Posts Tagged ‘disfattismi’

Chi ben comincia …

September 10th, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Nella prima settimana in Grecia sono stato piantato in asso rispettivamente da

Segretaria

Un po’ me lo aspettavo; ho iniziato a intuire il suo malessere quando, l’anno scorso, dopo averle chiesto di effettuare qualche ora di straordinario, aveva tentato di dare fuoco al pc.

Insegnante di spagnolo

Assolutamente inatteso; mi aveva pregato in lacrime di chiamarlo appena tornavo dalle vacanze dicendo "Te lo juro mi amor quiero trabajar aqui siempre contigo a tu lado, por favor dejame trabajar aqui". I nostri rapporti si erano raffreddati dopo che mi ero sposato, ma non pensavo che l’avesse presa cosi’ male a dire il vero.

Proprietario del bar dove mettevo i dischi

Piuttosto annunciato. Alla festa di chiusura estiva ci tenne particolarmente a sottolineare come il martedi’ (incidentalmente la sera in cui mettevo i dischi) fosse il giorno di minori incassi. Io fischiettavo e suggerivo che forse era a causa della Champions League. Mi venne contestato che viene giocata il mercoledi. Oggi – solo di risposta a mio speranzoso sms – se ne esce fuori che ha gia’ contattato 2 dj in mia assenza, uno dei quali milita peraltro in un gruppo electropop greco (si, esistono) di fama nazionale, ovvero a differenza mia sara’ in grado di riempire il locale di gente. Il suo messaggio finiva col classico ed eloquente "Ti faro’ sapere". Dunque non ho scampo e di nuovo mi tocca cercarmi l’ennesimo bar per bere gratis con la scusa che metto i dischi roccherolle. Che palle. 

Mia moglie

Un classico. Va detto che mi ha solo minacciato di lasciarmi se non me la smetto di chiamarla moglie in pubblico-mangiare-bere-fumare-essere disordinato- farequellochediceleisenzabattereciglio e se non inizio a fare sport seriamente e cercarle una casa nuova e trovarle un insegnante di inglese e un lavoro che le piaccia e le dia sicurezza economica senza pero’ affaticarla troppo. Ragionevole.

"Ma cara, io ti accompagno gia’ al lavoro tutte le mattine e inoltre vorrei farti notare che pago io tutte le bollett

"Non mi importa, SONO INCAZZATA"

"Dammi una settimana, amore" le ho detto abbassando gli occhi.

Senza parole

September 9th, 2008 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Senza parole

Saudade de Julho

July 14th, 2008 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Nostalgia canaglia per punti, quella che ti prende alla gola quasi sempre d’estate, in corrispondenza di concerti ed eventi di varia natura, che si svolgono lontano da qui

a – mi si sposa Gigio. Il mio vecchio Gig, compagno di cazzate infinite dei primi anni universitari e dei piu’ malfamati playground del fabrianese. Mi si sposa con Saretta e sono un sacco contento per loro. Chiamo per fare gli auguri e scopro che e’ li’ la festa, ci sono tutti e un po’ mi commuovo e mi spiace non esserci pure io. Sospirone (Auguri Gig e Sara, di nuovo !).

b – Mentre guardo la parte finale di Into the Wild, gia’ predisposto a una svenevole nostaglia di casa (spoiler: mentre lui schiatta da solo in Alaska e pensa a mamma’), mi arriva un sms del mio nubendo fratellino che si appresta a partire in un tour/addio al celibato, con degni compari, fra vacche svizzere e pascoli molto erbosi che recita "Mi mancherai piu’ del solito questo fine settimana". Quasi crollo, barcollo ma non mollo, sospirone pesante.

c – La mia fidanzata Enzop mi manda due sms dal concerto dei Massimo Volume (mio gruppo italiano preferito ever). Atto definitvo, Primo Dio. Poi quell’omosessuale mi chiama pure per farmi ascoltare. Mi appoggio al muro esausto da tutte queste botte nostalgiche, non ce la faccio manco a bestemmiare.

