Posts Tagged ‘professionismi’

Capisci che il tempo passa

December 29th, 2007 | By benty in Senza categoria | 11 Comments »

Quando tua sorella, quella piccola compie trent’anni (auguri), tua nipote che era nata l’altro ieri ne ha già dieci. Non capisci che succede visto che tu di anni continui ad averne venticinque. Da 10 anni.

Quando il blog che avevi appena aperto passa i 100.000 contatti (fonte shinystat) e si avvia verso i 5 anni di età. E ancora ci sono persone che non arrivano qui cercando "pompini greci", ma proprio per leggere e farsi una cultura. Sui pompini greci.

Quando sotto Natale comincia a piacerti addiritura la tombola. Dev’essere stato perchè ho fatto ambo e terno, per un jackpot di sei euo e quaranta centesimi. Poi ho perso i soliti cinquanta euro.

Quando una tua ex, sempre presa in giro per il suo pesante accento del basso maceratese, ti parla con una forzatissima, fastidiosissima cadenza comasca: si è trasferita nel nord anni fa, ma è come se io parlassi con cadenza greca. Ti dice che forse per capodanno farà una cosa tranqui, forse Sharm, ti racconta delle sue amiche napoletane schizzatissime conosciute a Zanzibar, del fatto che sta in Cina 7 su 12 (ancora non ho capito che vuol dire). Ed è pure invecchiata malissimo.

Quando ti rendi conto che sono due anni che non metti i dischi al paesello ed è la prima volta in un locale pubblico e a fine serata oltre ai complimenti al "bravissimo dj" per "la bellissima musica" ti attiri anche le critiche di "commercialità" da due dj alle prime armi, che l’anno scorso eri al loro djset in quello stesso posto e mettevano musica fichissima col computer ma ogni tanto gli saltava tutto l’impianto e non ballava nesuno. In effetti in quel momento della serata m’ero abbastanza sbragato ormai in fase alcolico revivalistica. Ma credo di essere stato il primo a suonare gli Shins e i Les Fauves a Fabriano. L’anno prossimo proviamo pure coi Pavement.

Quando gli amici a cui l’anno scorso hai fatto da balia a capodanno, che s’erano ubriacati troppo presto, adesso maneggiano con poca e finta disinvolutra esseri umani che hanno meno di un mese. E non li hanno rubati, sono proprio loro che hanno procreato. O nei casi peggiori sono diventati i tuoi procacciatori d’ingaggi locali.

Quando per domenica è previsto il pranzo dalla futura suocera con parentado annesso e la cosa ti non ti intimorisce, nè ti preoccuopa per niente. Anzi, ti rallegra proprio.

Poi si parla di capodanno, Kape ha già stabilito minuziosamente il tour di bar da visitare in devota sucessione per aperitivizzarsi pesantemente prima del cenone. Del dopocena non abbiamo idea, nessuno dei tanti, di cosa succederà esattamente, dove e perchè. E allora capisci che per quanto il tempo passi, e certe situazioni cambino, si evolvano più o meno naturalmente, e si cresca e si invecchi, certe cose non cambieranno mai. Anche quest’anno abbiamo infatti deciso che ci ubriacheremo solennemente. Buon 2008.

L’ho fatto con il Paint di Windows

December 27th, 2007 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Hang the dj

December 12th, 2007 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Avrai tempo per ringraziarmi ragazzo. Ne riparliamo martedì sera, non ti preoccupare, poi mi dirai com’è andata.

Fase uno, lei con vistoso "staccodicoscia" arriva mentre passo i Pixies, i National, gli A classical education, e ti guarda incerta, (melofacciononmelofaccio?), tu fai il bartender spiritoso, balli dietro il bancone, offri caricatori di sfinnakia, che tanto il capo non c’è, e sei tu "lu re".

Fase due, siamo rimasti in meno di una decina, ci penso io a risparmiarvi i preliminari, vi accarezzo con robetta vellutata della Stax, vi uccido con Dusty Springfield, Son of a preacher man, l’unica che – potrei giurarci – riconoscete, causa successo commerciale tarantiniano. Te l’ho ammorbidita fratello, questo può valere quelle birre in più, che quando il capo – a differenza di oggi – c’è, arrivano con frequenza molto meno che dimezzata. Memento.

