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Vota Antoniopulos : una razza un voto

September 16th, 2007 | By benty in Senza categoria | 7 Comments »

Oggi in Grecia si vota, ci sono le elezioni politiche con sei mesi di anticipo. I due candidati maggiormente accreditati per la vittoria sono – di nuovo – l’attuale presidente del consiglio, Kostas Karamanlis (leader di NEA DIMOKRATIA partito tipo AN) e l’eterno secondo Giorgos Papandreu, (leader del PASOK una specie di socialdemocratici, diciamo come un Partito Democratico senza la Binetti) entrambi figli d’arte, eredi di celebri dinastie politiche greche, entrambi trilingue e con 15 anni in meno dei nostri leader politici. Per il resto le cose da tre anni a ‘sta parte non sono affatto cambiate. Allora vinse la destra.

Kostas Cinhgialotto Karamanlis, Presidente del Consiglio Giorgaki Giorgetto Papandreu, suo padre Andreas รจ stato per la Grecia un incorcio fra Craxi e Andreotti. E ancora lo rimpiangono

Poi c’è una pressochè inutile selva di interessanti e litigiossissime formazioni di sinistra (KKE, Synaspismos e altre che mi sfuggono) e la destra estrema LA.OS. , così estrema che personaggi del calibro di Borghezio al loro cospetto fanno la figura dei moderati progressisti. Il loro slogan ricalca pari pari quello della dittatura dei colonnelli (patria, famiglia e religione), il loro candidato leader nonchè padrone di canali televisivi, l’inquietante Karatzaferis, si fa simpaticamente ritrarre nei manifesti elettorali con dei guantoni da boxe. Più chiaro di così non si può, fossi un immigrato inizierei a correre (in un certo senso sono un immigrato). Si perchè ovviamente il LA.O.S, armata brancaleone di fascisti, razzisti, omofobi, bigotti, e nazionalisti è in fortissima ascesa e si appresta, secondo i sondaggi a divenire il quinto partito greco.

Il simpatico Karatzaferis, sguardo alla Mastella, linea politica alla Le Pen. Fascisti su Sparta

La campagna elettorale è stata massiccia e abbastanza poco funestata dai roghi assassini che hanno messo in ginocchio il paese nelle settimane scorse. Il PASOK all’opposizione ha strumentalizzato la sciagura additando la destra al governo come unico responsabile. Le campagne elettorali erano già iniziate e gli eredi aspiranti al trono si sono trovati a doverle continuare nonostante le migliaia di ettari in cenere e i 65 morti. Qualcuno ha  pensato che magari aver un catasto forestale avrebbe potuto essere utile. Negli spot elettorali televisivi NEA DIMOKRATIA batteva molto sul tasto sull’innovazione perseguita dal suo esecutivo, che ha portato tra l’altro anche ad abbassare il costo delle connessioni internet, argomento invero un po’ debole. E comunque non menzionavano il fatto che la connessione a internet in Grecia resta fra le più care e lente d’Europa. E adesso che mi sovviene hanno pure glissato sul fatto che li avevano beccati poche settiamane prima con le mani nella marmellata dei fondi previdenziali. Si vocifera nelle peggiori bettole di Salonicco che sia stato proprio il calo vertiginoso di consensi della destra al governo ad aver messo tutto ‘sto pepe al culo a Karamanlis, facendogli venire una strana voglia di elezioni anticipate.

La scarsa sensibilità dei contendenti politici ai disastri dell’estate ha disgustato profondamente e ulteriormente l’opinione pubblica, che però si vede costretta lo stesso a votare (qui il voto è un diritto/dovere e alcune fonti ieri sera in taverna sostenevano che vige ancora il ritiro del passaporto se beccati a non votare per tre volte). Oltre a distribuire uno sbanderno di volantini, per fabbricare i quali hanno probabilmente disboscato la metà non bruciata delle montagne greche, gli spot televisivi delle ultime settimane non riguardavano altro che il voto e i partiti. Una cosa ossessiva, al ritmo di oltre dieci passaggi ogni break pubblicitario. Vota di qua, vota di là. A tratti mi sembrava di essere diventato come Fantozzi nella famosa sequenza della tribuna elettorale televisiva. Nonostante tutto il battage pubblicitario si ingrandiscono le fila di chi al voto non ci andrà, o dichiara che voterà scheda bianca o nulla, come gli inviti sui muri delle città , anonimi e onnipresenti, a disertare l’urna.

Nell’Isola di Lipsi, vicino Rodi, una di quelle piccole e trascurate, il cui contatto con il resto del paese si riduce a una nave a settimana, la gente, circa 500 persone deluse tanto dalle promesse della destra, quanto dall’operato di anni e anni di PASOK (a definirla sinistra non ce la faccio proprio, sembra che peraltro abbiano esattamente lo stesso programma degli avversari), ha dichiarato lo sciopero elettorale, minacciando di buttare a mare qualunque forma di materiale elettorale fosse stata mandata da Atene.

Stasera nell’Ellade ci si prepara allo stillicidio (era una vita che volevo usare questa parola) degli exit poll, la gente nervosa in piazza a seguire sui megaschermi le cavalcate delle percentuali e poi i soliti festeggiamenti. C’è tensione in giro. Ieri in taverna ho sentito almeno tre tavolate, fra uno tsatsiki e una retzina, finire la serata a paroloni, alzando la voce su temi politici. Due di quelli che litigavano secondo me si stavano per menare e credo di aver capito che una volta, prima del’agone elettorale e della retzina avariata, fossero pure amici.

Io invece stasera vado a festeggiare il compleanno del mio amico Lefteris con una festa a sorpresa. La sorpresa maggiore sarà constatare la scarsa qualità dei vini (ero stato incautamente incaricato dell’approvvigionamento beveraggi), le cui etichette recitano altisonanti "Chianti" e "Montepulciano" ma sono stati in realtà comprati al Lidl a meno di due euro a boccia. In compenso tanta birra fresca di frigo.

Tanto vince la destra, e lo sanno tutti, quindi meglio prepararsi a bere per dimenticare, l’unico gesto politico sensato per quanto mi riguarda.

(come volevasi dimostrare; vado a ubriacarmi)

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