la partecipazione ai vari giochini, catene e test che circolano, soprattutto quelli a tema musicale (mai compilata nanche la classifica di fine anno). Mi ero limitato a un nastrone, credo per una sorta di complesso di inferiorità, che pare che i bloggers siano tutti nipotini di zio Lester (non Fester, Lester, cazzo!). Ma stavolta non posso tirarmi indietro, ecco dunque a voi le mie funamboliche top 5

1) Volume totale dei files musicali: 1,43 Gb

Poca roba che siamo in fase di smobilitazione. Mi sto vendendo il portatile per investire nel fiorente mercato del contrabbando di tzatziki avariato. Meglio dell’LSD. Ho passato  sabato scorso a svuotare l’hard disk, e continuo a ritrovarmi mp3 sparsi in giro, dentro i cassetti, sotto i tappeti. Spuntano dappertutto i maledetti. Fondamentalmente è musica italiana, anche datata, chè da mesi ho promesso  vari cd di mp3 ad amici e studenti, e poi invece mi scordo sempre.

2) L’ultimo cd che ho comprato

Giusto ieri, a euri seiequaranta Superunknown dei Soundgarden. Sto passando la fase dei sensi di colpa verso l’industria discografica (pensate un po’…). E’ in atto da tempo una interminabile sostituzione dei classici masterizzati con quelli originali a buon prezzo. Fino a esaurimento denari, che vedo sempre più prossimo. Il fatto è che se mi capita un’ora buca mi fiondo da Metropolis, dove c’è in effetti poca scelta nonostante sia una catena relativamente grande, solo che si trova un ben di Dio di musica "vecchia" a sei e quaranta, tipo tutta la discografia degli Smiths, Sonic Youth, R.E.M e Nick Cave, best of esclusi. Dice, ma come non ce li avevi originali? No, cazzo volete !?

3) Canzone che sta suonando ora

Saturday, Yo la Tengo. Come vedete tutta robetta fresca di uscita discografica, chè non mi faccio mancare niente. Mi sono appena alzato, dopo l’ennesima notte a sbevazzare, ho bisogno di sussurri gentili e volumi al minimo. Poi sono una mia fissa gli YLT, dai tempi di Lisbona, praticamente il mio ingresso ufficiale nel fantastico mondo della musica indiepop, che prima se non c’era una chitarra ben distorta alla Thurston Moore non era musica per me. Mi ero fatto pure mandare il posterino autografato da quelli del Mucchio, anche se non ero andato al concerto del tour di "And then nothing…". Triste eh?

4) Cinque canzoni che ascolto spesso ultimamente o che significano molto per me

Mi ripeto, come da post di qualche tempo fa, e completo così il mio personalissimo outing 

"Last Goodbye", Jeff Buckley

"De Fonseca", Offlaga Disco Pax

"Dopo che", Massimo Volume

 "Jens Lekman", You are the light (per metterne una che ascolto ultimamente e mi gusta parecchio)

"Love will tear us apart", Joy Division

Ecco, ormai l’avrete capito da vari indizi disseminati qua e là sul blog. Per chi fosse lento di comprendonio, non sapesse leggere tra le righe, non cogliesse i sibillini riferimenti musicali, lo dico a chiare lettere. Ebbene si, a quindici anni, per una fase breve ma intensa, sono stato un fan di Jovanotti. Adesso lasciatemi da solo, per favore, voglio piangere e non è un bello spettacolo.

5) Persone a cui passo il testimone

Enzop, così si sbriga a portarmi le sigarette

Enverino, così si sbriga a metter su un template

Rocco, così da vederlo anche nel suo lato più umano

Bop così mi tira fuori uno dei suoi post garagissimi che parlano di misconosciuti rockers tossicomani

Scum così si riprende dal trasoloco

All’inizio avevo pensato di girare la top 5 a ratzinger, Berlusconi e Osama Bin Laden. Ma sarebbe stato sin troppo facile. Nessuno dei cinque che ho nominato accetterà l’invito, sono degli snob del cazzo, e così il gioco finalmente morirà. E’ tutta una tecnica. E, per la cronaca, mi è pure saltato il Sonic Tour. Disdetta !

Tria Kronia (repusti!)

May 17th, 2005 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Piuttosto che affaticarmi a buttar giù un post per festeggiare il compimento del terzo anno qui in Grecia, vi rimando pigramente al file "Le Origini", che copre i miei inizi lavorativi da queste parti, nell’era subito pre-blog. Insomma, mi cito addosso. E no, in realtà non c’è un cazzo da festeggiare, o quasi.