Fase tre, rimaniamo sempre meno numerosi, le luci spente, pure le insegne fuori, siamo i padroni assoluti del locale. A me già mi hanno pure pagato, quindi potrei prendere le mie belle valigette, dare una spazzolata alla consolle, che il capo ci tiene a queste cazzate, e andarmene a mangiare una sfogliatina al formaggio prima di prendere un taxi e snocciolare automaticamente la destinazione, dall’altro capo della città. E invece no. Ancora due o tre pezzi, dai.

La cameriera mia fa, ma tu domani mattina non lavori?

No

Ma non ci hai nessuno che ti aspetta a casa?

Si, che c’entra.

Ma non si interrompe un’emozione, dovresti capirlo. Adesso siamo qui, tu spettatrice infastidita, io dj complice, il bartender che si sta giocando le ultime cartucce, e lei che sta per crollare alle avances. Sarebbe criminale non vedere come va a finire. Anzi. Come la mandiamo a finire. Scommetto che se adesso mettessi, che ne so, un pezzo dei Raveonettes, magari come dire, la magia del momento un po’ ne risentirebbe. Lei pagherebbe e se ne andrebbe seccata. Il bartender resterebbe a boccasciutta. E addio birre per il dj del martedì.

Invece il dj, questo dj, vi accudisce complice. Magari vi banalizza, ma intanto vi suona quello che volete, anche se non lo chiedete, anche se non sapete nemmeno di volere roba così fine. Something in the way she moves, e Gerorge Harrison le ha praticamente sfilato il maglioncino viola al posto tuo, fraterno bartender. A buon rendere. The Needle and the damage done, e Neil Young è sceso dal Canada a Salonicco e l’ha liberata dalla gonna, leggero come un soffio di vento, senza farsene accorgere. I hope there’s someone, ed è Anthony in persona che le slaccia il reggiseno e scompare. Adesso è tua, sipario, applausi.

(come non ti basta? E che devo chiamare pure qualcuno a metterti il preservativo testadiminchia?)

Kostantinos

November 30th, 2007 | By benty in Senza categoria | 5 Comments »

Di Kostantino avevo già parlato. Viene da Mitilene, un’isola greca, è un fanatico di sport molto fichi, windsurf, basket, mountain biking, ci ha un fisico atletico, un capello riccio e uno sguardo da furbetto, un sorriso maliardo, i tatuaggi tribali al posto giusto. Tutti elementi che lo proiettano di diritto nella categoria dei pesi massimi fra gli schiantapassere locali. Insomma un ficaccione che ha fatto sbav.. innamorare metà delle studentesse e del corpo insegnante della mia scuola (sono accerchiato da donne, non so cosa farci). Alcune studentesse mi hanno pregato di lasciarle fare lezione insieme a lui, promettendomi soldi in cambio. Ma io sono incorruttibile, se non in caso di favori sessuali, e quindi non ho ceduto. Kostantino adora l’Italia e l’italiano in maniera compulsiva e quasi aprioristica. Cioè adora qualunque cosa venga dall’Italia, purche’ venga dall’Italia. Per farmi capire quanto apprezza le mie lezioni basti dire che ha continuato a seguirle anche poco dopo che suo padre era morto. Inoltre mi ha portato pure due altre studentesse amiche sue, costringendole praticamente a iscriversi. Io intanto mi sto incaricando spiegargli che ci sono anche (parecchie) cose pessime che vengono dal Belpaese. Tipo Mastella. Come è successo tutto ciò? Perchè un greco può essere così innamorato dell’Italia?

Sua madre, suo padre e suo fratello si sono tutti laureati in Italia. Compra dvd italiani. Ascolta musica italiana. Beve espresso italiano. Preferisce mangiare italiano. Capisce la differenza fra la pizza italiana e quella del resto del mondo. Crede fermamente che le donne italiane abbiano piu’ stile e siano le piu’ belle del mondo. E’ sicuro che gli uomini italiani siano i piu’ eleganti, nonostante faccia lezione col sottoscritto. In particolare adora le lezioni in cui gli spiego l’etimologia di parole come vaffanculo (mi pagano 20 euro all’ora per questo e voi avete ancora dubbi sul fatto che io sia un genio?), o superdotato. Non è colpa mia se la parola superdotato si trova nel capitolo che riguarda i superlativi assoluti, il mio dovere è illuminare le menti dei giovani studenti.

