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Alitalia vs Benty

July 4th, 2006 | By benty in Senza categoria | 9 Comments »

Aeroporto di Fiumicino, ennesimo ritorno, mi reco al banco per il check-in, la signorina Alessandra mi dice spavalda "Prima di tutto vorrei farle un’offerta. Il suo volo e’ in overbooking, (tutta questa gente che vuole andare a Salonicco? ndB) quindi cerchiamo volontari che rinuncino al viaggio di stasera. In cambio le offriamo una notte all’Hilton e 350 euro da spendere in voli Alitalia. Domani sara’ a Salonicco alle 13. Le interessa?".

Probabilmente il mio leggero entusiasmo trapela dal fatto che inizio a fare capriole urlando "Urrah!",  e facendo la danza del Moonwalk. Mi vedo gia’ in vasca idromassaggio a fare aromaterapia mentre mi portano la cena in camera, e soprattutto un biglietto gratis per questa estate, la fantasia galoppa.

Mi dice la signorina, soddisfatta di aver trovato un altro cliente disponibile a rinunciare al biglietto, di ripassare fra mezz’oretta, che sistemiamo tutto. Nel frattempo spendo fortune in carte telefoniche, devo dirlo a tutti, guardate cosa m’e’ successo, che cosa fantastica, la fortuna mi arride, mamma’ ho fatto bingo quest’estate torno con l’aereo e non pago, amore mio quest’estate ce ne veniamo in Grecia gratis,  zia aspettatemi che stasera mi fermo a Roma di’ a mia cugina di prepararsi che stasera ce ne andiamo a bere e non sai cosa mi e’ successo, la vita e’ meravigliosa. A Dio se esiste devo cominciare ad essere simpatico. Questo penso.

Torno al desk dopo mezz’ora, la signorina mi dice di aspettare ancora tre quarti d’ora, ma di non preoccuparmi, che all’hotel mi portano loro. Tanto e’ tutto a posto. Questo mi dice.

Girovago felice per l’aeroporto, che non mi e’ sembrato mai cosi’ bello e colorato. Evivva l’Alitalia, evviva l’Italia, evviva gli aerei e gli alberghi di lusso e i biglietti gratuiti. Ma che cosa fantastica, va a finire che vinciamo pure il mondiale.

Se avessi una memoria storica mi sarei fermato a pensare. Mi sarei insospettito. Al netto di un sano vittimismo dovrei essere consapevole che a me queste fortune non capitano. Mai. Quindi c’e’ qualcosa che non va. Avrei dovuto restare calmo. Ma la mente era gia’ rivolta ai miei conti in banca salvati dall’Alitalia, almeno per questa estate. Troppa grazia.

Al terzo ritorno al desk la signorina Alessandra, un po’ meno sorridente, mi dice che l’emergenza overbooking non c’e’ piu’, e che l’aereo parte fra diedci minuti e che quindi avrei dovuto fare in fretta. Non ho tempo nemmeno per bestemmiare a dovere, nemmeno per dire, "Ma come? Mi aveva detto che…". Cellulare senza batterie, impossibilita’ di avvertire tutti quelli che avevo messo in all’erta. Nervi, odio per l’Alitalia, per gli aerei, per tutti.

Come per Fantozzi in una celebre scena scomparivano il ficus benjamin dall’ufficio, e la poltrona in pelle umana, cosi’ i miei sogni si sgretolano mentre corro angosciato e amareggiato verso il cancello 8. Niente aromaterapia, niente drinks romani, niente viaggi estivi a carico dell’Alitalia, niente cena in camera. Corri e zitto.

Arrivato li’ il volo viene ritardato prima a terra, di mezz’ora, fra gli insulti di greci diretti a Salonicco, portoghesi diretti a Lisbona e spagnoli diretti a Barcellona. I voli si erano sovrapposti, le uscite cambiavano ogni dieci minuti, le traduzioni (solo in inglese) dei comunicati approssimative e come sempre inascoltabili. Nell’aereo abbiamo aspettato un’altra mezz’oretta, con navette che portavano ogni 10 minuti dalle tre alle quattro persone, famiglie dislocate negli ultimi posti disponibili a macchia, roba che manco alle gite delle elementari, fra le urla strazianti dei bambini che volevano stare vicino a papa’ e invece venivano dirottati su altri posti, valigie che non entravano piu’ da nessuna parte, gente in piedi che urlava, panico organizzativo gestito da personale provato, comprensibilmente nervoso e su cui i passeggeri hanno pensato bene di scaricare ogni sorta di improperi.

Nessuna spiegazione da parte dei piloti, ci hanno detto solo scusate il ritardo, ma non e’ colpa nostra, in inglese non hanno tradotto manco quello, solo Thanks for your patience. Evidentemente non capivano gli insulti in greco, altro che patience.

Ovviamente non ci servono la cena nell viaggio di due ore (anche se l’ora sarebbe adatta) ma degli schifidi paninetti con la sottiletta, a differenza di tutte le altre compagnie greche che fanno quella tratta.

Arriviamo tardissimo, tutti arrabbiatissimi e stravolti e io di piu’, che ho capito anche che nella vita non faro’ mai l’aromaterapia e l’idromassaggio e anzi sono tutto sudato da far schifo. Se ricordo bene non hanno tradotto in inglese neppure il tipico messaggio che fanno in genere dopo lo sbarco "Speriamo di avervi presto di nuovo a bordo". Li avrebbero impalati, giustamente.