Posts Tagged ‘professionismi’

3 dj is megl che uan

January 1st, 2009 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Si sta come d’autunno

October 3rd, 2008 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Settembre in genere mi piace. C’e’ tutta la storia che si ricomincia, si spera, si progetta. E poi finisce il caldo assassino, riaprono i bar invernali, riinizia la mia agognata stagione djistica. Ottobre e’ gia’ autunno quest’anno (negli anni scorsi andavamo in maniche corte fino quasi a novembre) e un po’ mette depressione e malinconia, ma pure quello non mi dispiace. Noncisonopiulemezzestagionisignoramia.

Pero’, da quattro anni a questa parte "ho voluto la bicicletta", ovvero ho aperto la scuola. E settembre, e soprattutto le prime due settimane di ottobre, "si pedala". Ovvero questi due mesi sono ultimamente diventati sinonimo di orrenda agonia, fiato sospeso e chiappe strettissime. Ci sono le iscrizioni. C’e’ la snervante attesa al telefono e in segreteria. Resto poi appeso ai programmi, ai desideri e ai capricci dei nostri candidati studenti, fino a che non versano – tardi e malvolentieri – la fottuta prima quota dell’iscrizione. Fino a quel momento si stringe la cinghia , che i dindi dell’anno passato volgono fatalmente al termine, e – in virtu’ del nostro proclamato ateismo – si accendono ceri alle piu’ svariate divinita’. Nonc’e’piu’religionesignoramia.

Intanto ci si fanno i film sugli scenari futuri piu’ disparati, che vanno dal nero catastrofico (adesso basta, chiudo!) al roseo pallido (dai che ce la facciamo anche ‘st’anno!), si passa rapidamente dal farsi sotterrare dal panico all’esaltarsi dall’entusiasmo. Si chiama rischio d’impresa, mi hanno insegnato all’universita’, che anche qui vige il capitalismo, il libero mercato, la legge del piu’ forte, la competizione ecceteraeccetera. E noialtri non siamo ne’ Alitalia, ne’ il comune di Catania, ne’ le banche americane, purtroppo. E’ tuttounmagnamagnasignoramia.

Quindi e’ normale il saliscendi di umori nel vedere numeri di iscritti che cambiano drasticamente, nell’ascoltare le pretese piu’ assurde di professori e studenti, nel dover rispondere a tutti con un sorriso mentre non si ha ancora chiaro come si fara’ esattamente a pagare il prossimo affitto. C’e’lacrisisignoramia.

Quest’anno poi la stagione djistica mi sa che se ne va a farsi fottere, per mia pigrizia, o perche’ a trentacinque anni diventa pesante farsi il giro dei bar decenti e chiedere se cercano dj. Questo contribuisce a diminuire il fascino di questi mesi incerti. Di solito poi, verso il 10 del mese, tutto finisce, tutto si sa. Il numero di iscritti e’ pressoche’ definitivo, se c’e’ da metter dischi si mettono e il rassicurante tran tran riprende il suo piacevole giro fino all’estate. Ma i giorni immediatamente precedenti all’inizio delle lezioni sono i peggiori, quelli in cui tutto deve succedere, e l’ansia ti si mangia vivo soprattutto se non succede niente. Ecco, oggi e’ uno di quei giorni. Cosi’e’lavitasignoramia.

Cose che succedono

September 26th, 2008 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Alberto, l’unico professore maschio di spagnolo nella mia scuola, senza troppi giri di parole me l’aveva messo – metaforicamente ma non meno dolorosamente –  in culo. Se ne va a giugno con le seguenti parole "Andrea ti prego, se hai lavoro per me, anche per quest’estate, fammi sapere. E comunque per settembre puoi assolutamente contare su di me".

"Certo" dico io.

Anche se non ero soddisfatto di lui. Anche se avevo ricevuto lamentele da parte di due classi sul suo conto, che mi avevano costretto a dei cambi di orario. Anche se era uno che veniva a scuola solo a farsi le sue orette di lavoro senza dare confidenza a nessuno, malappena ciao ciao, salvo fare comunella con altri insegnanti iberici. Anche se non era nemmeno troppo puntuale. Anche se durante il suo drammatico colloquio di lavoro sudava come un cammello. Anche se il suo greco fa ancora abbastanza schifo, ma in verita’ anche il suo spagnolo e’ poco comprensibile. Anche se solo io potrei assumere un professore praticamente balbuziente.

Poi arriva settembre, e con esso i risultati degli esami. Alberto infila uno splendido poker, su 4 studenti che ha preparato per il Superior, non ne e’ passato nessuno. Allora lo chiamo, per dirgli che avremmo avuto sicuramente bisogno della sua disponibilita’ gia’ da ora per delle lezioni di ripasso prima che i ragazzi, a novembre, potessero ripetere la prova d’esame.

E li’, Alberto, me lo tronca nel culo. "No, guarda, non vengo piu’ a lavorare da voi, ho trovato un altro posto".