Allora l’altro giorno siamo arrivati al capitolo del libro che utilizziamo per l’orale che parla di amicizia e amore. E insomma la lezione si trasforma in una confessione fra due vecchi amici, ci mancavano solo le birre e una ballata ammeregana strappalacrime di sottofondo. Il passaggio dalla grammatica ai sentimenti è stato graduale e stupefacente nella sua semplicità. Il libro prevedeva la domanda "Adesso sei innamorato?" e io ligio al dovere professionale l’ho girata allo studente, che mi ha detto "Credo di non sapere come si faccia a essere innamorati, mi sa che lo sono stato una volta, e non lo sarò più. Adesso non ci penso, credo sia più giusto divertirsi e stare bene"

Avviso per le giovani pulzelle bolognesi o ivi residenti. Kostantino dovrebbe arrivare in primavera. Preparatevi.

disclaimer: per incontrare il manzo greco si accettano prenotazioni

It’s tuesday i’m in love

October 25th, 2007 | By benty in Senza categoria | 5 Comments »

Manco il tempo di scrivere che ero disoccupato come dj e subito ti arriva l’ingaggio. Se passate da Salonicco, ogni martedi’ sera That’s greek to me si sposta all’Ekkentron, bar in centro, vicinissimo alla Torre Bianca, simbolo della citta’. Roccherolle !

Teacher, leave the kids alone

October 23rd, 2007 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

benty E adesso ragazzi facciamo un po’ di orale, parliamo, anzi parlate voi, così ci rilassiamo un po’, che abbiamo fatto anche troppi esercizi per oggi, va bene? Allora, Maria, comincia tu, parlami della tua famiglia

Maria: Ero sposata, ma mio marito è morto tre anni fa e adesso sono sola al mondo …

benty Va bene Maria, ok, andiamo avanti, adesso vediamo, Despina, cosa hai fatto nello scorso fine settimana ?

Despina: Sabato sono andata ad Atene, domenica mi sono lasciata col fidanzato con cui stavo da 5 anni e da allora cerco inutilmente di stare meglio …

benty Va bene, perfetto, basta così per oggi con l’orale, allora, a pagina 5 fate l’esercizio scritto sulle preposizioni articolate.

Beatriz, ovvero l’epopea del manager zen e delle assunzioni

October 19th, 2007 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

Primo colloquio di lavoro Lunedi’

Si presenta cosi: piccola cerbiattina, indifesa, poverina, erasmus di appena 21 anni, innamorata di un greco, tenera, lei, dolce, puccipuccipucci. Parla discretamente il greco. Le offro un posto da insegnante, per quattro giorni alla settimana. Lei accetta felice, arrossisce per la gratitudine, oh piccolo virgulto, oh giovincella di Castilla, oh mia nuova insegnante del cuore, io credo in te.

Secondo incontro, per la firma del contratto, Mercoledi’

Arriva piu’ spavalda. Ci fa presente che ha sottoscritto un contratto anche con un’altra scuola di lingue, nostra acerrima concorrente, e proprio negli stessi giorni che aveva promesso di lavorare da noi. Sbianco e rischio l’infarto. Mi riprendo e le dico con tatto "Mandali a farsi fottere, che noi ti diamo piu’ lezione da fare a settimana, quindi guadagni di piu’". Lei dice, sperduta "Ah, si, certo, qui preferirei lavorare davvero, scusa ma mi sono sbagliata, e’ che non avevo capito i giorni in cui avrei lavorato. Sai, dev’essere colpa del mio greco". Io che sono comprensivo le dico "Non ti preoccupare".

