All Posts from October, 2006

Avevo capito tutto

October 20th, 2006 | By benty in Senza categoria | 12 Comments »

I miei esordi qui in Grecia furono difficili, me lo ricordo bene. Una lingua ostica da imparare, un lavoro nuovo, una città che non conoscevo ancora (nonostante i quattro anni di andate e ritorni prima di trasferirmi), un circolo di amicizie da ricostruire. Alle spalle una famiglia che mi rimpiangeva, una serie di eventuali carriere accantonate sul nascere. Per fortuna che avevo già vissuto l’esperienza di risiedere all’estero, e poi mi aiutava sicuramente il mio inglese a districarmi. Non fu facile comunque. Quindi tutte le mie preoccupazioni per la mia ragazza erano ben comprensibili. Come avrebbe gestito il duro impatto con l’inizio di una nuova vita in Grecia? Povera piccola mia, spaesata, impaurita, disorientata, per la prima volta si sarebbe trovata a vivere in un paese straniero, peraltro stranita da questo idioma ostile, intristita da un lavoro non all’altezza delle sue qualifiche, attanagliata dalla nostalgia per il suo paese, che magari le mancheranno la mamma, le amiche e tutte le cose che qui non avrebbe potuto – per il momento – fare. Ma io ero già pronto a sacrificarmi, sarei stato sempre al suo fianco, pronto a consolarla per affrontare assieme le difficoltà, a farle coraggio nei momenti di inevitabile sconforto.

E infatti.

In meno di una settimana si è impossessata della macchina, va al lavoro da sola avendo già imparato la strada (non poca) che si fa in tutta tranquillità pure di notte, si diverte da matti, dove lavora è già adorata dai capi, dai clienti e dal personale,  guadagna praticamente più del sottoscritto, parla già un greco sufficiente a sostenere delle conversazioni seppure ancora minimali, addirittura mi consola per le scarse iscrizioni a scuola, è assolutamente entusiasta di tutto quanto la circonda. Io sono attonito. Se la settimana prossima si trovasse un amante non mi stupirei più di tanto, insomma.

Ricapitolando

October 12th, 2006 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

Vediamo se ho capito bene. Se avete un SUV pagate più tasse, perchè il Papa ha detto che non c’è più il limbo. A meno che non permettiate a quelli delle Iene di farvi un test istantaneo che rivelerebbe la vostra assunzione di stupefacenti, cosa che non renderebbe felici nè sindacati nè confindustria. No,allora ricominciamo. Se gli aerei dell’Alitalia volano perdono soldi, e quindi probabilmente ci penserà Google a comprarsela trasmettendo poi su Youtube dei video di aerei in volo che generino profitti. A meno che la zona grigia di Tronchetti Provera, quella del ceto medio che ha il SUV, smetta di vendere droga ai parlamentari. Non proprio eh? Allora ci riprovo. Bobo Vieri mentre guarda la Pupa e il secchione intercetta il governo coreano che lancia bombe nucleari sulla missione in Libano, urlando "Non siamo in una democrazia, questo è banditismo!". Ma se le cose stanno così non capisco poi perchè Berlusconi abbia fatto schiantare un elicottero contro un grattacielo di Manhattan in risposta allo scippo di retequattro, dichiarando sanzioni pesanti contemporaneamente contro Bush, la Corea e Fiorello in prima serata su raidue. Forse perchè le Iene lo avevano beccato positivo all’antidoping a bordo di un SUV che perdeva profitti?

Il fatto è che fra mezz’ora vado all’aeroporto ad accogliere quella donna meravigliosa che amo follemente, e quindi sono appena appena confuso. Dunque non vi lamentate se latito un po’

Buon John Peel day ! (e vendetelo quel SUV, che ingrigisce la zona mista)

Tags:

Pulp

October 6th, 2006 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

E dopo le primordiali Casablanca nights

Dopo le improbabili Cuervo nights

Dopo le gloriose Kika nights

Dopo le piratesche Arabella nights

La Benty production è lieta di presentarvi, da domani, le dubbie Pulp nights. Il film parla delle peripezie alcolico musicali del dj di stanza a Salonicco più amato dagli italiani. Se doveste passare da queste parti, cosa che vi succederà senz’altro prima o poi, tenete a mente che si raddoppia l’appuntamento con That’s greek to me, ma senza mollare il Kika, in cui continuo a suonare, ma di venerdì. Alè.

