Anche senza bicchiere di vino e panino

15 July 2010 | By benty in Senza categoria | 1 Comment

In questo momento c'è un venticello che ci sta facendo godere, dopo i 35 gradi di oggi. Viviamo da una settimana coi nostri migliori amici, in appartamenti attigui, tipo Friends. Abbiamo un giardino con l'orto da dove prendiamo la verdura per cucinare, il bosco a fianco, l'ulivo con due amache, le freccette, si vede anche un pezzetto di mare da casa. La mattina ci alziamo c'è il sole, ci sono i grilli, facciamo colazione fuori. Compadre adesso suona canzoni rebetike con il giuras (una specie di bouzouki), le donne trafficano in cucina. Tutti i casini con il lavoro, la scuola, tutti i problemi sembrano alle spalle. Dopodomani vengono a trovarci altri amici dall'Italia e li porteremo in giro per Salonicco e la meravigliosa Chalkidiki, a fare bagni in spiaggette deserte e a mangiare pesce in riva al mare a due soldi. Ci sono in giro sorrisi grandi e permanenti che non si vedevano da un sacco. Ecco, volevo solo fissare uno di quei rari momenti di felicità estrema e consapevole della vita. Ora vado a mangiare.

“Argò the ROCK boat” nights

12 June 2010 | By benty in Senza categoria | 8 Comments

C'era un tempo, e anche quello era tempo di mondiali di calcio, in cui il vostro sempre meno presente benty, alla stregua del suo beneamato presidente del consiglio intratteneva i passeggeri delle navi con la sua musica e la sua verve. La differenza, oltre a quei venti centimetri d'altezza senza tacchi e alla mia chioma folta e naturale, era l'assurda pretesa di passare musica pop, rock e similare di qualità abbastanza decente. La nave all'epoca era l'Arabella. Che però non era l'unica. Assieme all'Arabella c'era e c'è ancora attraccata al lungomare Alessandro Magno la nave reggae, la Cliò. E poi di nave-bar ce n'è ancora un'altra rispetto alla quale quattro anni fa mi esprimevo in questi lusinghieri termini

C'e' un classic rock bar, che non mi ricordo come si chiama, relativamente nuovo, dove la scelta musicale va dai Bon Jovi ai Guns'n'Roses, Dio ce ne scampi.

Ecco, questa meraviglia di locale è l'Argò, dove sono stato assunto come dj.
La prima domanda sarebbe perchè mai? La risposta è semplice: no money no honey.
La seconda sarebbe che musica metti? La risposta va articolata e argomentata. Su questa nave hanno le idee molto chiare sulla musica da suonare. Si tratta di rock, perché si pubblicizzano come nave-bar rock, e sono dei tipi indubbiamente molto rock. Credo nell'accezione celentaniana del termine. Ma il concetto di Rock (il rock è morto/viva il rock) è piuttosto ampio  e sfuggente. In Grecia significa classic hard adult oriented radiofriendly top 100 rock. Ci avete presente Virgin Rock Radio? Ecco, sarebbero plausibili sull'Argò solo i pezzi che riconosce vostro cugino fuoricorso in ingegneria che viene da Comunanza (AP). Il capo, Ilias, mi disse prima del provino "Qui si mette musica commerciale (ma come –  penso – non era rock?) Roba da "Paralìa" (spiaggia, ma anche lungomare , in genere sinonimo di musica straconosciuta pop, hit radiofoniche, per me sinonimo di merda), non pensare di venire qui e mettere roba strana come hanno fatto certi eh?! "

