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PREMIO FACCIA D’ANGELO

June 2nd, 2006 | By squeezeand in Senza categoria | 5 Comments »

Con questa rubrica voglio trovare il giocatore che a mio avviso incarna più lo spirito del vero criminale. Faccia d’angelo, appunto. Come il noto Felice Maniero della Mala del Brenta. Ce ne sono di carini, in effetti, fra i calciatori. Molto carini. Vediamo l’ ANGOLA, fucina di talenti

LAMA
Nomen omen, dicevano i latini. Ed eccovi una bella faccina da delinquente. Neanche tanto a dire, il vero, c’è di meglio anche fra i suoi compagni di squadra. Comunque tremate, perchè “In futuro Luis Mamona Joao "Lama" sarà con ogni probabilità l’estremo difensore titolare delle Antilopi Nere e come portiere di riserva del numero uno Joao Pereira si trova attualmente nella posizione giusta per sfruttare il Mondiale come fondamentale fase di apprendimento. Può vantare l’esperienza fatta al Campionato del Mondo Giovanile FIFA 2001, quando l’Angola è riuscita ad arrivare alla seconda fase. Ha dimostrato di possedere un buon intuito nell’opporsi ai tiri dal dischetto (bucando i palloni con un gillette?)”

LEBO LEBO
Mamma, irrequieta:  “che nome gli diamo?”
Papà, grattandosi: “ma che cazzo ne so, è il ventesimo figlio”
Mamma, risolutiva: “Lebo, mi piace, suona bene”
Papà, esterrefatto : “no, donna, assolutamente no”
Mamma. prostrata: “ma perchè???”
Papà, pater familias: “fa schifo”
[Dopo 5 minuti]
Papà, vero pater familias “ho trovato il nome, donna”
Mamma, in lacrime di gioia “quale?”
Papà, fiero: “Lebo Lebo. Senti come suona bene”
Mamma, sformata dal ventesimo parto: “hai ragione papa’, vieni qua, facciamo il ventunesimo. Ti voglio bene”

LOCO
Data di nascita:
25 Dicembre 1984

Nato il giorno del Nostro Signore Gesù Cristo, non he ha proprio l’aria. Rasato, con quella medusa in testa (roba che al confronto la figa che aveva Ronaldo è una creazione di Toni & Guy), ha la tipica espressione di chi è stato arrestato all’aeroporto con degli ovuli in pancia.

FLAVIO AMADO
somiglia un po’ a Rivaldo, per la fronte su cui potrebbe atterrare un Jumbo. Bisogna stare attenti, questo gioca all’estero (in Egitto). Se non altro,però, questo qui sorride.

LOVE
Ecco, questo  già me lo immagino nelle orge mundial. Ci sarà un cazzo di motivo perchè lo chiamano LOVE, no? Mi piace molto il sopracciglio unico, quello che Elio chiamava “Monociglione”. Andrà in  panchina, dietro a due fenomeni come Akwa e Flavio Amado. Io, fossi in loro, avrei già paura ad avere LOVE alle spalle, scalpitante come un toro in amore. Soprattutto vedendo il suo nome vero: Arsenio Sebastiao Cabungula "Love"

Costarica

Premio “porto male i miei 22 anni”: AZOFEIFA Randall

Data di nascita: 30 Dicembre

1984

Premio “Faccia Scombinata dalle scazzottate” PORRAS Jose

Premio “Io una volta ero un indossatore. Di frac”: BERNARD Kurt

Un mix fra uno spacciatore e….un altro spacciatore. Sul sito è descritto come "Estremamente versatile". Tira infatti con la narice destra o sinistra, indifferentemente. Prossimo testimonial per Armani. Oppure contro Prada: un vero “mascalzone latino”.

Premio “L’UOMO CHE NON TI ASPETTI”: GOMEZ Ronald

Data di nascita:  24 Gennaio 1975
Altezza:  183 cm
Peso:  80 kg
Ruolo:  Attaccante

A parte che solo le labbra peseranno dieci kg, ma mi spiegate come cazzo fa a essere ai mondiali uno così???