Secco e definitivo. Mi lascia afono e non riesco a dire nulla piu’ che "Va bene" e chiudere la telefonata, senza ricordargli quanto mi avesse a suo tempo implorato, quanto contassi su di lui nonostante fosse una pippa , senza nemmeno bestemmiargli in faccia (so farlo discretamente anche in spagnolo) e dirgli quanto fosse stronzo a mettermi nella merda cosi’, a un mese dall’inizio dei corsi.

Ora dovete sapere che in questa citta’, nonostante gli spagnoli abbondino, noi scuole di lingue straniere, in particolare se ci dedichiamo principalmente agli idiomi latini, i prof di spagnolo madrelingua ce li contendiamo come merce rarissima e preziosa. A botte di aumenti, colpi bassi, rilanci e ogni tipo di offerte legali e non. Per dire, alla mia socia, che gestisce la scuola in centro, le hanno soffiato una professoressa spagnola offrendogli scelta libera sull’orario e tutti i contributi versati (e conoscendola non escluderei delle scorte mensili minime di marijuana).

Trovarsi a settembre, con i corsi che incombono senza professori di spagnolo e’ una cosa che, a noi proprietari di centri linguistici, ci lascia dormire poco e male. Anche perche’ la lingua di Cervantes e’ in ascesa da anni, proprio ai danni della lingua del povero Dante (siamo ormai a un nettissimo 70 -30 come proporzione nelle iscrizioni, una volta eravamo noi il 70 e passa %). Questo significa che ho passato le ultime due settimane in ginocchio sui ceci a pregare la madonnina che le prof di spagnolo che avevo contattato fossero libere, disponibili e corruttibili, dopodiche’ ho promesso loro il paradiso in terra. Sono rimasto io (datore di lavoro) col fiato sospeso per qualche giorno dopo il colloquio, incrociando le dita che accettassero la mia proposta. Con una gran botta di culo, ne ho praticamente assunte due in una settimana, dandomi ora delle gran pacche sulle spalle da solo e delle notevoli arie di onnipotenza. Certo, fra gli altri bonus che ho promesso loro c’e’ la pulizia delle loro case, ma non mi pento.

Finalmente calmo posso cominciare a dedicarmi alle iscrizioni con un sorriso in volto e senza voglia di morire, come una settimana fa.

E proprio ieri, chi mi telefona?

"Hola soy Alberto, que tal?"

Io "Que tal un paio di palle, che vuoi?"

El cabron "Ehm, non e’ que buscas un professor de espanol?"

Io "No figurati, ne ho assunte due, e pure fiche (dettaglio inutile e falso, ma non importa ndB). Ma come mai buscas trabajo? Non avevi trovato un’altra scuola ? (detto con vocetta odiosa e ammiccante che ha gia’ capito tutto)"

"Si, ma mi hanno fottuto …"

"Eeehh che ci vuoi fare. Gente che ti fotte. Sono cose che succedono"

No, non e’ vero. Ti sto mentendo Alberto. Godere cosi’ inaspettatamente e’ una di quelle cose bellissime che a me non succedono mai. Gracias cabron.

Beato fra le donne

September 19th, 2008 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Ieri ero li’ che discutevo con la mia studentessa Alice di condizione della donna al giorno d’oggi (e mi pagava per questo), di pari opportunita’ (e si, le ho spiegato anche l’italianissimo fenomeno Carfagna), e chiedevo se trovasse piu’ difficile per una donna fare carriera rispetto a un uomo. Cose cosi’, banalita’ da prova orale d’esame.

Dopodiche’ mi sono fermato a pensare che nelle ultime ore ho assunto due professoresse di spagnolo, mentre una d’italiano (fra l’altro mia moglie che si lamenta pure di darmi  una mano in segreteria) e un’altra di spagnolo sono le mie due colonne portanti. Ho pensato che mai avrei aperto una scuola senza l’esperienza e il coraggio della mia socia. Ho pensato che dovro’ assumere quanto prima una segretaria. Ho pensato a Mimoza, la signora che si occupa di fare le pulizie. Ho pensato che la percentuale di femmine fra gli iscritti sfonda l’80%.

La mia economia personale gira completamente attorno alle donne, ho realizzato all’improvviso. Cio’ mi ha basito per un attimo. Annichilita la mia mascolinita’ dalla totale, indiscutibile, irreversibile dipendenza dalle donne. Per non parlare di Yuouporn.

Chi ben comincia …

September 10th, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Nella prima settimana in Grecia sono stato piantato in asso rispettivamente da

Segretaria

Un po’ me lo aspettavo; ho iniziato a intuire il suo malessere quando, l’anno scorso, dopo averle chiesto di effettuare qualche ora di straordinario, aveva tentato di dare fuoco al pc.

Insegnante di spagnolo

Assolutamente inatteso; mi aveva pregato in lacrime di chiamarlo appena tornavo dalle vacanze dicendo "Te lo juro mi amor quiero trabajar aqui siempre contigo a tu lado, por favor dejame trabajar aqui". I nostri rapporti si erano raffreddati dopo che mi ero sposato, ma non pensavo che l’avesse presa cosi’ male a dire il vero.

