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Tutto fa un po’ male

November 14th, 2003 | By benty in Senza categoria | 2 Comments »

Ho letto i vari commenti e le reazioni alla strage di militari italiani in Irak. Ho trovato un sacco di luoghi comuni e poche opinioni interessanti, come sempre accade in queste occasioni. Luoghi comuni saranno anche le sconclusionate riflessioni che mi appresto a fare, chè non sono un commentatore provetto, ma ci tenevo a dilungarmi per bene. Mi sono posto una serie di domande a cui arrivano risposte troppo rapide e brevi. Mi stupisco della loro semplicità, perchè a giudicare dalle polemiche che sono già scoppiate, le cose non dovrebbero poi essere così facili. Sarà che sono troppo ingenuo, manicheo o qualunquista.


Rispetto per i morti ? D’accordo, purchè valga per tutti , anche le centinaia di caduti americani e le migliaia di irakeni. Che poi i morti irakeni siano perlopiù civili e che a bombardarli per primi siamo andati noi occidentali, sarebbe un dato utile da tenere a mente. Frase fatta : i morti, si dice, non hanno più nazionalità, sono solo morti e in quanto tali meritano rispetto. Solo rispetto dunque: non la retorica disgustosa delle nostre TV, non ulteriori bugie, nè le strumentalizzazioni; Berlusconi ha detto che non sono giuste neanche le polemiche in questi momenti. Invece io credo che per smettere di contare altri morti italiani in Irak, sarebbe bene sollevare qualche obiezione. Seconda precisazione. E’ tristemente vero che si trattava di povericristi, gran parte siciliani, ancora una volta il sud (d’Europa, del mondo, d’Italia) che va a crepare lontano da casa. Bisogna anche dire che non erano dei coscritti e che nessuno li aveva obbligati a partire. Era il loro modo di guadagnarsi il pane, imbracciare armi, una scelta consapevole. Se vai a fare la guerra non ti aspetti che ti accolgano con un vassoio di biscotti e del tè caldo. La morte dovrebbero metterla in conto, no? Troppo semplice? Gente che muore sul lavoro ce n’è tanta e non viene pianta affatto, anche chi sul lavoro non dovrebbe proprio morirci, come la settimana scorsa è successo a Genova. Questi non sono dunque i miei morti, nè i miei eroi. Troppo facile dire “not in my name” ? Certo, facilissimo e sacrosanto secondo me. Fosse stato per me non ce li avrei neanche mandati a farsi ammazzare in Irak. E poi la morte dovrebbe fare ancora più rabbia quando è del tutto inutile. Ed io sull’utilità della morte di questi poveracci ho i miei seri dubbi. L’unica utilità potrebbe essere di ricordare agli italiani, troppo interessati all’Isola dei Famosi, che siamo ancora un paese in guerra.


Prima domanda che mi sono posto. Perchè li hanno ammazzati? I media e i politici italiani hanno parlato di “atto di terrorismo”. Mistificazioni. E’ un semplice atto di guerra, dove quella che ci ha colpito è una delle molteplici forme di “resistenza” irakena. Resistenza a chi ha intrapreso una guerra di occupazione, in cui siamo stati trascinati dal nostro benemerito premier solo per compiacere Bush. O forse no. I militari italiani sono stati uccisi dagli irakeni perchè visti come invasori, usurpatori, colonialisti. Vogliamo dire che le cose non sono certo così semplici? Bene, ed allora che ci facevano dei soldati italiani in Irak? Riportavano la pace e la libertà? Dopo averci portato la guerra ? Per caso gli italiani sono meno invasori degli americani, in Irak , perchè si sa che comunque “italiani-brava-gente”? Forse in Irak non lo sanno. Altra piccola precisazione: chi da queste mie prime affermazioni ha desunto che io sia contento che siano stati uccisi dodici militari, e che magari sotto sotto parteggio per i kamikaze, può smettere di leggere qui, andarsene affanculo, accendersi retequattro ed è pregato di non tornare più su questo ameno blog. Che non significa affatto divieto di avere delle idee diverse dalle mie. Siam qui per discutere.