Profilo
La vista di Ronald Gomez che si lancia per segnare di testa contro il Brasile durante la Coppa del Mondo FIFA del 2002 rimarrà per sempre nella memoria dei tifosi costaricensi.

E ci credo! Vedere sto botolo che si lancia di testa avrebbe choccato anche Hannibal Lecter

Il suo gol acrobatico contro i futuri campioni riassume perfettamente l’approccio offensivo e spettacolare adottato dalla sua squadra durante Corea/Giappone 2002.
Rappresenta l’esempio perfetto dell’archetipo dell’attaccante costaricano.

Alcolizzato, grasso, e violento? Ah no..

Rapido e veloce nei colpi di testa, è dotato di un occhio clinico per i gol e di un piede sinistro micidiale. Come le altre leggende Tico Hernan Medford e Paulo Wanchope, questo giocatore ha dimostrato il proprio talento in tutto il mondo. Dopo aver giocato nelle sezioni giovanili dell’umile Carmelita, si trasferisce all’importante società costarricense dell’Alajuelense.

Chi non la conosce?

Sfortunatamente per i fan Rojinegro, poco tempo dopo l’attaccante viene ingaggiato dalla squadra spagnola di Sporting Gijon all’età di 22 anni. È l’inizio di una carriera da giramondo.

E vediamola, allora, questa carriera da giramondo!!!

Periodo europeo
Dopo un breve periodo trascorso in Spagna, la sua tappa successiva è rappresentata dall’OFI, la squadra locale dell’isola di Creta. L’attaccante non impiega molto ad adattarsi al calcio greco e diviene presto il leader indiscusso della squadra. I suoi exploit includono…

…Il pagamento di zoccole a tutta la squadra?? Ah no…

 il contributo al salvataggio della squadra dalla retrocessione, la presenza in partite contro squadre di tutta Europa in Coppa UEFA e la dimostrazione che le tradizionali superpotenze greche di Panathinaikos, AEK e Olympiakos hanno sempre dovuto lottare per avere la meglio con Gomez tra gli avversari.

Ma la Grecia non rappresenta di certo l’ultima tappa del suo tour mondiale

E chi cazzo è, Laura Pausini?

. Torna in Spagna per giocare con gli Hercules di Alicante,
pensa!!

 poi viene ingaggiato dalla squadra messicana dell’Irapuato
pensa!!!!!!!!!!!!! L’irapuato!! Volevo andarci anche io, da piccolo.

 e in seguito dai Comunicaciones del Guatemala, prima di completare il cerchio con il Saprissa, la squadra di San Jose, la capitale costaricana.

I famosissimi COMUNICACIONES. Ma che cazzo di nome è?

In qualunque squadra il calciatore 31enne abbia giocato, ha sempre dato il meglio di sé, segnando ogni tipo di gol e sempre quando erano particolarmente necessari. Sa essere un attaccante micidiale, ma la sua abilità tecnica e visione di gioco gli hanno permesso anche prestazioni eccellenti come attaccante di supporto e nel ruolo creativo di centrocampista. Ha davvero molto da offrire.

Soprattutto un bel giro di squillo, vero gomez? 😀

Ma veniamo al GHANA

19 PIMPONG Razak
Data di nascita:  30 Dicembre 1982
Altezza:  173 cm
Peso:  72 kg
Ruolo:  Attaccante
Squadra attuale:  Copenhagen (DEN)
Presenze con la Nazionale:  3 (fino al 30-Mag-2006)
Esordio in nazionale:  Ghana v. Nigeria (15-Dic-2002)
Razak Pimpong è l’ultimo attaccante in ordine di tempo a essere chiamato a fare coppia con Matthew Amoah. Il 23enne Pimpong, che attualmente gioca in Danimarca, ha disputato oltre cinque stagioni nell’FC Midtjylland prima di passare all’FC Copenhagen in febbraio. Pimpong è sceso in campo una sola volta con la nazionale maggiore, in un’amichevole contro la Nigeria nel 2002, ma ha fatto parte della rappresentativa olimpica ad Atene 2004 dopo aver segnato gol fondamentali nelle qualificazioni. (con quella faccia là?) La sua carriera è iniziata nel Golden Tulip per proseguire poi nell’Accra Great Olympics.

