Posts Tagged ‘entusiasmi’

Meravigliosi quadretti familiari II

May 26th, 2009 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

AH ! L’antica arte del karaoke mattutino ! Si prenda Winterlong dei Pixies, si stampi il testo, si scarichi la canzone in formato mp3, la si introduca nel lettore con cuffiette auricolari. Si salga in macchina con la consorte, addetta alla gestione del lettore e alla manipolazione dei testi e ci si ponga alla guida di un automezzo con targa italiana in terra straniera. Non resta che divincolarsi nel traffico di una citta’ di un miilione e mezzo di abitanti dando un’occhiata ai testi e rischiando ripetutamente di schiantarsi. Cimentatevi ora in cori a due voci di cui voi, elemento virile e villoso della coppia, effettuerete dei virtuosi falsetti. Un duetto alla Ike & Tina, o se preferite alla Al & Romina, dove voi, quello con la barba, fate la parte di Romina.

Zen Circus al Thermos 12.04.2009

April 13th, 2009 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Il Thermos è un benemerito circolo arci ad Ancona, vicino piazza Pertini dove quasi ogni volta che torno in Italia riesco a trovare concerti che mi fanno stare bene e sempre a due soldi. Ci ho visto i Massimo Volume e gli Offlaga, per dirne solo due, roba che mi ha segnato. Peccato che abbiano introdotto la novità del buttafuori. Ieri sera finalmente, dopo una decina d’anni di ascolti più o meno, è proprio al Thermos che riesco a incrociare il cammino del terzetto pisano Zen Circus. Il primo ascolto loro che mi ricordo è roba da preistoria di internet, lo scaricai (legalmente!) da Vitaminic ed era un po’ il loro manifesto d’intenti la slackerissima Folk Punk Rockers.

Domanda: perchè a te ti piaccioo gli Zen Circus? Risposta, perchè mischiano una sacco di cose che amo e ho amato, perchè lo fanno con stile e personalità. Cioè tu mi versi 4 decimi di Violent Femmes, 1 decimo di Pavement, uno di Jon Spencer due decimi di Rino Gaetano, tabasco hillibilly, piglio punk a manetta, un po’ di Mano Negra, amaro sarcasmo toscano e voilà. Ci hai in mano praticamente una molotov già accesa, buttala sul palco e prende fuoco tutto. Un’ora scarsa (purtroppo) di purissimo divertimento rocckerolle, melodie mandate già a memoria come inni, cazzeggio furore indolenza sudore e rumore, dediche a Pasolini e andate tutti affanculo con finale straniato. Decisamente uno dei migliori atti live in Italia, ruspanti, genuini, contagiosi, bene bravi bis. No, il bis non l’hanno concesso, che alla fine dell’ultima canzone se n’erano già andati tutti fuori a fumare. Se potete, dove potete, accattatevilli. Per il resto vi lascio alle loro parole, e provatevi a non essere d’accordo.

Come Zen Circus abbiamo giocato con l’Italiano in varie occasioni, ma solo con l’ultimo “Villa Inferno” abbiamo messo a fuoco quella che era l’idea di partenza di questo nuovo progetto: Come un cerchio, i musicisti americani che ci avevano influenzato da appena nati e che ci avevano anche perseguitato negli anni a seguire, sono arrivati fra le nostre braccia come attratti da una calamita.
Hanno collaborato, ci hanno dato consigli, si sono affezionati ed emozionati ed hanno chiuso questo cerchio con il disco che volevamo fare con dentro quelli che ci hanno fatto iniziare. Punto e a capo.

Ma non ci basta, anzi lo consideriamo solo un punto di partenza. Forti di un motore diesel che mai ha conosciuto la parola hype ma solo i faccia a faccia dei mille concerti fatti in ogni remoto angolo di questo paese meraviglioso, ci prendiamo la libertà di mandare l’Italia di oggi, i suoi rituali borghesi, le sue liturgie, le sue maschere liberiste a quel paese. Andate Tutti Affanculo.

