Posts Tagged ‘fantasmi’

Hey oh, Let’s go

September 16th, 2004 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Gabba gabba Hail Johnny

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Memoranda. Genova, 20 Luglio, 2001

July 21st, 2004 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

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Salite ed agonie

February 15th, 2004 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Altra parabola che si chiude in tristezza,

altro genio e sregolatezza,

altra solitudine in fondo alla vita.

Finale in discesa o troppo in salita?

Un giorno, al Tour, gli avevo chiesto: "Perché vai così forte in salita?". E lui ci aveva pensato un attimo e aveva risposto, questo non riesco a dimenticarlo: "Per abbreviare la mia agonia". ( da la Repubblica, articolo del grande Gianni Mura)

L’ultima vera lettera di Pantani (Philopat)

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Take her to the other side

February 9th, 2004 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

Non ero mai entrato in camera di Lena prima di oggi. Principalmente perchè Lena non era veramente definibile come una nostra amica. La incontravamo una volta ogni due o tre mesi, per caso o per eventi di rilievo, come quando il vecchio gruppo di amici era più o meno costretto a riunirsi, e lo faceva con gioia e vino. A me Lena era stata simpatica da subito. Mi vedeva in disparte ed iniziava a farmi un sacco di domande, per tirarmi dentro ai discorsi. Era una bambolotta, piccolina, bionda, occhi azzurri grandissimi ed un sorriso luminoso. La prima volta che la vidi fu quando andammo insieme alla mia ragazza e ad altre quattro persone, tutte stipate su una ford fiesta guidata dal sottoscritto, ad un concerto di un fenomenale gruppo di jazz-ska. Ho questa immagine di lei, e dei suoi due migliori amici che dopo il concerto si fermano fuori dal Mylos ipnotizzati davanti ad una luna gigantesca ed arancione, mentre noi, scarsamente inclini agli scorci romantici, eravamo già diretti verso la macchina. Poi la rividi al matrimonio di due nostri amici, dove in preda ai liquori locali, mi convinse ad imparare dei balli greci. Mi chiese se ancora mi ricordavo di lei. Le amiche carine della tua ragazza, anche se non intime, sono quelle che non ti scordi. L’ultimo ricordo che ho di lei è ad una festa di onomastico, per me fin a quel punto noiosissima, in cui Lena arrivò in ritardo. Fu praticamente l’unica che mi rivolse la parola. Parlammo per tutta la sera di musica, di lavoro, del suo ragazzo che era marinaio ma avrebbe trovato un lavoro sulla terraferma per stare insieme a lei. Ci ripromettemmo di andare a prendere un caffè tutti e quattro insieme una volta. Pochi giorni dopo sapemmo della sua gravidanza, subito a rischio perchè il ciclo continuava a venirgli, ma non era il ciclo, erano emorragie, e lei aveva continuato a prendere pasticche. Il bambino lo perse al momento di partorire. Non sapemmo in tempo che era stata ricoverata e non riuscimmo ad andarla a trovare prima che la dimettessero. Ho saputo che in quei giorni terribili la gente andava all’ospedale per consolarla e finiva che lei consolava loro. “Trelloharumeni” la definivano alcuni: la pazza allegra. Una che aveva il sole dentro dico io. L’anno prima aveva perso il papà. Insomma non proprio fortunata. Ma sempre con un sorriso che mi chiedevo come mai non l’avessero ancora scritturata per una pubblicità di dentifrici, una roba indescrivibile e una voce dolcissima. L’ho rivista oggi Lena, a casa sua e non sorrideva più. Le ho portato dei fiori bianchi, mentre sua mamma, piegata sulla sua bara aperta, urlava “Aspettami bambina mia, che arrivo fra poco, io da sola non ce la faccio”. Appena si entra in camera sua c’è un armadio vecchissimo tempestato dalle foto dei suoi gruppi preferiti e delle scritte grandissime fatte a pennarello da lei stessa. In quelle più in basso c’era scritto a caratteri cubitali Pavement e Swans. Nella scritta più in alto, la più grande, Lena aveva scritto “Take me to the other side”. Vicino c’erano foto di Nick Cave, dei Ramones, di Iggy, dei Nirvana, dei Joy Division, dei R.E.M, e mille ritagli di giornali musicali, innumerevoli nastroni di reggae e di punk, i dischi dei Clash, gli Smiths, i Cure, i Bauhaus, i Sonic youth. Sul tavolino c’erano riviste sul matrimonio, perchè lei era entusiasmata dall’idea del suo matrimonio, che sarebbe stato celebrato a Pasqua. Ne aveva parlato con la mia ragazza l’ultima volta che si erano viste, sotto Natale. Non vi parlerò della scontata ed insostenibile brutalità del rito funebre che ho vissuto oggi, nè delle stranianti messe cantate in greco. Vi dico solo che adesso Lena si riposa su una collina con vista sul mare e sulla città e che poco prima di andarsene ci ha lasciato un tramonto che somigliava da vicino al suo sorriso.