"Ma no, figurati, solo roba conosciutissima, certo, ho capito" ho detto deglutendo e sudando freddo, e pensando a dove avrei nascosto i cd di Belle and Sebastian e degli Arcade Fire. Per il provino dunque mi butto vilmente sullo stracommerciale, con un 80% di rock-pop e poi giusto un po' di tutti gli altri generi che copro di solito (electro, ska, reggae, soul, funk). Considerate che l'orario di lavoro è di 9-10 ore, di tempo ce n'è, di musica anche e devono essere tutti pezzi assai conosciuti in modo da attrarre la gente che passeggia sul lungomare. Non impossibile da realizzare ma richiede impegno e soprattutto mi impone di abbandonare definitivamente l'ingiustificata spocchia musicale che per decenni mi ha contraddistinto. Alla fine del provino, alle 4 e mezza di mattina, dopo aver visto parecchia gente che cantava e ballicchiava, il capo scuote la testa platealmente e mi fa "Hey ragazzo, forse non c'eravamo capiti. Si ok, bella la tua musica ma noi qui suoniamo rock, siamo la nave del rock, passa la reclàme in radio e dice che qui c'è il rock, tutti vengono all'Argò ad ascoltare il rock, perché sanno che c'è il rock. E dove cazzo stava il rock stasera?". Resto ammutolito, pensando che in carriera, secondo i miei paramentri non avevo mai suonato tanto "rock". E che lui peraltro mi aveva esplicitamente richiesto musica commerciale. Intendeva, probabilmente, rock commerciale. Ok, l'importante è capirsi: meglio rispettare il dogma del rock che farli divertire, contento tu.

Che gente frequenta questa amena imbarcazione-bar istoriata con i poster di 300 (this is Spartaaaaa)? Fino alla settimana scorsa si attaccava alle 7 e si finiva alle 4. Quindi fino alle 21 circa la selezionatissima clientela era composta da coppiette, famigliole e anzianotti, turisti random e gente tranquilla che vuole semplicemente farsi un giretto del golfo in barca al tramonto mentre si gusta un caffè. Situazione che costringe me a suonare a volumi piuttosto bassi e generi piuttosto "digeribili". A quell'ora solo pop e soul, niente Ac/dc e Ramones, roba che spopolerà nelle ore a seguire. In sole tre volte che ci ho suonato è già venuta la vecchietta a lamentarsi  "Giovanotto, con questi volumi lei ci danneggia i timpani!". De Luca in "Mamma Mamma voglio fare il dj" insegna, sempre sorridere gentilmente e assecondare per quanto possibile il dancefloor, anche se è il primo dancefloor composto a certi orari da elementi con problemi alla prostata (certo, la nave rock, perdìo!). Sul tardi invece l'Argò si riempie di personaggi abbastanza variegati con una forte propensione musicale per il vecchiume (Santana, Gallagher, Steve Ray Vaughan fra le richieste puntualmente inevase) l'hard e classic rock (Aerosmith praticamente un "riempipista"), l'heavy metal (non avevo mai dovuto preoccuparmi di non avere con me gli Iron Maiden finora) e gli anni 70 più scontati (Doors pressoché obbligatori, come quando avevo vent'anni). Domenica scorsa ci hanno fatto una festa i tifosi del Paok . Pienone, tasso di testosterone insopportabilmente alto, il pezzo più morbido che mi sono permesso di suonare è stato Ace of Spades dei Motorhead, senza contare che mi hanno interrotto un paio di volte intimandomi di abbassare il volume per cantare i loro cori da stadio e per mettere delle canzoni a base di bouzouki che inneggiavano alla loro squadra, mentre sparavano dei fumogeni e fuochi d'artificio. A un certo punto hanno chiesto gentilmente a una ventina di persone di cambiare lato della nave, ché eravamo inclinati in modo preoccupante. La festa è finita con l'arrivo dell'ambulanza, che uno era andato in OD.

Sono diventato quindi uno che suona per soldi e non per divertimento, uno che suona musica di merda che non piace a lui per primo, uno che non ha un suo stile ma glielo impongono, un juke boxe ma pagato peggio. Capite che la situazione psicologica del vostro "dj di stanza in Grecia preferito" è a terra. L'indomita dignità del dj che fui scalpita confinata in un angolo e a tratti dà dei colpi di coda disperati. In mezzo agli Steppenwolf e i Police, agli Offspring e a Lenny Kravitz (si, lo so brrr) non demordo e ci infilo Black Lips e Let's Wrestle, Lcd Soundsystem e Girls, Pixies e Pavement, Smiths e Gang of 4. Ma ogni tanto se ne accorgono e i capi vengono a lamentarsi. Quindi è una guerra psicologica che ha raggiunto il suo culmine mercoledì scorso.