La croazia schiera in porta Joey Didulica. Non sono disponibili altre foto dei croati, speriamo che le mettano a breve

Intanto, sempre in costarica c’è CENTENO, il fratello bello di pablo escobar
.

veniamo all’Estremo Oriente

22 NAKAZAWA Yuji
si è guadagnato il soprannome di "Bomberhead" per i lunghi dreadlock che aveva da giovane

ma ve lo immaginate un giapponese coi dreadlock? 😀 Io francamente non ce la faccio

9 TAKAHARA Naohiro
Questo qui, calcisticamente, è anche uno dei meno peggio, ma nella foto che cazzo sta facendo? Sembra che si stia cagando addosso.

I coreani – non ci sono le foto ma vorrei sapere che cazzo di nomi hanno stampato sulla maglietta

KIM Yong Dae
KIM Young Kwang
KIM Young Chul
KIM Dong Jin
KIM Jin Kyu
KIM Sang Sik
KIM Nam Il
KIM Do Heon

Mancano Kim novak, Kim Rossi Stuart, Kim Basinger , non convocati perchè troppo alti.

e poi ancora :
LEE Woon Jae
LEE Young Pyo
LEE Eul Yong
LEE Ho (cos’è, un asino?)
LEE Chun Soo


una fan corre da ronaldinho. Se correva da LOCO, lui le lamava la gola e la rapinava.
😀

Per finire: la maglia dell’arabia saudita

(notare che non si accosciano, si INGINOCCHIANO)

e un bell’uomo, sempre arabo, very hippy inside

(Abulaziz Mohammed Kathran)

anch’io tifo TOGO:

anche perchè quando ci sono questi bei ragazzi qui, vuoi non tifare?

chiamate l’ambulanza!!

PREMIO "MIO NONNO IN CARRIOLA"

3° posto: KELLER Kasey
Data di nascita: 29 Novembre 1969

2° posto: HISLOP Shaka
Data di nascita: 22 Febbraio 1969

1°posto: Ali Boumnjiel che, nonostante l’eta (40 anni), difende la porta della Tunisia.

Il più giovane giocatore del Mondiale  è l’inglese Theo Walcott, 17 anni compiuti a marzo, che Eriksson ha convocato a sorpresa non avendolo mai visto giocare nell’Arsenal, che lo ha comprato a peso d’oro dal Southampton (12 milioni di sterline) nel corso di questa stagione. Altro Gunners giovanissimo è lo spagnolo Cesc Fabregas, classe 1987, coetaneo di Lionel Messi, stella dell’Argentina e del Barcellona.


Il più piccolo giocatore del Mondiale è invece Christian Lara. Il centrocampista tascabile dell’Ecuador è alto, si fa per dire, 162 cm.

Questo è meno vecchio, ma ha piu’ presenze di tutto il mondiale, credo.
AL DEAYEA Mohammed
Data di nascita: 2 Agosto 1972
Presenze: 181  Gol: 0

(Nota per Enver, Wanchope è del ’76.)

update -hanno messo sul sito le foto dei giocatori dell’ecuador. Anche qui c’è qualche segnalazione da fare.

Jose Perlaza

Segni particolari: Bellissimo.

Lo spauracchio di Trapattoni, Ulises De La Cruz

fine 🙂

Fiorivi, sfiorivano le viole

June 2nd, 2006 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

25 anni senza Rino

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Taca la bala!

