The Shins will not change my life

24 May 2006 | By benty in Senza categoria

Ti alzi di buonumore, è già estate e fra poco i corsi finiranno, permettendoti di rilassarti. Inoltre tra un paio di settimane riceverai visite a dir poco agognate, insomma sei tutto su di giri. Ti fai il caffè, metti su gli Shins. Non c’è niente che possa andare male, ti dici. E’ con questo agguerrito stato d’animo che inforchi i tuoi occhiali da sole tamarri e ti rechi in battaglia, pronto a sconfiggere il "mostro burocratico ellenico", creatura trasversale, melmosa, unta, tentacolare, che estende il suo impero dalle aziende pubbliche a quelle private. La lotta è impari, ne sei conscio. Il mostro lo conosci, ne hai già combattuto le molteplici incarnazioni, ne sei già stato ripetutamente sconfitto, sai che la tua lancia in resta dev’essere composta da una lega indistruttibile di pazienza, tenacia, ostinazione, nervi saldi, insistenza e un tocco di facciadaculo, se occorre. Anche senza Sancho Panza e Ronzinante sei pronto a dargli filo da torcere, oggi trionferai, lo senti.

STEP 1: OTE (compagnia greca telefonica ex monopolista)

Eri stato informato la settimana precedente che la banca non aveva provveduto a pagare la bolletta del telefono, per dei dettagli a dir poco irritanti, che proprio ti ostini a non capire. Praticamente non c’erano più soldi nel conto corrente. Quindi toccherà a te, di persona, scendere tutta via Pasalidi, affrontare la fila, spiegare cos’è successo, e infine pagare. Sembra semplice. La coda per lo sportello delle bollette arriva fino fuori dall’edificio della compagnia telefonica. Come se il pagamento via banca qui non fosse mai arrivato. Peraltro noti che la fila è composta da anziani determinatissimi a non farsi mettere i piedi in testa, probabilmente mandati in pasto al mostro da figli senza scrupoli. Non ti perdi d’animo, dimentichi l’afa e la calca, ti disponi ben ultimo con serafica attitudine. Dopo un po’ arriva il tuo turno

Imiegato Ote: dica (con la mano tesa a ricevere la bolletta, che a me peraltro non è ancora arrivata)

benty buongiorno !

impiegato Ote: [già distogliendo lo sguardo ma sempre con la mano tesa, ed un inconfondibile tono metallico standard (cfr Offlaga Disco Pax) ] dica

benty: dunque, io avrei questo problema ….

impiegato Ote (volge gli occhi al cielo/soffitto giallastro, invocando probabilmente qualche divinità, anche antica, perchè mi incenerisca seduta stante, ho come l’impressione che non mi ascolti)

benty: ehm dicevo mi hanno detto dalla banca che…

impiegato Ote: la bolletta ce l’ha?

benty: no veramente ero qui a spiegarle proprio che non essendomi arrivata la bolletta avrei pensato di…

impiegato Ote: (indica un punto lontano all’orizzonte, oltre i mulini a vento) quel signore lì, lo vede, ecco vada da lui (il suo sguardo mi bypassa, è già concentrato sulla prossima vittima)

benty (imperterrito) ma io avrei anche fatto la fila e… (vengo calpestato dal pensionato alle mie spalle, mi reco rassegnato dall’altro personaggio, in fondo. Nervi saldi, s’era detto)

Secondo tentativo, altro impiegato

benty (si impone un sorriso facilmente travisabile per una paresi) Buongiorno !

altro impegato Ote (non solleva lo sguardo dal pc) dica

Al suo fianco campeggia il solito inutile gigantesco cartello che recita inane "Vietato fumare" e lui ovviamente sta fumando. E come se il cartello dicesse "Vietato essere greci". Che senso avrebbe? Un greco è un greco è un greco.

benty (decide di passare all’attacco, di essere più risoluto) dunque mi controlli per cortesia questo conto, la banca dice che la bolletta non è stata pagata, e a me non è ancora arrivata. Veda un po’…

impiegato Ote: (si scuote dal torpore) mi dia il numero [Scartabella un po’ alla ricerca, lo trova. Si rivolge a me] boh… qui risulta pagato… o meglio…se non è stato pagato lo sapremo fra qualche giorno

benty: e dunque?

impiegato Ote: eh torni fra qualche giorno e lo paghi

benty: ma, scusi, io vorrei pagare adesso [si rende conto che sta IMPLORANDO qualcuno di lasciarlo pagare. Strana è la vita, a volte]

impiegato Ote: eh ma non si può, qui non risulta poi si fa casino. Ci vediamo fra qualche giorno

benty (abbassa il capo in segno di resa) D’accordo, arrivederci

 