Proprietario del bar dove mettevo i dischi

Piuttosto annunciato. Alla festa di chiusura estiva ci tenne particolarmente a sottolineare come il martedi’ (incidentalmente la sera in cui mettevo i dischi) fosse il giorno di minori incassi. Io fischiettavo e suggerivo che forse era a causa della Champions League. Mi venne contestato che viene giocata il mercoledi. Oggi – solo di risposta a mio speranzoso sms – se ne esce fuori che ha gia’ contattato 2 dj in mia assenza, uno dei quali milita peraltro in un gruppo electropop greco (si, esistono) di fama nazionale, ovvero a differenza mia sara’ in grado di riempire il locale di gente. Il suo messaggio finiva col classico ed eloquente "Ti faro’ sapere". Dunque non ho scampo e di nuovo mi tocca cercarmi l’ennesimo bar per bere gratis con la scusa che metto i dischi roccherolle. Che palle. 

Mia moglie

Un classico. Va detto che mi ha solo minacciato di lasciarmi se non me la smetto di chiamarla moglie in pubblico-mangiare-bere-fumare-essere disordinato- farequellochediceleisenzabattereciglio e se non inizio a fare sport seriamente e cercarle una casa nuova e trovarle un insegnante di inglese e un lavoro che le piaccia e le dia sicurezza economica senza pero’ affaticarla troppo. Ragionevole.

"Ma cara, io ti accompagno gia’ al lavoro tutte le mattine e inoltre vorrei farti notare che pago io tutte le bollett

"Non mi importa, SONO INCAZZATA"

"Dammi una settimana, amore" le ho detto abbassando gli occhi.

Chi ben comincia …

September 10th, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Nella prima settimana in Grecia sono stato piantato in asso rispettivamente da

Segretaria

Un po’ me lo aspettavo; ho iniziato a intuire il suo malessere quando, l’anno scorso, dopo averle chiesto di effettuare qualche ora di straordinario, aveva tentato di dare fuoco al pc.

Insegnante di spagnolo

Assolutamente inatteso; mi aveva pregato in lacrime di chiamarlo appena tornavo dalle vacanze dicendo "Te lo juro mi amor quiero trabajar aqui siempre contigo a tu lado, por favor dejame trabajar aqui". I nostri rapporti si erano raffreddati dopo che mi ero sposato, ma non pensavo che l’avesse presa cosi’ male a dire il vero.

Proprietario del bar dove mettevo i dischi

Piuttosto annunciato. Alla festa di chiusura estiva ci tenne particolarmente a sottolineare come il martedi’ (incidentalmente la sera in cui mettevo i dischi) fosse il giorno di minori incassi. Io fischiettavo e suggerivo che forse era a causa della Champions League. Mi venne contestato che viene giocata il mercoledi. Oggi – solo di risposta a mio speranzoso sms – se ne esce fuori che ha gia’ contattato 2 dj in mia assenza, uno dei quali milita peraltro in un gruppo electropop greco (si, esistono) di fama nazionale, ovvero a differenza mia sara’ in grado di riempire il locale di gente. Il suo messaggio finiva col classico ed eloquente "Ti faro’ sapere". Dunque non ho scampo e di nuovo mi tocca cercarmi l’ennesimo bar per bere gratis con la scusa che metto i dischi roccherolle. Che palle. 

Mia moglie

Un classico. Va detto che mi ha solo minacciato di lasciarmi se non me la smetto di chiamarla moglie in pubblico-mangiare-bere-fumare-essere disordinato- farequellochediceleisenzabattereciglio e se non inizio a fare sport seriamente e cercarle una casa nuova e trovarle un insegnante di inglese e un lavoro che le piaccia e le dia sicurezza economica senza pero’ affaticarla troppo. Ragionevole.

"Ma cara, io ti accompagno gia’ al lavoro tutte le mattine e inoltre vorrei farti notare che pago io tutte le bollett

"Non mi importa, SONO INCAZZATA"

"Dammi una settimana, amore" le ho detto abbassando gli occhi.

Mio fratello è figlio unico

August 29th, 2008 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

TEMA : DOMANI C’E’ IL MATRIMONIO DI MIO FRATELLO, SENSAZIONI E PENSIERINI

Domani convola a giuste nozze anche mio fratello quello piccolo, che però sembra quello più grande dei due per tutta una serie di motivi, in genere legati alla testa.

Dentro la testa: mancanza di grilli per la suddetta, stabilità, maturità, capacità di apprezzare quanto di bello e buono hai vicino, concretezza, intelligenza di grado superiore, buongustaio e palato da fine intenditore di vini, legami inossidabili al territorio, amicizie bellissime e indispensabili, che gli invidio e amo, che ha saputo coltivare con premura e gioia negli anni, capacità di farmi sganasciare con mezza parola e un sacco di altre doti che spesso fanno di lui il fratello maggiore, quello serio, insomma e di me – percezione comune dell’opinione pubblica o anche solo dei parenti- il matto che non si sa esattamente dovecazzostà e checcazzostaaffà. Io però gli ho fatto conoscere gli Squallor e forse anche Elio e le storie tese (ma non ne sono certo). Mica bruscolini.

