All Posts from December, 2005

Oh ma a capodanno che si fa?

December 30th, 2005 | By benty in Senza categoria | 5 Comments »

Io dimostro le pentole, con un teorema. Nel frattempo auguri di buon anno ai devoti lettori

Giardini in studio

December 28th, 2005 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

L’anno vecchio finisce bene o quello nuovo comincia meglio? Giardini di Mirò (li conosce anche una mia studentessa bonazza di cui sospettavo altresì ascolti inverecondi) di nuovo in studio per il terzo album. Que viva !!! Qui il report del primo giorno, by Jukka

Un anno di Tragedie Greche

December 27th, 2005 | By benty in Senza categoria | 9 Comments »

Questo potrebbe sembrare un post ozioso, autoreferenziale, e dunque inutile. Avete ragione, in effetti. A mia discolpa devo dire che per tutto l’anno non ho scritto post sulle chiavi di ricerca, e solo una volta ho aderito a una catena di santantonio. E quindi qualche cedimento qualitativo ci può stare di quando in quando. Poi se ci rifletto questo post invece ha una funzione precisa: riassumere l’anno che sta per finire potrebbe servire a mettere in guardia quelli che sono lettori relativamente nuovi. Più o meno questo è ciò che vi aspetta se continuate a perdere tempo leggendo questo blog, siete ancora in tempo per fare un passo indietro, perchè poi – come tutte le schifezze della terra (alcol, fumo, nutella, bondage, Michele Cucuzza, eroina, Friends etc..) – crea dipendenza. Chiedete a quegli sciagurati che mi leggono da più di un anno, anzi, guardateli in faccia. Vi accorgerete che portano gli inequivocabili segni di quella che è a tutti gli effetti un’esperienza devastante. A parte le occhiaie, che quelle sono altri vizi con cui il mio blog non c’entra niente.

gennaio : Inizio l’anno bestemmiando (il buongiorno si vede da mattino), vado a vedere gli Arab Strap, inizio a mettere musica al Cuervo, ospito un intervento dei Giardini i Mirò su Salonicco (che avevo ivi perso in concerto versando lacrime amare), lancio una invettiva contro l’Italia, unico post che riscuote un minimo di successo (immeritato). Mica bruscolini.

febbraio: sproloquio di razzsimo, di Pavlos il ceco, e di Richard il greco avventore del Casablanca. Vado a vedere in due locali distinti ma distanti dieci metri (quindi pagando due biglietti da 25euri l’uno) Six by Seven e Radio 4, nella stessa sera, senza esaltarmi affatto. Semino il panico via web su una improbabile reuinion dei cccp, prendo freddo e (metaforiche) legnate nel derby Aris Paok. Sottotraccia le cose che a gennaio andavano di un gran bene finiscono rapidamente a puttane, ma voi lettori ne restate ignari,ameno fino a settembre.

marzo: esordisco con una vibrante session unplugged (solo voce e chitarra) presso la scuola elementare di Sykies, e come se non bastasse debutto anche su Sacripante, insozzando ulteriormente la rete di mie inutilità (per la gioia di Enzop il primo pezzo è sul caffè greco). Per il resto deliri esistenziali che vanno dalle festività greche alla Nuova Zelanda, passando da Madrid.

aprile: la maggior parte dei post è incentrata sulla morte del Polacco e sull’elezione del Nazi, si rievocano gli Squallor e si fa del facile umorismo. Soprattutto vengono a trovarmi i Blonde Redhead a Salonicco, e vado in visibilio. Per Pasqua torno a casa, giusto il tempo per stranirmi. Si allunga la lista di domande da non porre ai greci.

maggio: visito il Doge Enver, realizzo che a Venezia ci sono anche i veneziani. Incoccio per caso nel gruppo che più ho ascoltato ed amato (e fatto amare) nell’anno, gli Offlaga Disco Pax, rivedo volentieri anche gli Yuppie Flu. La Grecia vince Eurovision, vedo Steve Wynn senza troppo entusiasmarmi (ma mi si scatenano in testa delle riflessioni esistenziali, al solito), vi parlo della procace Barbara che non sa baciare.

