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Fine stagione

May 29th, 2005 | By benty in Senza categoria | 10 Comments »

Sono giorni faticosi, vissuti sul crine della dissolutezza. Ho visto più albe nelle ultime settimane che in trentadue anni, credo. Ho visto tre volte Johnny Stecchino, perchè le lezioni volgono al termine e non è che puoi infierire ancora con la grammatica sulle salme degli studenti, già stracotti per cavoli loro. Allora si mette su il film, spacciandolo per attività didattica di "listening". Sto imparando i trucchi sporchi del mestiere. Un mestiere che sta diventando ormai il mio, quello che ho svolto per ben due anni, questa sì una durata record, altro che governo Berlusconi. Cioè inizio a sentirmi davvero un insegnante, a volte. La maggior parte delle occasioni in cui il pensiero mi sfiora la mente vengo ancora colto dalle convulsioni per le matte risate. Dopo otto mesi di lezioni il rapporto con i ragazzi è solido a tal punto che quasi senti che ti mancheranno, quelle bestiole ignoranti. L’altra sera mi hanno portato a cena fuori, e come sempre è finita con le ragazze ubriache che urlavano porcate in italiano, roba da far impallidire Rocco Siffredi. D’altronde l’ultimissima lezione, Benigni a parte, vedeva una prima ora di approfondimento lessicale sul variegato mondo delle parolacce e delle bestemmie nella nostra lingua. In tutta la durata del corso non li ho mai visti così attenti a prendere appunti o volgiosi di imparare, i maledetti. Promettere una lezione specifica su tali argomenti era l’unica arma a mia disposizione per farli venire a scuola fino all’ultima lezione. Anche quest’anno hanno giurato che l’anno prossimo imporranno con sicumera la loro volontà in segreteria, ed esigeranno di fare lezione con me, e solo con me, altrimenti niente, si cambia scuola. Lo dicono tutti e sempre, e soprattutto dopo una cena innaffiata generosamente con del pessimo vino rosso. Martedì le lezioni finiscono, sarebbe tempo di bilanci e io mi ritengo soddisfatto. Sono riuscito a sfangare un nuovo anno fingendo di lavorare, atteggiandomi a fonte di cultura italiana – per fortuna che non ci casca nessuno – , pavoneggiandomi con delle giovani donne, dispensando italianissima simpatia a destra e a manca. Alla fine dell’anno li vedi che due parole in croce riescono a mettercele, e un po’ ti fa sentire bene. Anzi parecchio.