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Natale a casa Papadopoulos

December 25th, 2005 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Dieci piccole differenze fra le festività natalizie greche e quelle italiane.

1) In Grecia per Natale (ta Hristugenia) si fa l’albero e il presepe (solo la capanna, grande ilarità si scatena quando spiego che facciamo anche le montagne, mettiamo pastori, facciamo strade etc..). Il vero simbolo greco tradizionale delle feste è però la nave (to karavi). I greci, popolo di navigatori, anticamente addobbavano per le feste le navi ancorate al porto, in genere visibili da tutta la città. Oggi qualcuno attribuisce pretestuosamente alla nave anche simbologie di traghettamento dall’anno vecchio a quello nuovo. Cazzate, diciamocelo apertamente.

2) A Natale i dolci tradizionali sono kurabiedes (biscotti di pastafrolla annegati di zucchero a velo), melomakarona (biscotti di zenzero, credo melassatissimi) e per capodanno (i protihronià) la vassilopita. Non si capacitano di come noi possiamo festeggiare il Natale propriamente senza tali dolci. Pur essendo i loro supermercati pieni dei nostri panettoni. I soliti sciovinisti. La vassilopita è un dolce davvero scrauso, una specie di biscotto di mosto ma più sciapo e morbido, che cela dentro il flurì, ovvero una monetina. La vassilopita si taglia in tante parti quanti sono i componenti della famiglia (o dell’ufficio), assegnando una fetta ad ogni presente. Chi trova il flurì dentro la sua fetta avrà fortuna tutto l’anno. D’altronde voi non è una vita che indossate mutande rosse a capodanno?

3) Il detto "Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi" in Grecia non vale. La Pasqua è molto più sentita ed amata, si mangia all’aperto quando c’è bel tempo, si torna ai villaggi d’origine, si fanno allo spiedo mandrie di capretti e agnelli in campagna, si passa in famiglia. A Natale invece non si resta a casa a lungo. Dopo mangiato si esce (anche perchè oggi festeggiano l’onomoastico Hristos e Kristina, e ce ne sono davvero parecchi), e i bar sono pieni come non mai. Al contrario è regola passare la mezzanotte di capodanno in famiglia e poi solo dopo verso l’una, uscire per andarsi a divertire. Non rari i casi di capodanni che si passano in tranquillità con amici giocando a carte e conversando amabilmente. Fatemi smettere, che mi vengono gli incubi, vi prego.

4) Come da noi anticamente non era Babbo Natale, ciccione azionista della Coca Cola, a portare i regali, bensì Gesù bambino, così in Grecia era un santo importante, che si festeggia il primo gennaio, San Vassili. Una enorme operazione di fusione e sovrapposizione genomico-religiosa ha portato il vecchio obeso barbuto e rossovestito a prendersi il nome di San Vassili. Il risultato è che (in teoria) i regali si dovrebbero scartare alla mezzanotte del 31. Insomma una settimana dopo del resto del mondo: che sfiga.

5) I greci quando gli spiego che nel menù del cenone del capodanno italico non può mancare un piatto di lenticchie, hanno reazioni fra lo stupito e lo schifato. Le lenticchie sono un cibo da poveri, la cena della vigilia dev’essere ricca di carne, in Grecia. Egualmente non indossano biancheria intima rossa per l’ultimo dell’anno. Ma al riguardo, visti i propositi per cui si indossa, risultano molto più attenti e interessati e in genere prendono pure appunti.

6) Gran parte dei servizi tassano arbitrariamente i clienti con degli aumenti di prezzo ingiustificabili, ma ormai tollerati da anni, e quindi divenuti ferrea legge. Il taxi costa un euro e mezzo in più, nei bar si applica il famigerato "double dot", per il quale alcuni locali si permettono quasi di raddoppiare i prezzi, già altissimi senza festività fra le scatole. Motivi in più per odiare le feste.

7) La mattina del 24, se abitate in Grecia, preparate somme di denaro oscillanti fra i 50 e 80 euro sottoforma di spicci. Le abitazioni private vengono letteralmente assaltate da torme fameliche di bambini, attrezzati di triangolino fastidiosissimo con cui si accompagnano nel cantarvi le kalende (Chistmas carrols, i guess) solo in cambio di denaro. Aprendo la porta i piccoli scansafatiche esordiranno in coro col classico "Tha ta poume?" (trad. le cantiamo?). Non vi resta che assentire. Il campanello di casa vostra squillerà a intervalli regolari. Rivaluterete presto Erode e il mostro di Marcinelle. Mentre i piccoli bastardi, con la scusa del Natale accumulano fortune finanziarie, a voi non restano soldi per pagare l’aumento natalizio del taxi di cui sopra.

8) Purtroppo la piaga degli addobbi natalizi dilaga a velocità paurosa, presentando ogni anno nuovi imprevedibili margini di peggioramento. Già dai primi di novembre scatta una corsa disperata all’acquisto di luci, lucine, lucette, quelle (maledette) di ultima generazione fanno anche musica, con dei midi acidi che restano in loop per un mese. La sagra del pacchiano, in tutte le salse, spreco di luminarie ingiustificato, la città sembra Las Vegas dopo un bombardamento. In genere ne lasciano appese ai lampioni la maggior parte fino a Pasqua, che tanto si festeggia di nuovo. Dalle case e dai negozi sporgono sagome di Babbo Natale/San Vasili in procinto di arrampicarsi sui balconi, o che si dimenano producendosi nel caratteristico quanto odioso "Oh oh oh, Merry Xmas!!" ogni volta che li sfiorate. L’odio per le feste si accresce, e straborda.

9) La Befana in Grecia non esiste, e per questo ci invidiano parecchio. Non coincide nemmeno religiosamente quello che festeggiano per l’Epifania (Ta Fota), per loro è il giorno del battesimo di Cristo, se ho ben capito. Credo che si buttino in mare/laghi a recuperare croci a tal uopo. C’è pure una tradizione che vorrebbe degli gnometti malefici infestare la terra durante le feste natalizie e che vede tornarli a casa loro, sottoterra, proprio con la fine delle festività.

10) Quaranta giorni prima del Natale moltissimi greci iniziano la quaresima (nistìa) in cui si astengono da carne, latte e derivati, alcolici e altra roba. Nonostante questo e nonostante ne vedi a frotte che solo passando davanti alle chiese si fanno il segno della croce, ci ritengono fissati con la religione molto più di quanto ritengano il proprio popolo. Colpa del papa polacco crepato l’anno scorso in mondovisione, che ha esposto l’Italia, e con essa i cattolici di tutto il mondo, al ludibrio e al dileggio internazionale, facendoci passare per dei bigotti baciapile. Che abbiano ragione?

Detto questo, sappiate che il trend dell’anno per il Natale è ammalarsi, e se non avete almeno un maldigola non siete nessuno. io mi sono prontamente adeguato. Ah, auguri.

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Alitaglia

December 25th, 2005 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Alitaglia

Ieri sul volo Alitalia Salonicco-Roma servivano dei muffin, come "snack", che a farci fare pranzo nonostante l’ora nemmeno ci pensavano. Un ragazzo seduto davanti a me ha osato prendere due merendine, che in effetti ce ne erano tante. Lo steward perentorio gliene ha fatta riporre una nel cestino. Ci sono rimasto abbastanza male, dev’essere un modo per ridurre i costi di gestione (il volo Salonicco Roma, andata e ritorno, costa in media oltre trecento euro, per circa due ore di volo. Con gli stessi soldi ci andate a Sharm, credo).