giugno: celebro i due anni di blog con solito pezzullo a tema, mi schiero col Si al referendum e contro il Palio di Fabriano, vedo i Kings of Convenience, mi vedono i Sonic Youth ( e mi salutano nell’altissima persona di Thurstome Moore), concludo in bellezza scrivendo al tribunale diocesano, istigato da Delio. A tutt’oggi non hanno ancora risposto.

luglio: vedo il Soundville a Macerata (A toys orchestra, Benvegnù e Good Morning Boy) e il Traffic a Torino (808 state, ma soprattutto New Order, Max Collini e Jukka,il bdd, enzop e tutta la lobby della bagnacauda). Vengono i White Stripes a Salonicco, entusiasmando, trasloco e vado a vivere da solo come Jerry Calà, una zoccoletta americana raggiunge il successo via blog usurpandomi il nome "Greek Tragedies".

agosto: si latita. Per la prima volta in due anni sono rimasto per un mese senza blog. Ho dormito bene lo stesso a dire il vero. Non risultano quindi mie testimonianze delle mirabili prestazioni calcistiche nel celebre match splinder-rdp, nè di quelle musicali degli Yo la tengo e dei Blonde Redhead sui palchi urbinati.

settembre: ops, a sorpresa apro una scuola di lingue, passo da dipendente a proprietario, il solito voltagabbana. Vado a vedere i Cure ad Atene e ne torno stremato ma soddisfatto. Cerco un posto di lavoro come dj, avendomi scaricato con nonchalance quelli del Cuervo. La Grecia vince l’europeo di basket. Vengono a Salonicco i Madredeus, e mi prende la solita botta di saudade lisboeta.

ottobre: nulladichè, vi si aggiorna sulla scuola, si ironizza vilmente su Lapo de Lapis, si parla di un concerto noioso di Ian Brown, si scatarra sullo slang dei ggiovanidoggi e sulla chiesa. Soprattutto si inizia a lavorare al Kika come resident dj, tutti i sabati.

novembre: vado a vedere le Electralane e dichiaro il mio amore a Mia, la chitarrista. Vado a vedere i Grovers, gruppo del boss del Kika, e sedo una rissa. Enzop ci lascia orfani di Milaus, nonostante ciò realizzo uno stato di benessere che mi pervade, dopo essermela vista brutta.

dicembre: torno brevemente in patria per sotterrare il piano B, iniziano ad essere più i concerti persi che quelli visti (peraltro in due giorni scarsi di Italì mi vedo i Bluebeaters!), vi illustro la fauna del Flou, baretto del mio corazon, dopodichè è già Natale, rientro in patria e vi parlo del Natale greco, poi faccio il riassunto di un anno di blog. Per ora è tutto.

Natale a casa Papadopoulos

December 25th, 2005 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Dieci piccole differenze fra le festività natalizie greche e quelle italiane.

1) In Grecia per Natale (ta Hristugenia) si fa l’albero e il presepe (solo la capanna, grande ilarità si scatena quando spiego che facciamo anche le montagne, mettiamo pastori, facciamo strade etc..). Il vero simbolo greco tradizionale delle feste è però la nave (to karavi). I greci, popolo di navigatori, anticamente addobbavano per le feste le navi ancorate al porto, in genere visibili da tutta la città. Oggi qualcuno attribuisce pretestuosamente alla nave anche simbologie di traghettamento dall’anno vecchio a quello nuovo. Cazzate, diciamocelo apertamente.

2) A Natale i dolci tradizionali sono kurabiedes (biscotti di pastafrolla annegati di zucchero a velo), melomakarona (biscotti di zenzero, credo melassatissimi) e per capodanno (i protihronià) la vassilopita. Non si capacitano di come noi possiamo festeggiare il Natale propriamente senza tali dolci. Pur essendo i loro supermercati pieni dei nostri panettoni. I soliti sciovinisti. La vassilopita è un dolce davvero scrauso, una specie di biscotto di mosto ma più sciapo e morbido, che cela dentro il flurì, ovvero una monetina. La vassilopita si taglia in tante parti quanti sono i componenti della famiglia (o dell’ufficio), assegnando una fetta ad ogni presente. Chi trova il flurì dentro la sua fetta avrà fortuna tutto l’anno. D’altronde voi non è una vita che indossate mutande rosse a capodanno?