L'altro capo, che io chiamo gentilmente "faccia di topo sfregiato dal vetriolo" ma si chiama Bàbis (WTF?!) viene e mi fa "Questa non la conoscono, metti roba più conosciuta"
Oppongo flebile resistenza "Ma… ma sono i Clash!"
F.d.t.s.d.v. insiste "Si ma sono sicuro che quelle ragazzine laggiù non la conoscono"
E io spegnendomi dentro "Ma … è il cd del best of dei Clash! I Clash!"
F.d.t.s.d.v. replica impietoso "Scommetti che non la conoscono? Secondo me dovresti fare una playlist di tre quattro ore con solo i pezzi più conosciuti di ogni artista e poi mandarla per due volte, così siamo a posto, copri tutte e otto le ore che suoni e tu non ti affanni tanto a cercare. Tanto i clienti cambiano sempre, chi vuoi che se ne accorga?"

Ho annuito mentre una lacrima rigava la mia gota irsuta. Col cazzo che rimetto lo stesso pezzo in un mio dj set, fosse anche una maratona di venti ore. Poi ho messo Stranded dei Saints e vaffanculo tu e le stracazzo di ragazzine ignoranti che frequentano 'sto posto di merda e non riconoscono nemmeno Clash City Rockers, perlamadonna.

Mi sono posto un limite massimo di cialtroneria. Prima o poi mi chiederanno i Guns and Roses o Bon Jovi e io, per principio, rifuterò a oltranza. Se mi allungano il cd obbligandomi a suonarlo do le dimissioni. Djismo a schiena dritta. O quasi.

Schegge di Liberazione

23 April 2010 | By benty in Senza categoria | 2 Comments

Un E-book collettivo pieno zeppo di racconti, post, battute, piccoli saggi, poesie, foto, monologhi teatrali sulla Resistenza. Clicca sull´immagine, tiralo giú, leggilo, stampalo, fallo leggere, recitalo in pubblico, regalalo al tuo vicino che vota forzitalia. Da una idea del blog Barabba, in collaborazione con l´ANPI di Carpi.


 

Resistere resistere resistere

19 April 2010 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Resistere resistere resistere

Il sogno di Mary

16 April 2010 | By benty in Senza categoria | 8 Comments

Mary, che prende delle lezioni private di italiano da me, parla sempre cantilenando come fosse una bambina ma non riesce ad essere fstidiosa.  E' sempre allegra ed impara davvero in fretta. Forse perchè il motivo principale per cui studia italiano è Alessio, sardo in missione di pace non mi ricordo bene dove. Come tutte le coppie internazionali a distanza per ora parlano in inglese, perlopiù su skype. Mary vive con la mamma che deve essere un po' malata, lavora in una specie di fnac qui a Salonicco, fa orari pesanti ed è pagata male. La costringono inoltre a cambiare i turni di continuo, per questo dobbiamo aspettare che tutte le settimane i suoi datori di lavoro le diano il programma, e solo dopo possiamo fissare le nostre lezioni. Lei non si perde mai di coraggio e non si perde una lezione nonostante gli orari disgraziati.

Oggi Mary viene a scuola e sprizza più allegria del solito. Si siede e mi fa "Ho comprato un biglietto per l'Italia, mi fermo almeno un mese". Le faccio i miei complimenti, fingo di darle due rudimenti di sardo (metti il verbo sempre alla fine, "Mary mi chiamo", e aggiungi alla fine "ajò!"), le chiedo quando tornerà. Mi dice che il biglietto è di sola andata. Che da quel lavoro di merda l'hanno cacciata, perchè dice che i soldi per aprire la sede al centro di cui si parla da quando è stata assunta, non ci sono e che forse chissà, a settembre. "Allora mi sono detta, intanto passo un mese intero col mio ragazzo a Cagliari, poi imparo meglio la lingua e già che ci sono cerco qualche master o ancora meglio un lavoro. Meglio di questo lo trovo sicuro". Le ho detto che fa bene, che sicuramente ce la farà, che è la scelta migliore e visto che anche la sua mamma la sprona verso l'Italia lei è al settimo cielo. Ho aggiunto che nonostante tutte le cose che ne dico io l'Italia non è poi così male e gli italiani nemmeno e che poi la Sardegna è meravigliosa e si mangia divinamente. Che forse il mare è pure più bello di quello greco. Ho solo omesso di dirle che io in Sardegna non ci sono stato mai, ma credo che sia meglio così.

Meanwhile in Greece

11 April 2010 | By benty in Senza categoria | 4 Comments

E’ iniziato il processo per l’uccisione del 15enne Alexis Grigoropoulos da parte di un poliziotto in servizio, che fu la scintilla che fece scoppiare in tutta la Grecia gravissimi disordini durati per giorni nel dicembre 2008. Il processo si svolge ad Amfissa, ad alcune centinaia di kilometri da Atene.

