Da Platone al più logoro Battisti, in sole 4 mosse

22 April 2006 | By benty in Senza categoria

Dopo almeno tre anni te la ritrovi di fronte. Lei è convinta che l’ultima volta vi siate rivisti l’11 settembre del 2001. Si, eri a casa sua durante l’attacco alle torri gemelle. In realtà vi siete incontrati almeno un’altra volta in seguito, ma la memoria non è decisamente il suo forte, e lo sai. Per convincersi le ci vogliono tre bicchieri di rosso. Qualche settimana fa un suo messaggio ti aveva fatto sorridere amaro "Tu imprenditore, io avvocato …".

Lei era nientepopodimenochè l’amore platonico dei tuoi vent’anni, il nodo irrisolto della tua post-adolescenza, divenuta poi l’ossessione taciuta dei tuoi 22, nonchè l’infatuazione recidiva dei 23. Lei era l’estate al paisello paterno, l’unico vero motivo per esserci alla fine, le chiacchiere infinite in agosto al parco comunale, la cassettina bianca con Zooropa, fra festeggiamenti del santo patrono (mi dice " Mi manca il gioco della cavia, te lo ricordi? E i go-kart, con il percorso delimitato dalle balle di fieno"), e le struggenti dediche sui libri regalati, le interminabili serate al bar, le prime timide festicciole alcoliche.

Poi ogni volta l’estate finiva, dovevi rassegnarti, lei tornava in città, praticamente scompariva e tu ci restavi sempre abbastanza male. Crudele, lo ha ammesso anche ieri sera, un po’ scherzando un po’ no "Io stavo in città, tu a Fabriano, nel villaggio, ero piccola, che dovevo fare?". Infierisce "Se avessimo fatto sesso secondo me sarebbero cambiate tante cose". E invece no, platonico appunto. Fottuto Platone.

Poi ci siamo praticamente persi. Poi ci siamo un po’ ritrovati, seppure scarsamente aiutati dalla sua indole pigra e dalle direzioni sideralmente lontane che le rispettive routine prendevano ciclicamente. Ormai ci si vede molto di rado; oltre ai riassunti sulle evoluzioni delle nostre esistenze, si finisce sempre all’ ineluttabile momento del revival. La cosa inquietante a quel punto divento io. Nonostante le 5 pinte di Guinness, riesco a riesumare una tale quantità di dettagli, a un tale livello di analisi, da sfiorare e a più riprese oltrpassare il limite del patetico.

Ieri però era diversa. Vagamente angosciata dal suo destino di avvocato penalista, piuttosto prossima (a suo dire) ad uno sbarco in Ecuador, con lo scopo preciso di spaccare noci di cocco ed abbronzarsi, ancora indecisa se amare o odiare il posto in cui vive da sempre, iperbolica come la ricordavo, piacevolmente logorroica. Inaspettatamente più bella che a 18 anni.

Post-adolescenza finita da parecchio ormai, ricordi simili a scenari di pessimi film, vite pressochè antitetiche, vicende personali varie ed eventuali. Ma certe cose non cambiano.Trovarmi davanti a quegli occhi mi farà sempre lo stesso effetto che ascoltare, per dire, un qualunque brano degli Yo la Tengo. Tu chiamale se vuoi emozioni.

3 Comments on “Da Platone al più logoro Battisti, in sole 4 mosse”

  1. le solite storie. senza le quali non saremmo vivi.

     

  2. senza le quali saremmo diversi. magari con un po’ meno ferite.

     

  3. capisco benissimo questa cesura e/o rendezvous col passato: a seguito del temuto cambio armadi, ho gettato la mia camicia di flanella scozzese anno 1993…