We’re all from Barcelona, step three: giorno uno, Sagrada Familia e Parque Guell

04 May 2007 | By benty in Senza categoria

Si parte per verso la Sagrada Familia, cullati dalle ipnotiche delucidazioni storiche e architettoniche di Giorgos, la guida-volpe dalla voce oppiacea. Appena scendiamo dall’autobus, nel piazzale antistante l’opera di Gaudi’, faccio in tempo a perdere un gruppetto di sfaccendati. I quali mi importunano presto al cellulare, gravandomi delle spese di una chiamata che parte dalla Grecia, rimbalza in Spagna e infine torna al mio cellulare greco. Ma sono il lider maximo della temeraria spedizione, e un buon Lider deve sapersi accollare anche i costi della societa’, senza nemmeno inarcare un sopracciglio. Segue il costosissimo dialogo telefonico.

Lider Maximo "Dove siete?"

Dispersi "Siamo qui!"

Lider Maximo "Ah bene. Qui dove? Ancora in Spagna , tipo?"

Dispersi "Qui; dov’eravamo prima"

Lider Maximo "Prima di cosa?"

Dispersi "Dove ci ha lasciato l’autobus"

Lider Maximo "Ma siete sicuri? Non per contraddirvi, ma l’autobus e’ qui davanti"

Dispersi "Ma dove siete voi?"

LIder Maximo "All’entrata"

Dispersi "Ma anche noi, guarda si vede un chiosco da qui e anche degli alberi"

Lider Maximo "Certo, capisco. Vabbe’ fermi dove state vengo a prendervi"

(parte la colonna sonora di Indiana Jones, il Lider Maximo si acciglia, arrotola le maniche della immaginaria camicia-in realta’ la solita t-shirt dei Pixies – e bestemmiando sommessamente in vari idiomi si lancia alla ricerca dei dispersi)

Ovviamente non so nemmeno che faccia abbiano, li riconosco perche’ continuano istericamente a fotografare e fotografarsi. Una volta riportate le pecorelle smarrite al gregge mi devo sorbire pure le loro lamentele. Si erano persi per colpa nostra, secondo loro. "Non ci avete aspettati", dicono indignati mentre non smettono di immortalare con le loro fotocamere digitali i celebri marciapiedi catalani- cosi’ diversi da quelli greci d’altronde, e quando gli ricapita di vederne? Io, sulle ragioni del loro momentaneo perdersi,  ho una teoria diversa dalla loro, ma la tengo per me. Un buon Lider Maximo deve saper introiettare anche le colpe altrui, ma senza prendersi meriti o rivendicare alcunche’. Tornato al gruppo, invece che tributarmi un applauso per aver portato a termine la missione di recupero incapaci con successo, arrivano altri mugugni. L’entrata e’ di 10 euro. La gente mi guarda storto. Forse avremmo dovuto specificare meglio nel programma che ingressi a musei e monumenti erano da considerarsi extra. Essendo questa la prassi abbiamo pensato fosse superfluo. Evidentemente sbagliavamo.

Guida e accompagnatore fischiettano e guardano stupefatti verso l’alto, raccolgono rapidamente i soldi e si dileguano. Intanto iniziano a girare voci che per i gruppi il biglietto d’ingresso dovrebbe essere piu’ economico. Altri giurano di aver letto che c’erano group-ticket a tre euro e mezzo. Il malumore serpeggia incontrollabile. Ma un buon lider Maximo deve saper sopportare le piu’ basse insinuazioni senza tremare, essendo mondo dai peccati della corruzione. Io pero’ sudo.

Finalmente entriamo. La guida, nel percorso dall’aeroporto, aveva accennato al fatto che all’interno della Sagrada Familia i lavori erano in corso da anni. La gente pero’ era evidentemente intenta a fotografare i poggiatesta dei sedili dell’autobus, o preda di lapsus collettivi, o narcotizzata dai soporiferi excursus in greco. Entrati nel tempio, le espressioni piu’ tenere che colgo da parte degli studenti sono "Ma che cazzo e’ sta cosa?" oppure "Ma guarda ‘sti stronzi se ci tocca pagare dieci euro per vedere un cantiere!". La situazione e’ quasi fuori controllo. Realizzo che l’odio e’ equamente ripartito fra guida, accompagnatore accompagnato dell’agenzia, e direzione ovvero: io, fidanzata e parenti della socia.