June 2nd, 2006 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Indomiti insozzatori della rete, incitati da irresponsabili fomentatori adepti della dea Eupalla (cfr Giuanin Brera), prestiamo i nostri servigi scribacchini anche altrove, mica solo su piagnucolosi blog ellenici. Non tanto per i miei contributi scontati da emigrante, quanto per quelli brillanti di miei talentuosi blogfratelli, gettatevi ingordi su questo blogghetto nuovo di pacca. I più accreditati eredi de lu Brugess de Biscarde, senza storie.

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Mondiale Portogallo 1998

June 2nd, 2006 | By benty in Senza categoria | 5 Comments »

Questo che si appresta a cominciare sarà per me il terzo mondiale da emigrante.

Il primo fu nel 98, e ricordo che a Lisboa si bolliva. Per arrivare dal Bairro de Santa Caterina a Graça da Donato, un erasmus pugliese che non si sa come prendeva la rai,  i giovani erasmus squattrinati usavano agarrar se fora do eletrico, il 28 quello giallo, con i sedili in legno. Non era tanto per non pagare il biglietto, quanto per il pensiero di non poter andar via da quella città (che ormai si era agli sgoccioli) senza aver di nuovo provato il brivido di salire su per l’Alfama mentre i suoi muri ti sfiorano, e ti si rivela il Tejo. Roba da veri meninhos de rua.

La partita d’esordio del Brasile me la vidi assieme a gente del bairro, in una tasquinha sotto casa, a forza di imperiais Sagres e lupini.

La prime tre partite italiane le vedemmo invece da Donato. Anche per non rinunciare al commento di Brunone Pizzul. Roba che oggi, per ascoltare il commento di Cerqueti o chi per lui non cambierei manco canale. Ovviamente c’era tutta la nutrita community erasmus italiana a inveire su Cile, Camerun, Austria e soprattutto Maldini sr, che ancora osava mettermi in discussione Baggio per Del Piero. Io col Cile in realtà già gongolavo per i prodigi del Matador, che avrebbe vestito biancoazzurro la stagione successiva, la gente attorno a me disapprovava. Il nazionalismo da italiano all’estero mi sarebbe salito solo più tardi, quatro anni dopo in Grecia. 

Il giorno prima della partita con la Norvegia eravamo a far campeggio libero al Portinho de Arrabida. A qualche centinaio di metri dal boschetto dove c’eravamo accampati trovammo un baretto, proprio in riva al mare, con tanto di televisione e sardinhas. Eravamo una cricca cosmopolita e variegata ma compatta nell’insultare un Del Piero irritante. Il ritorno fu un interminabile viaggio in vespa, con glorioso finale cinematografico del ponte del 25 aprile e Lisboa che ti si para davanti, e a te verrebbero le lacrime se non avessi gli occhi già pieni di moscerini.

La semifinale con la Francia fu un delirio alcolico-psicotropo di dimensioni clamorose anche per quell’annata di deboscio cronico. Giri di charros così vorticosi da stordire, vinho verte, vinho tinto, e cerveja a cascate. Riacquisimmo la lucidità solo per ascoltare il rumore sordo della traversa presa da Gigi Di Biagio, poi ci ributtammo sull’alcol, per dimenticare, si diceva.

In finale non si poteva che tifare Brazil, sia per lealtà verso gli amici brazileiros, sia per semplice calcolo festaiolo. La larghissima comunità brasiliana a Lisboa era in fermento da giorni per i preparativi della festa, un delirio sarebbe stato. Non c’erano dubbi sul chi avrebbe vinto. Ci prefiguravamo già samba scatenati con mulatte discinte ed euforiche, caipirinhas a pioggia, fanculo Zidane il cognac e il camembert. Quindi ce ne andammo a vederlo in un ristorante brasiliano, adibito alla bisogna in curva per la torcida. Contagiati tanto dalla loro allegria quanto dalla loro disperazione ce ne andammo a casa fra bandiere verdeoro ammainate e sguardi di una tristezza che stringeva il cuore. Poi andammo a devastarci in qualche bettola del Bairro Alto

Goleo: un leone un perchè

June 2nd, 2006 | By valido in Senza categoria | Comments Off on Goleo: un leone un perchè

Lascio agli altri il compito di passare in rassegna le mascotte dei vecchi Mondiali (anche se due parole su Ciao le vorrei dire), e mi occupo direttamente di quella nuova.