Fuori dalla testa: mancanza di capelli, che fanno di me – sempre nel’immaginario collettivo familiare – il "ribelle insegnante dj precario capellone scansafatiche sciupafemmine intellettualoide giovane a vita" e di lui l’ometto a cui rivolgerti senza dubbi, se serve un consiglio o anche solo una lavatrice 800 giri a basso prezzo. Lui sì, un vero imprenditore, fra i pochi che hanno continuato antistoricamente a votare rifondazione, finchè ha potuto. Come me peraltro.

Io sarò suo testimone e suo dj del dopocena, cosa che mi inorgoglisce e un po’ spaventa perchè mi tocca restare sobrio o quasi, almeno fino a una certa ora, mentre tutti gli altri 249 invitati saranno ebbri di contentezza e Verdicchio dei colli di Jesi. E poi non metto le mani su una consolle ormai da maggio e non metto dischi a una festa in Italia da anni. Quindi potrete capire la ragionevole agitazione.

Io e mio fratello abbiamo tre anni di differenza, ma ci siamo laureati con una settimana di differenza, ci stiamo sposando con pochi mesi di differenza, entrambi usciti malconci (un paio d’anni fa) da lunghe storie sbagliate e salvati come dei gattini di strada da donne bellissime e dalla forte personalità che tornavano dai nostri ripettivi passati, praticamente i nostri primi amori. Parallelismi quasi inquietanti.

Vedere mio fratello che si sposa mi commuove ma non mi sconvolge, nel senso che se non lui e Ilaria, la sua degna e meravigliosa sposa, non capisco chi altro dovrebbe sposarsi. Ero molto più sconvolto dal mio di matrimonio, per dire.

Io gli volevo solo fare gli auguri pubblicamente a tutti e due e spero che a una certa ora mi faccia il suo strepitoso ballo di Celentano nel bisbetico domato, quando pesta l’uva (girl in the ring – boney M), io contraccambierò con quello di Jovanotti in Walking. Per il mio fratellino questo e altro.

Di feste aziendali e sventurate annate djistiche

June 23rd, 2008 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Di feste aziendali e sventurate annate djistiche

La stagione djistica del sottoscritto si e’ conclusa in malomodo sabato scorso, con la temutissima festa di chiusura dell’Ekkentron, bar dove ho bevuto birre e incidentalmente sparso musica per tutto lo scorso inverno. Una specie di festa aziendale di fine anno, dove devi socializzare per forza con persone che non conosci, perche’ mi guardo bene dal frequentare quel posto quando non ci suono. Cosa che in termini professionali credo non paghi molto, ma tant’e’.

Per motivi familiari, si diceva una volta, ho scelto di mettere musica in mezzo alla settimana quest’anno, e non nelle piu’ frequentate serate del w/e. Per caso l’unica serata disponibile all’Ekkentron era proprio il martedi’. Con tutto che Salonicco e’ una citta’ prevalentemente universitaria, e che i bar che suonano l’indieroccherolle sono minoranza, non e’ che ci si potesse aspettare una gran folla i martedi’ sera. Per come la vedo io, per essere martedi’, nella maggior parte dei casi c’era perfino troppa gente, a volte (in due o tre occasioni) il locale era inspiegabilmente pienissimo, addirittura.

Il mio capo ha tenuto invece a farmi presente che non stavano esattamente cosi’ le cose, e che la mia serata, in termini di fatturato da birre, era la piu’ deludente della settimana. ‘Grazialcazzo’, verrebbe da pensare, mettimi a suonare il venerdi’ al posto tuo e poi vedi se non divento il piu’ redditizio dj del locale. A peggiorare il mio gia’ pessimo umore, lo stesso giorno, mi viene bruscamente comunicato che non avrei suonato sull’Arabella quest’estate. Normale avvicendamento, mi son detto fra me e me. ‘Porcodue’, ho detto fra me e mia moglie, ma in altri termini non spendibili in questo blog timorato di Dio. Siccome ci avevo fatto gia’ la bocca a suonare all’Arabella mi sono parecchio intristito, ma l’ho presa bene,  spaccando dei piatti e iniziando poi a portare avanti una campagna violenta di denigrazione nei confronti del suddetto bar-barcone. Le voci si spaccio di stupefacenti a bordo, per la cronaca, le ho messe in giro io.