"What the hell am I doing here? I don’t belong here", dicevano quelle teste di radio in un vecchio adagio. Ogni tanto me lo chiedo anch’io.

Di feste aziendali e sventurate annate djistiche

June 23rd, 2008 | By benty in Senza categoria | Comments Off on Di feste aziendali e sventurate annate djistiche

La stagione djistica del sottoscritto si e’ conclusa in malomodo sabato scorso, con la temutissima festa di chiusura dell’Ekkentron, bar dove ho bevuto birre e incidentalmente sparso musica per tutto lo scorso inverno. Una specie di festa aziendale di fine anno, dove devi socializzare per forza con persone che non conosci, perche’ mi guardo bene dal frequentare quel posto quando non ci suono. Cosa che in termini professionali credo non paghi molto, ma tant’e’.

Per motivi familiari, si diceva una volta, ho scelto di mettere musica in mezzo alla settimana quest’anno, e non nelle piu’ frequentate serate del w/e. Per caso l’unica serata disponibile all’Ekkentron era proprio il martedi’. Con tutto che Salonicco e’ una citta’ prevalentemente universitaria, e che i bar che suonano l’indieroccherolle sono minoranza, non e’ che ci si potesse aspettare una gran folla i martedi’ sera. Per come la vedo io, per essere martedi’, nella maggior parte dei casi c’era perfino troppa gente, a volte (in due o tre occasioni) il locale era inspiegabilmente pienissimo, addirittura.

Il mio capo ha tenuto invece a farmi presente che non stavano esattamente cosi’ le cose, e che la mia serata, in termini di fatturato da birre, era la piu’ deludente della settimana. ‘Grazialcazzo’, verrebbe da pensare, mettimi a suonare il venerdi’ al posto tuo e poi vedi se non divento il piu’ redditizio dj del locale. A peggiorare il mio gia’ pessimo umore, lo stesso giorno, mi viene bruscamente comunicato che non avrei suonato sull’Arabella quest’estate. Normale avvicendamento, mi son detto fra me e me. ‘Porcodue’, ho detto fra me e mia moglie, ma in altri termini non spendibili in questo blog timorato di Dio. Siccome ci avevo fatto gia’ la bocca a suonare all’Arabella mi sono parecchio intristito, ma l’ho presa bene,  spaccando dei piatti e iniziando poi a portare avanti una campagna violenta di denigrazione nei confronti del suddetto bar-barcone. Le voci si spaccio di stupefacenti a bordo, per la cronaca, le ho messe in giro io.

Sabato scorso la festa di chiusura dell’Ekkentron dunque. Che avrebbe dovuto funzionare cosi’: tutti i dj si portano i dischi e poi ci si alterna. Tutti i dj eravamo:

1) il capo: cinquanrtenne detentore delle serate di venerdi e sabato, quelle facili. Come gia’ ebbi a scrivere si ritiene un intenditore sopraffino di musica. Potreste inquadrare meglio il tipo se vi menziono che la sua prima richiesta mentre ero a metter dischi la prima sera furono i Red Hot Chili Peppers e che mentre sabato entravo nel locale c’era lui ai cdj  e ha voluto deliziarci con Rootsie & Boopsie, di Papa Winnie. Quando si dice i gusti ricercatissimi, eh.

2) Evanghelos: cinquantenne detentore del mercoledi’ e domenica, calvo ma con due fluenti triangoli di ricci ai lati, e con un rivoltante orecchino pendente bianco. Per lui il capo ha una inspiegabile venerazione, essendo amici di vecchia data. A un certo punto della serata si e’ indispettito lamentandosi dello scarso minutaggio concessogli e il capo era li che lo consolava. Tenerissimi. Suona solo vecchi classici roccherolle, due palle cosi’.

3) Andreas: ventiseienne ex metallaro detentore del giovedi’. Eclettico, simpatico, ma pure lui abbastanza virato al passato musicale lontano che al presente anche non attualissimo.