STEP 2: AZIENDA MUNICIPALE DELL’ACQUA

Ovviamente l’odissea non è finita. Ti esorti a non perderti d’animo, hai ambizioni oggi. Vuoi addirittura chiudere il travagliato discorso del contratto dell’acqua. Per darvi una idea di come funzionano le cose in questo paese intasato dalla feta. La scuola l’abbiamo aperta a settembre. Da allora per mesi non si sapeva chi pagasse l’acqua, poichè la precedente impresa che affittava gli uffici si era, come dire, volatilizzata. Il padrone, dopo lunghe pressioni, riesce a farsi mandare una bolletta pagata ed estingue le pendenze, cosicchè noi si possa fare un contratto con l’azienda dell’acqua a nome della scuola. Più e più volte ti scontrasti in battaglia col mostro burocratico ellenico, uscendone sempre brutalmente mutilato e afflitto spiritualmente. Stavolta però senti che ci sei. Nelle ultime due volte che ci sei andato ti hanno fatto un elenco degli incartamenti necessari. Poi una volta si erano scordati che avevi bisogno anche di una delega, e te la sei infine fatta fare. Adesso andrai finalmente a fare il tuo dovere, Sai di avere le carte in regola. Siamo arrivati quasi a giugno, è finito l’anno scolastico, la mia scuola non ha ancora un contratto dell’acqua. Benvenuti in Grecia, anno del Signore 2006.

benty: (sempre più provato da questi sorrisi forzati) buongiorno !

impiegato acqua: dica

benty: si ricorda di me? ho bivaccato qua a lungo nella vana speranza di stipulare un contratto per la mia stracazzo di scuo…

impiegato acqua: (senza sollevare gli occhi dalle sue carte) la signorina giù in fondo (indica)

benty: (gli occhi si iniettano di sangue, il sorriso ci mette poco a trasformarsi in un ringhio) si. Grazie.

signorina giù in fondo : dica

benty: (senza proferire più parola, senza nemmeno dire buongiorno sbatte davanti alla stolta il plico documentale necessario, uscirò da qui con il mio contratto, dovesse costarmi la mia stessa vita, maledetti) fatemi un contratto o faccio una strage, voglio pagare, essere in regola, perdìo

signorina giù in fondo (da un’occhiata, tutto sembra a posto) bene, c’è tutto, adesso le faccio il contratto

A quel punto non mi interessa che la procedura al computer richieda un tempo in cui avrebbero potuto erigere un acquedotto. Ormai sono soddisfatto, mezzo obiettivo della giornata è stato centrato, mi rilasso, mi esce anche un sorriso, lo stesso di stamattina. Con gli Shins nello stereo le cose non possono andare male, rifletto giulivo. Abbasso la guardia, firmo felice, giunge addirittura il momento di pagare e lo faccio con gioia ingiustificata. E’ fatta, penso.

Poi, ovviamente qualcosa non va.

signorina giù in fondo: eh ma scusi, qui risulta che la bolletta che mi ha dato è condomininiale, e non privata

benty (sgomento) ma …

signorina giù in fondo : niente qui mi tocca cancellare tutto, e non so nemmeno come si fa, aspetti che chiamo il collega

La procedura di cancellazione richiede un tempo doppio a quello di stampa del contratto, e senza di essa non posso prendere indietro i soldi pagati. Si forma una fila malmostosa alle mie spalle. La mattinata è stata una debacle, l’ennesima. Sprofondo su una sedia, la testa tra le mani. 

Mi scorre un brivido sulla schiena: ho dimenticato che dopo devo andare pure in banca. Oggi soccomberò, lo sento. La morale della giornata è: mai fidarsi delle mattine radiose, degli impeti di buona volontà, di quanto si è imparato in battaglia. E, amara constatazione, nemmeno degli Shins.

9 Comments on “The Shins will not change my life”

  1. Era ora che ritornassi alle parole scritte!

    La tua fan n.1

     

  2. ciao Giorgia 🙂

     

  3. va bene, mi sacrifico, lo dico io per primo:

    “una faccia una razza”

     

  4. si è deciso che la prefazione alle vuestras empresas sarà opera mia.

     

  5. grazie Miic

    giorgia sara’ un onore

     

  6. notevole citazione da garden state 🙂

     

  7. bello scoprire che Sambuceto è in provincia di Salonicco, qui con la Telecom succedono più o meno le stesse peripezie…

    manuela dal fato facile ti avverte che è tutto frutto di quel desiderio impaziente che ti sta devastando l’anima, ci vuole sempre un contrappasso nelle faccende gioiose!

    augurati di fare un’altra ora di fila in banca, vuoi mai che la visita agognata duri più del previsto…

     

  8. ora, veda, lei sta soffrendo, ma un giorno verrà ripagato, e gioia e benedizioni scenderanno su di lei.

    No, non è vero, stavo scherzando.

     

  9. Effe, le sue prime righe mi avevano illuso, Lei sa che io di Lei mi fido. Non infierisca oltre la prego, che oggi mi ritoccano trafile analoghe