Sabato scorso la festa di chiusura dell’Ekkentron dunque. Che avrebbe dovuto funzionare cosi’: tutti i dj si portano i dischi e poi ci si alterna. Tutti i dj eravamo:

1) il capo: cinquanrtenne detentore delle serate di venerdi e sabato, quelle facili. Come gia’ ebbi a scrivere si ritiene un intenditore sopraffino di musica. Potreste inquadrare meglio il tipo se vi menziono che la sua prima richiesta mentre ero a metter dischi la prima sera furono i Red Hot Chili Peppers e che mentre sabato entravo nel locale c’era lui ai cdj  e ha voluto deliziarci con Rootsie & Boopsie, di Papa Winnie. Quando si dice i gusti ricercatissimi, eh.

2) Evanghelos: cinquantenne detentore del mercoledi’ e domenica, calvo ma con due fluenti triangoli di ricci ai lati, e con un rivoltante orecchino pendente bianco. Per lui il capo ha una inspiegabile venerazione, essendo amici di vecchia data. A un certo punto della serata si e’ indispettito lamentandosi dello scarso minutaggio concessogli e il capo era li che lo consolava. Tenerissimi. Suona solo vecchi classici roccherolle, due palle cosi’.

3) Andreas: ventiseienne ex metallaro detentore del giovedi’. Eclettico, simpatico, ma pure lui abbastanza virato al passato musicale lontano che al presente anche non attualissimo.

4) Io, trentacinquenne giovanile detentore del martedi’. Che riesce a sentirsi facilmente l’eroe dell’avanguardia musicale locale, essendo stato l’unico a suonare tre pezzi datati 2007-2008. Per tutto il resto della pesantissima serata non si e’ ascoltato un pezzo -UNO –  anteriore al 1998.

5) Un avventore abituale e alcolizzato terminale, innalzato alle glorie della consolle per meriti extra musicali (trad. il benefattore ufficiale del bar) protagonista alla fin fine forse del miglior dj set dell’infausta notte, che svariava da certe polke strane ai Jackson 5 con una gioia dettata dal costante innalzamento del tasso alcolico.

Il lunedi’ non ho ancora capito chi suona, pero’ a dire del mio capo, qualcuno che riesce a  far bere piu’ gente di me, e tanto mi basta.

Per cominciare mia moglie, capita la seratina che l’aspettava, e’ fuggita dopo mezz’ora lasciandomi solo in mezzo a degli emeriti sconosciuti, poiche’ nessuno dei miei referenti del martedi’ (ovvero barman e cameriera) ha avuto la delicatezza di partecipare a questo evento. Io dovevo restare per motivi di immagine. Quindi mi sono seduto in compagnia di varie birre attendendo il mio turno di metter musica, cosi’ magari dopo mi toglievo dalle palle in fretta. Devo anche confessare che avendo smesso di metter dischi da quasi un mese, mi pizzicavano pure un po’ le mani dalla voglia di risalire in consolle, imbecille che non sono altro.

Insomma la serata si risolve con i tre non proprietari dj che si alternano per periodi che vanno dai 4 agli 8 pezzi e poi aspettano che si sfoghi il capo per ore abbondanti. Oh, il locale e’ il suo e fara’ pure come cazzo gli pare. Certo che stare li’ ad aspettare il proprio turno ascoltando musica datata e scontata non e’ proprio il massimo della vita, vi assicuro. Quindi la prevedibile svolta alcolica mi ha di nuovo salvato la vita. 

A un certo punto mi si fa incontro il capo, vedendomi assolutamente spaesato e intuendo il gorgo di birra e tristezza che mi stavano trascinando verso un abisso. Ricomincia a tessermi le sperticate lodi del dj dai capelli come Krusty il pagliaccio, Evaghelos, che proprio in quel momento ci sta ammorbando con musiche vetuste dalla plancia di comando, e mi dice "Ha una discografia fantastica, un tocco originale, sa quando mettere cosa, capisce il pubblico che ha davanti, e’ davvero eccezionale".

Ed a quel punto, proprio in quell’esatto istante, che per la gioia di grandi e piccini e’ partita "La Bamba".

Voglio una vita tranquila-la-la

May 22nd, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Chissa’ cosa ne dice Leonardo? Quello di noi insegnanti e’ un lavoro che fa rischiare la pelle. Altroche’ operai e muratori. I tassi di suicidio sono in aumento, si utilizzano spesso psicologi di supporto, sono frequenti nel corpo docente varie patologie psichiatriche. Per quanto mi riguarda rischiano piu’ di impazzire i miei studenti a imparare le nostre stracazzo di preposizioni. I miei dipendenti invece devono presentare delle patologie psichiatriche gravissime (come ad esempio parlare greco e vestirsi male) come requisiti, se no non li assumiamo. Se non sono gia’ matti non ce li vogliamo.

Invettiva contro certi dj

January 21st, 2008 | By benty in Senza categoria | 20 Comments »

Il dj e’ un essere abietto che, mentre tutti quelli che vanno in un bar o a una festa si divertono, bevono, o intortano le strafiche, lui se ne sta sulle sue, in un angolo buio a cambiar dischi di musica che in genere non e’ capace di  suonare e che nessuno sta comunque ascoltando. Voi non lo sapete, ma spesso e’ contento di questo onanismo esistenziale.