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Goodbye Elliott

October 22nd, 2003 | By benty in Senza categoria | 4 Comments »

Continua il fantastico 2003 che ci si è già portato via Cash e Gaber (fra gli altri). Addio e grazie mr E.Smith

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The Man Who Couldn’t Cry

September 14th, 2003 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

"C’era una volta un uomo che non riusciva a piangere,
non piangeva da anni e anni.
Nemmeno i bimbi bruciati dal napalm
o i film d’amore
potevano muoverlo a lacrime.

Da piccolo aveva pianto, come tutti i bambini
ma poi i condotti si erano chiusi.
Quando fu grande, gli ando’ tutto in merda,
le cose andarono sempre peggio, eppure non riusciva a piangere.

Il cane gli fini’ sotto una macchina,
sua moglie prese e lo lascio’
dopodiche’ fu licenziato.
Perse un braccio in guerra,
fu preso in giro da una puttana,
ma non singhiozzo’, non tiro’ nemmeno su col naso.

Il suo romanzo fu respinto, il suo film fu bloccato.
Il suo grande spettacolo a Broadway fu un flop.
Fini’ in galera, e… avete indovinato: niente cauzione.
Eppure, zero lacrime, neanche un filo di bava.

In prigione fu picchiato,
maltrattato, inculato
e messo a fabbricare targhe d’automobile.
Pane e acqua,
era tutto cio’ che gli davano
ma il suo viso non si bagno’ mai.

Chiamarono dei dottori, e anche degli scienziati,
persino dei teologi.
Furono tutti d’accordo, piu’ o meno:
non era una mezza sega,
anzi, era una bestia insensibile.

Cosi’ lo tolsero di prigione, e lo misero in un posto
per gli insensibili e i matti.
Si fece molti amici, giocava tanto a scacchi
e piangeva ogni volta che pioveva.

Una volta piovve per quaranta giorni, e piovve per quaranta notti,
e lui piangeva, piangeva, piangeva e piangeva…
Al quarantunesimo giorno passo’ a miglior vita:
era rimasto disidratato, e mori’.

Bene, arrivo’ in paradiso, ritrovo’ il suo cane
ritrovo’ persino il proprio braccio.
Giu’ sulla terra, i critici si rimangiarono tutto,
e il cancro derubo’ la puttana del suo fascino.

L’ex-moglie mori’ di smagliature,
l’ex-datore di lavoro fini’ sul lastrico,
i teologi furono smascherati,
il vecchio carcere ando’ a fuoco, non ne rimase niente,
e la terra fu preda della siccita’."

Johnny Cash, "The Man Who Couldn’t Cry"
(traduzione non autorizzata di Wu Ming 1)

Non amo particolarmente i post "copiaincolla" di testi di canzoni o traduzioni. Ma stavolta ditemi che non ne valeva la pena. R.I.P. Johnny

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Due cuori in affitto

September 13th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Due cuori in affitto

Altro Johhny che se ne va il 12 settembre 2003

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Muore Cash

September 12th, 2003 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Muore Cash

Ne parlano molti, ve lo racconta Linea Gotica, che meglio non si potrebbe

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