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Frederika Scwartz

March 30th, 2009 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

Qualche settimana fa mi chiama una signora dal greco abbastanza impacciato. Mi dice che ha visto dall’autobus l’insegna della scuola dove c’e’ scritto che noi insegnamo anche portoghese. Lei e’ brasiliana e si dice interessata a eventuali traduzioni, ruoli da interprete, posizioni da accompagnatrice per congressi, convegni, simposi, dibattiti e via dicendo. Io le dico che – guardi – noi al massimo possiamo trovarle forse qualche lezione, ma che per ora non c’e’ lavoro, sa, la crisi … Mi lascia dunque il suo numero di cellulare, fra le poche cose che riesco a capire: sembra confusa, concitata, inizia a parlarmi in portoghese perche’ commetto l’errore di dirle che un po’ lo parlo anch’io (sarebbe stato meglio dire parlavo, ma dubito che avrebbe comunque colto la sfumatura). Insomma, la signora sembra abbastanza sullo svampito andante.

In realta’ il portoghese in Grecia non e’ una di quelle lingue che tirano moltissimo, e sicuramente e’ molto meno richiesta dell’italiano. Per questo noi non abbiamo nemmeno un insegnante fisso, non esistendo classi. Ogni tanto arriva qualche chiamata sporadica, di gente che cerca perlopiu’ lezioni private, che di solito giriamo prontamente alla scuola centrale.

I fatti: venerdi’ ricevo la telefonata di uno che vuole iniziare le lezioni di portoghese e allora mi ricordo della telefonata ricevuta la volta precedente dalla signora strampalata, Frederika Scwartz. Dico al cliente/candidato studente che dovro’ prima contattare l’insegnante e poi fisseremo un appuntamento, quindi convoco stamattina per un colloquio di lavoro Frederika Scwartz. Costei si conferma anche dal vivo una stralunata signora sui sessant’anni, mi si presenta in pelliccia, rossetto e cappellino anni 30. Aveva iniziato a tempestare il mio cellulare di telefonate cinque minuti prima che arrivassi a scuola, indisponendomi abbastanza, perche’ comunque e’ lunedi mattina.

Entriamo e, quasi senza che io chieda nulla, lei inizia a raccontarmi l’avventurosa storia della sua famiglia. Nel farlo passa senza accorgersene dal greco al portoghese all’italiano. Nata da madre italiana e padre greco, si trasferisce con i genitori in Brasile e credo per un periodo anche in Egitto. Infine di nuovo Grecia, dove sposa un greco, che pero’ la lascia presto vedova. Ora vive con la sorella; mi chiede di non obbligarla a fare lezioni private a casa sua, perche’ non vuole mettersi mica degli sconosciuti a casa, ne’ di farla lavorare fino a quando e’ buio perche’ ha paura a prendere l’autobus di notte da sola e non si sa mai chi potresti incontrare. Faccio presente ai gentili lettori che io non ho minimamente accennato alla possibilita’ di nessuno dei due casi. Ma Frederika e’ un fiume in piena ormai. Mi chiede ma questo studente chi sarebbe, che lavoro fa, perche’ vuole imparare il portoghese? Mi parla della sua carriera da artista, dipinti a olio soprattutto e partecipazioni in fiere, congressi, mostre come accompagnatrice, convegni come interprete, simposi come traduttrice. Ha anche lavorato come personal trainer spirituale per chi volesse andare a vivere in Portogallo o Brasile, quando viveva in Austria; si perche’ aveva vissuto anche in Austria, e li’ aveva imparato il tedesco, e inizia a parlarmi seduta stante pure in tedesco. Mi racconta della laurea presa a Sao Paulo, delle lezioni private in cui lei aveva sviluppato dei suoi particolari appunti, che utilizzava con successo. Poi viene fuori che lei qui in Grecia non ha mai fatto lezioni, nemmeno private. Ma crede comunque di poterle fare. "Posso spiegare come si dice tavolo, porta, aeroplano". Inizio a capire. L’unico problema e’,  – mi confessa – , che lei non conosce affatto la terminologia per insegnare la grammatica "Como posso explicar verbo, adverbio, cojugacao em grego?".. Scuoto la testa, tento di spiegare le difficolta’ a collaborare e vedo nei suoi occhi la speranza di un lavoro che si spegne, e mi si stringe il cuore ad accompagnarla alla porta. Lei non insiste oltre, dice che capisce, mi ringrazia comunque dell’opportunita’ e della gentilezza, e mi dice che se dovessero venir fuori congressi, riunioni, simposi, convegni, adunate … Le dico che sicuramente, appena avremo notizie di occasioni simili non esiteremo a chiamarla. Poi ho chiamato il cliente e gli ho detto di rivolgersi al centro, che la nostra insegnante non aveva piu’ ore libere per fare lezione. Poi ho iniziato a sentirmi una merda, anche sapendo d’aver fatto l’unica cosa possibile.