Il dj e’ un essere ignobile perche’, se si trova ad una festa come semplice invitato, molto spesso lo si vedra’ ronzare come un moscone attorno alla postazione del dj, lamentandosi della musica a bassa voce con tutti i partecipanti, sperando che il dj ufficiale muoia all’istante di colpo apoplettico, cosi’ da impossessarsi delle cuffie e salvare quella festa dallo sfacelo, trasformandola grazie alle sue indubitabili capacita’ di selezionatore in un sabba di affascinanti ninfomani alcolizzate, che conservano pero’ gusti musicali sopraffini, che poi sarebbero i suoi. All’uopo si trascina sempre dietro pesanti valigette colme di cd anche se deve andare a trovare la nonna moribonda in campagna, perche’, hai visto mai, magari ci scappa un festinaccio funebre all’ultimo momento, e ci vuole la musica giusta.

Il dj e’ un essere complessato che soffre perche’ – in genere – non lo capiscono, in quanto non balla mai nessuno. Oppure perche’ il gestore del locale lo vessa, e minaccia di farlo fuori, visto che la gente mette piede nel locale per fuggire a gambe levate appena ha intrasentito la prima nota. Oppure perche’ i clienti vanno a chiedergli di cambiare musica o di mettere questa o quella canzone, che in nessun caso c’entrano con la sua sacrosanta playlist. In genere, peraltro, il dj pretende che la gente balli i Mogwai, senno’ si offende e si chiede, "Ma che gli devo mettere a questi per farli ballare, la Bamba?". 

Il dj e’ un essere patetico che, forse  voi non lo sapete, ma mentre siete intenti a intortarvi la strafica minigonnata al bancone, che il terzo ginlemon ha ormai quasi piegato ai vostri voleri, lui si strugge a pensare se a questo punto sarebbe meglio buttarsi su un pop allegrotto pseudo svedese, o virare verso certo garage punk detroitiano, e se si, quale potrebbe essere il pezzo che rappresenta il giusto anello di congiunzione fra i due generi, sia mai che il passaggio venga fuori troppo brusco e arrechi disturbo a voi. Proprio a voi, che state per per allungare le mani verso la tipa, sicuri di non incontrare resistenze, e della musica non ve ne potrebbe fottere di meno. Figuriamoci alla tipa.

Il dj e’ un essere frustrato perche’  tutto il tempo che voi in gioventu’ avete passato a copulare allegramente, lui, il dj, se ne stava in cameretta a tormentarsi e sospirare, tentando di decifrare le parole di Zingales, di far proprio il verbo di SIB, a parlar male da solo del Mucchio (a cui era pero’ abbonato) o di Rumore (di cui pero’ non perdeva una copia). Per questo attorno a se’ ha fatto terra bruciata, non ha piu’ amici ne’ conoscenti. Ma ora le cose sono cambiate. Adesso mentre voi continuate a trombare gioiosamente, lui passa tutto il tempo a scaricare musica da internet, ma si sente molto meglio perche’ ci sono i blog e i forum, e quando, per esempio, parla male dei Baustelle, ci sono altri mentecatti che gli rispondono. Ora e’ piu’ felice, si direbbe. 

Il dj e’ un essere inferiore, cresciuto a memorizzare etichette, a pensare liasons fra canzoni e generi, a partorire la playlist perfetta da ballare, a scovare l’hit riempipista. Come se tutto cio’ avesse maggiore importanza che copulare (o come se cio’ lo avrebbe portato in un futuro non lontano a copulare esso stesso con le strafiche che invece siete voialtri ad intortarvi al bancone in questo momento).

Il dj e’ cresciuto male, vaschettando, spendendo fortune in cd e vinili, aggiornandosi, memorizzando artisti, testi, etichette, nomi di compilation, titoli di album, che sperava un giorno di poter suonare davanti a platee di fan in delirio. I quali lo ringraziavano, – alcuni troppo sensibili –  addirittura piangendo per la commozione, della selezione da lui intelligentemente operata, del gentile accostamento, della sensazionale scoperta, da vero pioniere. Il suo sogno da bambino era infatti imporsi alle masse come rivelatore del verbo ancora in possesso di pochi. Non poteva, o meglio non voleva prevedere che quelle stesse platee, peraltro mai foltissime, delle sue selezioni se ne sarebbero altamente sbattute i coglioni, nella maggior parte dei casi, in quanto giustamente  intente a intortare le strafiche al bancone.