3) Il detto "Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi" in Grecia non vale. La Pasqua è molto più sentita ed amata, si mangia all’aperto quando c’è bel tempo, si torna ai villaggi d’origine, si fanno allo spiedo mandrie di capretti e agnelli in campagna, si passa in famiglia. A Natale invece non si resta a casa a lungo. Dopo mangiato si esce (anche perchè oggi festeggiano l’onomoastico Hristos e Kristina, e ce ne sono davvero parecchi), e i bar sono pieni come non mai. Al contrario è regola passare la mezzanotte di capodanno in famiglia e poi solo dopo verso l’una, uscire per andarsi a divertire. Non rari i casi di capodanni che si passano in tranquillità con amici giocando a carte e conversando amabilmente. Fatemi smettere, che mi vengono gli incubi, vi prego.

4) Come da noi anticamente non era Babbo Natale, ciccione azionista della Coca Cola, a portare i regali, bensì Gesù bambino, così in Grecia era un santo importante, che si festeggia il primo gennaio, San Vassili. Una enorme operazione di fusione e sovrapposizione genomico-religiosa ha portato il vecchio obeso barbuto e rossovestito a prendersi il nome di San Vassili. Il risultato è che (in teoria) i regali si dovrebbero scartare alla mezzanotte del 31. Insomma una settimana dopo del resto del mondo: che sfiga.

5) I greci quando gli spiego che nel menù del cenone del capodanno italico non può mancare un piatto di lenticchie, hanno reazioni fra lo stupito e lo schifato. Le lenticchie sono un cibo da poveri, la cena della vigilia dev’essere ricca di carne, in Grecia. Egualmente non indossano biancheria intima rossa per l’ultimo dell’anno. Ma al riguardo, visti i propositi per cui si indossa, risultano molto più attenti e interessati e in genere prendono pure appunti.

6) Gran parte dei servizi tassano arbitrariamente i clienti con degli aumenti di prezzo ingiustificabili, ma ormai tollerati da anni, e quindi divenuti ferrea legge. Il taxi costa un euro e mezzo in più, nei bar si applica il famigerato "double dot", per il quale alcuni locali si permettono quasi di raddoppiare i prezzi, già altissimi senza festività fra le scatole. Motivi in più per odiare le feste.

7) La mattina del 24, se abitate in Grecia, preparate somme di denaro oscillanti fra i 50 e 80 euro sottoforma di spicci. Le abitazioni private vengono letteralmente assaltate da torme fameliche di bambini, attrezzati di triangolino fastidiosissimo con cui si accompagnano nel cantarvi le kalende (Chistmas carrols, i guess) solo in cambio di denaro. Aprendo la porta i piccoli scansafatiche esordiranno in coro col classico "Tha ta poume?" (trad. le cantiamo?). Non vi resta che assentire. Il campanello di casa vostra squillerà a intervalli regolari. Rivaluterete presto Erode e il mostro di Marcinelle. Mentre i piccoli bastardi, con la scusa del Natale accumulano fortune finanziarie, a voi non restano soldi per pagare l’aumento natalizio del taxi di cui sopra.

8) Purtroppo la piaga degli addobbi natalizi dilaga a velocità paurosa, presentando ogni anno nuovi imprevedibili margini di peggioramento. Già dai primi di novembre scatta una corsa disperata all’acquisto di luci, lucine, lucette, quelle (maledette) di ultima generazione fanno anche musica, con dei midi acidi che restano in loop per un mese. La sagra del pacchiano, in tutte le salse, spreco di luminarie ingiustificato, la città sembra Las Vegas dopo un bombardamento. In genere ne lasciano appese ai lampioni la maggior parte fino a Pasqua, che tanto si festeggia di nuovo. Dalle case e dai negozi sporgono sagome di Babbo Natale/San Vasili in procinto di arrampicarsi sui balconi, o che si dimenano producendosi nel caratteristico quanto odioso "Oh oh oh, Merry Xmas!!" ogni volta che li sfiorate. L’odio per le feste si accresce, e straborda.

9) La Befana in Grecia non esiste, e per questo ci invidiano parecchio. Non coincide nemmeno religiosamente quello che festeggiano per l’Epifania (Ta Fota), per loro è il giorno del battesimo di Cristo, se ho ben capito. Credo che si buttino in mare/laghi a recuperare croci a tal uopo. C’è pure una tradizione che vorrebbe degli gnometti malefici infestare la terra durante le feste natalizie e che vede tornarli a casa loro, sottoterra, proprio con la fine delle festività.

