Debitocrazia

07 June 2011 | By benty in Senza categoria

In Grecia è già estate, ma l'atmosfera non è per niente quella leggera di qualche anno fa, quando all'inizio di giugno il problema maggiore sembrava essere su quale isola passare le vacanze. La gente, quella che conosco, quella che non conosco e ho sentito parlare in giro, quella che occupa da giorni le piazze (senza bandiere politiche) è depressa, disperata, capisce di avere davanti il nulla. E il nulla fa paura. E la paura li unisce, li fa uscire di casa dove la tv resta accesa a parlare d'altro mentre 200.000 persone si riuniscono pacificamente in piazza Syntagma ad Atene a protestare. Non sono i "soliti" anarchici, i "soliti" studenti , nè i sindacati o i partiti di sinistra che li portano in strada. È la paura di perdere tutto il poco che gli resta, li fa sentire popolo, li avvicina, li fa parlare, anche se non si conoscono, li porta a scambiarsi opinioni sull'economia e a discutere di politica, degli errori del passato e di futuro. Li fa stare a Salonicco, sotto la Torre Bianca simbolo della città davanti a un documentario che parla di finanza e "debito detestabile" a centinaia a tentare di capire cosa cazzo sta succedendo. Chiedono di azzerare una classe politica che li ha portati sul baratro, che li ha costretti ad indebitarsi alla chetichella, che ha mentito sullo stato dell'economia, li ha oberati di costi giganteschi e inutili come l'organizzazione dei giochi olimpici del 2004. Ma non sanno cosa avverrà dopo, non sanno cosa proporre per ricominciare. Non sanno immaginare cosa li potrebbe aspettare. Non sanno come finirà la corsa, sanno però che finirà molto presto. Urlano che loro non pagheranno, ce l'hanno col FMI e con la Germania. Sentono di vivere un momento storico, hanno davanti a loro un grande cambio che potrebbe finire molto male, d'altronde vengono da esperienze di dittature militari che non hanno nemmeno quarant'anni. Sanno che le promesse del governo attuale, che ha chiesto altri soldi alla troika (BCE, UE e FMI) ovvero che restituiranno tutto il debito, non hanno nessun fondamento. Mentre lo dice non ci crede nemmeno Papandreu, il primo ministro fantoccio. Sanno che sono destinati alla bancarotta, ma non hanno intenzione di vendere nemmeno un pezzettino della loro terra meravigliosa. Non vogliono smantellare aziende pubbliche, svenderle a privati e stranieri, anche se la svalutazione di questi enti è di fatto già iniziata, così i politici avranno delle ottime ragioni per fare un buon prezzo agli amici. Sanno che li sta strozzando la finanza selvaggia e neoliberista. La loro classe politica inetta, corrotta e colpevole di aver truccato i conti per lungo tempo assieme a consulenti pagati a peso d'oro (come la Goldman & Sachs) è ovviamente impotente e di fatto desautorata. La destra e i socialdemocratici si sono alternati dal 1974 alla guida del paese, quindi non esistono colpevoli che facciano parte di una sola parte politica. Ora il cerino è rimasto in mano al goveno Papandreu che sta attuando politiche sociali durissime, impone sacrifici, pur sapendo che tutto ciò sarà inutile e non basterà nemmeno a rimoborsare gli interessi dei presiti concessi. Alcuni politici ora incolpano il popolo greco riferendosi alle assunzioni pubbliche eccessive e all'evasione fiscale fuori controllo, oltre a uno stato sociale insostenibile. Sostengono che politici e popolo hanno banchettato insieme. E intanto il paese è rimasto senza infrastrutture e stanno per togliere anche il contentino di sanità e istruzione gratuita. Gli ultimi 108 miliardi presi in prestito dal governo greco verrano girati praticamente tutti alle banche. Nel frattempo le aziende continuano a chiudere e quelle che restano aperte hanno le mani libere sui licenziamenti, i giovani continuano a non trovare lavoro, il debito pubblico continua a crescere. I tedeschi per concedere la loro disponibilità al prestito hanno imposto tagli feroci allo stato sociale greco, (diminuite bruscamente le pensioni e gli stipendi pubblici, i sostegni alla disoccupazione, il salario minimo per i lavoratori del settore privato è stato abbassato a 500 euro al mese)  ma hanno imposto anche che non avvenissero simili tagli alle importazioni di armi, guardacaso, tedesche.

Se vi interessa capirci un po' di più qua sotto vi linko Debtocracy, documentario schierato ma assai ben realizzato, con sottotitoli in italiano e un link a un po' di foto delle manifestazioni imponenti ignorate dai media di tutta l'Europa, o quasi. 