Il dj e’ un essere insulso perche’ non vuole accettare il fatto che le sopra citate folle si sarebbero esaltate solo al momento in cui lo stesso, esausto dopo averle tentate tutte, avrebbe optato di nuovo per mettere la Bamba, che in termini musicali equivale alla resa incondizionata, facendovi cosi’ felici e scatenando orrendi trenini. Ovvero uno dei crimini della civilta’ moderna, di cui il dj e’ principale responsabile, ma di cui ipoocritamente si lamenta. Ma lui – si sappia –  intanto soffre, perche’ quella che e’ appena stato costretto a mettere non e’ la sua musica. E’ musica che avrebbe messo qualunque "altro" dj, che lui avrebbe odiato in altri locali, di cui poi avrebbe detto peste e corna nel suo blog. Perche’, ovviamente, il dj in questione non può non avere un blog, in cui parla della musica di merda che sente altrove e di che gran bella musica mette invece lui, ma (vedi punto due) purtroppo non lo capiscono. Mai.

Il dj e’ un essere violento, in particolare se vi avvicinate troppo alle sue valigette dei dischi a dare un’occhiata e osate pure storcere la bocca leggendo qualche titolo dei suoi cd. Lui e’ in genere un soggetto con gravi carenze di autostima, che vive di e per l’ approvazione altrui e per essa e’ disposto a uccidere. Quindi stateve accuort’.

Il dj e’ un essere infelice, che invece di curarsi dei clienti presenti nel locale e di farli divertire con le sue scelte musicali, quando mette pezzi che fanno ballare il gentile pubblico pensa tristemente "Chissa’ che direbbero i miei amici dj, se sentissero che passo questa robaccia". E sospira rassegnato.

Il dj e’ un essere malato che non si capacita del fatto che alla gente possa anche sfuggire che due pezzi, oggettivamente distanti per genere, siano in realta’ accomunati da sonorita’ simili, dall’uso di uno strumento particolare, dal ritornello fotocopia, dal fatto essere distribuiti dalla stessa etichetta o dal fatto che la cugina del bassista del primo gruppo se la fa col produttore del secondo. Al dj sfugge che a differenza di quello che avviene a lui, la gente possa avere anche un lavoro o una vita sociale. Si lagna dunque ancora una volta di essere un genio incompreso, e che nessuno ne capisca la cultura musicale dalle sottigliezze in questione.

Il dj e’ un essere odioso perche’ parte dal presupposto che di musica lui ne sa piu’ di chiunque altro,  e se a voi non piace, siete voi che non capite niente.  Se per caso osate argomentare, potreste notare come spesso volga gli occhi al cielo, cercando l’aiuto divino per non uccidervi seduta stante. Perche’ per lui le ipotesi sono queste tre:

  1. Siete degli incompetenti. In quel caso vi compatisce come un padre farebbe con dei figli minorati pisichici. Ipotesi uno: vorreste ascoltare ‘la canzone della pubblicita’ della fiat’, mentre lui passa i Modest Mouse. In quel caso vi odia, ma sa perdonarvi, perche’ non sapete ne’ quello che fate, ne’ quello che dite. Oppure avete il coraggio di dirgli che vi piacerebbe qualcosa di piu’ allegro. In quel caso vi e’ andata bene se il dj non vi ha mai risposto allungandovi una copia di un dvd di Mr Bean, con una pacca sulla spalla. Per dispetto vi costringera’ a sorbirvi Heroin del Velvet Underground in una interminabile versione live, e zitti.
  2. Siete degli ultracompetenti, ma di una nicchia che sfortunatamente non gode di alcuna considerazione da parte del dj, e guardacaso, nelle sue due borse contenenti circa 200 cd, uno per genere musicale mai concepito (addirittura si parla di dj che girano con delle compilation di balkan jazz) purtroppo non vi è traccia della selezione di grind-trash-death-growl-suicide-post-hard-core metal, che proprio volevate sentire. L’accusa del dj in quel caso sara’ che solo degli sciocchi potrebbero chiedere un genere simile, in un bar dove di sicuro non c’e’ gente disposta a farsi triturare i timpani da tale strazio. E lo fara’ ignorando scientemente quel gruppo di trenta persone perfettamente acchittate secondo i canoni estetici internazionali del grind-trash-death-growl-suicide-post-hard-core metal e che hanno sicuramente un voglia matta di ballare proprio quella sera dell’ottimo grind-trash-death-growl-suicide-post-hard-core metal di recente pubblicazione. Peccato.
  3. Siete ferratissimi sui generi e sulle band che lui adora. Pero’, c’e’ un pero’. Purtroppo avete osato mostrare una competenza superiore alla sua  e avete osato suggerirgli che forse "Dei Cure invece che la solita ‘Close to me’ sarebbe stato meglio passare, chesso’ io, ‘A forest’, nel remix di Digitalism". In quel caso il sentimento che il dj provera’ nei vostri confronti sara’ un distillato di livore  purissimo, che vi comunichera’ con un’occhiata complice, come a dire "Eh amico mio, magari potessi, come piacerebbe anche a me, ma vedi che questi oltre la Bamba non vanno. ‘Close to me’ e’ gia’ un miracolo se la riconoscono". Ovviamente in tal caso il dj vi odiera’ per non averci pensato lui per primo. E divertente anche solo provarci: preparatevi un pezzo da chiedere che il dj non conosce di un gruppo che conosce, o crede di conoscere bene e godetevi le sue scomposte reazioni. Sappiate anche che dal prossimo djset mettera’ sempre ‘A forest’ remixato da Digitalism, millantando che "Non se ne puo’ piu’ di sentire Close to me", che lui e’ un pezzo che prova a evangelizzare le masse proponendo idee nuove. Come se glielo avesse chiesto qualcuno, peraltro. E poi quei quattro alcolisti al bancone che si intortano le strafiche rappresenterebbero le masse?