10) Quaranta giorni prima del Natale moltissimi greci iniziano la quaresima (nistìa) in cui si astengono da carne, latte e derivati, alcolici e altra roba. Nonostante questo e nonostante ne vedi a frotte che solo passando davanti alle chiese si fanno il segno della croce, ci ritengono fissati con la religione molto più di quanto ritengano il proprio popolo. Colpa del papa polacco crepato l’anno scorso in mondovisione, che ha esposto l’Italia, e con essa i cattolici di tutto il mondo, al ludibrio e al dileggio internazionale, facendoci passare per dei bigotti baciapile. Che abbiano ragione?

Detto questo, sappiate che il trend dell’anno per il Natale è ammalarsi, e se non avete almeno un maldigola non siete nessuno. io mi sono prontamente adeguato. Ah, auguri.

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Alitaglia

December 25th, 2005 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Alitaglia

Ieri sul volo Alitalia Salonicco-Roma servivano dei muffin, come "snack", che a farci fare pranzo nonostante l’ora nemmeno ci pensavano. Un ragazzo seduto davanti a me ha osato prendere due merendine, che in effetti ce ne erano tante. Lo steward perentorio gliene ha fatta riporre una nel cestino. Ci sono rimasto abbastanza male, dev’essere un modo per ridurre i costi di gestione (il volo Salonicco Roma, andata e ritorno, costa in media oltre trecento euro, per circa due ore di volo. Con gli stessi soldi ci andate a Sharm, credo).

Angelo ed Eri

December 22nd, 2005 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Angelo ha 18 anni, viene da una famiglia di piccoli armatori, ha una faccia vagamente ebete, un fisico atletico, palestrato. Mentre spiego l’imperfetto noto che disegna svastiche sul libro di testo, fatto a cui attribuisco poca importanza. Alla consegna della compilation della scuola, mentre commentiamo le canzoni,  arriviamo a Bella Ciao dei Ramblers, e a quel punto Angelo esplode "Ah i partigiani, comunisti, a me mi stanno sulle palle, io sono fascista, leggo solo Hitler, mi piace Hrisi Avgì (la Forza Nuova greca ndB), sono monarchico". E ride da solo mentre lo dice. Dispiace quando i propri pregiudizi vengono puntualmente confermati, Angelo è quello che ascolta di tutto, senza capire nulla, l’altro giorno mi fa "L’hai sentito l’ultimo dei Dead kennedies? Credo si chiami California Uber Alles, è totstissimo".  Strozzarli nella culla? Lasciarli cuocere nel brodo della loro pochezza? Deglutire, inspirare e continuare facendo finta di non sentire? Comunque mi resta la soddisfazione inutile della conferma dell’equazione: destrorso = deficiente. Mi consolo così.

Eri ha sedici anni, è la mia studentessa più giovane. Voglia di studiare poca davvero, inoltre è introversa, non parla volentieri neanche per fare gli esercizi in classe, figurarsi di sè. Alla consegna della compilation della scuola le si accendono gli occhi su un paio di bossenove, sui Mano Negra e mi sembra anche su Capossela, quando spiego la storia raccontata in Ultimo amore. All’intervallo, mi parla, mi dice che lei ascolta solo Low Bop (che credo sia una specie di nuova definizione per certo hip hop lento e impegnato socialmente). Mi racconta che c’è stata una canzone degli Active Member, discreto gruppo hiphop locale, che le ha un po’ cambiato la vita: nel pezzo, che si chiama Pame (trad. Andiamo) si parla di Guantanamo, è fortemente antiamericano, lo cantano in quattro lingue, per l’italiano compare Militant A a macinare un po’ di retorica antibushiana. Eri mi fa "Fino a qualche anno fa ascoltavo solo robaccia, Sakis Despina Remos (detestabili idoli pop locali, dal successo musicale e televisivo assolutamente strabordante). Dopo quella canzone ho buttato via tutto, adesso ascolto reggae, hip hop, ma solo musica con dei testi che parlino di qualcosa, e possibilmente gruppi indipendenti. Ho cominciato ad andare ai concerti. Quelli della mia età ascoltano solo la merda che gli passa la tv. Lo sai perchè ho deciso di venire a imparare italiano? Per capire che diceva Militant A". Poi mi dice che conosce i Pitura Fresca (!?), e che fra un paio di giorni scapperà di casa per andarsene ad un festival hiphop ad Atente, con un’amica, senza dire niente ai suoi. Rientro in classe sorridendo, pervaso da un certo tepore interno, che credo sia traducibile in una flebile ma tignosa speranza in voiggiovanidoggi.

