Posts Tagged ‘blogghismi’

Chi di blog ferisce

July 26th, 2007 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

Hai un blog dalle alterne fortune ormai da quattro anni. Alterne fortune e’ dire tanto, ma ti ha dato le tue porchissime soddisfazioncine. Inoltre hai una fidanzata fuori dal comune, di quelle che stenti a volte ancora a credere a tanta grazia piovuta dal cielo, da oltre un anno. Con la tua fidanzata a volte ne parli di questo benedetto blog e la inizi ai piaceri di altre e ben piu’ meritevoli letture blogghiche. Regolarmente la povera donna ci va sotto. Nonostante cio’ non potete ancora definirvi una coppia apertamente disfunzionale, ma a un certo punto le dici: ma perche’ non te ne apri uno pure tu?

Ora capisco benissimo che questa puo’ sembrare la tipica frase del fidanzato sfigato blogger, ma d’altra parte e’ anche un riflesso condizionato dal fatto che lei oramai di blog ne legge, ne parla, ne cita, ne scopre, ne segnala, ne compra i libri addirittura. In realta’  il tuo incoraggiamento e’ dovuto al fatto che lei abbia oggettivamente da sempre il dono naturale della scrittura. Al di la’ del fatto che poi sia la tua fascinosissima fidanzata. Voi liberissimi di non crederci, ed eventualmente – fra un po’ –  di ricredervi. Tanto e’ vero che ancora intatti conservi i vostri adolescenziali carteggi di 15 anni fa, pensa un po’.

"Se ti aprissi un blog avresti un sacco di successo", le dicesti a un certo punto. Lei si schermi’, "Nono, sono troppo pudica per esibire quello che scrivo al pubblico ludibrio, e troppo narcisa e sensibile per non restare ferita dalle loro eventuali critiche". Tu le dici, "Si in effetti, tu parli di "cose abbastanza morbose" il che potrebbe renderti assai popolare nella blogpalla, ma poi anche ci hai i retaggi cattolici che te lo impedirebbero, questo spudorato smascherarti". E poi – maledetto sia quel giorno e sia anche la tua lingua – butti li’ anche la spacconata triste, triste da mettersi a piangere ancora oggi, di quelle che sai che un giorno te le ricacceranno in gola o su per il culo, ma pero’ tu fai lo sborone lo stesso, ed ormai e’ troppo tardi e ti esce "E poi con tutti i blog che ci sono oggi in giro se non ti linko io chi ti legge?". Ah ah ah. un sacco forte.

Chissa’ se e’ stato allora amore mio che hai deciso di darmi una lezione su vari fronti. Uno, sulla proverbiale imprevedibilita’ femminile, e sul fatto che voiuomini non ci capite davvero una mazza di noidonne. Due, sulla proverbiale mia stronzaggine, tse’ ci ho il blog da 4 anni, che ne sai te della vita. Tre sul tuo indiscusso talento di creare, raccontare, portare le tue pippe mentali ad estreme conseguenze scritte che con uno sforzo minimo a farti emergere dalla blogmelma ci avrebbe messo poco o niente.

Fatto sta che ieri sera, davanti al mio bel piatto di garganelli ai gamberetti e pomodoro, me l’hai confessato, messa ineluttabilmente all’angolo da eventi – gioiosissimi – prossimi futuri. E mi sono sentito dentro un Truman Show. Tutti sapevano tranne io. Perche’ la’ dentro, nel tuo stracazzo di blog da 200 accessi al giorno realizzati in tre mesi –  ci sono pure pezzeti di vita mia, da cui tu poi elabori, remixi, esondi, sbarelli, inventi traiettorie, che per certi passaggi ricordi alcuni scarti laterali che odorano di genio, una mezz’ala di quelle come non ce ne sono piu’, dal dribbling fulminante, un numero dieci di quelli che da soli valgono il prezzo del biglietto. E io, che il campioncino ce l’avevo in casa sotto mentite spoglie, me l’ero perso. Cresceva fra gli applausi di tifosi ogni giorno piu’ numerosi e appassionati, e ignorato da me, quello che-di-internet-ne-sa, quello-col-blog-di-quattro-anni-che-se-non-ti-linko-io-non-ti-leggera’-nessuno. Ah ah ah. Un sacco forte.