4) Io, trentacinquenne giovanile detentore del martedi’. Che riesce a sentirsi facilmente l’eroe dell’avanguardia musicale locale, essendo stato l’unico a suonare tre pezzi datati 2007-2008. Per tutto il resto della pesantissima serata non si e’ ascoltato un pezzo -UNO –  anteriore al 1998.

5) Un avventore abituale e alcolizzato terminale, innalzato alle glorie della consolle per meriti extra musicali (trad. il benefattore ufficiale del bar) protagonista alla fin fine forse del miglior dj set dell’infausta notte, che svariava da certe polke strane ai Jackson 5 con una gioia dettata dal costante innalzamento del tasso alcolico.

Il lunedi’ non ho ancora capito chi suona, pero’ a dire del mio capo, qualcuno che riesce a  far bere piu’ gente di me, e tanto mi basta.

Per cominciare mia moglie, capita la seratina che l’aspettava, e’ fuggita dopo mezz’ora lasciandomi solo in mezzo a degli emeriti sconosciuti, poiche’ nessuno dei miei referenti del martedi’ (ovvero barman e cameriera) ha avuto la delicatezza di partecipare a questo evento. Io dovevo restare per motivi di immagine. Quindi mi sono seduto in compagnia di varie birre attendendo il mio turno di metter musica, cosi’ magari dopo mi toglievo dalle palle in fretta. Devo anche confessare che avendo smesso di metter dischi da quasi un mese, mi pizzicavano pure un po’ le mani dalla voglia di risalire in consolle, imbecille che non sono altro.

Insomma la serata si risolve con i tre non proprietari dj che si alternano per periodi che vanno dai 4 agli 8 pezzi e poi aspettano che si sfoghi il capo per ore abbondanti. Oh, il locale e’ il suo e fara’ pure come cazzo gli pare. Certo che stare li’ ad aspettare il proprio turno ascoltando musica datata e scontata non e’ proprio il massimo della vita, vi assicuro. Quindi la prevedibile svolta alcolica mi ha di nuovo salvato la vita. 

A un certo punto mi si fa incontro il capo, vedendomi assolutamente spaesato e intuendo il gorgo di birra e tristezza che mi stavano trascinando verso un abisso. Ricomincia a tessermi le sperticate lodi del dj dai capelli come Krusty il pagliaccio, Evaghelos, che proprio in quel momento ci sta ammorbando con musiche vetuste dalla plancia di comando, e mi dice "Ha una discografia fantastica, un tocco originale, sa quando mettere cosa, capisce il pubblico che ha davanti, e’ davvero eccezionale".

Ed a quel punto, proprio in quell’esatto istante, che per la gioia di grandi e piccini e’ partita "La Bamba".

Bentornati nel 94

April 15th, 2008 | By benty in Senza categoria | 41 Comments »

Su non fate quelle facce. Poteva andare peggio. No, non e’ vero, non poteva andare peggio. Sarebbe proprio da espatriare. Se non fosse che gia’, fortunatamente, mi trovo all’estero. Sapete il sogno tipico di voi frustrati di sinistra, di strafarvi di birre e cocktail in un spiaggia semideserta davanti a un mare caraibico, mentre in Italia piove e c’e’ Berlusconi come primo ministro e gli altri si rodono il fegato? Beh, qui oggi c’e’ il sole, datemi un paio di mesi e vi mando pure la cartolina con coktail e spiaggetta. Voi intanto sprofondate con calma. Per l’occasione vi riposto questo, che ve lo meritate proprio, aggiornate solo il 2005 col 2008, col 2001, col 94, con quello che cazzo vi pare.

Mamma Italia

 

ispirato a Remo Remotti, ascoltando i Recycle (correttore di bozze Enver)


Nell’anno 2005 io me ne andai, come oggi i ragazzi vanno in Thailandia col Last minute a metà prezzo, vanno via, anch’io me ne andai nauseato, stanco da questa Italia del dopo Trapattoni, io allora a trentun’anni, mi trovavo di fronte a questa situazione, andai via da questa italia nell’anno 2005.

