All Posts from September, 2003

Due cuori in affitto

September 13th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Due cuori in affitto

Altro Johhny che se ne va il 12 settembre 2003

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Muore Cash

September 12th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Muore Cash

Ne parlano molti, ve lo racconta Linea Gotica, che meglio non si potrebbe

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The roof is on fire

September 12th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on The roof is on fire

Mi dicevo : adesso basta con i post personali, basta con tutta ‘sta fuffa, basta con le classiche depressioni da trentenne precario, squattrinato e in esilio. Voglio anch’io commentare brillantemente film e canzoni, o le malefatte del premier, o altre attività da vero blogger. A chi vuoi che gliene freghi se lavoro o no in Grecia ? Ma, come accennavo ieri, siamo involontari protagonisti di una catena di eventi parecchio inusuali, almeno per quanto mi riguarda, quindi sorbiteveli.

Mi succede che ieri notte verso le 4 mi suona il campanello, in maniera convulsa, insistente. Mi alzo, intuendo una certa urgenza e vado ad aprire in elegante tenuta da notte. Maglietta e mutande. Davanti a me un uomo e sua moglie, credo, che non avevo mai visto, ma che realizzo presto essere un vicino, forse quello del quarto piano. E’ sconvolto, urla, entra, dietro di lui altra gente che vive in questo palazzo. Io me lo guardo un po’ così. Poi, con uno sfasamento di qualche secondo mi arriva al cervello la traduzione di quei suoni a me incomprensibili fino a quel momento. Fuoco, fumo, in fretta. Azz. Che altro ho combinato, penso ? Realizzo che non c’è corrente. Apro il portellino della soffitta, esce fumo nero, plastica bruciata. Si affollano sul pianerottolo tutti gli altri coinquilini. Alcuni sono già mezzo intossicati , il fumo che veniva da casa mia ha raggiunto loro, ma non me e la mia ellenica consorte, che ce la dormivamo della bella nella camera adiacente. Si prende una scala, parecchi urlano di fare attenzione. La tromba delle scale è nebbiosa come la valpadana. E’ casa mia, mi offro volontario, vediamo che succede : salgo sulla scala. Una zaffata di fumo fetido nero mi stordisce, afferro i resti di una valigia carbonizzata per fare spazio e capirci qualcosa. E lì il panico. Si alza una fiammata di una cinquantina di centimetri, tutto attorno c’è plastica e carta, a poca distanza lo scaldabagno. Se le fiamme arrivano lì sono fuochi d’artificio. Le donne sulle scale urlano "Attenti attenti". Filippas, un uomo un mito (è il capocondomino), tiene i nervi saldi e mi dice "Acqua, abbiamo bisogno di acqua". Io, ancora frastornato e ancora in mutande, invece di lanciarmi verso il terrazzo e portare dentro il tubo, trotterello verso la cucina e riempio d’acqua una pentola. Sporca, per giunta. Scende un momento di silenzio imbarazzato, la gente volge gli occhi al cielo (del tipo, ma saranno tutti così gli italiani?) e poi si riparte adrenalinici. Filippas spegne tutto, poi chiamano i pompieri. Di notte abbiamo dovuto dormire con tutte le finestre aperte, fra incubi di fumo e fiamme. La puzza della plastica bruciata non è ancora andata via. Tutt’oggi siamo stati a buttare roba carbonizzata e a pulire, ma ancora tutto sembra sporco. La corrente è tornata non più di un’ora fa, per soli 45 euri. Adesso mi chiedo : dopo due licenziamenti, un incidente automobilistico e un incendio, che altro è lecito aspettarsi in questo simpatico paese ? Saranno mica segnali che forse è meglio togliersi dalle scatole ? E poi, vi sembra il momento di mettermi a commentare le dichiarazioni del Nano Matto o le belle notizie come questa ?

