Mamma Italia

11 January 2005 | By benty in Senza categoria

ispirato a Remo Remotti, ascoltando i Recycle (correttore di bozze Enver)


Nell’anno 2005 io me ne andai, come oggi i ragazzi vanno in Thailandia col Last minute a metà prezzo, vanno via, anch’io me ne andai nauseato, stanco da questa Italia del dopo Trapattoni, io allora a trentun’anni, mi trovavo di fronte a questa situazione, andai via da questa italia nell’anno 2005.

E me ne andavo da quell’Italia teleaddormentata, da quell’Italia puttanona, borghese, fascistoide, razzista e arrogante, quell’Italia in cui "Lo Stato mi si mangia tutto con le tasse", e "non funziona niente", quella Italia di Cogne in prima serata, dei centri commerciali che adesso si chiamano outlet, del sistema radiotelevisivo in mano a una persona sola  – ma va bene lo stesso, dei ministri che mettono le taglie sui criminali come nel far west, delle droghe leggere equiparate a quelle pesanti, quella Italia della sinistra inguardabile di Prodi e Rutelli, del calcio sull’orlo del fallimento, della Lega Nord, dei mercenari che diventano eroi, e dei giornalisti coraggiosi che diventano "coglioni", senza pietà, senza ricevere scuse, quell’Italia senza memoria

me ne andavo da quella Italia dei libri delle barzellette sempre best seller, l’Italia che non parla altre lingue, l’Italia delle ragazze che vogliono diventare veline, del Grande Fratello, dei treni che si schiantano per colpa della sinistra, di Andreotti innocente perchè il reato cade in prescrizione e Berlusconi pure, degli imbrogli, del superenalotto, delle mattanze di Napoli, l’Italia di Tronchetti Provera, quell’Italia dei treppiede, del businness di Padre Pio, dei co. co.co. e del lavoro in nero, di Tiziano Ferro e Gigi D’ Alessio in testa alle classifiche di dischi venduti, di Baggio che lascia il calcio, quella Italia dove le domande erano sempre già chiuse, dove ce voleva ‘na raccomandazione (E sono venuto in Grecia che è uguale).

me ne andavo da quella Italia delle curve ultrà naziste, del G8 a Genova, della scuola Diaz, di Omar e Erika, dei messaggini con le kappa, quell’Italia che fa pena tanto a destra quanto a sinistra, delle mille chiese, dell’Opus Dei, della P2, quell’Italia che si è dimenticata di Falcone e Borsellino, di Berlinguer, di Ilaria Alpi, che nega i finanziamenti ai partigiani, che si riscrive la costituzione su misura, l’Italia dei consigli per gli acquisti, l’Italia che rema contro gli Unti dal signore, l’Italia che scende in campo per fare e per crescere, che si autoassolve sempre,che la colpa è dell’arbitro Moreno, l’Italia che se contraddici sei solo un comunista di merda 

me ne andavo da quella Italia delle ville con l’anfiteatro e l’ingresso per il sottomarino dentro i parchi protetti, l’Italia della strage irrisolta della stazione di Bologna, di piazza Fontana, di Ustica, dell’Italicus, quella democristiana, quella pronta a riabilitare Craxi, quella delle villette, delle fabbrichette, delle Jeeppone, l’Italia che lecca il culo di chi vince e umilia che non ce la fa, quella della Moratti, quella della finanziaria che taglia i fondi alla ricerca, l’Italia che va in guerra per fare piacere a quel cerebroleso di Bush, l’Italia che "Deve imparare a convivere con la mafia", di Gladio, l’Italia fascista der Pecora 

me ne andavo da quella Italia che ci invidiano tutti, il Bel Paese, del Colosseo, delle Lecciso, della moda, degli stilisti, del design, della buona cucina, l’Italia di santipoetinavigatori, quell’Italia sempre col sole estate e inverno, quell’Italia ch’è meglio della Francia (e quindi figurati della Grecia)

me ne andavo da quella Italia dove la gente votava Berlusconi, quella Italia fetente e imprenditrice, dei mille bottegai, degli evasori, dei voltagabbana, quell’Italia sempre sul carro del vincitore, l’Italia di Calderoli, della Ventura, di Vieri che è più uomo di tutti voi messi insieme, di Fede, di Biscardi, di Bonolis, di Baget Bozzo, di Costanzo, di Dell’Utri, di Briatore, di Totti che sputa, di Ferrara, della Merz, di Belpietro, di Diaco, di Bertinotti, di Fiorello, di Schifani, di Del Piero che parla con gli uccelli, della Clerici, di Feltri, di Bondi, quell’Italia dove c’è un sacco di lavoro, dove i salari sono il doppio che qui, quella Italia che è il paese più bello del mondo