Ripropongo la domanda: che ci stavano a fare i nostri soldati a Nassirya ? Le tesi di chi sosteneva l’azione preventiva antiterroristica (armi di massa , chi se le ricorda più ?) mascheravano la verità. Quando Bush il primo maggio 2003 diceva che la guerra in Irak era finita, mentiva. La verità è lapalissiana: questa è proprio una guerra, più aperta che mai, e in guerra i morti ci sono sempre stati. Quando milioni di persone a febbraio sono scese in strada per dire no alla guerra, i governanti che adesso si stracciano le vesti , sono rimasti irremovibili. Credo che chi è andato a manifestare, avrebbe voluto evitare anche questi morti, non solo quelli irakeni. Gli opinionisti come Ferrara, gli interventisti, i guerrafondai, quelli che “Bisogna andare in Iraq a dimostrare la nostra solidarietà agli USA per l’11 settembre” adesso dovrebbero essere soddisfatti. Hanno avuto anche il cosiddetto “tributo di sangue italiano” versato per la causa, per dimostrare quanto ci tenessero che gli USA, violando le più elementari norme di diritto internazionale, facessero la guerra ad un popolo di morti di fame per prendersi il loro petrolio. Bastava però non chiamarla guerra ed il gioco era fatto, i conti tornavano. Si dice in questi casi “missione di pace”, “spedizione umanitaria e di libertà” o altre cazzate simili. Invece, forse adesso se n’è accorto anche nonno Ciampi, è proprio una guerra. E quello che è successo ieri, purtroppo, in guerra credo sia del tutto normale.A sinistra non siamo messi meglio intanto: ritirare le truppe dall’Irak sarebbe un errore politico, dice D’Alema. Ma si, fermiamoci altri due tre-mesi, che l’accoglienza è stata calorosa.


Perchè li hanno mandati a fare la guerra? Gli USA per evidenti mire espansionistiche e sete di petrolio – camuffate da lotta al terrorismo-, Berlusconi per leccare il culo a Bush. Non mi pare di dire nulla di nuovo. E adesso che anche Berlusconi ha i suoi bei morti da far pesare sul piatto della bilancia, alla fine della fiera potrà pure reclamare una parte del bottino, magari qualche appalto. E così che funziona, do ut des, altro che terrorismo, altro che politica: COMMERCIO come sottolineava Leonardo. E sappiamo che sublime commerciante sia il nostro premier. Vedi che allora forse questi sacrifici umani non sono stati poi così inutili. Sono utili. Di bilancio. Chi ha voluto la guerra potrebbe andarlo a spiegare alle vedove e agli orfani dei militari esplosi ieri: sono morti per dei barili di petrolio, per degli interessi economici e non per degli ideali come la pace o la patria.


Altra domanda del menga. Chi ce li ha mandati a morire in guerra i “nostri ragazzi”? Non so perchè, ma stavolta la risposta mi viene in meno di un decimo di secondo, con tanto di nomi e cognomi che cominciano tutti per B. Chi l’ha voluta e votata in Italia la guerra ? Gli stessi fascisti che adesso se ne vanno girando per il parlamento, mesti in volto, avvolti da bandiere tricolori. Per gli stessi politici che hanno deciso, anticostituzionalmente, di attaccare uno stato sovrano mandando militari a crepare senza ragione, è ora tempo delle scontate lacrime di coccodrillo . Ovviamente però nessuno si è sognato di assumersi le proprie responsabilità. Anzi : la colpa come sempre è dei comunisti-terroristi, parola di Luttwak. Il governo però ha subito spiegato che “non ci intimidiranno, nemmeno un po’,tutt’altro: bisogna andare avanti !”.


E infatti non si sono fermati un minuto, e mentre l’Italia percossa e attonita piange i suoi eroi ci hanno infilato in culo il DDL sulle droghe che voleva il moderato Fini , una discarica nucleare e un emendamento alla finanziaria per destinare un po’ di soldi alle scuole private. Ma via, basta con le polemiche, questo è il momento del dolore. Dipende da dove ce lo sentiamo.

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