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Benty vs Salonika city vs GdM

January 17th, 2005 | By benty in Senza categoria | 8 Comments »

Il mio rapporto con questa città si sta tramutando in una sorta di amicizia di lunga data. Non è passione, che quella fragorosa, totalizzante, giovanile, irripetibile, si prova poche volte nella vita. Con Salonicco abbiamo imparato a conoscerci dopo anni di reciproca diffidenza e dispetti, a sopportarci, a tollerarci, a prenderci per il culo e alla fine anche a volerci bene. Magari non in pubblico, ecco. Quando vengono a trovarmi gli italiani le impressioni che ricevo su questa città sono sempre simili, abbastanza superficiali e decisamente condizionate dalla convinzione che per vivere decentemente bisogna abitare in Italia, mentre nel resto del mondo non ci capisce un cazzo nessuno. Cosa che accade puntualmente speculare quando mi devo sorbire i resoconti dei greci che vengono in italia. Un festival incrociato di luoghi comuni e anelasticità mentale. Ho imparato ad ignorare, annuire e tirare avanti senza buttarmi in dibattiti polemici fini a sè stessi. Raramente mi capita invece di imbattermi in persone che sappianonno fornire un punto di vista sulla città in cui vivo che mi sorprenda. Un punto di vista che non avevo pensato, magari improntato a sensazioni immediate, da vero ‘passenger’ e a rimandi istintivi più che ragionati. Però un punto di vista che alla fine ci azzecca parecchio e sa spiegare anche a te, che ci campi da quasi tre anni, i motivi per cui alla fine a ‘sta cazzo di città ti stai abituando, e probabilmente ti sarebbe difficile rinunciarvi senza rimpianti. I punti di vista di cui vi parlo sono peraltro forniti dagli illustrissimi Alessandro Raina e Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò, dopo un mini tour che li ha visti a Salonicco ( e io li ho persi che ero ancora in Italia, mangiandomi i gomiti) a Patrasso e ad Atene. Sotto vi pubblico stralci di due loro email riguardanti Salonika City. Io la chiamo completezza dell’informazione (courtesy of Giardini di Mirò).

Alessandro Raina

A saperli interpretare i segnali ci sono eccome. Salonicco e Patrasso hanno un loro fascino, povero ma bello (di Atene abbiamo conosciuto solo un ristorante e il Cozito, il caramel macchiato greco). A Salonicco, fra negozi di vestiti orrendi e supermercati molto carini vale la pena passare per la casba del mercato, un luogo dove un agnello penzolante con la gola squarciata non è solo un agnello penzolante con la gola squarciata anche se potrebbe sembrare solo un agnello penzolante con la gola squarciata.ma di questo potrà parlare meglio Jukka, così come del simbolismo della macellazione, del souvlaki e delle influenze slave e turche e bulgare. Io dirò solo che a Salonicco, se si ha tempo di cercarli, ci sono negozi di dischi deliziosi, specie
se il vostro nuovo hobby è fare dj set di sei ore e avete pochi soldi. Così in mezzo a immondizia disco italiana e a vhs con i documentari naturalistici si
trovano compilation piuttosto rare dei Pulp.tutta la discografia degli Suede..singoli degli House of Love e retrospettive della JBO.tutto a non piu’ di 4 o 5 euro. Inoltre, a Salonicco, vendono la lacca piu’ afrodisiaca del mondo.

Jukka Reverberi

lo dico subito.i greci in buona parte mi stanno simpatici.
hanno un modo di essere mediterranei ed europei molto dignitoso. una dignita’ che da queste parti faccio fatica a trovare. e forse pure nel cercarla nel dizionario della lingua italiana la parola dignita’ non la si trova piu’. passero’ come sembre per un imbecille antiitaliano. pronto a sputare sulla terra che mi ha dato le origini. ma non e’ cosi’, sputo sulla terra di oggi. quella spazzata dai mille venti del nord e non … quello schifo di non cultura antimodernista ma brillantinista che e’ il bel paese di ora.
si perche’ l’italia di oggi e’ tutto fuorche’ moderna. e’ solo brillantini e paillettes…e’ un paese da bere. la capitale morale ha vinto. noi tutti, no.

e quindi ve lo ripeto i greci mi stanno simpatici perche’ dopo tutto hanno salvato in modo decoroso il loro essere mediterranei ed europei, con una dignita’ che molto probabilmente quel cretino che ha immaginato il mio grosso grasso matrimonio greco neppure si ricorda piu’.