me ne andavo da quella Italia che non legge, che non si informa, che fa spallucce, che tollera Luttazzi lontano dagli schermi e così chiunque la pensi diversamente dal Nano, L’Italia di Sanremo a febbraio, dei Vanzina Boldi e De Sica a Natale, delle discariche abusive al sud, quell’Italia dove non si può più fumare una sigaretta, ma a proibirle non ci pensano nemmeno coi soldi che ci fa lo Stato, quell’Italia di Alberoni, di Panariello, di Previti, quell’Italia dei saluti romani, del mio idolo di gioventù Paolo Di Canio che portava e porta ancora il tatuaggio di Mussolini, me n’andavo da quell’Italia di merda !

Mamma Italia !
Addio.

23 Comments on “Mamma Italia”

  1. gran blog. ciao

     

  2. certo che siamo messi male.

    io resto, hai visto mai.

     

  3. z

     

  4. puoi anche chiudere bottega, adesso, dopo ‘sto post della vita.

    grandioso bro. Te lo linko (dove, lo dico io :P)

    una cosa sola: è Remo, Remotti. Memo è Remigi. Sapessi com’è strano sentirsi innamorati, a Salonicco… 😀

     

  5. Quarant’anni di schifo italiano in un post…M’hai lasciato a bocca aperta,uno sfogo infinito e sentito.

    Straordinario.

    Chapeau.

     

  6. correttore di bozze? per un nome cambiato? su, togli il mio nome, che non ho alcun merito.

    poi da queste parti le ‘bozze’ sono le bottiglie, e quelle le correggo volentieri, da piene a vuote, lo sai…

    (‘un male irreversibile / mi ha tutta divorata / è un male da garofano / e da scudo crociato!’)

     

  7. applausi.

    dj nepo.

     

  8. minchia.

    [enzop]

     

  9. Grandiosa. Conoscevo l’originale (quella “…che ciai cento lire?…”)

     

  10. ho sempre saputo che sapevi scirvere, ma la tua capacita’ di sintesi stavolta e’ stata… straordineria. Leggo spesso il tuo blog, mi manchi, come mi mancano quelle fantastiche partitelle del sabato con la neve a bordo campo dopo avere donato il sangue…. So che hai capito chi sono….un abbraccio da uno che ti vorrebbe sempre nella sua squadra.

     

  11. applausi e capriole. me ne andai anche io, senza rendermi conto della metà delle cose che tu citasti. o giovane e stolta ventunenne, ohimè.

    f.

     

  12. si ok, però poi tornate, che ci serve una mano…

    ne

    po

     

  13. messa così mi chiedo cosa aspetto a raggiungerti. chapeau, bro.

     

  14. ciao bro, te ne vai e tutto si spegne, mi passa la voglia di fare serate alcooliche. tutte le donne a cui ho detto che sono amico del benty dj non me la daranno + ora che sei andato via.

    sarò banale, sarò scontato ma questo posto in cui vivo era un po’ meglio quand’eri qui.

    ciao fratello, buona strada

    mig

     

  15. applausi.

    [e non sto citando i Camaleonti]

     

  16. Recycle applaudono

    H501L

     

  17. Massi, potresti citarli, suvvia. Canta ancora. Perché canta-a-are, cantare ma perché.

    E’ tempo di aspettarti, è tempo che ritorni (Benty: “fossi matto!”)

    Forti Recycle, ogni volta che riascolto “Dimmi tesora” mi prende bene…

     

  18. ellaPeppa!

     

  19. io sto post così lungo non lo leggo per principio. poi che cazzo so 18 commenti? mo vorrai essere una blogstar, greca poi, ma per piacere. PL2

     

  20. you’re not so far from this lovely Bananas

    cià

    MX

     

  21. poi però Remotti è tornato (e ha fatto i film di nannimoretti, hai visto mai…)

     

  22. C’hanno ragione. Dopo questo post puoi chiudere il blog… Il pericolo è che non ti supererai mai più.. Un po’ come gli Stone Roses dopo il primo disco..

     

  23. fottiti, bro. mi ha fregato il *mio* post di addio a bari.