Arrivai in Grecia poco dopo la mia laurea , accompagnato da mio fratello . Ricordo che era venerdì 17 maggio : la mia nuova avventura iniziava sotto ottimi auspici . (continua seguendo il link)

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E chi se lo sarebbe mai potuto aspettare? (2)

May 13th, 2005 | By benty in Senza categoria | 11 Comments »

E dire che ero sicuro che ci trovassimo lì perchè avevamo preso la strada sbagliata. Ma invece ecco svelata la inaccettabile verità, che immagino sconvolgerà i più fra voi.

Repubblica.it di oggi 13.05.2005  "Siamo a Nassirya per il petrolio"

Benty sulla strage di Nassyria 14.11.2003  "Chi ha voluto la guerra potrebbe andarlo a spiegare alle vedove e agli orfani dei militari esplosi ieri: sono morti per dei barili di petrolio, per degli interessi economici e non per degli ideali come la pace o la patria".

Miggy il 15.04.2004 fra i commenti a questo blog "anzichè provare a parlare di risolvere la guerra con la politica, con la diplomazia, facendo interessare dal punto di vista del peace keeping le nazioni unite o i caschi blu, cosa dice il nostro favoloso capo del governo? che i nostri valori non vengono intaccati…. forse si riferiva ai nostri valori potroliferi per cui, se andasse in porto l’ operazione pozzi nassirya, l’ eni diventerebbe uno dei maggiori gruppi petroliferi mondiali".

Nipote di Benty, 7 anni. Io credo che l’esercito, anche quello italiano, sia a Nassirya per proteggere degli interessi economici , e non invece la popolazione locale, come vorrebbero da più parte farci credere.

Lo so, quest’ultima affermazione da parte della matura analista politica, che solo caualmente risulta essermi parente, sembra inverosimile. Che dire allora di queste?

"Siamo in Iraq per debellare il terrorismo", ha detto Bush, hanno ribadito Blair e Berlusconi.

Frattini Siamo orgogliosi del coraggio dei civili e dei militari che hanno perso la vita. E quando si paga un prezzo di sangue per un fine nobile come riportare la pace e la democrazia e parlando del ruolo dell’Italia "Siamo lì per portare aiuti"

Silvio Berlusconi il governo ha rispettato alla lettera la volontà del Parlamento e ha affidato alle Forze Armate compiti umanitari volti a contribuire alla ricostruzione dell’Iraq

Chissà invece il misterioso motivo che ha portato gli USA in Iraq? Forse gli indomabili mastini dell’informazione di Repubblica ce lo sapranno dire, fra un paio d’anni.

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Barbara

May 11th, 2005 | By benty in Senza categoria | 14 Comments »

Barbara ha vent’anni e tutti la chiamano Rulla, con uno di quei nomignoli bruttissimi che si usano in Grecia. Non sapete le risate che si fanno i greci quando spiego che in italiano "sulla" è una preposizione articolata, e non un nome proprio di persona , come qui. Lei comunque li odia entrambi i suoi nomi. Visto che Iotis, il cameriere giovane e fichissimo del Cuervo, è partito per fare la stagione estiva in penisola, sulla seconda gamba di Halkidiki, adesso c’è lei a servire. L’avevo vista la prima volta alla festa di carnevale, e notarla non era stato difficile, visto che era vestita da odalisca, con un costumino delizioso che lasciava piuttosto poco all’immaginazione. Io mi ero vestito da italiano dj alcolizzato quella sera, mi ricordo. Barbara ha gli occhi verdi come i boschi di Skopelos, che è l’isola molto poco glamour da cui proviene, e i capelli rosso fuoco, come qualsiasi tintura che trovate nei supermercati. Si è trasferita a Salonicco per amore e per gli studi. Poi l’amore è finito e gli studi invece continuano, perchè pure lei si è innamorata di Salonicco. Suo papà è morto cinque anni fa, e la sua mamma tira a stento avanti la famiglia affittando delle camere nella breve stagione estiva. [pubblicità occulta] Andateci, perchè sono stanze doppie, di fronte al mare e costano ad agosto appena 25 euro al giorno. Possono diventare triple all’occorrenza. Poi se siete uno in più vi sistemano da zia Calliopi, che non ho capito se sia una minaccia o cosa [fine pubblicità occulta]. Per questo non navigano nell’oro, dico io. Lei per mantenersi la casa qui in città, dove vive da sola, lavora come cameriera quasi ogni giorno. Ha un sorriso formidabile, così bello che quasi non si fa caso alla sovrastruttura metallica che lo appesantisce. Una volta faceva la ballerina, e sapeva fare pure la spaccata mi ha detto. Ma poi l’unica insegnante dell’isola è rimasta incinta e ha dovuto smettere, e adesso non può ricominciare, anche se vorrebbe, perchè non ha i soldi. Da grande vorrebbe dare lezioni di inglese ai bambini. Inoltre vorrebbe farsi un tatuaggio tribale sulla schiena, molto in basso. E poi le piacerebbe vedere l’Italia e sta imparando anche l’italiano all’università. Ieri è entrato nel bar un cane randagio e lei  l’ha fatto abboffare di prosciutto cotto, di nascosto dalla padrona. Come cameriera forse non sarà lesta e sicura come Iotis, però ha un decolletè che le farebbe perdonare anche un paio di omicidi colposi e premeditati. L’estate scorsa a Skopelos ha conosciuto un veronese (non il celebre blogger) che l’ha sedotta, e che le ha insegnato nel suo inglese fantasioso che noi italiani non baciamo con la lingua, sorprendedola anzichenò. Quindi capite che adesso ho una missione patriottica da assolvere al più presto, per difendere il buon nome dell’Italia nel mondo, mica per altro.