Debtocracy
http://www.debtocracy.gr/indexen.html

Pitsirikos pubblica un po' di foto

http://pitsirikos.net/2011/06/my-big-greek-summer/

13 Comments on “Debitocrazia”

  1. ciao benty, mi metteresti un link sulla questione delle armi tedesche? qui in germania nessuno ne parla, e sarei curioso di saperne di piú.

    danke!

     

  2. delio, my beloved ecco a te

    http://www.funkhauseuropa.de/sendungen/radio_colonia/rc_il_tema/2010/100803_waffen_griechenland.phtml

    http://www.eurasia-rivista.org/3946/nuove-triangolazioni-germania-grecia-turchia/

    http://www.cafebabel.it/article/35141/grecia-una-favola-sapore-proiettili.html

    http://www.conflittidimenticati.it/cd/a/33597.html

     

  3. grazie bentuccio.

    vabbé, dai, mi sembra un po' tirata per i capelli. ok, il governo greco è idiota a comprare i sottomarini, però una cosa è dire che la germania sostiene le spese militari greche, una cosa è dire che non se ne indigna. tra l'altro, se la grecia fallisse anche le imprese militari tedesche non vedrebbero un euro (non è che i sottomarini li paghi in contanti), quindi credo che anche loro non sarebbero contentissimi.

     

  4. le imposizioni dei tredeschi sul rigore greco riguardavano solo la spesa pubblica (che sicuramente è gestita male e piena di sprechi ma t'assicuro che la maggior parte della popolazione greca non ha mai navigato nell'oro) per quanto riguarda le spese militari hanno preteso che non calassero. gli prestano i soldi a tassi fuori controllo così ci si possono comprare i sottomarini tedeschi. lo scandalo è che nemmeno funzionavano e non glieli hanno rimborsati

     

  5. benty, sul fatto che la maggior parte dei greci non navighi nell'oro non ho dubbi, e non ho neanche dubbi sul fatto che la germania è un grosso produttore di armi. quello che non ho trovato nei tuoi link è il do ut des di cui parli, e che mi sarebbe piaciuto approfondire.

     

  6. delio sei sempre stato il mio puntalcazzista preferito. tiè http://archive.ekathimerini.com/4dcgi/_w_articles_politics_0_24/03/2010_115863

     

  7. Secondo alcuni esperti, la conclusione delle due transazioni era una condizione informale posta da Unione europea e Fondo monetario internazionale per l'erogazione del "pacchetto di salvataggio" da 110 miliardi di euro. 

    http://www.presseurop.eu/it/content/news-brief/292801-atene-crisi-compra-elicotteri-e-sottomarini

     

  8. ci sono ancora un po' troppi "si dice" e "pare" per i miei gusti, però è grosso modo quello che cercavo. grazie!

     

  9. è il tipo di accordi che se fossero ufficiali brucerebbero la grecia in due giorni i rivoltosi

     

  10. hola.
    clamoroso off topic su un argomento tanto serio, ma ne approfitto per salutare.

     

  11. p.s.
    descrivi con poche parole in tutta chiarezza una situazione che era facile intuire anche dall'esterno.
    holy shit. non vedo soluzione, l'unica sembra essere che a pagare saranno i più deboli.
    🙁
    🙁
    🙁
    🙁
    🙁

     

  12. ciao Ang, erano millenni! C'erano ancora i blog!

     

  13. No surprises, sono anni che gli stati europei premono perché la Turchia gli compri gli Airbus nell'attesa di un'adesione che continuano a rifiutare (con le conseguenze che si sono viste, viva la lungimiranza). Detto questo, non ci riesco ad unirmi al coro greco quando attacca con veemenza la Germania. Per quanta solidarietà possa provare nei loro confronti, come nel caso Italiano non si possono sottovalutare le responsabilità (generazionali, culturali, collettive che dir si voglia). Evasioni fiscali, baby pensioni, voglio dire il loro governo, unico in Europa, ha perfino mentito per entrare nell'Euro. Da quel momento i problemi strutturali greci hanno avuto un impatto maggiore sugli stati membri dell'UE, e per quanto la Merkel non sia certo la mia figura di riferimento, ha tutta la legittimità di chiedere riforme sofferte. Vi ricordate come reagirono alcuni stati europei quando la Germania chiese aiuto dopo la riunificazione? Il problema vero è che i governi europei, e non cito nemmeno il nostro per pietà, hanno fallito (temporaneamente, che nulla è per sempre) il processo di unificazione col quale l'Europa si sarebbe fortificata, anziché rimanere un pastrocchio con mercato comune ma economie separate.