Quando a un tratto, la rottura. La rabbia esplode davanti alla richiesta di ulteriori due euro per l’ascesa alle torri con l’ascensore. Peraltro unica via possibile, poiche’, recita un cartello, le scale sono chiuse per motivi di sicurezza. I due euro in piu’ fanno traboccare il vaso. Gli altri visitatori, diligentemente in fila, osservano allibiti e divertiti lo spettacolo di trenta persone che urlano, si accapigliano, discutono, insultano in una lingua alle loro orecchie incomprensibile.

Ma un buon Lider Maximo deve saper tenere i nervi saldi in ogni situazione. Davanti alle insurrezioni popolari ho sempre avuto una certa inclinazione per la soluzione piu’ cruenta. In questo caso pero’ e’ difficile reprimere la rivolta nel sangue, poiche’ anche parte della direzione mi tradisce. Infatti improvisamente anche le parenti della socia, serpi in seno, mi si rivoltano contro. Iniziano a inverire verso di me, riversandomi improperi rivolti solo nominalmente verso guida e accompagnatore, al momento stranamente irreperibili. Sembra che si sentano abbandonati, abbiamo pagato per entrare, non e’ cosi’ che si fa, pare proprio che abbiano bisogno di una guida pure per mettersi in fila e pagare due euro. Due cazzo di euro, avro’ a ripensare nei giorni seguenti, quando li vedro’ sperperare interi stipendi in introvabili cartoline nere recitanti "Barcelona by night".

Ma il Lider Maximo di polso si riconosce nei momenti piu’ delicati. Pur meditando per un attimo una rovinosa fuga, mi assumo le mie onerose responsabilita’ e mi metto in cerca dei due elementi ritenuti responsabili diretti dal pueblo en revuelta, ossia guida e accompagnatore. Figuratevi se li trovo. Il tempo scorre intanto. L’appuntamento all’autobus e’ fissato fra mezz’ora, ma la fila per gli ascensori e’ interminabile. Alcuni studenti sono gia’ in coda. Altri continuano a sbraitare. Altri mi implorano con lo sguardo, incerti sul  da farsi. E qui prendo per la prima volta le redini in mano, sedando la rivolta. "Facciamo che l’appuntamento e’ spostato di mezz’ora, adesso fate come cazzo vi pare, io salgo a vedermi Barcelona dall’alto, a dopo".

Sull’autobus, al ritorno, la tensione e’ palpabile. Non posso ignorare i commenti di scherno quando la guida inizia di nuovo a parlare. L’autista-Spartaco-Sacchi-tamburella nervoso le dita e fuma l’ennesima sigaretta mentre, come sempre, attendiamo gli ultimi arrivi con la canonica mezz’ora di ritardo.

Ci dirigiamo verso lo splendido Parque Guell. Appeno sceso fingo che non sia successo niente e tento delle rapide indagini sul gradimento della prima tappa da parte dei malmostosi gitanti. Ottengo in risposta grugniti, sguardi colmi di commiserazione e irrisione.

Ma l’autentico Lider Maximo, sicuro del suo retto operato, sa tirare dritto anche fra le perplessita’ del pueblo. Dentro al giardino la guida parla, ma non se lo incula piu’ nessuno, e il branco si disperde sparlando malevolo. A quel punto sviluppo, insieme alla mia consorte, un forte odio per i greci in gita, e numerose teorie sulla loro assoluta non idoneita’ ai viaggi, in particolare quelli di gruppo. Sto quasi per dichiarare la superiorita’ della razza italica, quando mi imbatto in un paio di gite scolastiche provenienti da varie parti del Belpaese. Suddette formazioni si gemellano casiniste e monopolizzano l’attenzione dei presenti cantando l’inno nazionale italiano, ovvero il Poppopopopopoopooo di whitestripesiana memoria. Rimpicciolisco dalla vergogna, comincio a parlare a voce alta solo in greco e mi sento molto molto molto apolide. Un lider Maximo sa pure nascondersi e rinnegare le proprie appartenenze quando occorre, altroche’.

Segue ritorno in hotel, durante il quale realizziamo presto che quando il programma della gita indica Casa Mila’ e casa Battlo’ non signfica "visiteremo" , bensi’ "passeremo rapidamente con l’autobus davanti a". Infine arriviamo in stanza e crolliamo esamini, colti da ineluttabile abbiocco: ci ridesteremo solo la mattina seguente.

One Comment on “We’re all from Barcelona, step three: giorno uno, Sagrada Familia e Parque Guell”

  1. Spero che tutto questo si concluda con un refresh di antispagnolismo che avrai sem duvidas appreso durante la tua pur remota permanenza in Pornogallo…