The Fairy Tales Of Young Benty

May 9th, 2005 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Ieri ho visto per la quinta volta gli Yuppie Flu in concerto, stavolta nella zona industriale di Corridonia, presso il No Name Cafè. Molta più gente fuori dal bar che dentro a sentire gli inutili Mothra come support, e poi verso mezzanotte i pupilli di casa Homesleep. Locale abbastanza squallido, ma acustica ottima. Bravissimi come sempre dal vivo i miei compaesani, sempre più maturi, il nuovo album sembra ai primi ascolti bellissimo, caratterizzato da melodie facili da mandare a memoria (melodie beatlesiane, sfiorando a volte i Belle and Sebastian che suonano con gli strumenti degli Weezer), pop meno vicino alle cose oblique degli esordi, suono più catchy, brani più "radio friendly". Così mi hanno detto dei beninformati. Quindi speriamo nel botto commerciale, così potremo ricominciare a scannarci sul significato della parola indie, come da giovani. Nel frattempo sono riuscito a non riconoscere "I feel lucky" dall’attacco, che è fra le mie canzoni preferite di un album che ho consumato, caldeggiato, suonato, consigliato in quel di Salonicco.  A fine concerto ho provato a convincerli a venire in turnè in Grecia, mi sono fregato un poster, ho comprato una maglietta, due cd e pure due spillette. C’erano anche le mutande, ma non mi sono lasciato tentare. Domani riparto, che ho un sacco di cose da fare, fra cui cercarmi la quarta casa in tre anni, da arredare col poster di Toast masters.

Bloodshot (out of committment)

May 7th, 2005 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Si signora, lo so. Lo so che Lei è disgustata dal mio aspetto. Immagino bene cosa le suggeriscono quei jeans consumati e fetidi. Quella barba incolta. Quei capelli lunghi, spettinati, sulla cui pulizia ci sarebbe forse qualcosa da obiettare, quel patetico orecchino. E’ spaventata dai miei occhi spenti, dalle occhiaie. Lo leggo dal suo sguardo, che cosa le comunica la mia t-shirt stinta. E’ schifata dal mio pallore quasi malato. Le fa fare delle supposizioni sulla mia condotta di vita sregolata, e non ha torto probabilmente. Ma soprattutto vedo che la sua attenzione si sofferma sulle mie braccia, non è difficile interpretare il suo disappunto. Entrambe le braccia orrendamente bucate, offese da ematomi, senza dubbio causati da mani inabili a maneggiare siringhe. Pelle bucata da aghi, di fresco. Buchi evidenti, terribili, appena cicatrizzati.

Oh ma uno non può manco donare il sangue in pace in ‘sto cazzo di posto eh?

A proposito di eiaculazioni precoci 2: Offlaga Disco Pax – per caso – ad Ancona

May 6th, 2005 | By benty in Senza categoria | 9 Comments »

bisogna avere stile anche nei momenti peggiori

Voi non sapete tante cose che mi sono successe negli ultimi mesi, roba che dal blog non passa per ovvi motivi. L’autoreferenzialità ha un limite. Non potete sapere che la mia colonna sonora da due mesi a questa parte, gli ascolti più frequenti e descrittivi del mio stato d’animo sono stati "Last Goobye" del buon Jeff Buckley, "Dopo che", dei rimpianti Massimo Volume e "De Fonseca" degli entusiasmanti Offlaga Disco Pax. A buon ascoltator, pochi testi e zero parole.