(e poi c’e’ dell’altro. in un piccolo spazio della mia mente sono tutte li la spagna l’italia la grecia la yugoslavia….. abbiamo sofferto il male incurabile….lo abbiamo combattutto….sappiamo cos’e’…. ci abbiamo provato…abbiamo sognato il sol …abbiamo vinto e perso….. ero anche io la in quei posti, in quei giorni…ero con loro…lo ripetero’ sempre…ero proprio la a huesca, sulle foci della neretva, sull’appennino, bevevo l’ultimo goccio di ouzo guardando i maledetti inglesi arrivare per dare inizio alla restaurazione.eh si.. saro’ sempre con tutti loro.)

la prima volta che sono atterrato in grecia ero dieci anni piu’ giovane, mese piu’ mese meno….l’estate del novantacinque….il dopo maturita’… un’estate assolutamente non ancora digerita.
ricordo di essere stato in pieno periodo british….i casi della vita…alessandro…io naturamente vedevo come sempre tutto da un’altra angolatura…mi interessava solo la musica…e mi consideravo in quel preciso istante uno sxemod…ovvero braghe da skate e fred’s perry. dischi ebullition e blur come se piovesse…. olympian dei gene fu il disco piu’ suonato ( se vi siete persi quel disco…permettetemelo …siete dei puri fessi…) di tutta la vacanza (una vacanza cosi da beautiful loser morrisey se la sogna)…ma sono pasati dieci anni…

i tempi sono andati….o almeno, per me la poesia a l’allegra baldanza e’finita…pero’ leggere absolute beginners vi assicuro rimette in moto sentimenti andati e il cuore si emoziona ancora. e qundi ti capisco e ti approvo…

la mia grecia di oggi…..e’ splendida. magnifica.

salonicco ha un fascino strano…. ma ha fascino che che ne dica chi abita là. ha quel fascino che colpisce chiunque si dedichi al passeggio, per il suo lungomare e per le sue vie immense e i palazzi ammassati. e’ un po barcellona ed un po’ spalato, vagamente beirut leggermente lecce ma sopratutto molto solonicco.
la notte come sempre porta le senzazioni migliori…quando tutto e’ chiuso…e non si e’ distratti da altro che il proprio mal di piedi e dai netturbini.
quante ne vedeno, se ne vedono, i netturbini dell’europa mediterranea in una notte qualsiasi. di sicuro un paio di loro ci hanno visto pascolare  in tre alla ricerca di un gyros, ci hanno visto mangiare parlando di registrazioni in posti esotici….qualcuno ci ha quasi investito mentre mordevamo un pezzo di torta iperzuccherina….e qualcuno non ha nemmeno notato che alle 4 di notte ero, forse, l’unico sud europeo ad aver comperato quattro biscotti burrosissimi con le mandorle…e me ne andavo in giro con la confezione in mano…felice di sentirmi come se fossi a parigi con una baguette sotto il braccio. la cosa piu’ normale del mondo.

il giorno dopo.. abbiamo deliziato un glorisoso pasto nelle viuzze del mercato di thessaloniki….ottimi calamari, souvlaki, crocchette di formaggio(unisco tutto il sud d’europa le crocchette…e le ritrovate pure nel gran fritto italiano…di piemontese tradizione), feta, insalate grece con cipolle dolcissime che a casa non mangerei mai….polpi alla piastra…
una fame cresciuta a dismisura, come dicevo, all’interno dle mercato di salonicco… il mercato piu’ medioorientale in cu sia mai stato dopo quello di palermo…io che il medio oriente lo ho vissuto solo attraverso i racconti dei miei genitori. e quindi le teste di maialino, le oche spennate con la gola squarciata,  le costolette di agnello, il bacalao sopra il ghiaccio e sotto il sale…i calamari e gli octpus….le spezie…la paprika…la paprika la cannella la cannella…i loro profumi…non so ad un certo punto dovevo mangiare…ed ho mangiato. si tratta di curiosita culturale culinaria…conoscere un posto anch attraverso cio’ che si mangia. Poi con i miei soci sono uscito dal ristorante per ritrovarmi a port de glignacourt(se cosi si scrive…per intenderci il mercatino delle pulci parigino)….

il pomeriggio e’ trascorso tra le viuzze ed i negozzietti di dischi… dove per sei euro lola dei kings originale e’ arrivato a casa mia….e per non dimenticare il nostro mare…amato mare…."venice"  ha finito per riunirci con il desiderio mai celato degli austriaci per un’accesso al mare. a quel mare…il mediterraneo…

la sera del concerto mi sono costretto ad assaggiare un’involtino di pastrani…insomma il nome proprio non lo ricordo…ma sembrava un involtino primavera con ripieno di formaggio e questo prosciutto …teoricamente di cammello…un’esperienza gratificante…il compagno vasquez montalban credo avrebbe apprezzato la mia scelta…anche se avrebbe criticato l’assenza di ouzo dalla tavola… ma del resto ognuno di noi deve seguire la sua strada… anche sulla tavola…