La signora Elisabetta e il Cinar

October 3rd, 2006 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

La signora Elisabetta spesso si siede ai tavoli del bar-pasticceria che si trova sotto la scuola. Va a prendersi un caffè con qualche amica. Non posso proprio dire di conoscerla, piuttosto è lei che conosce me. Una volta ero lì con la mia socia, che ci disperavamo per far quadrare i conti della scuola, e alla quarta imprecazione del sottoscritto, la signora Elisabetta si fece coraggio. Si alzò e si presentò. Era incuriosita dal fatto che stessimo parlando italiano. Lei dovrebbe essere di Firenze se ben ricordo, e vive da parecchio in Grecia, anche se continuo ad ignorare le motivazioni che l’hanno portata qui. Quella volta iniziò a fare domande, e non ci lasciava riprendere la nostra cruciale discussione societaria. E’ un po’ petulante la signora. Ma essere scortese con lei non si può, non è politically correct. La signora Elisabetta sta male, malissimo, e non ci vuole molto a rendersene conto. E’ scheletrica, rasenta la trasparenza, è completamente calva, visibilmente provata dalla vita e dai suoi malanni. In genere gira con dei buffi copricapo a tese piuttosto larghe, o con dei foulard colorati in testa. Quando parla lo fa con una lentezza esasperante, come se le parole le uscissero a fatica. Io non so mai che dirle alla signora Elisabetta quando la incrocio, se non un frettoloso buonasera. Voi potreste osservare che basterebbe aggiungere un altrettanto distratto "Come va?". Ma con lei una domanda del genere, apparentemente innocua e che non richiede altro che uno scontato "Bene grazie", non te la puoi proprio permettere. L’ho fatto una volta e me ne sono pentito. Ero con degli amici a prendere un caffè e vedendola osai chiederglielo "Signora come va?". E lei iniziò, per cinuqe minuti a parlare ininterrottamente della malattia, delle operazioni, della sofferenza. Gelandoci il sangue, facendomi sentire un perfetto idiota, lasciandomi completamente senza parole, senza sapere cosa rispondere, solo in grado di farfugliare dei sommessi, "Mi dispiace, non sapevo". Non so voi, io davanti alla sofferenza altrui vado in panico comportamentale, non so mai cosa dire, balbetto, sudo, mi innervosisco, mi blocco.

L’ultima volta che la vidi, prima di partire per l’Italia mi chiese se per caso potevo portarle una bottiglia di Cinar, cosa che stranamente mi ricordai di fare. Solo che al mio ritorno nell’Ellade la signora Elisabetta non si vedeva più al bar. Qualche settimana fa lasciai la bottiglia spiegando al gestore del locale a chi era destinata. Passavano i giorni e e cominciavo a pensare che quella bottiglia sarebbe rimasta da parte, ma che non sarebbe andato nessuno a prenderla. E invece l’altroieri, mentre passo davanti al bar sento una voce "Professore, professore!". Era lei. "Grazie davvero per la bottiglia, l’ho già assaggiato, è ottimo. Certe cose da queste parti non si trovano. Lei è stato molto gentile, la ringrazio molto, mi dica quanto le devo". Da signore quale sono rifiutai il denaro. Lei allora "Va bene magari le offro un caffè qualche volta". Mi imposi un certo aplombe. " Si certo, magariunaltravoltaadessodevoproprioandarechevadodifrettasacomèabbiamoleiscrizioniarrivedercisignoratantebuonecose". Dissi sfrecciando come un treno. Speravo di cavarmela e di zittire i miei sensi di colpa per essere in salute con una semplice bottiglia di Cinar. Stolto che non sono altro.