Sono dunque qui a ricoprirmi il capo di cenere, a fare pubblica ammenda, e non certo a dedicare un ovvio marchettone al tuo blog, che ormai vola alto, sicuro e solo, e non e’ sicuramente dei miei miserrimi link che abbisogna per raggiungere la giusta notorieta’ che gli spetta. Certi fratelli sapevano e sono rimasti silenti e conniventi, accodati al tuo culto in espansione come l’universo, che in tre mesi ha portato alla ribalta te e il tuo blog. Sto approntando la categoria di link "blog traditori" qui sulla sinistra, limbo in cui rinchiuderli per sempre, mefistofelici tramatori alle spalle di un onesto libero professionista quale mi ritengo tutt’ora.

In realta’ ora che lo so l’esperimento dovrebbe avere termine, (cosi’ recita l’intestazione del tuo blog) ma invece sono qui a dirti che per me leggerti restera’ sempre uno di quei piaceri universali, oggettivi, e gioisco della tua decisione di condividere tanta bellezza scritta con gli altri. Direte, embe’ potevi dirglielo stamattina mentre prendevate il caffe’, ma sai benissimo che adesso siete una coppia apertamente disfunzionale, e forse d’ora in poi vi parlerete solo sui commenti del blog.

Dunque, signore e signori, ecco a voi in tutto il suo blogghico splendore la mia fidanzata, che – fatevi pure rodere il fegato – e’ bella tanto per quanto scrive bene. Pattymeet in Gallivant.

Thessaloniki is burning

June 7th, 2007 | By benty in Senza categoria | 15 Comments »

Dice che devo scrivere il solito post commemorativo, che ormai sono quattro anni che imbratto questo posto qui, e bisogna festeggiare. Mah. Dice che è tradizione e che si fa ogni anno. Evabbe’. Ma il fatto è che non mi viene in mente proprio niente di sensazionale. Allora mi sono guardato indietro. E non mi è venuto niente lo stesso.

Il primo anno avevo scritto Associazione blogger anonimi, in cui si prendeva in giro la dipendenza creata dal blog, in particolare all’inizio.

Il secondo anno invece fu la volta di un esperimento di retrofuturo, in cui i blogger avevano preso il potere e 50 anni dopo io, Enver e Enzop ce ne stavamo chiusi in un ospizio per ex blogger dissidenti, mentre tutti gli altri blogger ricoprivano prestigiosi incarichi di governo o simili.

Il terzo anno processai il mio blog per direttissima, condannandolo infine per manifesta e reiterata inutilità.

Per quest’anno avevo pensato all’originalissima idea di fare una riedizione "blog-salonicchese" del pezzo Milano is burning di Frangetta, ma prima il BdD, poi Enver , poi credo anche mia nipote di nove anni mi hanno bruciato su tempo. Nel frattempo l’originale è diventato un insulso tormentone da radiodeejay con la conseguente perdita di smalto, è passato di moda tipo in una settimana, quindi non ha assolutamente piu’ senso farlo. E infatti la pubblico lo stesso. E’ una specie di worst of di questi 4 anni. Fatemi gli auguri (pure se il compleanno del blogghetto era 4 giorni fa) e perdonatemi se mi cito addosso, ma purtroppo ci ho una certa età, anche come blog, sono cose che succedono.


Thessaloniki is burning, Tragedie Greche 4th year edition


Accumulo post

vivo a Fabriano

vado in Grecia

vivo a Salonicco

vivo a
Lisbona

mi bevo una birra, dai un’altra, dai facciamo l’ultima

faccio l’insegnante

faccio l’interprete

faccio
il blogger

faccio
l’imprenditore

faccio il dj

facevo il marketing manager in un’azienda che vendeva fra l’altro gli imprescindibili nodding dogs

facevo il corrispondente per un’azienda di trasporti

facevo il piano B

organizzavo feste
alcolico marchigiane

mi metto la maglietta dei Blonde redhead

non mi tolgo la maglietta dei Sonic Youth

non mi tira il culo perchè Pulsatilla ha scritto un libro che ha venduto un sacco e io no, anzi per me se lo merita proprio

ho delle eiaculazioni precoci

secondo qualcuno mi facevo le seghe

faccio la fila per il sussidio di disoccupazione

faccio la fila per pagare il telefono e l’acqua

prendo l’aereo per tornare in Grecia

faccio l’accompagnatore della gita scolastica a Barcellona

ho l’m-blog

che bravo
Enver 

fa dei post cosi’ intensi

che bravo Scum

che bravo miic

che bravo elRocco

quanto mi manca enzop

che buono il San Simone

io aderisco

io supporto

guardami guardami che non paretecipo mai alle catene di Sant’Antonio

sono
un tipo polemico

uuuuuuh
se sono polemico

critico i greci

critico gli italiani

critico i siciliani

(bestemmio quotidianamente perche’ non riesco a vedere) almeno due concerti al mese