E’ il nostro gioco serio, l’urlo più naturale che c’è quando ci si trova accerchiati e non si riconosce più chi è amico e chi nemico. Quando tutti pretendono rispetto, mancandolo puntualmente.

Quindi certo, affanculo la classe politica e quindi anche le mafie, affanculo le religioni tutte, affanculo quelle bestie dei leghisti, affanculo i suv, affanculo la maleducazione borghesotta, affanculo l’educazione proto-cattolica, affanculo la televisione, affanculo Laura Pausini e tutti i mediocri di successo pari lei, affanculo i paraculi e la classe dirigente tutta…ok…

…ma noi non siamo certo Beppe Grillo, non è questo che ci interessa, o almeno non solo.

Quindi troviamo sia quasi più importante, in questo preciso momento storico, mandare Affanculo anche i poveri: chi si vergogna a farlo ha il culo sudicio ed almeno una casa di proprietà: noi no, e facenti parte della categoria ci sentiamo a nostro perfetto agio nel mandare affanculo tutto il proletariato di questo paese: affanculo il ricatto degli affetti, affanculo la voglia di diventare qualcuno, affanculo le madri timorate e le loro preoccupazioni che rendono i figli sterili e paurosi, affanculo i padri “che nella vita c’è da farsi il mazzo”, affanculo i lavoratori che si incazzano per cento euro in meno e non per le libertà civili o per omicidi di stato, affanculo agli stessi lavoratori che spendono fior di quattrini per il calcio: affanculo ai vostri puzzolenti calzini bianchi di spugna da due euro che tenete fieri sulla sedia buona a guardare il calcio su sky mentre vostra figlia non mangia più o magari pensa al suicidio, affanculo il tenere le cose bene, ammodino, non usarle nemmeno che altrimenti si sciupano, affanculo i pettegolezzi, le maldicenze, i “ma lo sai che?”, affanculo la mediocrità ed i vostri telefonini: ne avete a pacchi e non ve ne frega nulla se costano quanto quello che vi trattengono in busta. Che poi non avete niente da dirvi. Cosa dovete dirvi? Che ha vinto l’Inter? Che i giovani sono tutti stronzi? Che stasera al cinema c’è Vacanze di Natale?
Fate i sacrifici per pagarvi la Ford Focus che trattate meglio di vostro figlio che giustamente si fa di cocaina dalla mattina alla sera perchè è figlio del vostro stesso fallimento.
Già, i figli: quelli cattivi sono sempre gli altri. Che contano poco o nulla a meno che qualcosa non possa capitare “anche al vostro” e allora giù con “I nostri poveri ragazzi!”.
Non avete mai capito che sono figli del mondo, figli di tutti, che li cresce il mondo quanto voi e che le vostre paure saranno anche le loro, che la vostra sudditanza al mediocre esploderà nella loro emotività. Affanculo anche i trentenni, mai colpevoli dei loro stessi errori di valutazione, sempre a dar colpa a destra e a manca, raramente interessati o appassionati in quello che fanno. Che già vivono nel passato e ti dicono “Facciamo una cena una volta!”. Come ragazzini a prendere sbornie nei pub di fine millennio nel ricordo dei “vecchi tempi” o fidanzati con una pietra al collo ma “è giunta l’ora di crescere”, che vi mancano gli anni ottanta, i cartoni animati, la rettore, colpo grosso, i puffi, Uan. Accettate tutto, tutto quello che si deve accettare: a volte accettate cose che nemmeno sono imposte, anzi le imponete voi ormai per primi perchè sieti voi che tenete in ostaggio la cultura, il libero pensiero, lo sguardo ubiquo sul mondo, la bellezza, l’errore, la comunicazione, la convivenza civile, il bene profondo della diversità.

Certo va detto che siamo musicisti, non una associazione sovversiva. Ed inoltre toscani, quindi fanatici dell’autoironia e dello scherno. Non ci interessa dare voce ad un’ipotetica generazione x nè tantomento farci portavoce del giusto: facciamo schifo anche noi, a modo nostro.

Ma è importante, ora, adesso, che qualcuno esca dalle righe perchè le convenzioni hanno fallito.
Lo faremo noi con questo disco, speriamo che vi piacerà.