Flou

December 11th, 2005 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

Se vi capiterà mai di passare da Salonicco, sappiate che il mercoledì sera mi troverete invariabilmente al Flou. Il Flou è un bar che si trova in un vicoletto che ha per sfondo la Torre Bianca, monumento simbolo della città, in centrissimo. Il Flou è come il Cheers, "where everybody knows your name". Non devo dare appuntamenti per andarci, qualcuno di conosciuto il mercoledì lo trovo. Male che vada mi faccio due chiacchiere con Kostas, il resident dj. 

La fauna umana del Flou è piuttosto variegata, e soggetta a rotazione impressionante. Oltre a me e qualche altro personaggio rilevante della mia cricca, si trovano dei caratteri fissi, quali Kostas, l’alcolizzato. Kostas l’alcolizzato, lo chiamiamo così per non confonderlo con Kostas il dj, fa parte dell’arredamento del locale. Mi sembrerebbe strano entrare e non trovarlo seduto al bar col suo whisky in mano. Ho iniziato a sospettare che ci viva là dentro, perchè non l’ho mai visto arrivare dopo di me, e raramente uscire prima. E’ un quarantacinquenne baffuto malvestito e spesso ubriaco, se siete delle ragazze verrà a molestarvi di sicuro, ma lo farà con un certo tatto.

C’è Iannis, il barman, chioma folta e riccioluta, segaligno, sorridente, lesto e occhialuto. Fa un po’ lo spaccone e l’altra volta ha rotto un paio di bottiglie mentre tentava di far volteggiare goffamente una boccia.

C’è Mikalis, l’altro proprietario, personaggio invero inquietante, ultracinquantenne, si aggira con fare pensoso e taciturno fra gli avventori, pipa in bocca. Sembra uno del controllo delle tasse, o un matto, o uno che si è sbagliato posto. Invece mi si dice sia raffinato intenditore di jazz.

C’è Lia, spilungona innamorata dell’Inghilterra e dei Franz Ferdinand; è lei l’artefice materiale del rumor che vuole il Flou come uno fra i rari locali della città in cui spesso la gente balla. E’ lei che balla. I Franz Ferdinand, appunto. Se la mettete in un altro posto con la stessa musica non sortirete lo stesso effetto. Suo fratello è pelato, si chiama come me, e piuttosto che ai FF si interessa alla figa. Dategli torto.

C’è Mary, amica, compagna di ascolti, e mia fan in qualità di dj. Mascolina ma minuta, beve come un uomo grosso.

Fra i recenti acquisti c’è Maria, la avvenente segretaria biondoplatinoappenatinto, destrorsa, teoricamente osservante religiosa (sotto gli effetti del whisky m’ha spiegato che la religione è solo amore, le ho proposto un’ora di religione seduta stante, ma non se n’è più fatto nulla). In realtà è innamorata del dj, si sorbisce musica che non ascolta e si rovina il fegato di superalcolici, struggendosi al bancone. Io le do le dritte sulle richieste musicali da fare, così finge di capire qualcosa di roccherolle per intrigarlo. Adesso Kostas, il dj, crede che lei sia una fan di Nick Cave, invece è solo una fan sua, ma credo che ormai ci sia arrivato anche lui.