E me ne andavo da quell’Italia teleaddormentata, da quell’Italia puttanona, borghese, fascistoide, razzista e arrogante, quell’Italia in cui "Lo Stato mi si mangia tutto con le tasse", e "non funziona niente", quella Italia di Cogne in prima serata, dei centri commerciali che adesso si chiamano outlet, del sistema radiotelevisivo in mano a una persona sola  – ma va bene lo stesso, dei ministri che mettono le taglie sui criminali come nel far west, delle droghe leggere equiparate a quelle pesanti, quella Italia della sinistra inguardabile di Prodi e Rutelli, del calcio sull’orlo del fallimento, della Lega Nord, dei mercenari che diventano eroi, e dei giornalisti coraggiosi che diventano "coglioni", senza pietà, senza ricevere scuse, quell’Italia senza memoria

me ne andavo da quella Italia dei libri delle barzellette sempre best seller, l’Italia che non parla altre lingue, l’Italia delle ragazze che vogliono diventare veline, del Grande Fratello, dei treni che si schiantano per colpa della sinistra, di Andreotti innocente perchè il reato cade in prescrizione e Berlusconi pure, degli imbrogli, del superenalotto, delle mattanze di Napoli, l’Italia di Tronchetti Provera, quell’Italia dei treppiede, del businness di Padre Pio, dei co. co.co. e del lavoro in nero, di Tiziano Ferro e Gigi D’ Alessio in testa alle classifiche di dischi venduti, di Baggio che lascia il calcio, quella Italia dove le domande erano sempre già chiuse, dove ce voleva ‘na raccomandazione (E sono venuto in Grecia che è uguale).

me ne andavo da quella Italia delle curve ultrà naziste, del G8 a Genova, della scuola Diaz, di Omar e Erika, dei messaggini con le kappa, quell’Italia che fa pena tanto a destra quanto a sinistra, delle mille chiese, dell’Opus Dei, della P2, quell’Italia che si è dimenticata di Falcone e Borsellino, di Berlinguer, di Ilaria Alpi, che nega i finanziamenti ai partigiani, che si riscrive la costituzione su misura, l’Italia dei consigli per gli acquisti, l’Italia che rema contro gli Unti dal signore, l’Italia che scende in campo per fare e per crescere, che si autoassolve sempre,che la colpa è dell’arbitro Moreno, l’Italia che se contraddici sei solo un comunista di merda 

me ne andavo da quella Italia delle ville con l’anfiteatro e l’ingresso per il sottomarino dentro i parchi protetti, l’Italia della strage irrisolta della stazione di Bologna, di piazza Fontana, di Ustica, dell’Italicus, quella democristiana, quella pronta a riabilitare Craxi, quella delle villette, delle fabbrichette, delle Jeeppone, l’Italia che lecca il culo di chi vince e umilia che non ce la fa, quella della Moratti, quella della finanziaria che taglia i fondi alla ricerca, l’Italia che va in guerra per fare piacere a quel cerebroleso di Bush, l’Italia che "Deve imparare a convivere con la mafia", di Gladio, l’Italia fascista der Pecora 

me ne andavo da quella Italia che ci invidiano tutti, il Bel Paese, del Colosseo, delle Lecciso, della moda, degli stilisti, del design, della buona cucina, l’Italia di santipoetinavigatori, quell’Italia sempre col sole estate e inverno, quell’Italia ch’è meglio della Francia (e quindi figurati della Grecia)

me ne andavo da quella Italia dove la gente votava Berlusconi, quella Italia fetente e imprenditrice, dei mille bottegai, degli evasori, dei voltagabbana, quell’Italia sempre sul carro del vincitore, l’Italia di Calderoli, della Ventura, di Vieri che è più uomo di tutti voi messi insieme, di Fede, di Biscardi, di Bonolis, di Baget Bozzo, di Costanzo, di Dell’Utri, di Briatore, di Totti che sputa, di Ferrara, della Merz, di Belpietro, di Diaco, di Bertinotti, di Fiorello, di Schifani, di Del Piero che parla con gli uccelli, della Clerici, di Feltri, di Bondi, quell’Italia dove c’è un sacco di lavoro, dove i salari sono il doppio che qui, quella Italia che è il paese più bello del mondo

