Casablanca nights

17 February 2004 | By benty in Senza categoria

Il Casablanca è un posto popolato da gente strana e piuttosto squallido, che non ha davvero nulla di speciale, se si eccettuano dei prezzi ragionevoli per le birre. Prima era una sorta di kafenìo, simile ai nostri bar, aperto soprattutto di giorno.

Parentesi socio-antropologica. Il kafenio è un posto dove gente di tutte le età gioca a tavli (backgammon) o a carte mentre beve il caffè. Il caffè greco meriterebbe un post a parte, anche perchè non esiste, ma i greci si ritengono – a livello di caffè – una civiltà assolutamente superiore. C’è tutta una specie di cultura dietro, radicata sulla irritante flemma di questo popolo, che è la loro caratteristica distintiva. Irridono bellamente il nostro uso di bere il caffè in poche sorsate, magari in piedi. Fine della parentesi

Comunque Ritis ha rilevato questo posto qualche anno fa e ha tentato di cambiare pelle al locale. In parte ci è riuscito, visto che adesso almeno si ascolta ottima musica. Magari dei due megascreen costantemente sintonizzati su MTV, per dare un appeal più giovanilistico al posto, se ne poteva anche fare a meno. Immagino che servano soprattutto quando si giocano le coppe europee, per attirare un pubblico poco votato alla recente svolta rock. Questo bar si trova lontano dal centro, in mezzo ad un quartiere residenziale, quindi fra palazzi abitati da gente che tende a rompersi i coglioni se alle tre di notte la musica è ancora ad un volume sostenuto. C’è un telefono fisso che squilla sempre ad una certa ora di venerdì. Sono i vicini che si lamentano. Invariabilmente risponde qualcuno che non è il padrone, solitamente qualcuno completamente ubriaco, che si scusa impastando le parole oppure li manda affanculo. E giù risate. Al Casablanca io ci vado il venerdì: ho elemosinato una collaborazione come mischiadischi a Tolis, che ci lavora. Lui è uno dei pochi con cui ho qualche gusto musicale in comune, anche se non lo seguo sempre nelle sue fisse con il garage punk e ammetto di essere davvero poco ferrato sul pop inglese che predilige. Il saluto che ricevo appena arrivo è un urlo pressochè collettivo che trasuda affetto: in genere recita "STRONZO !", a volte "PEZZO DI MERDAAAA", quando sono davvero contenti di vedermi "FIGLIO DI LA PIU’ VECHIA PUTANA DI VERONNNAAAA" (testuale). E giù risate. So come farmi benvolere da questi ragazzi. Non lo so che c’entra Verona, io ci sono andato solo in gita. Un venerdì normale ci saranno al massimo trenta persone al Casablanca. Due terzi se ne stanno comodamente sedute, indifferenti alla musica e a quant’altro. Un terzo è in piedi o al bancone, intento a prosciugare le scorte di birra, a chiacchierare e ad ascoltare in maniera piuttosto attenta le proposte musicali, perlopiù di Tolis e per un’oretta mie. Nessuno si sogna di ballare però; al limite si ondeggia leggermente, e in caso di forte apprezzamento si lanciano un paio di urletti entusiasti all’inizio del pezzo all’indirizzo del dj, e poi si canticchia. In tarda serata, a scorte di birra ormai volgenti al termine, si canta a squarciagola. A me è capitato di rimanere incastrato in una discussione sulle brigate rosse, a fine serata. Non credo siano moltissimi i posti che ho frequentato – in Italia e non solo – dove un deejay si possa permettere di passare i Television e gli Interpol accolto dall’entusiasmo generale. Io al Casablanca per adesso ci sto bene, mi diverto e spesso bevo gratis. Quindi non potrà durare moltissimo, inizieranno prima o poi a farsi due conti e si accorgeranno che gli conviene pagarmi. Ecco come finirà.

5 Comments on “Casablanca nights”

  1. “e cumm’è ammaro stu pane….”
    benty sta cosa del caffè m’intriga, lo fanno con quella specie di aggeggio gigante come i turchi ? hanno un equivalente del nostro “cappuccio”? dimmelo che se ti manca organizzo in 4e4-8 una rete paypal “lavazza4benty”.elrocco

     

  2. nun me toccate Verona!!!!

     

  3. palio malakaaaaaaa!

     

  4. ah, come ti capisco. io sono abbastanza onesto con le consumazioni, faccio tre ore con quattro moretti, consumo come un’utilitaria, insomma. certo che sarebbe bello, almeno per una volta, veder ballare qualcuno, no?

     

  5. grande!!!