“Argò the ROCK boat” nights
June 12th, 2010 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »C'era un tempo, e anche quello era tempo di mondiali di calcio, in cui il vostro sempre meno presente benty, alla stregua del suo beneamato presidente del consiglio intratteneva i passeggeri delle navi con la sua musica e la sua verve. La differenza, oltre a quei venti centimetri d'altezza senza tacchi e alla mia chioma folta e naturale, era l'assurda pretesa di passare musica pop, rock e similare di qualità abbastanza decente. La nave all'epoca era l'Arabella. Che però non era l'unica. Assieme all'Arabella c'era e c'è ancora attraccata al lungomare Alessandro Magno la nave reggae, la Cliò. E poi di nave-bar ce n'è ancora un'altra rispetto alla quale quattro anni fa mi esprimevo in questi lusinghieri termini
C'e' un classic rock bar, che non mi ricordo come si chiama, relativamente nuovo, dove la scelta musicale va dai Bon Jovi ai Guns'n'Roses, Dio ce ne scampi.
Ecco, questa meraviglia di locale è l'Argò, dove sono stato assunto come dj.
La prima domanda sarebbe perchè mai? La risposta è semplice: no money no honey.
La seconda sarebbe che musica metti? La risposta va articolata e argomentata. Su questa nave hanno le idee molto chiare sulla musica da suonare. Si tratta di rock, perché si pubblicizzano come nave-bar rock, e sono dei tipi indubbiamente molto rock. Credo nell'accezione celentaniana del termine. Ma il concetto di Rock (il rock è morto/viva il rock) è piuttosto ampio e sfuggente. In Grecia significa classic hard adult oriented radiofriendly top 100 rock. Ci avete presente Virgin Rock Radio? Ecco, sarebbero plausibili sull'Argò solo i pezzi che riconosce vostro cugino fuoricorso in ingegneria che viene da Comunanza (AP). Il capo, Ilias, mi disse prima del provino "Qui si mette musica commerciale (ma come – penso – non era rock?) Roba da "Paralìa" (spiaggia, ma anche lungomare , in genere sinonimo di musica straconosciuta pop, hit radiofoniche, per me sinonimo di merda), non pensare di venire qui e mettere roba strana come hanno fatto certi eh?! "
"Ma no, figurati, solo roba conosciutissima, certo, ho capito" ho detto deglutendo e sudando freddo, e pensando a dove avrei nascosto i cd di Belle and Sebastian e degli Arcade Fire. Per il provino dunque mi butto vilmente sullo stracommerciale, con un 80% di rock-pop e poi giusto un po' di tutti gli altri generi che copro di solito (electro, ska, reggae, soul, funk). Considerate che l'orario di lavoro è di 9-10 ore, di tempo ce n'è, di musica anche e devono essere tutti pezzi assai conosciuti in modo da attrarre la gente che passeggia sul lungomare. Non impossibile da realizzare ma richiede impegno e soprattutto mi impone di abbandonare definitivamente l'ingiustificata spocchia musicale che per decenni mi ha contraddistinto. Alla fine del provino, alle 4 e mezza di mattina, dopo aver visto parecchia gente che cantava e ballicchiava, il capo scuote la testa platealmente e mi fa "Hey ragazzo, forse non c'eravamo capiti. Si ok, bella la tua musica ma noi qui suoniamo rock, siamo la nave del rock, passa la reclàme in radio e dice che qui c'è il rock, tutti vengono all'Argò ad ascoltare il rock, perché sanno che c'è il rock. E dove cazzo stava il rock stasera?". Resto ammutolito, pensando che in carriera, secondo i miei paramentri non avevo mai suonato tanto "rock". E che lui peraltro mi aveva esplicitamente richiesto musica commerciale. Intendeva, probabilmente, rock commerciale. Ok, l'importante è capirsi: meglio rispettare il dogma del rock che farli divertire, contento tu.