me ne andavo da quella Italia che non legge, che non si informa, che fa spallucce, che tollera Luttazzi lontano dagli schermi e così chiunque la pensi diversamente dal Nano, L’Italia di Sanremo a febbraio, dei Vanzina Boldi e De Sica a Natale, delle discariche abusive al sud, quell’Italia dove non si può più fumare una sigaretta, ma a proibirle non ci pensano nemmeno coi soldi che ci fa lo Stato, quell’Italia di Alberoni, di Panariello, di Previti, quell’Italia dei saluti romani, del mio idolo di gioventù Paolo Di Canio che portava e porta ancora il tatuaggio di Mussolini, me n’andavo da quell’Italia di merda !

Mamma Italia !
Addio.

GNAFAMO !

April 14th, 2008 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

‘sti cazzi, tanto Veltroni e Berlusconi sono uguali !

April 11th, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

by Disegni, via El Rcco

Le ultime parole famose

April 11th, 2008 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »
"Io penso che noi vinceremo le elezioni e ogni ora che passa ne sono sempre più sicuro". 
Walter Veltroni

Io sto bene, io sto male

April 10th, 2008 | By benty in Senza categoria | 19 Comments »

Ho gia’ votato, lo sapete. E da allora soffro di maldipancia. Perche’ ho votato contro natura, turandomi il naso, con mano incerta, in pieno disaccordo con me stesso e con le poche cose in cui credo di credere. Faccio outing completo: ho votato PD. Mo l’ho detto. Non e’ solo una questione di ripetersi all’infinito l’infantile refrain "Non mi sento rappresentato da nessuno di questi pagliacci", it’s democrazia rappresentativa baby. Quando mai qualcuno si e’ sentito rapprsentato ?

Ho votato proprio per evitarlo il maldipancia, e invece rieccolo qui sotto forma diversa. Ho votato perche’ mi ricordo come si sta poi, ad aspettare lo spoglio delle schede, col fiato sospeso, a farsi pena da soli facendo il tifo per D’Alemarutelliprodi, basta che non vinca di nuovo il nano, tipregotipregotiprego, con le dita incrociate fino allo spoglio dell’ultima scheda a sperare che l’exit poll sbagli. E magari mi sentivo in colpa che il voto non glial’avevo dato.

Me lo ricordo quel lunedi’ mattina del 94 davanti alla stazione di Perugia sfogliando Cuore che non mi veniva nemmeno un sorriso amaro davanti a uno dei titoli piu’ geniali di sempre (se il gioco si fa duro i duri consultano l’orario dei treni, e foto della redazione di Cuore che salutava su sfondo parigino). Mi viene la tachicardia, a me che non me ne dovrebbe fregare un cazzo alla fin fine, ad aspettare i titoli dei giornali del giorno dopo (L’ITALIA VA A DESTRA, profetizzo da ora quelli del 16 aprile) e poi mi assale un invincibile magone a vedere le facce gongolanti di Berlusconi e Fini che stappano champagne, Bondi che sbava di gioia, i padani che urlano (vabbe’, quelli urlano sempre), le bandiere azzurre in giro, la faccia di Fassino che annaspa pure se vince, figuriamoci se perde.