ho messo la musica al Babel

mettevo la musica al Casablanca

mettevo la musica al Kika

mettevo la musica al Cuervo

mettevo la musica al Pulp

metto la musica su una nave

le mie studentesse imparano a bestemmiare in marchigiano

sono un indie blogger

facevo l’erasmus

ho i capelli spettinati, intrecciati, discutibili, ma a trentaquattro anni ancora ce li ho, cazzo

hanno detto che sono un coglione

sono poeta dialettale

sono un folk-indie-singer

non mi piace Berlusconi

per carità vai via con quel Berlusconi

salvo l’Italia da Berlusconi alle ultime elezioni

invece mi piace un sacco la Ratzinger e la sua setta

bevo caffè greci

vieni che ti faccio vedere come si gioca a calcio

ti mando una canzone troppo bella sui carabinieri

questa sera andiamo al bar farnese

andiamo alla manifestazione contro il g8

minchia quanto siamo alternativi

facciamoci un raw power

vincere il mondiale no è da stronzi

mi interessa solo lei

a me piace lo tzatziki

mi piacciono i Grovers e gli Ivellezza, che li conosco solo io e sono le next huge things

che bello eurovision

quanta creatività

che belli gli anni 90

forse perchè ci avevo vent’anni

basta, Ian Brown e John Cale hanno rotto le palle

mi piacciono i traslochi

piuttosto di farne un’altro mi suicido

ci ho le crisi cicliche

mi vedo un film di Tinto Brass

oppure Il signore degli anelli

andiamo al Flou

facciamo un fake

non mi piace proprio affatto la musica che chiamate indie

e soprattutto le blog-ammucchiate

sono troppo commerciali

i miei genitori non mi capiscono

mio papà mi dice solo porco d##

mi sono spezzato la schiena per farti studiare

e tu te ne vai in Grecia

a fare che, dopo cinque anni, ancora non si e’ capito.

Ma io gli rispondo "Se torno poi è un casino, mi tocca cambiare titolo al blog"

Whatever happened to our rock’n’roll

May 14th, 2007 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

L’alieno e le sue catene di sant’ Antonio maledette, (Disorder, pagherai per avermici tirato dentro) che questo blog in genere rifugge, hanno attecchito. Ho visto un po’ di liste in giro, quasi tutti gli stessi nomi. Embe’ allora pure io, e mi sono ripromesso di liquidare la faccenda in meno di dieci minuti, senza ripensamenti. Via alla sagra dell’ovvio. It’s only rock’n’roll but i like it.

1) Led Zeppelin – Whole lotta love

2) Jimi Hendrix – Hey Joe

3) Clash – Clash city rockers

4) Sex Pistols – Holyday in the sun

5) Iggy pop – I wanna be your dog

6) Undertones – Teenage kicks

7) Ramones – Blitzkrieg bop

8) Joy DIvision –  Warsaw

9) The Sound – I can’t escape myself

10) Pixies – Debaser

11) Cake  – The distance

12) Run Dmc vs Aerosmith – Walk this way

13) Velvet Underground – Run run run

14) Rage againts the machine – Killing in the name of

15) Chuck Berry – Johnny B. Goode

16) Beatles – Daytripper

17) Elvis Presley – Jailhouse rock

18) Sonic Youth – Teenage riot

19) Pavement – Stereo

20) Rolling stones – Sympathy for the devil

21) Nirvana – Lounge act

22) Sonics – Strychnine

23) Neil Young – Keep on rockin in a free world

24) R.E.M. – It’s the end of the world as we know it (and I feel fine)

25) David Bowie – Queen bitch

Ergo, il rock e’ morto. Viva il rock. Passo inutilmente la palla a Enver, Scum, ElRocco e Bop, che giustamente ignoreranno me e l’ennesima catena in cui tento invano di coinvolgerli.

Quando le giornate cominciate malino volgono subito al meglio

May 3rd, 2007 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Quando le giornate cominciate malino volgono subito al meglio

E’ tornato il guru esistenziale de noantri e lo ha fatto a suo modo, ovvero con un colpo di classe inconfondibile, indiscutibile, impermeabile. Leggete, bestie.