Goleo. Anzi, Goleo VI. Un leone. Che parla con un pallone. Altrettanto parlante. Che si chiama Pille.

Dopo una ricerca molto breve ho scoperto che: 1) non piace a nessuno 2) l’azienda che l’ha prodotto è già fallita, così, secca, un mese prima del Mondiale 3) è fatto di un materiale nocivo alla salute, l’indizio che ti fa capire che dietro a questa operazione ci stanno dei geni veri.

Poi ho trovato questo.
La storia ufficiale di Goleo VI.
Ed è qui che tocchiamo con mano di che pasta sono fatti i creativi crucchi.
Cercherò di non dilungarmi nei commenti per lasciare spazio alle vostre riflessioni.

"GOLEO VI ha vissuto un’infanzia felice nella savana africana. E’ nato in Botswana venerdì 5 luglio 1985. Il numero romano sei indica semplicemente che si tratta del sesto GOLEO nell’albero genealogico della sua famiglia, subito dopo il padre GOLEO V, come si usa per tutte le famiglie reali. "
Fin qui tutto rego, nei limiti. Ma cominciate subito a rollarvi una canna per entrare meglio in sintonia con quello che viene dopo.

"Quando era ancora un cucciolo un dramma ha segnato la sua vita: mentre si trovava lontano dalla sua famiglia fu catturato da alcuni bracconieri. Dopo essere stato imprigionato in una rete fu imbarcato su una nave per essere venduto. A bordo della nave che lo stava portando in Germania venne liberato dal capitano. Riacquistata la libertà GOLEO VI ha continuato la sua vita viaggiando su navi in tutti i mari per diversi anni e facendo tante esperienze. "
Superato lo shock per il trauma infantile subito dal povero Goleo, si nota l’assoluta mancanza di vita nella narrazione, che mi fa chiedere se sto davvero leggendo la storia ufficiale o se per sbaglio non hanno pubblicato il blocco con gli appunti grezzi del team. Il quale, così a occhio, era composto da un paio di magazzinieri dello Schalke 04.

"[…]GOLEO VI e Pille stavano andando al "Centro di registrazione per i palloni dei Mondiali", per l’iscrizione di Pille. La coppia vide un cartello con scritto "Casting per la mascotte dei Mondiali". Si trovarono di fronte a una folla composta da personaggi bizzarri, tra cui un pretzel bavarese gigante."
Il pretzel bavarese gigante!!! Quella sarebbe stata la mascotte perfetta! Disgrazie che non siete altro, ma lo fate apposta? Vi viene un vero lampo di genio e lo relegate al ruolo di comparsa, così, senza pudore??

"[…] GOLEO VI è alto 2 metri e 30 e pesa 220 chili"
Che tenero batuffolino piccino e indifeso, viene proprio voglia di adottarlo e tenerlo sul comò…