L’ho letta la Casta, lo leggevo il blog di Grillo, e anche per questo e nonostante questo, ho votato. Lo so delle pensioni vergognose di Di Pietro e Veltroni, lo so che tutti insieme appassionatamente si sono aumentati anche stavolta i rimborsi elettorali, che "e’ tutto un magnamagna", lo so da sempre. E invece rieccomi li’ a sperare che forse magari qualcosa cambi. E quella stupida speranza non riesco a ucciderla. Non ce la faccio a fare il finto cinico, quello che "tanto non cambia niente", e ognun per se’. Prevale il periodo ipotetico: magari se li voto stavolta …

Non ce la faccio a non votare, anche se stavolta ci sono andato per la prima volta davvero vicino. Perche’ Walter mi puo’ stare pure simpatico a pelle, e gli posso pure dare un minimo di fiducia (da quello che ho capito, chi vive a Roma gliene darebbe gia’ molta meno), ma se poi mi ti circondi di Madie e Caleari, Binetti e Colaninni, mi si ripropone Rutelli (biutiful cauntrisaid!) come il peperone maldigerito a cena, se ci hai i candidati in Sicilia in forte odore di mafia, se dici largo ai giovani e poi a parte De Mita stanno ancora tutti la’, giovani come Veronesi, loro e i loro parenti, se Bassolino ancora stara’ dove sta, e come tutti i democristiani spendespande alla faccia della monnezza, allora vuol dire che mi state sfidando, davvero. Vuol dire che sarete pure il meno peggio fra i due mali, ma fate comunque schifo al cazzo. Vi ho votato nonostante il programma vago, nonostante la spocchia intollerabile di certi vostri militanti (ciao Suz!)  e malgrado la stigmata dell’ineluttabile sconfitta che sa conferire solo uno come Scalfarotto (uno dei mejo alla fin fine) al progetto finto nuovo del PD, malgrado le obamate di certi radicalchic, malgrado Jovanotti canti il vostro inno, malgrado non sono, ne’ mi sentiro’ mai uno dei vostri.

Mi sono detto mille volte, "Ma sai a me che me ne frega", mi ributto sugli "ideali idioti" come da giovane, cientrosocialoccupat’, estrema sinistra, almeno sto con la coscienza a posto, ammesso e non concesso che votare Diliberto possa pacificare la coscienza di alcunchi’. Casta per Casta avrei votato incurante di disperdere la mia preferenza verso inutili estremisti , tanto un voto per chi conta, se non per me, per tentare di definirmi politicamente?

E invece no. Stavolta sento che se vince la destra si sprofonda in un baratro da cui non ci riprenderemo piu’. Stavolta secondo me c’e’ davvero da averci paura. Allora, come si dice in giro, voto utile e per quanto mi riguarda stoico ed eroico, quasi a destra. E dunque accompagnato da fortissimi mal di pancia. Se vince la sinistra e continua a fare schifo (come spero) o vince la destra (come temo), si ritorna tranquillamente a votare la sinistra estrema, oppure si prova per una volta nella vita l’ebbrezza dell’astensione.

La vignetta di Altan e’ solo un gesto scaramantico, la pubblicai anche prima delle ultime elezioni politiche

Italian politics for dummies

February 6th, 2008 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

Tragedie Greche, dal privilegiato osservatorio di Salonicco, interpreta per voi profani gli articoli di politica della Repubblica, ne svela i misteri, i sottintesi e i risvolti inattesi. Faccio anche servizio a domicilio per amore, lavoro, salute.

Cominciamo da questo

Il Pd tiene il mazzo. Traduzione spicciola. Ci stanno per fare un mazzo tanto, ma ce lo facciamo fare da soli, senza ammucchiate, che siamo gente tanto per bene noialtri, e crediamo nel bipolarismo tsè. Altri sono i problemi del Pd. A parte il cilicio della Binetti e l’inglese di Rutelli, si intende. A cominciare dalla formazione delle liste. Lo Statuto dice che non possono essere candidati i parlamentari che hanno già fatto tre legislature e che le eventuali deroghe non possono superare il 10 per cento. Ieri sera il programma del PD è stato avvistato presso i cessi del grande loft del Circo Massimo, fra i water e la pila delle riviste. Sopra campeggiava la scritta "Ultrasoffice, quattro veli di tenerezza". 

