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La mia citta’

November 7th, 2008 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

La mia citta’ una volta la chiamavano la Manchester delle Marche. Solo che non ci sono nati gli Smiths, ma i Motozzappa, ma fa niente. La chiamavano anche Merlonia, dal nome della nota famiglia di industriali del luogo, che proprio da Fabriano parti’ alla conquista del mondo degli elettrodomestici, decadi fa.

Gli anni della mia infanzia, i tremendi anni 80, furono tempi di vacche grasse: note aziende locali sponsorizzavano la Juve di Platini (e io laziale mi trovavo la casa invasa da gadget bianconeri portati in quantita’ industriale da mio padre, dipendente Ariston – peraltro milanista). Erano i  tempi in cui Vittorio Merloni tubava con Craxi ed era presidente della confindustria, proprio quando l’Italia da bere era fra le prime sette potenze industriali al mondo. O così ci dicevano. Il futuro aveva la prosperita’ tettuta delle cameriere- pattinatrici di Drive-in.

Poi abolirono la scala mobile. Poi arrivo’ la delocalizzazione. Poi Berlusconi, che a Fabriano peraltro ha sempre "preso per denti". Poi ci fu il terremoto. Poi di Nuovo Berlusconi. Poi i cinesi. Poi la crisi immobiliare. Mo’ la crisi finanziaria. Attendiamo le cavallette a momenti. Come una specie di effetto domino sono cadute una dopo l’altra aziende belle grosse come la Edilninno, simboli storici come la locale squadra di pallacanestro (che ha dovuto cedere i diritti a Roseto), e tutti i settori industriali fin li’ trainanti sono stati messi in ginocchio. Alcune grandi realta’, come la Antonio Merloni, fanno ricorso alla cassa integrazione e alla legge Marzano, quella sulle aziende in crisi (che richiedono l’intervento statale).

A Fabriano i posti di lavoro a rischio sono parecchi piu’ di quelli dell’Alitalia (sull’ordine dei 3000 senza contare l’indotto) ma il fabrianese non e’ tipo da fare tanti piagnistei, e le aziende locali non si possono fregiare di essere compagnie di bandiera della carta, degli elettrodomestici e delle cappe aspiranti, come invece Alitalia fa con gli aerei. Quindi niente prestiti ponte, niente dibattiti politici, niente prime pagine. Solo famiglie ridotte all’improvviso sulla strada o quasi, vuoi a causa della gestione non impeccabile dei manager nostrani, vuoi a causa della crisi che pareva non doverci toccare mai, e invece…

Oggi la mia citta’ sfila per protestare contro la crisi, anche se lo sappiamo che non portera’ a moltissimo e tocchera’ rimboccarsi le maniche e cavarsela da soli. Ovviamente la mia citta’ non se la fila nessuno, che ci abbiamo l’understatement nel DNA, contiamo poco e siamo abituati ad abbassare la testa, piu’ che altro. Quindi ne parlo io qui e oggi sfilo insieme ai miei concittadini, anche se solo virtualmente.

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