Per dare speranza al paese

February 23rd, 2007 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Per dare speranza al paese

C’è bisogno di un rilancio, da parte di ognuno di noi, per dare speranza a un paese come il nostro, in evidente difficoltà. Anche dall’estero non esito a farmi carico delle mie responsabilità, e sono pronto a rilanciare l’Italia e gli italiani. Comincio da me stesso, rilanciando il mio trascuratissimo m-blog, l’antica arte dell’mp3 blogging. E lo faccio con uno degli orgasmi multipli che questo 2007, sovraccarico di uscite musicali, mi provocherà presto. Nuovo pezzo delle venerate Electrelane , qui.

E poi basta pero’

July 12th, 2006 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

I tre post definitivi sul mondiale

 

Scum su doppiavuemme

Leonardo

Facci su Macchianera (post su Totti che condivido al 100%)

La ballata delle prugne secche

July 8th, 2006 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Il blog di Pulsatilla, e’ nato un giorno dopo il mio, tre anni e poco piu’ di un mese fa. A voi sembrera’ un caso, e a me pure a dire il vero, me ne sono accorto solo ora. Forte come coincidenza pero’, no? Certo, Pulsatilla non scriverebbe mai la parola pero’ con l’apostrofo al posto della o accentata, ma lei non deve combattere mica con le tastiere greche. Anzi, una volta si. Fu cosi che conobbi il suo blog, che scriveva robe sulla Grecia. Leggevo e ridevo. E non ho piu’ smesso di leggerlo. Poi siamo diventati blogfratelli, tramite Delio. Ma voi che ne potete sapere… Poi l’ho anche conosciuta di persona, ci ho visto insieme Iggy Pop a Torino e ci ho passato un capodanno a Roma, un paio d’anni fa, dove parlammo un po’, seduti su degli scalini di una scuola, bevendo rum e pera, credo. E voi invece no, papapa’. Per inciso, Pulsatilla ci ha anche gli occhi bellissimi.

Ma veniamo al dunque. Lei ha scritto un libro, che si chiama La ballata delle prugne secche, edito Castelvecchi, e io l’ho letto. Il libro costa solo 10 euro, quindi compratevelo anche voi bestie. Ha un solo difetto, mi si e’ scollata la copertina, ma per 10 euro ci puo’ anche stare. Questo libro si butta giu’ d’un fiato, come una birra piccola quando hai sete ad agosto, anche se adesso e’ luglio, ma non importa, che ad agosto fa piu’ caldo, ecco, cosi’ capite meglio. Si si, da’ proprio lo stesso tipo di soddisfazione e gioia leggerlo. Solo che in piu’ si ridacchia un bel po’. Non solo, ma soprattutto. Io invece la birra Pulsatilla me la sono sorseggiata piano piano, per tre giorni, che senno’ l’effetto godurioso mi finiva troppo presto. Il libro di Pulsatilla parla essenzialmente di Pulsatilla, come anche il suo blog. Ma dall’universo pulsatilliano si passa in un batter d’occhio ai massimi sistemi, alla sociologia for dummies, ci sono rivelazioni sull’universo femminile (cfr Elio), soprattutto per dei maschietti fondamentalmente ignoranti come me. Tre anni e passa di convivenza con una donna non mi hanno potuto aprire gli occhi sulla dolorosa pratica delle depilazione femminile quanto il capitolo dedicato a questa tortura da Pulsatilla. Ho sofferto e solidarizzato con tutto il genere femminile, per la prima volta in vita mia, credo. Il libro di Pulsatilla e’ come il blog di Pulsatilla, bello. Scusate se non mi ingegno alla ricerca di aggettivi da critico letterario ma io non sono ne’ critico ne’ letterario. Io sono uno che ha letto Pulsatilla e vuole dire al mondo che legge questa paginetta, uscite e compratevelo, perche’ e’ proprio bello bello bello. Continuando con l’originale marchettone vorrei dire che Pulsatilla ha una caratteristica peculiare, secondo me. Scrive molto molto molto bene. Voi direte, ammazza che sforzo, hai detto che ha gli occhi belli, che il libro e’ bello e che lei scrive bene. E pero’ e’ cosi’, c’e’ poco da fare. Avrei potuto dire che e’ scritto in modo esilarante, fresco, feroce, delizioso, acuto, ironico, leggero, beffardo, spietato, spassoso, gustoso, smaliziato, autentico, tagliente, travolgente, coraggioso, sarcastico, sfacciato, da sbellicarsi, coi controcazzi insomma. Sarebbe peraltro tutto vero, ma Pulsatilla scrive dannatamente bene, questa e’ la cosa che si deve ribadire, secondo me. Quindi andate in libreria e arricchitela vergognosamente, che se lo merita e basta.