NELLA FOTO: il capocondominio, Filippas, venuto a sincerarsi che tutto fosse tornato a posto, ci fa un elenco di roba di cui abbiamo bisogno per fare dei lavoretti a casa. Lavoretti che si è già offerto spontanemante di portare a termine, visto che in me, quello della cazzarola sporca, di fiducia non ne ha molta, credo. I disegnetti sono esemplificativi, del tipo "Poichè le cose che vi servono non le avete mai neanche viste (imbecilli) ve le disegno io". Da applauso

We’ll change the world with our greek jobs

September 10th, 2003 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Non è che volessi far diventare questo blog una cronaca puntuale dei miei giorni, poichè come dice Elis, " Il blog è lo specchio della vita, quando non succede nulla di interessante nella tua vita che ci scrivi nel blog ?". Tuttavia ritengo che ciò che mi sta accadendo in questi giorni abbia qualcosa , se non di straordinario, almeno di parecchio inedito. Definire sfortunate le mie prime due esperienze lavorative in Grecia sarebbe un eufemismo. Della prima ho scritto qui e qui. Della seconda devo ancora scrivere, ma spero che il racconto che farò di quei bastardi me lo pubblichino i ragazzi di Pennarossa, così da poterli sputtanare presso una platea di lettori più vasta. Non sono vittimista, ma neanche posso dire di essere stato particolrmante baciato dalla buona sorte. Insomma ero tornato in Grecia quasi consapevole che se non avessi trovato presto un lavoro le "Tragedie greche" sarebbero finite (o iniziate davvero) lì, a dirla tutta con grave rischio anche per l’amore greco, che è l’unico motivo per cui poi sono qui. Avevo mandato una sessantina di cirricula ad agosto, a tutte le maggiori scuole private di lingue di Salonicco, poco prima di tornare in Italia e poco dopo il mio ultimo disastroso epilogo con il secondo lavoro greco. Per tutto agosto nessunissima risposta. Prima settimana di settembre, ancora niente. Nervosismo in crescita, disillusione. Mi ero già quasi rassegnato all’idea che non mi avrebbe più chiamato nessuno, ero pronto a ricorrere alle (scarsissime) "conoscenze" a mia disposizione per arrivare dove un curriculum ,da solo, non sarebbe potuto arrivare mai. Non c’era comunque nulla di sicuro, sarebbe stata l’ultima carta, quella della disperazione. Poi, eventualmente a casa, in Italia. E invece è da un po’di giorni che il cellulare non smette di squillare. Non ho mai fatto così tanti colloqui di lavoro come in questi ultimi giorni. Sono arrivato a fissare anche due appuntamenti al giorno, alcuni ho dovuto rifiutarli perchè avevo preso già altri impegni. Insomma una valanga di offerte, arrivate tutte insieme, soprattutto dalle scuole di maggior prestigio della città, senza nessun bisogno di spintarelle di alcun tipo. Una situazione del tutto inaspettata che ha costituito per il mio martoriato orgoglio un rivitalizzante straordinario, se si pensa che era la prima volta che cercavo lavoro completamente da solo qui e anche la prima volta che sostenevo i colloqui in greco. Mi ritrovo ad avere l’imbarazzo della scelta. Adesso non mi resta che mettermi a studiare la grammatica italiana , visto che in teoria dovrei insegnarla. Presso una di queste scuole vado già da un paio di giorni per prendere parte alle lezioni tenute da un’altra insegnante e vedere un po’ come funziona. Ieri sera ho anche iniziato a parlare a quelli che saranno i miei futuri studenti. C’era nel libro un paragrafetto riguardante la gestualità degli italiani e mi è stato chiesto di presentarlo. Fra i vari gesti da spiegare c’erano il gesto dell’ombrello e le corna. Da qui ha preso spunto il primo attacco al Nano ( vi ricorderete di questa foto immagino). Uno dei miei obiettivi dichiarati, quando decisi di trasferirmi qui, era intraprendere una martellante propaganda antigovernativa, con il modesto scopo di abbattere il governo di B. e tornare nel Bel Paese accolto fra ali di folla festante per strada. Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi. Inoltre, vorrei aggiungere come informazione del tutto superflua che scendere in centro tutti i giorni, mi ha temporanemente riappacificato con questa città. Se per un anno , tutti i giorni, non fai che svegliarti alle 7 di mattina per passare tutto il giorno dietro una scrivania, in un ufficio di periferia, fino a che fa buio, circondato da gente stronza, l’odio prevale con facilità sugli altri sentimenti. Se tutte le mattine, invece, dormi fino a tardi , poi con calma ti svegli, fai quello che devi fare, poi nel tardo pomeriggio esci, con calma e vai al lavoro in centro, circondato da gente che ha poco meno della tua età, magari smadonnerai un po’ per i parcheggi (che non ci sono), ma poi tutto sommato tanto male non è.