Il resto è solo musica, che è quello che ci riesce meglio.

Tindersticks s Salonicco: fossi figo a trentacinque anni

February 21st, 2009 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

Credo che fosse in riferimento al suo amico Martino – quint’essenza della figaggine come personaggio letterario, a suo tempo – che il vecchio Alex arrivava (rimbalzando necessariamente in qualche luogo comune) a parlare del jazz come di musica che avrebbe voluto ascoltare a trent’anni. Per i profani si parla di Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Il jazz si diceva. Musica che adesso – in età adolescenziale – quella vecchia roccia di Alex non aveva la pazienza o i mezzi per capire, ma che un giorno avrebbe infuso un alone supercool al suo concetto di invecchiare bene. Il jazz e un buon whisky, sarebbero stati simbolo e sigillo della "maturità" raggiunta in modo splendido, senza perdere un’oncia di stile. Quell’arrivare pompieri dopo essere partiti incendiari a furia di Clash, Pogues, Pistols e via elencando, ma arrivarci a testa altissima.

Io al jazz mi sa che non ci arriverò mai. E quindi nemmeno all’alone supercool, visto anche che i trenta sono passati e i quaranta si avvicinano minacciosi. Per garantire alla mia presunta maturità musicale (e non solo) un’apparenza appetibile mi restano ormai pochi colpi. O mi butto direttamente sulla musica classica, entrando poi con cognizione di causa a gamba tesa nell’annoso dibattito Allevi si/Allevi no. Oppure mi trovo qualcosa che riesca a coniugare stile elegante e raffinato, gusto pop, alone di classico, atmosfere noir fumose e vellutate, roba con cui poter indossare una giacca senza sentirsi un manichino della Standa o un modaiolo hipster fuoritempo massimo.

La strada musicale a metà fra canzone d’autore e poesia tracciata dai vari Waits, Cohen, Cave, Morphine, Costeau, Thalia Zadek con un tocco di Calexico.

Motivo per il quale ho trovato assolutamente necessario concedermi un concerto – fastidiosamente perfetto e da persone veramente  mature – come quello dei Tindersticks di ieri sera al Principal. I Tindersticks qui godono di un culto nemmeno troppo carbonaro; sono un gruppo che prima di venire in Grecia avevo si e no sentito nominare e invece anche ieri hanno saputo riempire un locale con almeno un migliaio di persone. Va detto che mancavano a Salonicco da parecchi anni.

La curiosa storia dei Tinderstick è quella di una band che uscì dall’ondata britpop in modo piuttosto anomalo: niente a che vedere con le cagnarette da NME fra Blur e Oasis. Niente chitarrine facili e riff copiati paroparo dai Beatles. Niente sbraghi e sballi da Madchester. Ma invece struggimenti fuori dal tempo e dalle mode,  cucinati a base di fiati archi e tastiere a costruire un pop sinfonico, malinconicissimo, ricco di arrangiamenti complessi eppure capace di canzoni che stillano pop purissimo, ballate notturne, romanticherie stracciamutande, tormenti amorosi, abbandoni e cuori a pezzi. Tutto senza risultare melensi nemmeno per un secondo, ma trasudando classe dal primo all’ultimo brano. Questo è quello che ci hanno proposto anche ieri sera, per poco più di un’ora.

Se proprio c’è da fare le pulci al concerto di ieri, basato sull’ultimo bellissimo album The Hungry Saw, va notata una riproduzione a volte quasi calligrafica di quanto presente su disco. Non una sbavatura, non un guizzo, giusto un paio di arrangiamenti diversi ci hanno fatto capire che di live trattavasi. Una pressochè assoluta mancanza di imperfezioni. Ma è una musica che già infonde calore di suo, e non necessita di trucchetti per stenderci. Inoltre si potevano risparmiare il doppio rientro per i bis, potevano magari privilegiare qualcosa in più del loro primissimo repertorio (relegato appunto quasi esclusivamente agli encore) e sicuramente Stuart Staples (voce) e Leonard Boulter (tastiere) si potevano concedere delle camicie un po’ più decenti. Ma a quella voce sofferente e ossessionata, colma di disperata passione,  perdoneresti ben altro che una camicia a scacchi di dubbio gusto.