Kostas il dj è un figuro belloccio, brizzolato: di giorno agente immoboliare, di notte mischiadischi. Sfoggia delle t-shirt clamorose, in maggioranza vertenti sul tema porno star, che non ho ben capito che c’entrano. Musicalmente è ecletticissimo, ma qualunque cosa metta non pecca mai in qualità; a me personalmente ha aperto interi scenari musicali. Io sono un po’ la sua ossessione, in genere dieci minuti dopo che sono entrato mi mette qualcosa dei Pixies, così si toglie il pensiero. Tanto lo sa che alla fine deve mettermi anche Paolo Conte, se no non me ne vado. Due appunti possiamo farglieli a Kostas. Un po’ ripetitivo nel senso che se gli gira mette anche 4-5 pezzi dello stesso gruppo (gli sta passando la fissa coi Kaiser Chiefs, glieli feci conoscere io la scorsa primavera, mi pare – fra un paio d’anni toccherà anche ai Clap Your Hands say Yeah). Ecco questo sarebbe il secondo appunto, non mi si aggiorna tantissimo, anche se si aggiorna non si apre tanto alla roba nuova. Io intanto ogni tanto qualche cd glielo faccio, magari qualcosa tipo Arcade Fire gli si appiccica addosso. Questa forse è una questione di scelte, e d’altra parte in qualità di vecchiazza (tm weekendance) se ci si mette, con la meglio musica targata anni 80 ti stordisce, che mi tocca prendere appunti come uno scolaretto. Sette anni che ci lavora al Flou, più resident di così si muore. Adesso dice che si è stufato e che se ne vuole andare, lasciando un vuoto incolmabile in noi, habituè sgomenti. Anche perchè coi suoi due pacchetti da 25 di Winston a fine serata era spesso la salvezza dei fumatori.

Lambros, uno dei due proprietari dice non ci crede che Kostas se ne andrà. Lui è un tipo giovialissimo, di Cefalonia. Si intende di musica, di cinema eovviamente è tifoso dell’Aris. Mi ha raccontato storie strazianti sulla sorte degli italiani nella sua isola durante la seconda guerra mondiale,  di suoi familiari salvati da soldati italiani, che pagarono il loro eroismo con la vita. Lui è la rovina del mio fegato, perchè appena faccio per andarmene da posto mi riempie il bicchiere o peggio prepara un giro di sfinnaki (shottini). Mi fa pagare sempre troppo poco. Poi certo che faccio tardi.

Quello di cui vi ho parlato è il Flou di mercoledì. Se ci andate un altro giorno i personaggi di cui sopra scompaiono come per magia e vi sentirete persi, in un incubo. Vi toverete in un luogo di cui conoscete anche i posaceneri, ma le facce non vi dicono nulla. Mi è successo venerdì; musica di merda, gente giovane, vestita elegante. Volevo piangere. Poi ho volto lo sguardo al bar, e ovviamente ho scorto Kostas l’alcolista che ci provava con una ragazzina, già sfatto. Ho tirato un sospiro di sollievo.

Ricordati che devi morire

December 8th, 2005 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Concerti che ho perso, perdo e perderò a Salonicco, per una serie di motivi che non ho voglia di elencare. E’ solo un promemoria per me stesso, così che questa estate, se per disgrazia riuscissi ad accumulare due euri, e più di due settimane di ferie, non tentennerò dovendo scegliere fra una scappatina ai tropici e la bolgia di qualche festival con un buon cartellone.

Un paio di settimane fa ho lisciato gli imperdibili Stereo MC, e poco prima i Cake. Venerdì scorso i Mercury Rev, oggi i Deus, domani i Nouvelle Vague. Sono troppo esausto anche solo per incazzarmi. E infatti vado a farmi un paio di birre, già che ci sono. Questo post è ad altissima probabilità di autocombustione.

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Conoscere Benty sul treno (o anche su un aereo)

December 2nd, 2005 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Viaggio lampo nelle vostre terre pontificie. Fra 3 ore esatte un paio di aerei e una paio di treni mi porteranno a sancire il definitivo (?) accantonamento del celebre piano B. Infatti sabato mattina uno degli esimi estensori del piano stesso convolerà a giustissime nozze in quel di Ancona. Di riflessioni nostalgiche ce ne sarebbero da fare, visto che il giovine promesso sposo ha avuto la buona sorte di essere il mio compagno di banco per tre anni di medie e 5 di liceo, nonchè la persona con cui sono andato al primo "vero" concerto (Litfiba ’91), con cui ho affrontato le prime sbornie, e parecchie altre prime cose. Ma è quasi Natale, siamo tutti più buoni, e quindi vi risparmio.