Tre anni. Gliene avrei dati 5, senza condizionale

June 3rd, 2006 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

Brusio nell’aula gremita, fanno il loro ingresso i magistrati in toga con tanto di parrucchini bianchi bigodinati.

Il presidente della Corte, stentoreo recita il rituale "L’imputato si alzi".

Un nanetto bruttino, capelli incolti e sporchi, vestito di bianco e azzurro con una spilletta colorata sulla maglietta dei Sonic Youth si alza in piedi. La folla si sporge per vederlo meglio, che sembra nemmeno si sia alzato in piedi. Lui si guarda attorno con fare incredulo.

Il presidente della corte lancia un primo sguardo scettico, poi un altro abbassandosi gli occhiali, sporgendosi dal suo scranno, sotto cui campeggia la scritta "La legge è uguale per tutti quelli che fanno almeno 500 accessi al giorno. Gli altri li sistemiamo noi".

Giudice:  "Lei sarebbe…mh vediamo. Il signor Tragedie Greche, nato a Salonicco il tre giugno 2003. Sfortunata coincidenza questo processo, me lo lasci dire. Temo che avrà ben poco da festeggiare quando avremo finito"

Il nanetto treenne  deglutisce, occhi sbarrati.

Dalla folla si alza un grido "Ammazzatelo ! Ammazzatelo ! Almeno cambiategli il template, che fa schifo!". Nuovo brusio a scemare.

Il giudice ha in mano un papiro piuttosto corposo, scorrendolo si acciglia "Lei è accusato di numerose violazioni del codice dei blog. Se ci mettiamo ad enunciarle tutte qui facciamo notte. Ma non si avvale di una difesa, nemmeno d’ufficio?"

Il nanetto sgorbio fa di no con la testa, gli occhi tristi rivolti verso l’alto, guarda il giudice quasi stesse per piangere.

Il giudice si scalda "Adesso che fa il muto? Sono tre anni! Tre anni dico, che ci ammorba settimanalmente con le sue parole, tre anni che blatera di tutto senza sapere di niente. Ma che è un tuttologo? Tre anni che ci propina le sue storie di file alle poste o ai telefoni, che dovrebbero essere speciali solo perchè si svolgono in Grecia? Ma che crede che non ce le abbiamo qui le file alle poste? Tre anni di sporca propaganda antigovernativa, fatta al comodo, dall’estero che son buoni tutti. Tre anni che ci tocca sorbirci i suoi deliranti resoconti su concerti e quant’altro. E adesso che dovrebbe parlare mi sta zitto con quella faccia da scemo? Avanti, si difenda, dica qualcosa !"

Il nanetto sporco coi vestiti consumati allarga le braccia, e non emette un suono. Sembra impaurito.

Giudice " Va bene allora vediamo di ricapitolare. Lei viene concepito pressochè involontariamente in una afosa notte di tre anni fa da suo…possiamo chiamarlo "padre"?, Complimentoni peraltro, bell’esordio, per me già da lì… comunque, dicevamo … suo padre, tale benty, bendy, qui non si legge bene, ma che nome è? Questo suo genitore adesso dove si trova me lo sa dire almeno?"

Il nanetto polveroso, occhi lucidi, labbra serrate di nuovo fa di no con la testa.

Giudice "Ma mi capisce quando parlo? Scusate, ma questo qua lo sa l’italiano? Che ne so io, nato in Grecia, forse ci aveva un ghost writer? Ma l’autore non era anche un insegnante di lingua italiana? Mi portate il fascicolo, per cortesia?" Arriva il fascicolo. "Grazie, allora facciamo così, io faccio le domande lei risponde di si o di no con la testa, d’accordo? Faccia di si se è d’accordo…ma guarda tu, un blog che si finisce le parole mi doveva capitare !"

Il nanetto storpio annuisce timidamente.

