Zen Circus al Thermos 12.04.2009

13 April 2009 | By benty in Senza categoria

Il Thermos è un benemerito circolo arci ad Ancona, vicino piazza Pertini dove quasi ogni volta che torno in Italia riesco a trovare concerti che mi fanno stare bene e sempre a due soldi. Ci ho visto i Massimo Volume e gli Offlaga, per dirne solo due, roba che mi ha segnato. Peccato che abbiano introdotto la novità del buttafuori. Ieri sera finalmente, dopo una decina d’anni di ascolti più o meno, è proprio al Thermos che riesco a incrociare il cammino del terzetto pisano Zen Circus. Il primo ascolto loro che mi ricordo è roba da preistoria di internet, lo scaricai (legalmente!) da Vitaminic ed era un po’ il loro manifesto d’intenti la slackerissima Folk Punk Rockers.

Domanda: perchè a te ti piaccioo gli Zen Circus? Risposta, perchè mischiano una sacco di cose che amo e ho amato, perchè lo fanno con stile e personalità. Cioè tu mi versi 4 decimi di Violent Femmes, 1 decimo di Pavement, uno di Jon Spencer due decimi di Rino Gaetano, tabasco hillibilly, piglio punk a manetta, un po’ di Mano Negra, amaro sarcasmo toscano e voilà. Ci hai in mano praticamente una molotov già accesa, buttala sul palco e prende fuoco tutto. Un’ora scarsa (purtroppo) di purissimo divertimento rocckerolle, melodie mandate già a memoria come inni, cazzeggio furore indolenza sudore e rumore, dediche a Pasolini e andate tutti affanculo con finale straniato. Decisamente uno dei migliori atti live in Italia, ruspanti, genuini, contagiosi, bene bravi bis. No, il bis non l’hanno concesso, che alla fine dell’ultima canzone se n’erano già andati tutti fuori a fumare. Se potete, dove potete, accattatevilli. Per il resto vi lascio alle loro parole, e provatevi a non essere d’accordo.

Come Zen Circus abbiamo giocato con l’Italiano in varie occasioni, ma solo con l’ultimo “Villa Inferno” abbiamo messo a fuoco quella che era l’idea di partenza di questo nuovo progetto: Come un cerchio, i musicisti americani che ci avevano influenzato da appena nati e che ci avevano anche perseguitato negli anni a seguire, sono arrivati fra le nostre braccia come attratti da una calamita.
Hanno collaborato, ci hanno dato consigli, si sono affezionati ed emozionati ed hanno chiuso questo cerchio con il disco che volevamo fare con dentro quelli che ci hanno fatto iniziare. Punto e a capo.

Ma non ci basta, anzi lo consideriamo solo un punto di partenza. Forti di un motore diesel che mai ha conosciuto la parola hype ma solo i faccia a faccia dei mille concerti fatti in ogni remoto angolo di questo paese meraviglioso, ci prendiamo la libertà di mandare l’Italia di oggi, i suoi rituali borghesi, le sue liturgie, le sue maschere liberiste a quel paese. Andate Tutti Affanculo.

E’ il nostro gioco serio, l’urlo più naturale che c’è quando ci si trova accerchiati e non si riconosce più chi è amico e chi nemico. Quando tutti pretendono rispetto, mancandolo puntualmente.

Quindi certo, affanculo la classe politica e quindi anche le mafie, affanculo le religioni tutte, affanculo quelle bestie dei leghisti, affanculo i suv, affanculo la maleducazione borghesotta, affanculo l’educazione proto-cattolica, affanculo la televisione, affanculo Laura Pausini e tutti i mediocri di successo pari lei, affanculo i paraculi e la classe dirigente tutta…ok…

…ma noi non siamo certo Beppe Grillo, non è questo che ci interessa, o almeno non solo.