Venerdi’

Mi si presenta alle otto e trenta, il venerdi’ prima dell’inizio delle lezioni, la poverapiccolacucciolaindifesapuccipuccipucci,  a orari ormai decisi, con me esausto ma soddisfatto dell’immane lavoro di cucitura, diplomazia, convincimento, necessario per realizzare una tabella delle lezioni che soddisfi tutti, clienti paganti e insegnanti. Viene accompagnata da un pirla greco che ne fa le veci. Lei ha gli occhi rossi perche’ – ci dice l’accompagnatore – e’ tutto il giorno che piange, sta tantotantotanto male. Che problema ti turba, o piccola candida giovane Beatriz? Ah, sapeste cosa mi accadde. Per interrompere il contratto l’altra scuola minaccia di far valere una orrenda penale da seicento euro. Stavolta la sperduta povera Beatriz dice rivolgendosi a me "Sei tu che hai sbagliato a dirmi i giorni in cui avrei avuto lezione". Mi perplimo, che non mi pare mica piu’ tanto piccola e indifesa. Intanto l’accompagnatore si spertica in mie lodi tanto esagerate quanto assurde, essendo la prima volta che lo vedo, dice che ha tanto sentito palrare bene di me. Temo si inginocchi a mi cominci una fellatio seduta stante. Ma come accennavo ormai e’ venerdi’ sera, tutto e’ irremovibilmente deciso e lunedi’ cominciano le lezioni. Ho bisogno di questa stronzetta, purtroppo, nonostante mi stia gia’ passando per la testa di stendere a testate sul naso l’accompagnatore adulatore, come nella celebre scena di High Fidelity, al Championship Vinyl con Tim Robbins massacrato da Cusak & co. Non ho scelta. Mi offro al sacrificio "Vabbe’ diciamo che c’e’ stata una incomprensione. Paghiamo la penale a meta’  e non se ne parla piu’ ", e lei la piccola iberica dal cor gentile a me si rivolse con codenste soavi parole "No, mira, hai sbagliato tu, e’ colpa tua, io non la pago la meta’". Che immagino sia un ottima frase da spendere col proprio capo, prima ancora di essere assunta. Bestemmiando dentro decido che allora va be’ la paghero’ io la stracazzo di penale, vaffanculo pure a te, piccolo cerbiatto idiota, basta che si cominci con le lezioni.

Lunedi’

L’avvocato telefona all’altra scuola per tentare di raggiungere un accordo. La proprietaria sbraita che "No, non cedero’ mai, me ne fotto dei soldi della clausola penale, se quella non si presenta giovedi’ a lezione la trascino in tribunale, potete contarci, gli faccio restituire tutti i soldi che perdo dalle iscrizioni e pure il danno d’immagine". Impallidisco e bestemmio al contempo. Riesco trovare alle 22.30 un nuovo professore per le lezioni del martedi’ e giovedi’. Enrique, portoghese che parla uno spagnolo perfetto, ma essendo appena arrivato in Grecia non parla affatto la lingua locale, dunque non posso dargli le prime classi. Si presenta e contestualmente alla stretta di mano lo assumo, prima che me lo fotta qualche concorrente, pesno. Beatriz restera’ da noi per i giorni che puo’, ovvero lunedi e mercoledi’. Per il resto mi tocca rivoluzionare l’intero programma delle lezioni. Le madonne vengono giu’ a catini. Pero’ alla fine, vaffanculo, siamo a posto, anche se con piu’ prof essoridi quelli che speravo. La piccola Beatriz viene confortata da sottoscritto, che le conferma le ore gia’ decise, e le dice, ti daro’ anche altre ore di lezioni private, non ti preoccupare, tutto andra’ bene. Lei si scioglie in un pianto commossissimo, poco ci manca che ci abbracciamo come padre e figlia e scorrano i titoli di coda.

Martedi’

Mi chiama la dolce piccola tenera insegnante de la Mancha tutta allegra e mi dice "Ma lo sai che passo’? Ho parlato con quelli dell’altra scuola e alla fine mi fanno rescindere il contratto senza penale ne’ tribunale?". Bestemmio, in spagnolo perche’ m’intenda. Poi aggiungo "Oh che bello, magari a saperlo prima. Adesso pero’ per quei giorni ho un altro professore. Quindi stammi bene." Clic.

Mercoledi’

Arriva Enrique, quello nuovo, io sono raggiante, prima di cominciare la sua lezione mi fa che "Guarda, ho saputo stamattina che a causa di problemi personali dovro’ tornare in Spagna a fine novembre". Levo gli occhi al cielo, tiro giu’ quelle quindici madonne in trenta secondi senza farmi accorgere, torno a respirare, mi ricompongo e dico sorridendo sereno "Va bene, non c’e’ problema, ti ringrazio della franchezza. Pero’ ovviamente non ti assumo piu’ , ate’ ja’".