E comunque stasera tocca ai Mogwai, prima che mi diventino i capeli grigi per la troppa maturità da svolta intimista e volumi moderati. Con una doppietta del genere questo febbraio, inaugurato magnificamente dai Giardini, rischia di divenire seriamente memorabile. Ora mi metto la dentiera e poi vado.

update: ho parlato troppo presto. Alla fine niente Mogwai, l’abuso di algasiv mi ha dato alla testa

Gigantesca bellezza: Giardini di Mirò a Salonicco

February 8th, 2009 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

I Giardini di Mirò sono un gruppo gigantesco. Gigantesco è l’unico aggettivo che mi gira in testa da ieri sera, e che continuo a ripetermi ripensando al concerto, seconda data del mini tour greco che li ha portati fino a Salonicco. Provo una ammirazione che sconfina nell’adorazione per questa band. Una cosa che va anche oltre la musica. Un amore dovuto a quella miscela di talento, stile, assalti sonici, fermento creativo, passione, idee, scelte,  attitudine, attivismo musicale, rigorosità, coerenza, evoluzione, assenza di pose, militanza e potrei continuare ancora una mezz’oretta con questi inutili sostantivi da panegirico. Questo è un panegirico. E cotale somma di meraviglie ha avuto luogo in Italia, la terra che musicalmente è conosciuta all’estero per Al Bano e la Carrà. Non mi capacito, davvero.

Il loro concerto di ieri sera, anche se condizionato inizialmente da problemi tecnici e di salute (allergie e stanchezze da tour-lampo assortite), anche se l’Eightball è fondamentalmente un covo di metallari, anche se a volte mi sono lasciato distrarre dalle immagini del film di Pastrone proiettate alle spalle del gruppo, è stato formidabile in termini assoluti; non ricordo di essere rimasto sepolto da una cosa così forte dai Sonic Youth a Ferrara, o da certi concerti dei Marlene visti eoni fa. Vedere in atto il concetto di SAPER STARE SU UN PALCO. Sarà che ero a secco di concerti da una vita. Sarà che Burro alla batteria vale da solo il prezzo del biglietto. Sarà che da quando sono qui sognavo di vedere uno dei miei gruppi italiani preferiti suonare a Salonicco. Sarà che non mi aspettavo quel tipo di versione voce/chitarra per Dividing Opinions. Sarà la tromba di A new Start. Sarà che forse mi sarebbero bastate Pet Life Saver e Little Victories per andarmene contento. Sarà che non li vedevo dall’Homesleep festival di Ancona, qualcosa come 6 anni fa.

Fattostà che per me Dividing opinions è un diamante della musica indipendente italiana, e non mi trovo il solo a pensarlo. Un album che prosegue inattaccabile il viaggio iniziato da "The rise and fall" e continuato con "Punk not diet". Il repertorio dei concittadini (onorari) di Lenin, contiene canzoni di pura struggente bellezza. Ecco un’altra parola banalissima che mi frulla in testa da ieri, e non renderebbe giustizia ai Giardini trovargli dei sinonimi. Suonano roba così oggettivamente incontrovertibilmente ineluttabilmente bella che l’eco ha da tempo passato i confini nazionali. Reverberi, Nuccini e co. da vedere su un palco o da ascoltare su un cd mi provocano sentimenti che per poco non travalicano l’eterosessualità, e sono una delle ultime cose che sanno gonfiarmi il petto d’italico orgoglio. Di questi tempi cosa assai rara, direi.

49esimo festival del cinema di Salonicco

November 17th, 2008 | By benty in Senza categoria | Comments Off on 49esimo festival del cinema di Salonicco

Interverranno  all’edizione 2008 del festival fra gli altri Oliver Stone e Takeshi Kitano. Non compare un film italiano in cartellone dal 2005, credo. Dunque porro’ rimedio io, intervenendo stasera (alle undici e un quarto!) dopo il corteo commemorativo del 17 novembre. Mi sono aggiudicato l’ultimo  biglietto disponibile per questo Sonic Youth: Sleeping nights awake . A cui seguira’ abbuffata di film in vari cinemini della citta’ per tutto il fine settimana. Ale’.