Mi soffermerei sugli Offlaga Disco Pax, da qui ODP. Perchè li amo, nonostante l’hype nostrano che, per vari motivi, li circonda. Che è tutto meritato e spero cresca ancora e che diventino ricchi, famosi e che delle groupies fichissime e comuniste se li spolpino vivi, che siano adorati da folle oceaniche, che i bambini a scuola imparino a memoria e canticchino Kappler. Anche se purtroppo dubito, visto che qui vanno molto più i bambini che "fanno oh". Gli Offlaga li conobbi grazie a una delle solite portentose compile di Enver, che conteneva Robespierre, the anthem. Me la diede dopo l’Independent days a Bologna nel settembre del 2004. Sulla via del ritorno iniziai ad ascoltarli e li mandai in loop quasi fino a casa. Ovviamente arrivavo come sempre in ritardo, che l’avanguardistico mondo dei blog aveva già abbondantemente sezionato e analizzato il fenomeno Offlaga. Ma ero felice lo stesso, perchè mi ero di nuovo innamorato, grazie a un solo brano, e non mi succedeva da un po’, specialmente con una band italiana. Gli ODP li amo per motivi opposti a quelli che mi portano ad adorare i Blonde Redhead. Gli ODP sono uomini normali, imperfetti, citazionisti, retrò, vestono magliette prese ai concerti (Autechre, Kraftwerk), si richiamano a un mondo e a un immaginario che mi appartengono, anche se solo in parte. Più come generazione – trentenni loro, come me- che per ragioni di vicinanza regionale. Le loro storie da collettivo sensibilista sono avvincenti, amaramente divertenti, o rassegnate e strazianti – come nel caso di De Fonseca. Il loro suono, come si è già detto ovunque, spazia da certa elettronica povera a chitarre gonfie di feedback mybloodyvalentiniani, ma passa soprattutto dal recitato – che nonostante le differenze non può non ricordare gli immensi Massimo Volume; un sound che non rinnega i debiti più o meno evidenti con certi eighties (di quelli buoni) , fino a quotare apertamente i cccp e le loro atmosfere. La differenza, dai MV e da cccp, che me li rende ancora più vicini, è quella impossibilità di prendersi completamente sul serio. Sarà per le storie intimiste eppure universali scritte da Max Collini, sarà per il suo accento emiliano così umano, che stempera le strutture anche cupe create da Daniele alla chitarra e da Enrico al casiotone. Sarà che a Max manca il phisique du role per fare la rockstar. Sarà quel che sarà, io del loro Socialismo Tascabile non faccio a meno da mesi ormai. Me lo ha inviato Angela/Luisiana fino in Grecia e le sarò grato ancora a lungo. E per chi avanzasse ancora delle riserve sull’operato del tutto indipendente del sottoscritto come giramanopole , sappiate che da mesi Robespierre fa parte della playlist del Cuervo, in Grecia. Ecco.

Stasera me ne andavo per Ancona con uno dei miei migliori amici, uno di quelli che mi hanno forgiato musicalmente e non solo. Adesso lui ha un po’ mollato, e allora gli stavo parlando di questi ODP che lui non conosceva, e io gli dicevo cercali che a te piacciono sicuro. Lo so, perchè la maggior parte dei concerti dei Massimo Volume li abbiamo visti insieme, e nel 1995 (o giù di lì) per compleanno gli regalai Lungo i Bordi, e anche perchè fu lui ad avvicinarmi ai cccp, a suon di vinili. Ci avviciniamo al Thermos, benemerito locale anconetano (dove per cinque euro, anni fa, mi sono visto dai Sodastream a Crisitina Donà)  e avverto chiaramente da fuori del locale la coda finale di Tono Metallico Standard. Gli dico "Entriamo, che questo è il gruppo di cui parlavo prima, facciamo a tempo ad ascoltarli" convinto che si trattasse solo di un cd che stava suonando il dj. E invece, sorpresa, c’erano loro tre, gli Offlaghi sul palco, nel loro splendore, davanti a cui tutto il resto è desistenza. Il concerto è filato via veloce: acustica purtroppo mediocre e solo sei pezzi (fra cui anche Enver, Piccola Pietroburgo, e ovviamente Robespierre, niente Cinammon,sigh). Ma vorrei farvi schiumare invidia, perchè se è tutta la vita che non arrivo a prendere bacchette lanciate da batteristi anemici o plettri buttati da chitarristi affetti da tisi, ieri mi sono aggiudicato al volo un Tatranky scaraventato con vigore popolare verso la folla da Max Collini. Quello stesso Max Collini che ha definitivamente appagato la mia morbosa curiosità musical-feticista mostrandomi, in forma del tutto privata, la De Fonseca, quella vera. E’ stato come se Battisti m’avesse mostrato una bionda treccia tagliata. Non ho resistito e l’ho messo in imbarazzo davanti a tutti, ne sono consapevole. Voi ci avrete la foto col cellulare della salma del papa. Io della ciabatta bianca e azzurra della ex di Max, ricordo  e simbolo dell’amore sconfitto. E me ne vanto.