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Cinghie Arabe

January 17th, 2005 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

 Aidan Moffat non potrebbe non starmi simpatico. E’ alticcio, brutto, barbuto, pienotto, poco elegante, fa il suo ingresso birretta in mano, con un eskimo e un maglione, come se fosse appena sceso dal taxi che arrivava dall’aereoporto directly from Scotland, con una pancetta da alcolista che la camiciona larga e fuori dai pantaloni non riesce a nascondere. Ci sarebbe secondo me anche una alopecia incipiente, ma non vorrei infierire troppo, che poi sembra che esagero. Questo per quanto riguarda le apparenze. Se uno spulcia nel suo passato ci trova oltre ai conosciuti eccessi di sostanze alcoliche e psicotrope, una carriera premusicale costellata di lavori di merda, corredata da salari di merda, il tutto condito da ordinaria disperazione da provincia che abbrutisce e l’aggravante di un clima che non spinge esattamente verso la gioia di vivere. Metteteci una serie mirabolante di lovestory iniziate male e finite peggio (o sarà sempre la stessa?), una insofferenza mai nascosta verso Falkirk, suo luogo d’origine, e la sua gente e ci avrete un quadretto più o meno plausibile di quelle che sono alcune fonti di ispirazione degli Arab Strap. Insomma ci troviamo davanto ad un working class hero+loser+mezzo tossico lunatico, di indole parecchio malinconica. L’amore dovrebbe scattare immediato.

E invece così non è. L’amore scatta, ma ci mette un po’. Un concerto come quello di ieri, come al solito gli arguti gestori del Mylos hanno scelto la peggiore di tutte le location possibili, cade in un periodo della mia vita fin troppo positivo. Che adesso non sto a dirvi nei dettagli, perchè vi devo parlare degli Arab Strap per contratto. Se avessi assistito ad un concerto del genere un anno e mezzo/ due anni fa ci sarei rimasto sotto come un treno. Un trip scuro, fra sbronze, funerali, pioggia, sesso con tutte sindromi postcoitali immaginabili, flashback, amici che tradiscono, sangue e merda, pessimismo, rassegnazione quotidiana, tristi conflitti di coppia, darsi per vinti, invecchiamento e altri ammenicoli (Mad for Sadness, no?). Insomma ci ho messo un po’ a entrare in sintonia con il cupo mood arabstrapiano. Poi però era inevitabile che ci entrassi, perchè sepppure non ti aspetti che trasudino energia in un live set, quella che invece non manca è l’intensità e arriva molto più diretta rispetto ai lavori su disco. E alla fine ti coinvolge, sia nei pezzi acustici che nei pochi con la drum machine, sia in quelli più aggressivi dove le chitarre rumoreggiano, che in quelli in cui domina una sezione archi che ti sbuccia l’anima o occasionalmente spunta una tromba. La voce di Moffat non sembra sempre farcela, canta a occhi chiusi e li apre solo quando ci parla dell’ulitma volta che è venuto a Salonicco quattro anni fa. Di cui ovviamente non si ricorda una mazza perchè era totalmente ubriaco. Delle restanti cose che dice si capisce poco e nulla, perchè questi parlano comunque scozzese, ovvero una lingua che non appartiene a questo pianeta. Siparietto: a un certo punto Middleton cambia chitarra e Moffat crede che tocchi a lui suonarla, quindi si reca verso Middleton  braccia protese, Middleton lo fissa gelido Moffati si blocca, si gira, fa finta di niente, si tortura un po’ la barba e poi parte il pezzo.

Inoltre, come in un pub fumoso di Flakirk dopo la sesta pinta, alla fine sono rimasti sul palco solo Middleton e Moffat, voce e chitarra acustica, hanno fatto tre pezzi che il pubblico ha richiesto (fra cui Piglet). All’uscita il bassista in persona, mi ha venduto l’ultima maglietta a 15 euri, ed era molto gentile e sprizzava attitudine DIY da tutti i pori, nonostante siano sempre gli Arab Strap, mica noccioline.

Vi posto la scaletta gentilmente regalatami da John il loro tecnico del suono (mancano i tre pezzi acustici finali)