Anche se

November 5th, 2008 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Anche se non cambiera’ davvero nulla, anche se fra qualche mese saremo qui a dirci che e’ un altro burattino in mano alle varie lobby che dettano legge in America e nel mondo, anche se fara’ la fine di Kennedy o quella di Clinton, anche se a Veltroni gli pare di aver vinto lui (‘mbecille) , anche se a noi ci toccano a ancora 4 anni almeno di Belrusconi e co., anche se alla fine diventera’ peggio di Bush, anche se invadera’ l’Afghanistan.

Ma che sensazione meravigliosa alzarsi la mattina aspettando un risultato elettorale e  per una volta uscire di casa senza quel sapore di merda in bocca.

Da Athens a Athens

October 2nd, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Aggratis e rischio di non andarci !!!

Mio fratello è figlio unico

August 29th, 2008 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

TEMA : DOMANI C’E’ IL MATRIMONIO DI MIO FRATELLO, SENSAZIONI E PENSIERINI

Domani convola a giuste nozze anche mio fratello quello piccolo, che però sembra quello più grande dei due per tutta una serie di motivi, in genere legati alla testa.

Dentro la testa: mancanza di grilli per la suddetta, stabilità, maturità, capacità di apprezzare quanto di bello e buono hai vicino, concretezza, intelligenza di grado superiore, buongustaio e palato da fine intenditore di vini, legami inossidabili al territorio, amicizie bellissime e indispensabili, che gli invidio e amo, che ha saputo coltivare con premura e gioia negli anni, capacità di farmi sganasciare con mezza parola e un sacco di altre doti che spesso fanno di lui il fratello maggiore, quello serio, insomma e di me – percezione comune dell’opinione pubblica o anche solo dei parenti- il matto che non si sa esattamente dovecazzostà e checcazzostaaffà. Io però gli ho fatto conoscere gli Squallor e forse anche Elio e le storie tese (ma non ne sono certo). Mica bruscolini.

Fuori dalla testa: mancanza di capelli, che fanno di me – sempre nel’immaginario collettivo familiare – il "ribelle insegnante dj precario capellone scansafatiche sciupafemmine intellettualoide giovane a vita" e di lui l’ometto a cui rivolgerti senza dubbi, se serve un consiglio o anche solo una lavatrice 800 giri a basso prezzo. Lui sì, un vero imprenditore, fra i pochi che hanno continuato antistoricamente a votare rifondazione, finchè ha potuto. Come me peraltro.

Io sarò suo testimone e suo dj del dopocena, cosa che mi inorgoglisce e un po’ spaventa perchè mi tocca restare sobrio o quasi, almeno fino a una certa ora, mentre tutti gli altri 249 invitati saranno ebbri di contentezza e Verdicchio dei colli di Jesi. E poi non metto le mani su una consolle ormai da maggio e non metto dischi a una festa in Italia da anni. Quindi potrete capire la ragionevole agitazione.

Io e mio fratello abbiamo tre anni di differenza, ma ci siamo laureati con una settimana di differenza, ci stiamo sposando con pochi mesi di differenza, entrambi usciti malconci (un paio d’anni fa) da lunghe storie sbagliate e salvati come dei gattini di strada da donne bellissime e dalla forte personalità che tornavano dai nostri ripettivi passati, praticamente i nostri primi amori. Parallelismi quasi inquietanti.

Vedere mio fratello che si sposa mi commuove ma non mi sconvolge, nel senso che se non lui e Ilaria, la sua degna e meravigliosa sposa, non capisco chi altro dovrebbe sposarsi. Ero molto più sconvolto dal mio di matrimonio, per dire.

Io gli volevo solo fare gli auguri pubblicamente a tutti e due e spero che a una certa ora mi faccia il suo strepitoso ballo di Celentano nel bisbetico domato, quando pesta l’uva (girl in the ring – boney M), io contraccambierò con quello di Jovanotti in Walking. Per il mio fratellino questo e altro.