L’avvocato difensore dei poliziotti è il celebre Kougias, una specie di personaggio televisivo, ben oltre il limite del ridicolo, un essere umano disgustoso. Vi ricordate l’avvocato Taormina? Ecco, simile ma peggio, uno che basta  sceglierlo come avvocato difensore per confermare i sospetti sulla colpevolezza del cliente. Ha definito tutti i testimoni del delitto come pericolosi anarchici indegni d’essere ascoltati e creduti (appena accettò il caso, col cadavere del ragazzino ancora caldo, gli devastarono l’ufficio, se volete comprendetelo, io lo detesto).

Il testimone chiave, il diciassettenne amico di Alexis che si trovava a fianco a lui al momento della sparatoria, si è rifiutato di deporre, ha scritto una email al padre in cui afferma di non credere nella giustizia, ha scollegato il cellulare e sembrerebbe essere scomparso da qualche giorno in circostanze poco chiare .

La ricostruzione da parte di uno dei primi poliziotti ascoltati dal giudice si è rivelata fasulla.

Mercoledì continuano dopo la pausa pasquale. Vista la situazione di tensione sociale, visto che ora (rispetto al 2008) la crisi morde davvero, la situazione è davvero pesante, ci sono stati rincari enormi e rapidissimi, visti scioperi, proteste in atto, manifestazioni, bombe e attentati, io non ho un buon presentimento e spero davvero di sbagliarmi.

Rock this town

06 April 2010 | By benty in Senza categoria | 2 Comments

Di nuovo pronti al peggio

21 February 2010 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Di nuovo pronti al peggio

Stiamo tornando. Pronti Al Peggio? from prontialpeggio on Vimeo.

Kiriakos e le aquile

17 February 2010 | By benty in Senza categoria | 3 Comments

Kiriakos è ormai un trentenne montanaro segaligno e scapigliato, ha una barba folta, occhi azzurri spiritati da matto e un grosso becco di rapace al posto del naso. Non dev’essere un caso che di lavoro studiava falchi e nibbi e per farlo se n’era andato da Salonicco ed era venuto ad Aetochori, il villaggio delle aquile, un paesino piccolo piccolo aggrappato alle montagne che confinano a nord con Skopje. Poi aveva conosciuto Etelle, parigina, biondina, carina che faceva l’erasmus in Grecia. Scoppiato l’amore internazionale avevano provato a vivere in Francia, ma qualcosa non tornava, e poi alla fine sono tornati loro, ma in tre stavolta, con il loro piccolo Ilias, biondo e scatenato. Da agosto hanno preso in gestione la vecchia scuola abbandonata del paese delle aquile e ne hanno fatto il kafenìo del villaggio. Hanno mantenuto un po’ dell’arredamento, i vecchi banchi e i manifesti delle classi elementari stile anni 60, hanno messo una stufa a legna al centro e spignattano in cucina mentre Ilias vestito da tartaruga per il carnevale scorrazza fra i tavoli. Fuori dal piazzale ci sono parcheggiati i pick-up e i trattori dei montanari che vengono a farsi la birra dela staffa. La filosofia del locale è che o hai pazienza e aspetti di essere servito o dai una mano ad apparecchiare e portare ai tavoli. Con il risultato che alla fine le birre te le vai a prendere da solo e devi pure tenerti il conto, che loro si fidano. Ci siamo stati domenica e lunedì, abbiamo mangiato e bevuto per ore, fino a non poterne più, pochi piatti semplici e deliziosi e abbiamo pagato 5 euro a testa. E mentre ce ne andavamo dalle grosse finestre del Krifo Scholio (così si chiama il loro kafenìo, la Scuola Nascosta), abbiamo visto i primi fiocchi di neve che iniziavano a cadere.

Non ora, non qui

16 February 2010 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Non ora, non qui

Qui si latita e non si scrive ma, se proprio proprio morite dalla voglia di leggere frivolezze ellinomarchisciane, questo post vi segnala un po´di imperdibili interventi del sottoscritto sparsi in rete, gentilmente ospitati su blog assai piú prestigiosi e dignitosi

  1. Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso 1 la variante strappona
  2. Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso 2 dj taliban vs dj sbracato