Il dj e’ un essere arrogante perche’ sdegna tutti gli altri dj che ballicchiano esaltati mentre mettono musica che gli piace, ma poi  – quando suona lui – si beve quattro birre medie in un’ora e lo vedete in ginocchio a far finta di ballare il flamenco in mezzo alla pista su "Please don’t let me be misunderstood", che adesso si puo’ di nuovo suonare, sdoganata da quando Tarantino l’ha inclusa nella colonna sonora di Kill Bill, (fino a quando non interverra’ FdL, a dire che Tarantino ha rotto i coglioni, lui e le sue colonne sonore).

Il dj e’ un essere disdicevole, perche’ se mai trovasse un bar dove mettono musica che gli piace, dopo la terza volta che ci va e tenta di diventare amico del dj, e lo molesta con delle richieste assurde, puntualmente esaudite, alla quarta, mosso dall’invidia di non suonarci lui in un posto cosi’ figo, comincerebbe a parlarne malissimo. Dal frasario standard: "Certo che pero’ mettono sempre la stessa cazzo di musica", dimenticando temporaneamente che lui stesso ha una scaletta pressoche’ immutabile dal 92. Quando si venisse a trovare in un altro locale in cui la musica e’ ancora peggiore, inizierebbe la pronta rivalutazione del locale di cui sopra che intanto, grazie agli stronzi come lui, ha gia’ chiuso i battenti da un pezzo.

Il dj e’ un essere abominevole, perche’ in qualunque serata voi, suoi colleghi dj, vi troverete a suonare con successo davanti a un pubblico entusiasta, lui vi dira’, si , certo, bravo, ma vi ricordera’ anche che in quella serata del 1999 in cui la musica la metteva tal’altro dj, c’era, nello stesso locale, il doppio della gente che ballava il quadruplo di questa volta. Anche quella volta nel 1999 disse lo stesso a quel dj, cambiando il 1999 col 1998.

Il dj e’ un essere falso perche’ secondo lui i locali in cui suona nell’anno corrente sono sempre quelli fichissimi e di moda, fino a che ci suona, poi – quando lo cacciano – diventano dei posti di merda frequentati da gente assurda. E se sta per iniziare a suonare in qualche altro locale, immediatamente quello diventera’ il locale piu’ cool della citta’, e tutti gli altri dei posti di merda. E così via. Il dj in questione tende ad andare in cortocircuito quando torna a suonare dopo anni nello stesso locale che aveva a suo tempo smerdato pubblicamente.

Il dj e’ un essere ipocrita perche’ dice che

  • "E’ solo un hobby, mica lo faccio per soldi, e’ per passione", ma se poi non lo pagano adeguatamente corre a lamentarsi (magari sul solito blog per farsi compatire da altri scioperati come lui) .
  • "Passo solo musica che mi piace davvero" ma se vede che nessuno lo apprezza e’ lesto a prostituirsi e passare le cazzate piu’ grottesche, purche’ qualcuno muova il culo.
  • "Dai gestori del locale ho preteso carta bianca per suonare ". Agli stessi proprietari pero’ non disdegna di chiedere che genere preferisce la clientela e qual e’ il pezzo preferito dal capo, dal barista e dalla cameriera. Tutti brani che diveranno pilastri immancabili delle sue playlist.
  • alla sua ragazza (nei rari casi in cui ne abbia una)  "No cara, davvero, non importa se non vieni stasera", ma poi lo vedrete per le settimane seguenti con un muso lungo un chilometro se lei non ci va. E se un giorno poi lei decidera’ di andare ad ascoltarlo mettere i dischi, dopo continue pressioni, minacce e ritorsioni, e la malcapitata si trovera’ davanti al solito locale vuoto, lui sara’ pronto a giustificarsi "Guarda, fino a dieci minuti fa era strapieno di gente che ballava sui tavoli, mi sa che sei tu che porti sfiga". A quel punto la santa donna dovrebbe ricorrere alle cure di uno specialista in disordini della personalita’.

Il dj e’ un essere depresso, che solo a tratti si riprende, se qualcuno gli fa dei complimenti per la bella musica e senza chiedere di ascoltare altri pezzi. E anche in quel caso inizierà a soffririre poco dopo, perche’ essere apprezzato da troppa gente significa per lui solo essersi abbassato al genere piu’ commerciale, anche se in tutta la serata non ha fatto altro che mettere b-sides dei Gorky Zygotic Mincy.

Salve, mi chiamo Benty e faccio il dj.