Con il treno della breccia

September 10th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Con il treno della breccia

Anche Repubblica, con debito ritardo, si accoda alla moda dilagante dei blog (Sig. Di Stefano, ma non era una tendenza in netto declino ?). Fra le varie firme chiamate a tenere un blog anche Ernestone Assante. Pane per i denti di certi bloggatori domenicali.

Imagine

September 8th, 2003 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Immaginate di dover andare ad un colloquio di lavoro per un posto da insegnante nella più importante scuola privata di lingue della vostra città. Avete mandato un curriculum geneticamente modificato e vi hanno risposto.Voi non avete mai insegnato in vita vostra, o quasi, ma dal curriculum non si direbbe. Immaginate un lavoro che vi tenga impegnati solo di sera, fino alle 21.30 dopo si esce, e di mattina si dorme. Immaginate un lavoro che vi porti ad essere da solo chiuso in una stanza con 7 studentesse universitarie di cui alla domanda "Perchè avete deciso di studiare italiano ?" una vi risponda, "Perchè mi piacciono gli uomini italiani". E immaginate di essere voi gli unici italiani lì dentro e che lei non sia affatto male. Immaginate di guadagnare (all’ora) più del doppio dei soldi del vostro precedente fottuto lavoro, con la differenza che i vostri nuovi datori paghino le ore didattiche (due ore effettive fanno tre ore didattiche, ovvero lavori due e guadagni tre) e non c’è verso che vi facciano fare straordinari non pagati. Immaginate che prima il vostro lavoro non vi piacesse per niente e adesso quello nuovo si. Immaginate una città grigia che pigramente si rimette in moto dopo l’estate, sotto una pioggia che lascia presagire la fine del caldo. Voi dentro la vostra macchinetta con gli Yuppie Flu a farvi da colonna sonora, malinconica, ma non troppo, perchè dopo parecchio tempo siete tornati ad essere ottimisti. Immaginate che sia davvero così. Anzi speratelo per me, perchè ancora di sicurezze non è che ce ne siano troppe. Bene – Vi abbiamo appena presentato il programma "Dalla tragedia greca alla straniante sensazione di una cosa che potrebbe assomigliare ad una specie di felicità parecchio momentanea". Ed ora pubblicità.

Mad Professor vs Greece 1-0

September 8th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Mad Professor vs Greece 1-0

Cominciate pure a chiamarmi professore, che nella prima scuola dove sono andato a sostenere un colloquio mi hanno già assunto, e da ottobre comincio. Fra due ore ne ho un altro, fatemi i dovuti inboccallupo. Ci sarà parecchio da ridere quest’anno, altrochè.

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.

September 4th, 2003 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Ultimo post dall’Italia, bella gente. Domani riparto per la Grecia e chissà quando torno. Anzi lo so : a Natale. O forse prima, se le cose dovessero andare davvero male. Devo andare a cercarmi un lavoro, diverrò con tutta probabilità un professore di italiano all’estero. Da ammazzarsi dalle risate. Non è che abbia tantissima voglia di tornare, a dire il vero, ma il mio destino di uomo folgorato dall’ammmmore per le strade lusitane mi richiama ad un futuro ancora ellenico, e senza di lei sembra proprio che non ce la posso fare. E poi ‘sto blog non si chiamerebbe Tragedie Greche se non scrivessi da lì. Dunque si parte. Vi saluto, vi abbraccio, vi bacio, parecchi di voi anche con la lingua, ma è solo affetto, lo giuro. A presto.  