Ed ecco la parte più difficile.
GOLEO VI deve piacere a tutti. Tutti. Grandi, piccini, giovani, vecchi. TUTTI.
Mi sono spiegato? Via con l’elenco, CRISTO!
"Nonostante il suo fisico potente ha un carattere molto calmo e la saggezza tipica del ‘Re della foresta’. Anche prima delle partite più importanti è sempre molto tranquillo e ottimista, perchè niente può andare storto a un leone forte come lui.
A GOLEO VI piace divertirsi con gli amici e non perde occasione per fare festa. Non gli piace pianificare troppo le sue giornate e ama molto viaggiare.
GOLEO VI è un leone che pensa sempre agli altri. Protegge i più deboli e ama i bambini e la natura. Pur essendo nato nella savana ha sempre vissuto in grandi città, dove si sente come a casa. E’ sempre alla moda e frequenta i locali più trendy delle città in cui viaggia.
GOLEO VI è un ‘leone di mondo’, ma non è cinico. Il suo carattere brillante e spiritoso fa colpo sulle sue fan.
GOLEO VI è felice di vivere questa sua fase di notorietà senza preoccuparsi troppo del futuro.
"
Anche questa parte spacca perchè sembra il taccuino degli appunti ricopiato pari pari invece che la versione ragionata. Il resto si commenta un po’ da sè, soprattutto la perizia cui cercano di ricordarsi tutti i luoghi comuni di circostanza e la fatica con cui si giostrano tra le umili origini selvagge e il disperato tentativo di renderlo ggiovane, moderno e accattivante, come un incrocio fra Kunta Kinte e Willy il Principe di Bel Air.
Del suo futuro, comunque, farebbe meglio a preoccuparsi.

"In breve GOLEO VI è un personaggio davvero di carattere.
Non potendo scrivere "Con lo sforzo che abbiamo fatto e tutti i soldi che abbiamo speso in indagini sociologiche GOLEO VI non può non piacervi e se comunque non vi piace diteci come vorreste che fosse che vediamo di aggiungerlo", questo è un discreto compromesso.

"Le cose che piacciono di più a GOLEO VI sono giocare a calcio e guardare le partite alla stadio, fare la corte alle giovani leonesse, prendere il sole sulle spiaggia, divorare hamburger, conoscere personaggi famosi e guidare auto sportive."
Scusate, finisco di ridere e riprendo a scrivere…
Rieccomi.
E’ palese: GOLEO VI, non fosse una sottospecie di calciatore, sarebbe un gangsta-rapper. Proprio un bel modello.

"[…] GOLEO VI non ha niente contro i pantaloni, anche se non capisce quando li deve indossare oppure no."
Sono rari i casi che si trovano nelle sue condizioni altrettanto confuse. Uno ad esempio è Rocco Siffredi.
Comunque, doveva essere una cosa simpatica e invece è stata la causa della maggior parte delle perplessità, e quindi del fallimento.
Vi stupisce?

"GOLEO VI sa fare davvero tante cose: suona la batteria, dipinge, ama passeggiare e rilassarsi. "
Per me si fa di Prozac e va dallo psichiatra fisso.

"[…] L’amicizia tra GOLEO VI e Pille ricorda altre coppie di personaggi molto diversi tra loro (come Asterix e Obelix o Stanlio e Ollio). Anche se sono spesso separati non possono restare troppo senza vedersi. Come tutti gli amici ogni tanto litigano tra loro, ma alla fine riescono sempre a fare pace. Nei momenti più difficili la forza della loro amicizia emerge sempre. Entrambi sanno che insieme possono ottenere grandi risultati, irraggiungibili da soli. La loro amicizia si riflette nei dialoghi tra GOLEO VI e Pille. Entrambi sono molto brillanti e hanno sempre la battuta pronta. Ma quando sono con gli altri si dimostrano sempre uniti e pronti a difendersi l’un l’altro."
Scusate, mi sono distratto, credevo fossero due pupazzi che dovevano semplicemente saltellare a bordo campo durante le partite. Ma a questo punto voglio vedere il film, voglio registrarmi il telefilm, voglio abbonarmi ai fumetti, voglio collezionare i romanzi… altrimenti dove, ditemi dove, tra una partita e l’altra, troveranno il tempo di emozionarmi con queste storie dense di passione e sentimenti?? 

"[…] Come tutte le celebrità quando viaggiano in giro per il mondo, a Tokyo, a Rio o a New York, la loro presenza suscita l’entusiasmo dei fan. Saranno l’elemento divertente dei Mondiali 2006."
Io vi sfido anche solo a notarli.

Nella prossima puntata, la ancor più clamorosa storia del pallone Pille.