Giudice "Allora, qui mi si dice che è stato abbandonato dal suo autore, un millantatore che si spacciava per professore, addirittura dj….ma la gente non ha proprio ritegno, dj a trentatreanni, macomesifa…mh … vediamo. Sembra che sia scappato con i soldi destinati al suo mantenimento e viva in latitanza sui monti del Conero con una affascinante concubina. Ma torniamo a Lei. La prima accusa che le viene rivolta è quella di inutilità. Lei è consapevole che i blog uno scopo dovrebbero avercelo, come tutto nella vita, no? Faccia di si… ecco bravo. Allora qui bisogna che Lei mi spieghi la sua utilità. Il giudice per le indagini preliminari si è scervellato a capire la sua funzione. Lei non è esattamente un diario. Non parla esattamente di musica. Non fa esattamente ridere. Sarebbe meglio parlasse il meno possibile di politica (che di danni ne ha fatti), e anche di sport. Lei non è nulla di preciso. Ma fino a qui non se ne può fare una colpa solo a Lei. Quello che mi chiedo è se capisce che c’è gente che lei sta raggirando, truffando da tre anni. Si rende conto che questo è un reato? Lo sa che il tempo è denaro, vero? Lo sa che da tre anni c’è una trentina, quarantina di stolti che passano tutti i santi giorni a leggere le sue str..anezze, non mi faccia dir cose che non voglio, le sue inutilità, i suoi, come vogliamo chiamarli?, post, ecco. E quelli sono danni alla società! Tempo sottratto al lavoro, soldi persi. Tempo sottratto alla famiglia, carezze sottratte ai bambini, baci rubati alle fidanzate, attimi di passione da restituire alle mogli e ai mariti. Ma non si sente in colpa nemmeno un po?"

Il nanetto fetido annuisce. E tiene la testa bassa, come se aspettasse la mannaia, rassegnato.

La folla si scalda, borbottii, disapprovazione, parte qualche sputo addirittura, la polizia contiene a stento gli slanci degli astanti più esagitati. Uno gli punta l’indice contro "Bastardo, hai rovinato mio figlio, prima era una persona per bene, e poi invece si è aperto un blog pure lui, per colpa tua. La pagherai !!! E lasciatemi !!"

Giudice "Silenzio in aula o la faccio sgomberare. (era una vita che volevo dirlo!). Capisco il carico emotivo di questa udienza, ma siamo qui anche per cercare di comprendere, così da non essere costretti poi a ripetere gli errori del passato. Dunque.  Ma Lei se lo è mai chiesto cosa li porta ad aprirla ogni giorno. Ha saputo darsi una risposta? Perchè noi della corte, per quante  ipotesi possiamo fare, non ce ne capacitiamo ancora. Può aiutarci a capire? Cosa ci trovano in Lei? Come ha fatto a farsi strada in questo losco mondo dei blog, a essere invitato a imbrattare la rete anche in altri luoghi? E come mai si ritrova comunque nella poco invidiabile posizione di blog straccione? Mica è uno di quelli che ce l’ha fatta!? Niente libri, niente televisione, niente programmi radio o tv, niente di niente. Ma lei continua !!! Contento anche !! Ma la pagano?! Si rende conto della superbia che ci vuole per portare uno come lei a ritenere che gli altri ci trovino qualcosa di interessante in quello che scrive? La superbia è peccato, lo dice anche la Bibbia ! O era Nostradamus? E soprattutto, come vede, il settore dei blog passa una fase di stanca, tanti hanno abbandonato. Meglio non scrivere se non si ha più nulla da dire o nessuno a cui dirlo. Gente con una dignità, che capisce quando è il momento defilarsi. Meglio bruciare che spegnersi lentamente, diceva qualcuno di quei cantanti che ascolta lei. E lei perchè invece insiste? A chi si rivolge? Cos’ha da dire? Perchè ha iniziato a scrivere in rete? Per chi? Perchè dopo tre anni ha ancora voglia di scrivere su un blog?"

Il nanetto spaesato fa l’espressione da gnorri, allarga le braccia, protende le labbra come a dire, boh, chi lo sa? Si gira tormentato, mentre la folla rumoreggia sempre più forte attorno a lui, allora ha un raptus, afferra il microfono con entrambe le mani, sale sul banco che ha davanti con un insospettabile scatto di reni, chiude gli occhi e urla, anzi si direbbe latra

"I KNOOOOOOOOOW, IT’S ONLY BLOG’N’ROOOOOOLL BUT I LIIIIIIKE IIIIT, YEAAAAAAAAH".

Finalmente lo portano via,  ma la folla ha la meglio, lo accerchiano e lo linciano, senza pietà. Giustizia è fatta.