Quindi troviamo sia quasi più importante, in questo preciso momento storico, mandare Affanculo anche i poveri: chi si vergogna a farlo ha il culo sudicio ed almeno una casa di proprietà: noi no, e facenti parte della categoria ci sentiamo a nostro perfetto agio nel mandare affanculo tutto il proletariato di questo paese: affanculo il ricatto degli affetti, affanculo la voglia di diventare qualcuno, affanculo le madri timorate e le loro preoccupazioni che rendono i figli sterili e paurosi, affanculo i padri “che nella vita c’è da farsi il mazzo”, affanculo i lavoratori che si incazzano per cento euro in meno e non per le libertà civili o per omicidi di stato, affanculo agli stessi lavoratori che spendono fior di quattrini per il calcio: affanculo ai vostri puzzolenti calzini bianchi di spugna da due euro che tenete fieri sulla sedia buona a guardare il calcio su sky mentre vostra figlia non mangia più o magari pensa al suicidio, affanculo il tenere le cose bene, ammodino, non usarle nemmeno che altrimenti si sciupano, affanculo i pettegolezzi, le maldicenze, i “ma lo sai che?”, affanculo la mediocrità ed i vostri telefonini: ne avete a pacchi e non ve ne frega nulla se costano quanto quello che vi trattengono in busta. Che poi non avete niente da dirvi. Cosa dovete dirvi? Che ha vinto l’Inter? Che i giovani sono tutti stronzi? Che stasera al cinema c’è Vacanze di Natale?
Fate i sacrifici per pagarvi la Ford Focus che trattate meglio di vostro figlio che giustamente si fa di cocaina dalla mattina alla sera perchè è figlio del vostro stesso fallimento.
Già, i figli: quelli cattivi sono sempre gli altri. Che contano poco o nulla a meno che qualcosa non possa capitare “anche al vostro” e allora giù con “I nostri poveri ragazzi!”.
Non avete mai capito che sono figli del mondo, figli di tutti, che li cresce il mondo quanto voi e che le vostre paure saranno anche le loro, che la vostra sudditanza al mediocre esploderà nella loro emotività. Affanculo anche i trentenni, mai colpevoli dei loro stessi errori di valutazione, sempre a dar colpa a destra e a manca, raramente interessati o appassionati in quello che fanno. Che già vivono nel passato e ti dicono “Facciamo una cena una volta!”. Come ragazzini a prendere sbornie nei pub di fine millennio nel ricordo dei “vecchi tempi” o fidanzati con una pietra al collo ma “è giunta l’ora di crescere”, che vi mancano gli anni ottanta, i cartoni animati, la rettore, colpo grosso, i puffi, Uan. Accettate tutto, tutto quello che si deve accettare: a volte accettate cose che nemmeno sono imposte, anzi le imponete voi ormai per primi perchè sieti voi che tenete in ostaggio la cultura, il libero pensiero, lo sguardo ubiquo sul mondo, la bellezza, l’errore, la comunicazione, la convivenza civile, il bene profondo della diversità.

Certo va detto che siamo musicisti, non una associazione sovversiva. Ed inoltre toscani, quindi fanatici dell’autoironia e dello scherno. Non ci interessa dare voce ad un’ipotetica generazione x nè tantomento farci portavoce del giusto: facciamo schifo anche noi, a modo nostro.

Ma è importante, ora, adesso, che qualcuno esca dalle righe perchè le convenzioni hanno fallito.
Lo faremo noi con questo disco, speriamo che vi piacerà.

Il resto è solo musica, che è quello che ci riesce meglio.

2 Comments on “Zen Circus al Thermos 12.04.2009”

  1. un circolo arci con i buttafuori è come il gripho in sciampionslig.

    mi dispiace ma a me il loro proclama con tutti sti affanculo ricorda pericolosamente più il loro corregionale masini che grillo.con punte apprezzabili di cccp.

    poi la sostanza è pure condivisibile.

    la loro musica è meglio per fortuna.

    elrocco

     

  2. ecco bravo rocco, la sostanza. anche a me al’inizio non convinceva, mai poi non so perchè alla fine si