Roba per uomini veri e stomaci forti

August 25th, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Ieri il quarto addio al celibato di mio fratello, destinato a pochi ma ottimi partecipanti. Non avendo io preso parte ai primi tre si è deciso di dare una possibilità anche all’esule greco di ritorno. Niente strappona che arriva a sorpresa nel finale però, su questo erano stati chiari, nonostante le mie vigorose insistenze. Le attività previste in cartellone, da affrontarsi rigidamente a torso nudo/panza di fuori sono state:

ricchi aperitivi: alcolismo precoce in attesa della laboriosa preparazione del pasto, tartine alla salsa scaduta, alle melanzane scadute fatte dalla mamma di Mig (scaduta anche la mamma)

calcio virtuale: tradizionale partita a PES, con possibile gara di bestemmie, molte delle quali associate alle mie prestazioni in campo.

intermezzo di walkie talkie: obbligo di pronunciare almeno un paio di cazzate al walkie talkie nuovi di zecca di Fuccio. Assolutamente irresistibili, spoecialmente se volete comunicare con qualcuno chiuso in bagno a fare i suo bisogni. Gettonatissimi gli Squallor ed Elio e le Storie tese. Parecchio vino bianco di supporto.

grande abboffata: domina la scena la celeberrima pasta al forno del sottoscritto, per continuare con le ottime "patate allo strutto di maiale obeso morto per overdose di colesterolo" di Mig, che di solito lui usa accompagnare con delle donne nude e disponibili a numeri da circo, (o che diventano tali subito dopo aver ingerito la pietanza) e invece ieri ci siamo accontentati di una insalatina. Infine ciambellone allo yogurt del Giallu e Mig, venuto buono pure per la colazione di stamane.

telefonata libera con cellulare greco: così per divertirsi, in simpatia. E io pago.

proiezione di filmati d’epoca: grande entusiasmo per il restaurato "Moana e Cicciolna ai mondiali", e per le acrobazie delle favolose compagini asiatiche, in particolare al dildo.

calcio reale : incontro di calcio su campo non arato, 15 contro 15, mischiandosi a una formazione di autoctoni Macedonini, di età comprese fra gli 8 e i 12 anni, più vari fuoriquota e un paio di pregiudicati. Praticamente pallastrada, con possibilità di soddisfacente scatarro selvaggio a terra. Durata indeterminata e birre fredde in panchina al posto del Gatorade. Un successone, a parte l’aneurisma che mi ha colpito sul finale, i due legamenti crociati saltati e quel ragazzino finito in ospedale, ma che tanto se l’era cercata e poi lo sappiamo che sono tutte scene alla fine.

svacco inconcludente e doccia non obbligatoria. Rutto libero (la pasta al forno non è un alimento dietetico, nè facilmente digeribile, ma sa piacere) e florilegio di ascella di calciatore ultratrentenne in affanno. Immancabile.

calcio assistito: gara di supercoppa italiana in TV, assistita in stato seicomatoso sul divano, con gente che ancora ansimava per via della partita vera del pomeriggio, birre fresche, ultime sigarette (le mie, che sembra in italia non se ne trovino altre a giudicare dal numero di scrocconi) e possibilità di abbiocco, sia semplice che russato.

Insomma, come avrete potuto facilmente intuire, una giornata magnifica, forse anche perchè – tristesse- fra le ultime di un’ epoca (o così sperano le mogli, presenti e future – maledette illuse!!!  – n.d.B. ).

Oggi sposi

May 2nd, 2008 | By benty in Senza categoria | 28 Comments »

Lo so che per gran parte del genere femminile che legge abitualmente queste paginette sarà una tremenda coltellata, ma vi annuncio che oggi, circa alle 18.30 italiche, ammetterò in greco (per non farmi capire da troppa gente) che amo quella donna e voglio prendermela in sposa per tutta la vita. Scusate la retorica e la scarsa fantasia, ma è proprio così. Ora vado a radermi le basette. Poi si balla sirtaky tutta la notte.