Contestualmente telefono disperato a Beatriz "Mia cara, scusa per la scortesia di oggi, ma sai, avevo clienti e davvero non avrei potuto trattenermi oltre a cianciare amabilmente con te. Que tal? Todo bien? Tortilla? Ahah. Fiesta? Corrida? No, ti volevo dire, sono molto contento che non andrai a lavorare da quei cattivoni, e all’uopo volevo offrirti, a riprova della mia sconfinata fiducia per il tuo retto operato, di venire a lavorare per me in quei giorni. Che ne dici? L’altro prof? Quale altro prof? Ah, L’ALTRO prof! EH non so, boh. Gia’ che ci siamo, che ne diresti di mostrarmi un po’ di riconoscenza accettando di fare per me delle lezioni private il venerdi’, che siamo scoperti? Ah non lavori proprio il venerdi’? Ma se te lo chiedo come favore? No eh?! No vabe’, grazie tante, buon fine settimana querida. Adios"

Anno scolastico 2007-2008, l’inizio

October 19th, 2007 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Finisce domattina, con una lezione privata alle 11 (diovistrafulmini, voi e la vostra inestinguibile sete di conoscenza di lingue straniere!) la prima estenuante settimana ufficiale dell’anno accademico 2007-2008 presso la mia scuola, ufficialmente il terzo. E se vogliamo, almeno per un po’, va in letargo un personale incubo che da mesi aleggiava inquietante. Ora passo al plurale majestatis. Intanto non è che ci fossimo proprio grattati le palle tutto questo tempo. Abbiamo rasentato la bancarotta a più riprese, abbiamo vissuto di stenti, espedienti, ricatti e sotterfugi, abbiamo contratto debiti, siamo abilmente sfuggiti ai creditori, abbiamo pianto miseria, abbiamo riflettuto a lungo pure se era il caso di chiudere baracca e burattini e fare un mesto ritorno presso le lande natie a cercarci quello che mia madre si ostina a definire, forse non a torto, un lavoro serio. Eravamo a un passo, davvero.

Poi invece alla fine no. Nei film sarebbe stato il momento in cui parte la usica della riscossa e i protagonisti si tirano su le maniche e cominciano la risalita sociale, o nel caso di Rocky, gli allenamenti. Abbiamo trovato dei nuovi locali, grandi come gli altri ma che ci costavano la metà, e tosto ci siamo trasferiti, abbiamo fatto pubblicità, abbiamo praticamente regalato ore di lezione per tutta l’estate, abbiamo sedotto futuri clienti, abbiamo litigato coi fornitori, abbiamo sottopagato e spremuto come dei limoni i dipendenti (col loro beneplacito, sia chiaro), e alla fine insomma, si potrebbe azzardare che le iscrizioni quest’anno non sono andate affatto male. Abbiamo rinnovato per un buon 70% pure il corpo insegnante, alcuni libri, gli orari delle lezioni e insomma si respira un’aria nuova e si comincia a intravvedere la possibilita’ di pagare dei debiti, che per ora e’ l’orizzonte economico piu’ roseo immaginabile.

Vado tosto a descrivervi parte della fauna umana della mia scuola

Il corpo insegnante

Confermata Celia, la rastafari bionda de Madrid, sempre piu’ freakkettona e sempre piu’ l’asse portante della scuola. Si sobbarca un monte ore insostenibile per qualunque altro essere umano – tranne me – ma alla fine si porta a casa uno stipendio mensile che il suo datore di lavoro – nella fattispecie io – non riuscirebbe a ottenere manco fra 10 anni. Dietro la sua tenuta ci devono essere sostanze stupefacenti, per forza.

Confermata Lambrini’, la segretaria giunonica, sempre scazzata, sempre che pare si sia alzata col piede sbagliato, che maltratta gli studenti, e mi fa perdere clienti. Ci ha pure un tocco vagamente dark. Non potevo privarmi di un pezzo da novanta del genere, figuriamoci.

