Die hard – affittasi ubiquità greche e pure fegati seminuovi

12 May 2007 | By benty in Senza categoria

Martedì vengo convocato in fretta e furia da una conoscente di un’amica di un’amica per debuttare come interprete. Una delegazione di arrogantissimi manager italiani si trova a Salonicco per valutare alcuni terreni su cui far sorgere alcuni nuovi giganteschi centri commerciali. L’inglese dei grandi investitori italiani, emanazioni di chissà quale miliardaria corporation multinazionale è, al solito, ridicolo. Il comitato di architetti greci che sta presentando i progetti opta per un traduttore madrlingua, ovvero io, per ribadire senza tema d’errori che sono disposti a tutto pur di avere quei soldi. Gli ellenici sono molto agitati. Appena arrivo, con la barba e i pantaloni di un mese e la maglietta dei Marlene Kuntz, non posso ignorare i loro occhi disperati levarsi al cielo, ma ormai è tardi. Mi spiegano il da farsi, sono peraltro a mia insaputa invitato a cena presso l’Hyatt resort, l’hotel più caro della città. Roba che passa la cameriera a metterti il tovagliolo sulle gambe e io invece credevo volesse farmi delle avances sessuali, la spudorata in alta uniforme. Da ricordare alcune frasi tradotte che non avrei mai pensato potessero uscire dalla mia bocca, quali "Se occorre fare una telefonata al primo ministro belga me ne occupo io, entro mercoledì potrebbe intervenire per sbloccare la situazione" oppure "Credo che con otto milioni di euro dovremmo farcela, al massimo otto e mezzo". Da notare che in quel momento nel portafoglio non avevo soldi a sufficienza per le sigarette, ergo ero lì che traducevo e ingollavo vino bianco in quantità industriali, per dimenticare. Alla fine si dicono tutti soddisfatti, gli italiani addirittura mi chiedono un biglietto da visita, che da vero straccione, non ho. Poi continuo allegramente la serata alcolica, andandomi a sputtanare i soldi appena guadagnati in birre medie.

Mercoledì arriva mio cugino dall’Olanda. Vado all’aeroporto a prenderlo alle due di notte, alle due e mezza siamo al primo bar con la prima birra in mano, alle sei usciamo a brandelli dal quarto locale e decidiamo di fare ritorno a casa. Il giorno dopo nessuno ricorda dove abbiamo parcheggiato l’auto poche ore prima. Era sotto casa, ovviamente.

Giovedì, dopo aver pasteggiato a ouzo nel pomeriggio, si va al ristorante dove lavora la mia fidanzata e ormai più che degli habituè siamo dei figli adottivi. Partono due bocce di barolo, una di barbaresco e una brocca di vino sfuso. La serata finisce che facciamo dei balli con tanto di caschè sulle note di Loretta Goggi e Gianna Nannini, credo di ricordare.

Venerdì debutta Tolis, l’amico dj sulla nave, la già citata nave-rock-bar Arabella, e ovviamente ai debutti non si può mancare, quindi tre birre medie e molta bella musica dopo, torno a casa,  in bici dal centro, che la macchina se l’è fottuta mio cugino per andare al mare. Esperienza quantomeno rischiosa, la mia.

Stasera invece debutto io a mescere musiche sulla nave, orario preventivato dalle 22.30 alle 7.30 del mattino. Ma di certo non finisce lì. Alle 8.30 della stessa domenica mattina, darò l’esame di greco, essendo io un insegnante a tutt’oggi abbastanza abusivo. Finirò alle 14 circa. Poi la sera dovremmo andare in taverna, con il fermo scopo di ubriacarci. 

Volevo solo dire che vi ho voluto bene e che autorizzo l’espianto dei miei organi, ma mi sa che il fegato non sarà utilizzabile. Forse come cibo per gatti amanti del pericolo.

5 Comments on “Die hard – affittasi ubiquità greche e pure fegati seminuovi”

  1. 🙂

    ho un meraviglioso amico greco (diciamo un ammore di blogger…)

    e sarei felice se qualche volta tu mi dessi un ‘aiuto a tradurre certe sue cose greche o a tradurre qualcosa di mio in greco…)

    fammi sapere .

    saresti davvero gentile..:-)

    ti metto tra i preferiti cosi’ ti leggo anche da qui 🙂

    ciao

    *O

     

  2. non c’è problema orsa, costo appena venti euro all’ora, poi ti do le coordinate bancarie

     

  3. aho ???

    ma io sono una povera orsa !!!

     

  4. MUNGA SKATA !

     

  5. Nonostante attenda anche io trepidante il seguito della serie di Benty From Barcelona, questo post è fantastico, in particolare il “Credo che con otto milioni di euro dovremmo farcela, al massimo otto e mezzo” 🙂

    (ps. poi ci sarebbe anche una blog-rock-catenazza in cui ti ho coinvolto da me, ma quello solo se e quando lo stimato dj & interprete finanziario avrà tempo eh)