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Cose che succedono

September 26th, 2008 | By benty in Senza categoria | 6 Comments »

Alberto, l’unico professore maschio di spagnolo nella mia scuola, senza troppi giri di parole me l’aveva messo – metaforicamente ma non meno dolorosamente –  in culo. Se ne va a giugno con le seguenti parole "Andrea ti prego, se hai lavoro per me, anche per quest’estate, fammi sapere. E comunque per settembre puoi assolutamente contare su di me".

"Certo" dico io.

Anche se non ero soddisfatto di lui. Anche se avevo ricevuto lamentele da parte di due classi sul suo conto, che mi avevano costretto a dei cambi di orario. Anche se era uno che veniva a scuola solo a farsi le sue orette di lavoro senza dare confidenza a nessuno, malappena ciao ciao, salvo fare comunella con altri insegnanti iberici. Anche se non era nemmeno troppo puntuale. Anche se durante il suo drammatico colloquio di lavoro sudava come un cammello. Anche se il suo greco fa ancora abbastanza schifo, ma in verita’ anche il suo spagnolo e’ poco comprensibile. Anche se solo io potrei assumere un professore praticamente balbuziente.

Poi arriva settembre, e con esso i risultati degli esami. Alberto infila uno splendido poker, su 4 studenti che ha preparato per il Superior, non ne e’ passato nessuno. Allora lo chiamo, per dirgli che avremmo avuto sicuramente bisogno della sua disponibilita’ gia’ da ora per delle lezioni di ripasso prima che i ragazzi, a novembre, potessero ripetere la prova d’esame.

E li’, Alberto, me lo tronca nel culo. "No, guarda, non vengo piu’ a lavorare da voi, ho trovato un altro posto".

Secco e definitivo. Mi lascia afono e non riesco a dire nulla piu’ che "Va bene" e chiudere la telefonata, senza ricordargli quanto mi avesse a suo tempo implorato, quanto contassi su di lui nonostante fosse una pippa , senza nemmeno bestemmiargli in faccia (so farlo discretamente anche in spagnolo) e dirgli quanto fosse stronzo a mettermi nella merda cosi’, a un mese dall’inizio dei corsi.

Ora dovete sapere che in questa citta’, nonostante gli spagnoli abbondino, noi scuole di lingue straniere, in particolare se ci dedichiamo principalmente agli idiomi latini, i prof di spagnolo madrelingua ce li contendiamo come merce rarissima e preziosa. A botte di aumenti, colpi bassi, rilanci e ogni tipo di offerte legali e non. Per dire, alla mia socia, che gestisce la scuola in centro, le hanno soffiato una professoressa spagnola offrendogli scelta libera sull’orario e tutti i contributi versati (e conoscendola non escluderei delle scorte mensili minime di marijuana).

Trovarsi a settembre, con i corsi che incombono senza professori di spagnolo e’ una cosa che, a noi proprietari di centri linguistici, ci lascia dormire poco e male. Anche perche’ la lingua di Cervantes e’ in ascesa da anni, proprio ai danni della lingua del povero Dante (siamo ormai a un nettissimo 70 -30 come proporzione nelle iscrizioni, una volta eravamo noi il 70 e passa %). Questo significa che ho passato le ultime due settimane in ginocchio sui ceci a pregare la madonnina che le prof di spagnolo che avevo contattato fossero libere, disponibili e corruttibili, dopodiche’ ho promesso loro il paradiso in terra. Sono rimasto io (datore di lavoro) col fiato sospeso per qualche giorno dopo il colloquio, incrociando le dita che accettassero la mia proposta. Con una gran botta di culo, ne ho praticamente assunte due in una settimana, dandomi ora delle gran pacche sulle spalle da solo e delle notevoli arie di onnipotenza. Certo, fra gli altri bonus che ho promesso loro c’e’ la pulizia delle loro case, ma non mi pento.

Finalmente calmo posso cominciare a dedicarmi alle iscrizioni con un sorriso in volto e senza voglia di morire, come una settimana fa.

E proprio ieri, chi mi telefona?

"Hola soy Alberto, que tal?"

Io "Que tal un paio di palle, che vuoi?"

El cabron "Ehm, non e’ que buscas un professor de espanol?"

Io "No figurati, ne ho assunte due, e pure fiche (dettaglio inutile e falso, ma non importa ndB). Ma come mai buscas trabajo? Non avevi trovato un’altra scuola ? (detto con vocetta odiosa e ammiccante che ha gia’ capito tutto)"

"Si, ma mi hanno fottuto …"

"Eeehh che ci vuoi fare. Gente che ti fotte. Sono cose che succedono"

No, non e’ vero. Ti sto mentendo Alberto. Godere cosi’ inaspettatamente e’ una di quelle cose bellissime che a me non succedono mai. Gracias cabron.