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Gli avversari di Umberto

May 4th, 2004 | By benty in Senza categoria | 3 Comments »

Umberto Bossi lascia la clinica, le sue condizioni risultano in costante miglioramento, si prepara finalmente alla riabilitazione per tornare presto, come tutti ci auguriamo nell’agone politico. Solo dicerie quelle che gli prospettavano un futuro da vegetale. Per dimostrare che la Lega ce l’ha ancora duro, il Senatur, sicuramente nel pieno delle sue facoltà mentali, fa in tempo a firmare i moduli per la sua candidatura alle europee, dove sarà capolista per tutte le circoscrizioni. In esclusiva per Tragedie Greche le fotografie inedite dei suoi avversari politici, pronti a dargli battaglia per un posto da deputati all’europarlamento. Occorre dire che tanto sul piano dello charme personale, quanto sulle armi dialettiche, il Bossi e i suoi compagni di partito dovranno darsi parecchio da fare per dimostrarsi all’altezza di questi agguerriti aspiranti europarlamentari.

Ficus Benjamin

Candidato nelle file della Margherita, sembra ispirarsi esteticamente al suo leader il fichissimus Rutelli. Anche nell’espressione lo ricorda vagamente, pur denotando una maggior personalità. Il suo motto? Entrare nelle case di tutti gli italiani.

Tronchetto della felicità

Come il nome lascia trasparire è il candidato ideale di Forza Italia, in grado di promettere felicità, abbassamento delle tasse ed aumento delle pensioni se lo scegliete. Ha prevalso dopo un aspro confronto interno al partito, avendo la meglio sulla corrente capeggiata da Bondi contro il diretto concorrente, il Lichene parassita

Sedano verde

Si candida con gli ambientalisti il sedano, con la benedizione poco convinta del leader Pecoraro Scanio che avrebbe preferito il suo protetto Prezzemolo, celebre come Pec. Sca. per essere onnipresente, peggio di Baudo qualche anno fa.

Radicchio di Treviso

Scelta al limite della provocazione quella di candidarsi nella circoscrizione del nord est, proprio dove la Lega credeva di avere gioco facile. Ma si sa i Radicchiali hanno sempre amato le sfide impossibili.

Finocchio campania

Ed infine ecco l’acerrimo nemico dei leghisti, che darà non poco filo da torcere a Bossi e co., candidato per Rifondazione Comunista, con l’appoggio incondizionato dell’arcigay di Napoli. In lui si incarnano tutti gli incubi e le fobie contro cui Bossi si scaglia da sempre: comunista, terrone e pure culattone.

Iva

May 4th, 2004 | By benty in Senza categoria | 1 Comment »

Prendo spunto dall’osservazione di Delio e dai vari commenti entusiastici letti in giro in rete. Sull’IVA al 4% le parole definitive a riguardo, a mio avviso, le ha dette parecchio tempo fa, Sergio Messina su Rumore nella sua (defunta) rubrica Miniminor. Ve ne faccio un breve riassunto ma vi consiglio di andarvi a leggere i due interventi (peraltro brevi e godibilissmi come tutto ciò che Messina scrive) linkati più in basso. Innanzitutto chi trarrebbe davvero vantaggio da una detassazione del bene "culturale" CD sarebbero le 4 multinazionali della musica, ovvero delle aziende che non hanno alcun interesse a promuovere prodotti culturali, quanto piuttosto  a rifilarci ogni anno Nek, Ligabue ed Elisa e cloni al seguito. Per i consumatori ci sarebbe il contentino dei 4 euro di meno, ma il problema dei costi esorbitanti dei CD resta a monte: al tasso di crescita odierno dell’inflazione non ci metterebbero nulla a presentarci lo stesso prezzo anche con l’IVA al 4%. Nessuno dei tanto proclamati benefici per i musicisti esordienti, giovani, nostrani, di nicchia, d’avanguardia, sperimentali verrebbe a realizzarsi. L’unico effetto sarebbe più copie vendute al 16% in meno dei soliti nomi da classifica. Nella seconda parte invece Sergione nostro suggerisce alcuni accorgimenti con cui agevolare i veri "motori" della musica che piace a nnnnoi ggggiovani : piccoli negozi di dischi, etichette indipendenti, radio etc. Poi si potrebbero aprire parentesi infinite sul "valore culturale" dei libri e dei dischi che vendono più copie e che quindi vengono concretamente agevolati dalla detassazione, ma rischierei di essere linciato pubblicamente dal mio blogbrother della domenica. Oppure si può fare sempre il discorso "A me che me ne frega, tanto i soldi glieli do uguale alle corporation, preferisco dargliene di meno" o ancora meglio "A me che me ne frega, io scarico tutto da internet". I testi di Sergio Messina qui (il primo) e qui (il secondo). Tutta Miniminor qui.

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