I mal di pancia della Cosa Rossa Mussi vuole parlare col PD, ma quelli manco gli rispondono al cellulare o al citofono. Diliberto vuole la falce e il martello: ovvero finalmente un partito di gente che guarda avanti, che ha davvero capito i problemi dell’Italia e ha già trovato le giuste soluzioni. Infine il nome: erano in ballottaggio vari nomi, fra cui La Pupa e il secchione, Pierino e la pornoprofessoressa, Mimì e le ragazze della pallavolo. Si è imposto il più sobrio La sinistra e l’arcobaleno.

Craxi, De Michelis (Ps) e Di Pietro (Idv) possibili alleati Avete letto bene. CRAXI, DE MICHELIS E DI PIETRO ALLEATI. Per quanti nutrissero ancora speranze sulla serietà, la nobiltà, la necessità della politica in Italia. Prossime alleanze previste, Superman e la Kryptonite, Cicciolina e le suore di clausura, la Binetti e il Centrosinistra, ops quella c’è già. Aridatece Occhetto.

E i Radicali? Daranno il culo come sempre a chi gli promette la fetta più grossa, non importa se saranno destra, sinistra, confindustria o camorra. Adesso guardano tutti gli altri con gli occhioni teneri, che sono stati tanto bravi a fare la moratoria sulla pena di morte e aspettano l’osso. Stanno già scodinzolando e perdono copiosamente saliva. Adottateli, il loro slogan "Se ci abbandoni il bastardo sei tu!".

L’affollamento nella Cdl Oltre ai quattro cardini principali – Forza Italia, An, Udc e Lega – il Cavaliere ospiterà gli Italiani nel mondo di Sergio De Gregorio, la Dca di Rotondi, l’Mpa di Lombardo (ex Udc), i repubblicani di La Malfa, La Destra di Storace e Santanché, i circoli di Michela Brambilla, il Milan, i Puffi e gli Snorkies, gli zoppi, i Nomadi, il pubblico di Uomini e Donne, i Tennenbaums, i Baustelle, i Simpson, i mostri cattivi di Final Fantasy VII, gli albini, i fidanzati di Paris Hilton nelle ultime due legislature, i milanisti, i vegani, gli orbi, gli spacciatori di Peter Doherty, la nazionale Cantanti, i Cesaroni, i mancini, i Transformers, i Valdesi e i naufraghi di Lost. Parola d’ordine: niente ammucchiate. Rocco Siffredi a questa affermazione ha lasciato la Cdl annunciando che correrà da solo. I vertici hanno deciso, si sta tutti insieme solo se si è d’accordo sul programma, e solo se si riesce a tovare un ‘carro del vincitore’ abbastanza capiente. Accordo presto raggiunto: il programma saranno delle repliche di Drive In sul canale Jimmy, il telecomando però lo tiene Berlusconi, Fini prepara i popcorn e Bossi si siede per terra che sbava, e dopo sporca il divano.

I senza casa: all’Udeur sei seggi? Voci di palazzo dicono che il partito di Mastella sarebbe già in queste ore approdato nella Cdl in cambio di sei posti tra Camera e Senato tra cui uno anche per la moglie Sandra Lonardo, inoltre un’autopista della Polistil, due chili di mozzarella di bufala, 80mila torroncini, una raccolta tarocca di poesie di Neruda e dieci milioni di euro in banconote di piccolo taglio, con numeri di serie non consecutivi, da lasciare in un cassonetto vuoto alle porte di Ceppaloni all’alba del 30 marzo.

La Rosa Bianca. All’improvviso, inaspettata, è diventato l’ultimo simbolo botanico della scena politica italiana. Ce n’era davvero bisogno. Baccini e Tabacci hanno lasciato l’Udc dove avevano un peso del 18 per cento. Mecojoni. "Correremo per conto nostro, senza guardare né a destra né a sinistra". Bravi, continuate così, dritti e al centro e non curatevi dei cartelli che sostengono che siete contromano o delle fastidiose luci dei TIR che si avvicinano. E’ solo propaganda.