Greek riots for dummies – (fai poco il figo, you could be next) parte I

09 December 2009 | By benty in Senza categoria

Sei anni fa, poco dopo aver aperto questo blog, mi sono ritrovato a raccontarvi gli incidenti avvenuti a Salonicco in occasione del g8 del 2003 che era stato organizzato da queste parti. C’erano state manifestazioni pacifiche a cui avevano partecipato migliaia di persone e poi c’erano stati gravi scontri in centro con cariche dei poliziotti in tenuta antisommossa, i MAT, molotov, lacrimogeni, vetrine in frantumi, manganellate, negozi incendiati, barricate, auto e cassonetti in fiamme, piena guerriglia urbana. Pensavo allora che l’intensità degli episodi fosse dovuta al richiamo dell’evento mondiale, per il quale erano accorsi black bloc da tutta Europa.

Negli anni successivi ho partecipato ad altre manifestazioni qui a Salonicco, gli scontri fra polizia e koukoulofori (gli incappucciati) continuavano, anche se con violenza e frequenza diverse. Pensavo che questo fosse dovuto alla nota brutalità della polizia greca (salita recentemente agli onori delle cronache per aver malmenato una zingara con un bimbo di un anno in braccio) e agli anarchici greci, fra i più aggressivi e facinorosi.

Poi l´anno scorso ci sono state delle vere e proprie sommosse di durata e durezza mai viste che hanno interessato tutte le cittá della Grecia, con picchi ad Atene e Salonicco. Qualcosa era evidentemente cambiato.

Una cosa che ho sempre ammirato nei greci é la capacità di indignarsi e reagire, anche per fatti che non li coinvolgono direttamente o individualmente. E’ un aspetto che cozza apertamente con la loro notoria flemma levantina, l’impassibilità di quelli che tutto hanno già visto e niente li tocca, l’indifferenza fastidiosa che a volte sconfina nel rassegnato fatalismo. Quando c’è da incazzarsi seriamente però il greco molla il bicchierino di ouzo in taverna, scuote la sua coscienza civile intorpidita dallo tsatsiki e scende in strada, mettendosi a urlare, per giorni, settimane, mesi. Da qui ho raccontato spesso di proteste, manifestazioni, cortei, iniziative che hanno portato al blocco di intere istituzioni (come l’università).

L’impietoso paragone con il l’Italia, ormai in stato di ipnosi collettiva da tre lustri, ve lo risparmio. Vedo i greci, capaci come francesi, spagnoli e americani, almeno di scrollarsi di dosso governi inefficienti e corrotti con il voto e poi vedo l’Italia, povera patria.

Tento di immaginare cosa succederebbe in Grecia a ogni tentativo del governo di far passare un lodo Alfano, una legge Cirami o Gasparri, un decreto salvaladri, un indulto, una operazione White Christmas, una proposta di istituire le ronde, cosa capiterebbe a ogni sfondone di Berlusconi su Eluana, cosa accadrebbe a ogni Cucchi, Aldovrandi, Sandri ammazzato da un poliziotto (vedete che bravo che sono? Ho evitato di metterci pure Giuliani così vi evito di ricordarmi che però lui se l’è cercata). E non é che qui la politica sia di altissimo profilo o manchi il malgoverno, intendiamoci.

Il 6 dicembre è stato il primo anniversario della morte di Alexandros Grigoropoulos, 15enne ucciso dalla polizia greca. Breve riassunto: é successo che quel sabato sera passava una volante davanti a un bar nel quartiere di Exarchia ad Atene. Alexis e i suoi amici hanno provocato gli agenti, forse lanciando lattine vuote verso l’auto. Gli agenti hanno proseguito, poi hanno parcheggiato, sono tornati indietro a piedi, si è acceso un diverbio e un agente ha sparato tre colpi, uno dei quali ha raggiunto al petto Alexandros, uccidendolo.

A quel punto la Grecia ha reagito. Non proprio compatta, non tutta allo stesso modo, ma ha reagito in maniera impressionante e improvvisa. A voi hanno fatto probabilmente vedere nelle TV solo gli spettacolari saccheggi, la messa a ferro e fuoco dei maggiori centri greci, avrete pensato ai soliti quattro coglioni che non vedono l’ora di fare casino. É passato il messaggio che i giovani greci sono teppisti. Non vi avranno mostrato le immagini delle centinaia di imponenti manifestazioni di protesta dura ma pacifica svoltesi in quei giorni in tutta la Grecia a cui partecipavano in massa gli studenti, i loro professori, i loro genitori, i sindacati, le associazioni, i partiti, gli intellettuali, la "gente comune", i pensionati, gli artisti. Non vi avranno raccontato  della mobilitazione, la commozione, l’indignazione e la dignità, la partecipazione sincera e toccante di una enorme fetta di Grecia civile e appassionata. Non vi avranno detto della bellezza e dell´emozione di vedere in strada nuovissime generazioni politicamente consapevoli, determinate a farsi ascoltare, ferite ma coraggiose. L´antitesi della bimbominkia generation, in pratica, che, lo dico per rassicurarvi, é ben presente anche nella versione greca. (continua)

One Comment on “Greek riots for dummies – (fai poco il figo, you could be next) parte I”

  1. mi piacerebbe un post sul bimbominkia greco