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Hang the dj

December 12th, 2007 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Avrai tempo per ringraziarmi ragazzo. Ne riparliamo martedì sera, non ti preoccupare, poi mi dirai com’è andata.

Fase uno, lei con vistoso "staccodicoscia" arriva mentre passo i Pixies, i National, gli A classical education, e ti guarda incerta, (melofacciononmelofaccio?), tu fai il bartender spiritoso, balli dietro il bancone, offri caricatori di sfinnakia, che tanto il capo non c’è, e sei tu "lu re".

Fase due, siamo rimasti in meno di una decina, ci penso io a risparmiarvi i preliminari, vi accarezzo con robetta vellutata della Stax, vi uccido con Dusty Springfield, Son of a preacher man, l’unica che – potrei giurarci – riconoscete, causa successo commerciale tarantiniano. Te l’ho ammorbidita fratello, questo può valere quelle birre in più, che quando il capo – a differenza di oggi – c’è, arrivano con frequenza molto meno che dimezzata. Memento.

Fase tre, rimaniamo sempre meno numerosi, le luci spente, pure le insegne fuori, siamo i padroni assoluti del locale. A me già mi hanno pure pagato, quindi potrei prendere le mie belle valigette, dare una spazzolata alla consolle, che il capo ci tiene a queste cazzate, e andarmene a mangiare una sfogliatina al formaggio prima di prendere un taxi e snocciolare automaticamente la destinazione, dall’altro capo della città. E invece no. Ancora due o tre pezzi, dai.

La cameriera mia fa, ma tu domani mattina non lavori?

No

Ma non ci hai nessuno che ti aspetta a casa?

Si, che c’entra.

Ma non si interrompe un’emozione, dovresti capirlo. Adesso siamo qui, tu spettatrice infastidita, io dj complice, il bartender che si sta giocando le ultime cartucce, e lei che sta per crollare alle avances. Sarebbe criminale non vedere come va a finire. Anzi. Come la mandiamo a finire. Scommetto che se adesso mettessi, che ne so, un pezzo dei Raveonettes, magari come dire, la magia del momento un po’ ne risentirebbe. Lei pagherebbe e se ne andrebbe seccata. Il bartender resterebbe a boccasciutta. E addio birre per il dj del martedì.

Invece il dj, questo dj, vi accudisce complice. Magari vi banalizza, ma intanto vi suona quello che volete, anche se non lo chiedete, anche se non sapete nemmeno di volere roba così fine. Something in the way she moves, e Gerorge Harrison le ha praticamente sfilato il maglioncino viola al posto tuo, fraterno bartender. A buon rendere. The Needle and the damage done, e Neil Young è sceso dal Canada a Salonicco e l’ha liberata dalla gonna, leggero come un soffio di vento, senza farsene accorgere. I hope there’s someone, ed è Anthony in persona che le slaccia il reggiseno e scompare. Adesso è tua, sipario, applausi.

(come non ti basta? E che devo chiamare pure qualcuno a metterti il preservativo testadiminchia?)