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Fra gli insegnanti di italiano ecco a voi la mia fidanzata. I soliti raccomandati, direte voi. La poverina deve lottare con le maldicenze insistenti di chi la vuole assunta solo perche’ e’ la donna del capo, e se non la dai non fai carriera, e chissa’ sotto quelle scrivanie che movimenti etc. etc. In realta’ la sua assunzione si basa esclusivamente sull’invidiabile curriculum (non aver mai insegnato sembra essere diventato una condicio sine qua non per lavorare da me), e sulla cieca fiducia nel suo metodo di insegnamento. Si, inoltre se non l’assumevo non me l’avrebbe data chissa’ per quanto, quindi era una scelta giusta a prescindere.

Fra quelli nuovi di spagnolo c’e’ Alberto. Vestito costantemente come uno dei Pavement, e’ timido, insicuro, goffo, balbetta, arriva al colloquio di lavoro sudando come una fontana, non se la cava molto col greco. E’ l’uomo per noi, decido immediatamente, aggiunge un tocco di sfiga slacker alla scuola.

E poi c’e’ Beatriz: la sua travagliatissima assunzione merita un intero post, il prossimo .

Ekkentron night

October 5th, 2007 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

L’Ekkentron e’ un bar che sta proprio appiccicato al Flou, di cui gia’ dissi. Ci ho suonato mercoledi’, per la prima volta, e pure qui ero in prova. Potrei ammorbarvi con le mie intime sensazioni da "dj esordiente in prova", a 34 anni suonati e girando dischi a vario titolo da quando ne avevo 18. Ma il mio buon cuore mi consiglia di risparmiarvi. Il capo Theodoros, e’ pure dj del venerdi’ e sabato. Giorni che non mollerebbe a nessuno, per nessuna ragione al mondo. Parliamo di un padre di famiglia, ci ha un figlio al liceo, avra’ a confessarmi a fine serata. Uno che lascia ben sperare sulle possibilita’ di un invecchiamento dignitoso e rockerolle. L’inizio del noistro rapporto di lavoro non e’ dei migliori, mi dice che mi avrebbe chiamato, e poi non lo fa perche’ gli avevo accennato a delle possibili difficolta’ con l’orario, a causa delle lezioni (l’insegnante, la mia attivita’ di copertura, qualcuno sostiene). Questo la settimana scorsa. Quando vado a chiedere chiarimenti decide infine di darmi una possibilita’.

La serata comincia nel completo gelo artico. Non parlo di temperatura, che qui siamo ancora a 28 gradi e ieri ho mangiato pesce in riva al mare in maniche corte (tie’). Ma l’atmosfera e’ surgelata. Il capo quando arrivo a stento mi saluta e non si scomoda nemmeno a indicarmi il funzionamento dell’impianto (non che ce ne fosse bisogno, ma cosi’ usa), resta inchiodato al suo sgabello al bar, a bere birre scure e arrotolare sigarette. L’unica cosa che mi dice e’ : "Considera che qui e’ una birreria". Significa in altre parole ‘scordati le fighetterie froce da pop, indiepop, electropop  e dagli giu’ con chitarroni e cori da stadio’. Deglutisco, e spero non abbia intravisto la mia ricca selezione di bossanova.

Non si degnano di offrirmi manco un caffe’. Pure quello e’ in genere una tradizione a inizio serata, in tutti gli altri bar. Non mi presentano nemmeno barman e cameriera, che dopo un’ora decidera’ di venire  a presentarsi autonomamente. Devo tutte le volte allontanarmi dalla consolle per andare io a chiedere per cortesia si puo’ avere dell’acqua, e quelli manco fanno la mossa di offrire, chesso’ io, una birra. Infami, penso.

Piano piano arriva gente, nulla di che, ma in confronto allo Yardtrip il martedi’ una folla immane, fra cui anche un paio di gruppetti di amici miei. Metto i miei soliti pezzi, il volume e’ bello sostenuto e qui, finalmente nessuno viene a rompere il cazzo, che hanno fatto un sacrosanto lavoro di isolamento acustico. Dopo un paio d’ore esigo la prima birra (che mi era stata proposta di striscio al terzo bicchiere d’acqua), passo dall’ indirocche al britiscpoppe, dal punk al post punk (mi mancano cinquanta pagine per finire il tomo di Reynolds!) alla No wave al sailcazzo, quando finalmente un gruppetto di tre strappone inizia ad accusare i fumi dell’alcol e attacca a ballare e cantare, dal bancone. Io a questo punto decido saggiamente di evitare le robe piu’ sconosciute (che qui e’ un esordio non si puo’ giocare di fino) e metto pure a segno la ruffinanata (pezzo di rock greco anni 80 fotocopia di "Damaged goods" dei Gang of 4) che sancisce la mia consacrazione.