Che gente frequenta questa amena imbarcazione-bar istoriata con i poster di 300 (this is Spartaaaaa)? Fino alla settimana scorsa si attaccava alle 7 e si finiva alle 4. Quindi fino alle 21 circa la selezionatissima clientela era composta da coppiette, famigliole e anzianotti, turisti random e gente tranquilla che vuole semplicemente farsi un giretto del golfo in barca al tramonto mentre si gusta un caffè. Situazione che costringe me a suonare a volumi piuttosto bassi e generi piuttosto "digeribili". A quell'ora solo pop e soul, niente Ac/dc e Ramones, roba che spopolerà nelle ore a seguire. In sole tre volte che ci ho suonato è già venuta la vecchietta a lamentarsi "Giovanotto, con questi volumi lei ci danneggia i timpani!". De Luca in "Mamma Mamma voglio fare il dj" insegna, sempre sorridere gentilmente e assecondare per quanto possibile il dancefloor, anche se è il primo dancefloor composto a certi orari da elementi con problemi alla prostata (certo, la nave rock, perdìo!). Sul tardi invece l'Argò si riempie di personaggi abbastanza variegati con una forte propensione musicale per il vecchiume (Santana, Gallagher, Steve Ray Vaughan fra le richieste puntualmente inevase) l'hard e classic rock (Aerosmith praticamente un "riempipista"), l'heavy metal (non avevo mai dovuto preoccuparmi di non avere con me gli Iron Maiden finora) e gli anni 70 più scontati (Doors pressoché obbligatori, come quando avevo vent'anni). Domenica scorsa ci hanno fatto una festa i tifosi del Paok . Pienone, tasso di testosterone insopportabilmente alto, il pezzo più morbido che mi sono permesso di suonare è stato Ace of Spades dei Motorhead, senza contare che mi hanno interrotto un paio di volte intimandomi di abbassare il volume per cantare i loro cori da stadio e per mettere delle canzoni a base di bouzouki che inneggiavano alla loro squadra, mentre sparavano dei fumogeni e fuochi d'artificio. A un certo punto hanno chiesto gentilmente a una ventina di persone di cambiare lato della nave, ché eravamo inclinati in modo preoccupante. La festa è finita con l'arrivo dell'ambulanza, che uno era andato in OD.
Sono diventato quindi uno che suona per soldi e non per divertimento, uno che suona musica di merda che non piace a lui per primo, uno che non ha un suo stile ma glielo impongono, un juke boxe ma pagato peggio. Capite che la situazione psicologica del vostro "dj di stanza in Grecia preferito" è a terra. L'indomita dignità del dj che fui scalpita confinata in un angolo e a tratti dà dei colpi di coda disperati. In mezzo agli Steppenwolf e i Police, agli Offspring e a Lenny Kravitz (si, lo so brrr) non demordo e ci infilo Black Lips e Let's Wrestle, Lcd Soundsystem e Girls, Pixies e Pavement, Smiths e Gang of 4. Ma ogni tanto se ne accorgono e i capi vengono a lamentarsi. Quindi è una guerra psicologica che ha raggiunto il suo culmine mercoledì scorso.
L'altro capo, che io chiamo gentilmente "faccia di topo sfregiato dal vetriolo" ma si chiama Bàbis (WTF?!) viene e mi fa "Questa non la conoscono, metti roba più conosciuta"
Oppongo flebile resistenza "Ma… ma sono i Clash!"
F.d.t.s.d.v. insiste "Si ma sono sicuro che quelle ragazzine laggiù non la conoscono"
E io spegnendomi dentro "Ma … è il cd del best of dei Clash! I Clash!"
F.d.t.s.d.v. replica impietoso "Scommetti che non la conoscono? Secondo me dovresti fare una playlist di tre quattro ore con solo i pezzi più conosciuti di ogni artista e poi mandarla per due volte, così siamo a posto, copri tutte e otto le ore che suoni e tu non ti affanni tanto a cercare. Tanto i clienti cambiano sempre, chi vuoi che se ne accorga?"
Ho annuito mentre una lacrima rigava la mia gota irsuta. Col cazzo che rimetto lo stesso pezzo in un mio dj set, fosse anche una maratona di venti ore. Poi ho messo Stranded dei Saints e vaffanculo tu e le stracazzo di ragazzine ignoranti che frequentano 'sto posto di merda e non riconoscono nemmeno Clash City Rockers, perlamadonna.
Mi sono posto un limite massimo di cialtroneria. Prima o poi mi chiederanno i Guns and Roses o Bon Jovi e io, per principio, rifuterò a oltranza. Se mi allungano il cd obbligandomi a suonarlo do le dimissioni. Djismo a schiena dritta. O quasi.