Caro blog …

March 26th, 2006 | By benty in Senza categoria | 11 Comments »

Tutto finisce, prima o poi. Certe relazioni si trascinano solo per stanchezza, o per abitudine, o per paura di non trovare di meglio, o perchè …beh ci sono i ricordi, il bellissimo passato assieme. Tu non lo capisci, ma sta succedendo anche a noi, alla nostra relazione. Fai finta di non accorgerti di nulla e sfoggi con orgoglio le tue sciocche spillette, i tuoi ascolti, i tuoi concerti, le tue serate, i tuoi progetti, le tue millantate conoscenze, i tuoi giri. ("Si sai com’è, ho amici un po’ ovunque a Venezia, Torino …"). Io me ne sto lì, e nemmeno ho più la forza di starti a guardare, nemmeno la pazienza di capirti, o la voglia di prendermi cura di te, come una volta. Mi hai stancato forse, e vedo che non sono il solo, c’è un’ariaccia in giro. Il fatto è che  ogni tanto ce lo avrei pure il trasporto, la voglia di fare una cosa pazza insieme. Poi mi siedo davanti a te, e mi passa l’ispirazione. Non è più come agli inizi, quando il nostro amore cresceva, si facevano nuove amicizie, nuove esperienze. Tutto sembrava brillare. E’ che non siamo più gli stessi. Siamo diversi, siamo cresciuti, non ci assomigliamo più, a volte siamo addirittura lontani. Mi parli di cose che quasi non mi riguardano, che mi interessano poco. Mi chiedo perchè tu lo faccia. Sono quasi tre anni ormai. Eppure andiamo avanti, perchè, alla fine i perdiodi di stanca sono inevitabili, in tutte le coppie. E va bene, siamo invecchiati, qualche capello grigio, qualche ruga sul template. Ma se questa storia vale qualcosa, dobbiamo provarci ancora, dobbiamo tenere duro. Impegnarci di più ogni giorno perchè funzioni. Magari non sarà come prima, sarà diverso, nuovo, neanche so come. Ma insieme possiamo farcela e venire fuori da questa crisi, da questa noia. Almeno lo spero.

update : beh sapete com’è…. Le cose cambiano spesso molto in fretta, e tutto assume un’altra luce, un’altra prospettiva. Sono lieto di annunciarvi che in casa Tragedie greche è stato appeso un fiocco azzurro: abbiamo avuto il nostro primo troll e ne siamo fierissimi. E’ in salute, insulta, ci invita ad andarcene dalla Grecia e presumibilmente è pure di destra. Siamo commossi, la nostra gioia non si può esprimere a parole, e in genere non si può esprimere al pargolo, perchè il troll, come tradizione comanda è coraggiosamente anonimo. In alto i calici !!!

Un anno di Tragedie Greche

December 27th, 2005 | By benty in Senza categoria | 9 Comments »

Questo potrebbe sembrare un post ozioso, autoreferenziale, e dunque inutile. Avete ragione, in effetti. A mia discolpa devo dire che per tutto l’anno non ho scritto post sulle chiavi di ricerca, e solo una volta ho aderito a una catena di santantonio. E quindi qualche cedimento qualitativo ci può stare di quando in quando. Poi se ci rifletto questo post invece ha una funzione precisa: riassumere l’anno che sta per finire potrebbe servire a mettere in guardia quelli che sono lettori relativamente nuovi. Più o meno questo è ciò che vi aspetta se continuate a perdere tempo leggendo questo blog, siete ancora in tempo per fare un passo indietro, perchè poi – come tutte le schifezze della terra (alcol, fumo, nutella, bondage, Michele Cucuzza, eroina, Friends etc..) – crea dipendenza. Chiedete a quegli sciagurati che mi leggono da più di un anno, anzi, guardateli in faccia. Vi accorgerete che portano gli inequivocabili segni di quella che è a tutti gli effetti un’esperienza devastante. A parte le occhiaie, che quelle sono altri vizi con cui il mio blog non c’entra niente.

gennaio : Inizio l’anno bestemmiando (il buongiorno si vede da mattino), vado a vedere gli Arab Strap, inizio a mettere musica al Cuervo, ospito un intervento dei Giardini i Mirò su Salonicco (che avevo ivi perso in concerto versando lacrime amare), lancio una invettiva contro l’Italia, unico post che riscuote un minimo di successo (immeritato). Mica bruscolini.