Mo balla pure lacameriera, le tre alcoliste fanno la spola a chiedere pezzi ma nemmeno si accorgono che metto altre cose, tanto si esaltano scompostamente su tutto, salgono sugli sgabelli, urlano i loro anthem sguaiate. Arrivano praticamente gli applausi a scena aperta credo su Strychnine dei Sonics, o era You Really Got me dei Kinks. Adesso le birre vengono offerte direttamente da clienti e mi si accumulano, oppure vengono portate dalla cameriera senza che le avessi manco richieste, girano shottini, tutti battono il piedino, cantano il ritornello o ondeggiano.

Sarebbe un trionfo, ma il capo resta immobile, nemmeno si gira a dire ok, che ne so, bel pezzo, mentre tutto attorno e’ festa, e mentre mi manda la sua benedizione pure il barman, che fin li’ non mi aveva rivolto parola. Dentro di me penso "Vabbe’, evidentemente non avrebbe funzionato a prescindere". E invece a fine serata mi si avvicina il vecchio capellone, stempiato ma col codino, mi dice "All’inizio mi hai quasi messo paura, pensvo che avresti continuato a suonare quelle cose mosce per tutta la sera (erano Shins, Decemberists, CYHSY, Beta Band e Brazzaville) poi invece  mi sei piaciuto un sacco, si vede che ne sai di musica (l’espressione in greco sarebbe morfomenos, significa sei istruito) mi e’ piaciuto come sai cogliere l’umore della gente, come colleghi i pezzi, si vede che di esperienza ce ne hai, che hai suonato in altri bar, che sai tenere la tensione alta e hai capito la filosofia musicale di questo bar. Ho altri due ragazzi in prova nelle prossime settimane, ma finora nessuno ha avuto il successo che hai avuto tu qua dentro. Credo proprio che il martedi’ sara’ tuo".

Il suo tono era sinceramente quello di chi ti sta promettendo un posto di lavoro ambitissimo e di gran prestigio, e non da 35 euro a serata. Pero’ mi sa che era la prima volta che mi facevano i complimenti come dj in modo cosi’ analitico e argomentato e devo dire che m’ha pure fatto piacere. Ora attendiamo speranzosi la legnata sui denti, che minimo minimo uno dei due giovani dj in prova e’ Fatboy Slim.

Yardtrip night

October 5th, 2007 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Yardtrip night

Esordio tagliagambe martedi scorso allo Yardtrip, medriocre bar del centro (zona Torre Bianca, nei tre quattro vicoli che ci sono proprio li’ di fronte, dove si trovano tutti i rock-bar). Il gioviale Kostas, padrone del posto, mi chiama per una serata di prova. Mi dice "Quello che voglio da te sono canzoni allegre, che la gente balli e siu diverta". Maledico me stesso per aver lasciato a casa il discosamba, e comincio la stagione dj-istica 2007-2008. Si presentano in tutta la serata (dalle 21.30 alle 4.00) un totale di 6 (sei) persone, fra cui

  • 2 obesi cinquantenni, che uscendo addirittura ringraziano il valoroso dj
  • una cliente del Kika che esige (ed ottiene) immediatamente un qualunque pezzo dei Cramps
  • due squinziette amiche del barman-ficaccione, una delle quali mi viene a chiedere chi e’ che cantava quel pezzo (Paint it black) e poi quell’altro (Antoher little piece of my heart) che dice l’aveva sentito alla tv. Beata incoscienza, mi limito a rispondere sorridendo, senza sputare.

Riguardo al personale consta di una cameriera depressa, Alexandra, che tenta di diventare una fotografa e un barman ficaccione, Socratis (magia dei nomi greci), pure simpaticaccio che si limita a chiedermi di passare James e Placebo. Il Capo, che avrebbe dovuto esaminarmi, latita tutta la sera. Fra un disco e una birra riesco pure a formulare il quasi haiku , qua sotto. Ci lasciamo con la promessa che mi avrebbe richiamato. Stranamente mi ha davvero richiamato, per stasera. Vedremo.