Benty vs Professionals – part three

September 4th, 2003 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Anni fa il vostro adorabile Benty era fidanzato in Italia, addirittura a Fabriano. Da non crederci, direte voi. Oppure direte "Ah". E cliccherete sulla crocetta in alto a destra. Comprensibile. Lei era ricca, molto ricca, altra casta sociale (a Fabriano la società è tutt’ora divisa in caste, se non lo sapevate). Andavamo in giro per la ridente cittadina e lei mi diceva "Lo vedi questo ? E’ mio". Si riferiva ad un palazzo di tre piani situato in pieno centro. "La vedi questa ? E’ mia" e mi indicava una collina coltivata a vigna. Proprio una collina, mica un pezzetto. Ci eravamo conosciuti ad una festa dove io mettevo i dischi, entrambi ubriachi, e io l’accusai di avermi trafugato un paio di cd. Quando voglio so come far impazzire una donna. Fu subito ammmore. Litigavamo spesso per motivi politici, lei era destrorsa convinta, famiglia di imprenditori, Berlusconi era da un paio d’anni salito al governo, lei lo aveva ovviamente votato. La passione durò poco : finì, un po’ nella noia, un po’ perchè io quella volta feci , forse , l’unica scelta egoista ed azzeccata della mia esistenza, decidendo che era più importante partire per fare l’erasmus a Lisboa che avere una ragazza. Poi non partii più quell’anno, ma quello dopo. Ma questa è un’altra storia e figuratevi che ve ne frega a voi. La ragazza comunque si consolò presto, con uno più grande di lei (lei era già più grande di me di tre anni). Un notaio giovane, ricchissimo, di successo, con una discreta notorietà nel circondario. Poco dopo che si erano messi insieme lei mi telefonò, una sera, e mi raccontò, fra le altre cose, che il tipo non le permetteva di indossare scarpe da ginnastica. "Sono scelte" commentai. Seppi tempo dopo che si erano poi sposati, credo che adesso abbiano un figlio.

Oggi sono andato dal notaio. Era lui. Alto, distinto, elegantissimo, più che abbronzato carbonizzato,direi, occhi di ghiaccio, nessuna inflessione dialettale, poco espansivo. Un notaio d’altronde. Capelli cortissimi, biondo scuro, con un qualcosa di nazista. Successo e ricchezza evidenti ma non ostentati, controllo assoluto della situazione, un vero dominatore sociale. Pareva preso da certe interviste a professionisti che fanno di solito su Cosmopolitan. Si, ogni tanto mi leggo Cosmo, ce l’ho nella pila di riviste in bagno a Salonicco. Così sapete che letture vi aspettano se mi venite e trovare.

L’aitante notaio doveva leggerci un atto di non so che tipo. E dire che quelle cose le ho pure studiate. Ci siamo stretti la mano alla fine, con un interminabile sguardo. Dritto negli occhi, a brave distanza, neppure l’ombra di un sorriso. Nè mio, nè suo. Credo sappia chi sono io. Non credo impazzisca di gioia a pensare che la madre di suo figlio, non più di sette anni fa, stava con me. Magari mi spingo troppo in là con l’immaginazione , ma credo che il suo volto ben rasato abbia tradito un minimo sussulto di disgusto. Me lo immagino tornare a casa e dire a sua moglie "Cara, indovina chi è venuto in studio stamattina? Il tuo "ex", quel capellone comunista, ah ah! Ma come facevi a stare con uno così ? Neanche la barba si era fatto. Dovevi essere proprio disperata in quel periodo". Credo che anche lei debba essere percorsa da brividi poco piacevoli, pensando con chi sarebbe potuta finire. A dire il vero pure io, però.

Quoting Bukowski + Love

September 1st, 2003 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

”Ecco il problema di chi beve, pensai versandomi da bere. Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa”

Inoltre ammetto di amare questa donna : senza se e senza ma.(via loser)