febbraio: sproloquio di razzsimo, di Pavlos il ceco, e di Richard il greco avventore del Casablanca. Vado a vedere in due locali distinti ma distanti dieci metri (quindi pagando due biglietti da 25euri l’uno) Six by Seven e Radio 4, nella stessa sera, senza esaltarmi affatto. Semino il panico via web su una improbabile reuinion dei cccp, prendo freddo e (metaforiche) legnate nel derby Aris Paok. Sottotraccia le cose che a gennaio andavano di un gran bene finiscono rapidamente a puttane, ma voi lettori ne restate ignari,ameno fino a settembre.

marzo: esordisco con una vibrante session unplugged (solo voce e chitarra) presso la scuola elementare di Sykies, e come se non bastasse debutto anche su Sacripante, insozzando ulteriormente la rete di mie inutilità (per la gioia di Enzop il primo pezzo è sul caffè greco). Per il resto deliri esistenziali che vanno dalle festività greche alla Nuova Zelanda, passando da Madrid.

aprile: la maggior parte dei post è incentrata sulla morte del Polacco e sull’elezione del Nazi, si rievocano gli Squallor e si fa del facile umorismo. Soprattutto vengono a trovarmi i Blonde Redhead a Salonicco, e vado in visibilio. Per Pasqua torno a casa, giusto il tempo per stranirmi. Si allunga la lista di domande da non porre ai greci.

maggio: visito il Doge Enver, realizzo che a Venezia ci sono anche i veneziani. Incoccio per caso nel gruppo che più ho ascoltato ed amato (e fatto amare) nell’anno, gli Offlaga Disco Pax, rivedo volentieri anche gli Yuppie Flu. La Grecia vince Eurovision, vedo Steve Wynn senza troppo entusiasmarmi (ma mi si scatenano in testa delle riflessioni esistenziali, al solito), vi parlo della procace Barbara che non sa baciare.

giugno: celebro i due anni di blog con solito pezzullo a tema, mi schiero col Si al referendum e contro il Palio di Fabriano, vedo i Kings of Convenience, mi vedono i Sonic Youth ( e mi salutano nell’altissima persona di Thurstome Moore), concludo in bellezza scrivendo al tribunale diocesano, istigato da Delio. A tutt’oggi non hanno ancora risposto.

luglio: vedo il Soundville a Macerata (A toys orchestra, Benvegnù e Good Morning Boy) e il Traffic a Torino (808 state, ma soprattutto New Order, Max Collini e Jukka,il bdd, enzop e tutta la lobby della bagnacauda). Vengono i White Stripes a Salonicco, entusiasmando, trasloco e vado a vivere da solo come Jerry Calà, una zoccoletta americana raggiunge il successo via blog usurpandomi il nome "Greek Tragedies".

agosto: si latita. Per la prima volta in due anni sono rimasto per un mese senza blog. Ho dormito bene lo stesso a dire il vero. Non risultano quindi mie testimonianze delle mirabili prestazioni calcistiche nel celebre match splinder-rdp, nè di quelle musicali degli Yo la tengo e dei Blonde Redhead sui palchi urbinati.

settembre: ops, a sorpresa apro una scuola di lingue, passo da dipendente a proprietario, il solito voltagabbana. Vado a vedere i Cure ad Atene e ne torno stremato ma soddisfatto. Cerco un posto di lavoro come dj, avendomi scaricato con nonchalance quelli del Cuervo. La Grecia vince l’europeo di basket. Vengono a Salonicco i Madredeus, e mi prende la solita botta di saudade lisboeta.

ottobre: nulladichè, vi si aggiorna sulla scuola, si ironizza vilmente su Lapo de Lapis, si parla di un concerto noioso di Ian Brown, si scatarra sullo slang dei ggiovanidoggi e sulla chiesa. Soprattutto si inizia a lavorare al Kika come resident dj, tutti i sabati.

novembre: vado a vedere le Electralane e dichiaro il mio amore a Mia, la chitarrista. Vado a vedere i Grovers, gruppo del boss del Kika, e sedo una rissa. Enzop ci lascia orfani di Milaus, nonostante ciò realizzo uno stato di benessere che mi pervade, dopo essermela vista brutta.

dicembre: torno brevemente in patria per sotterrare il piano B, iniziano ad essere più i concerti persi che quelli visti (peraltro in due giorni scarsi di Italì mi vedo i Bluebeaters!), vi illustro la fauna del Flou, baretto del mio corazon, dopodichè è già Natale, rientro in patria e vi parlo del Natale greco, poi faccio il riassunto di un anno di blog. Per ora è tutto.