All Posts from June, 2006

Papà, Ma Dove Cazzo Giocano i Niuiork Cosmos?

June 8th, 2006 | By elrocco in Senza categoria | 2 Comments »

Da calciatore Pelè era immarcabile, talmente forte da essere dichiarato tesoro nazionale.  Adesso basta uno sguardo di Blatter per tenerlo al guinzaglio mentre gira il mondo proclamando a turno il paese organizzatore come futuro vincente del mondiale. Ci ha beccato solo con la Francia. I crucchi a questo giro han fatto senza ma mica per scaramanzia, è che sapevano di poter contare sul sorteggio,  allora il Nostro  ha potuto limare il discorso di fine mese dove serafico annuncerà al mondo che "è giunta l’ora per una squadra africana". La principale dote di Pelè è la grande disponibilità, non si nega a nessuno, stacchi l’assegno e lui arriva. Prendete l’altra sera al Premio Franchi. Se n’è uscito con un "Io Sogno Italia-Brasile", oramai una esternazione di routine, lasciata cadere così, senza nemmeno il bisogno di un’oliva da far girare nel martini e con Piero Piccioni in sottofondo e giustamente ripresa solo in taglio basso.
Maestro, Noi ci rivolgiamo a te  che sei stato uno degli apostoli del calcio nel mondo, a te che hai dribblato il mondo, a te che ci hai fatto prendere schiaffoni dalle nostre mamme per i ripetuti tentativi di palleggio con le arance in cucina. Fallo per noi, smettila di fare il pagliaccio per conto terzi, e riprenditi quello che Blatter ti ha levato. Noi ti perdoniamo tutto, i 30cm a Facchetti in stacco, il soccer, e persino la reclamè dell’ orribile e nauseabondo Brut de Fabergè.

June 8th, 2006 | By Enver in Senza categoria | 1 Comment »

Torno a piedi dalla tonsura e guardo i balconi. Poche, pochissime bandiere. Che sia la fine di un’isteria? Postumi di moggiopoli? O man mano che il mondiale proseguirà, esse aumenteranno come antenne paraboliche negli anni 90? A me è un rito che non è mai andato giù: l’avrei messa per Napolitano presidente, e -sputatemi- anche per Nassiriya. Ma esporla per Lippi e Oddo cosa mi significa? Potrebbe aver senso in un quartiere multietnico di Londra, mostrarsi e differenziarsi.

Adesso vado, mi libro in aria per un tempo pari allo stacco di Kluivert all’ 87′ di Brasile-Olanda, semifinale di Francia 98. Ci lasciai la vita, su quella partita, su quella Olanda, su quei supplementari. Ecco, come si concilia il non mettere le bandiere à la Fede, il fantacalcio che ti fa sperare in un goal di Suazo, la passione per il bello quando il bello non è nei ‘tuoi’.

June 8th, 2006 | By Enver in Senza categoria | Comments Off on

Gioventù, questa tastiera non è mai stata così poco percossa come in questi frangenti. Dall’altro ieri sono in giro per l’Italia e qualcosa mi dice che prima di sabato a una certa ora, quella della Svezia per intenderci, non continuerà ad esserlo con la usuale costanza.

Pertanto se negli eventi linkati vi càpita di imbattervi in un ossuto resto umano recante per caso una maglia del Portogallo col numero 28 e il noto nickname, non abiate paura di porgergli un Tango, un Azteca, un Roteiro: ve lo restituirà dopo un sommario sfoggio di palleggio, self control, aplomb, magari vi farà pure una recensione mentre la palla è in volo verso l’incrocio dei pali.

Se invece incontrate un figuro con le stesse fattezze, barba da deragliato sociale e una t-shirt ‘venezia campione’ del Poletti Team, non avvicinatelo che potrebbe essere pericoloso per sé e per gli altri. Ma alla vista di un pallone o di un’ombra di vino rosso si scioglierà.

Due cose: ha aperto anche -non per nostra iniziativa – un altro blog sul mondiale: mi pare troppo azzurri-oriented, però, alle prime mosse.

La seconda: data la penuria di Sky, se qualche lettore vivesse o soggiornasse a Venezia, e volesse vedere in compagnia internazionale le partite più topiche, quelle che richiamano il maggior numero di spettatori (va da sé, Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Croazia, Spagna) fra i turisti in laguna, sarei lieto di vivere una immersiva esperienza nei fumi del pub Inishark, in calle del Mondo Novo (fra San Lio e Santa Maria Formosa). Feel free di contattarmi.

A presto, bestie.

June 7th, 2006 | By mammara in Senza categoria | 7 Comments »

Sanon, chi era costui?

Johan Cruyff, superstar, segna e porta l’Olanda in final… così, sulle note di Jesus Christ Superstar, cantavamo nel 1974. I mondiali in Germania, come adesso. Con la magliettina di mio fratello con su scritto forza Italia, non c’è due senza tre  (ritenta, sarai più fortunato nell’82).


I miei primi mondiali. Meglio, i miei primi mondiali consapevoli. Nel ’66 avevo tre anni e i ricordi che ho di Pak Do Ik, Mondino Fabbri e i pomodori sono mediati e successivi. Il Messico è una nebulosa vaga, il 4-3 ai crucchi e la finale li ho rivisti mille volte, devo averli visti anche in diretta ma non mi sovviene nulla
.

La Germania no. Di quei mondiali ho ricordi piuttosto nitidi, anche se in bianco e nero. La memoria non regge del tutto il confronto coi nudi dati, però. Per dire, io ricordo la partita con Haiti come un fiasco totale. Fu percepita così, probabilmente, ma il tabellino recita un rotondo 3-1. Vabbè, i pareggi contro Perù e Camerun dovevano ancora arrivare, e magari portava più buono perderla quella partita. Ma noi che ne sapevamo. Segnò Sanon, un altro nome da mettere nella galleria dei personaggi pittoreschi accanto al dentista coreano. Questo faceva l’idraulico, ma non ci giurerei. Così come non giurerei che il portiere Francillon fosse una sorta di Higuita.

La verità è che quell’Italia meritava la brutta figura che fece. Era un’Italia antica, democristiana. L’Italia dei Facchetti, dei Burgnich, dei Mazzola, dei Rivera e di Riva era l’Italia di Fanfani e di Donat Cattin. E i Capello e gli Anastasi erano funzionali al vecchio mondo come i Tanassi e i Rumor. Chinaglia, no, lui era un corpo estraneo. E infatti sfanculò nonno Valcareggi quando lo sostituì contro la Polonia. La cosa ci colpì, molto. Non ci eravamo abituati. Ma il compromesso storico e la sinistra al potere sarebbero arrivati appena dopo, con i kawasaki Rocca, il bandito Re Cecconi, i miei amati poeta e puliciclone.

Ci consolammo presto dall’uscita dell’Italia, in realtà. Perchè eravamo tutti innamorati dell’Olanda. E come facevi a non amare l’Olanda, a 11 anni? Gli orange erano un’onda che travolgeva tutto e tutti. Erano la follia, la fantasia, l’anarchia però organizzata. Erano i provos e le biciclette bianche, ma noi mica lo sapevamo. Ci beavamo anche solo a sentire il suono dei loro nomi: Suurbier, Krol, Rensenbrink, i gemelli Van De Kerkhof, Neeskens. Johnny Rep. Il dio Cruyff. Erano rockstar, anche se io all’epoca non lo sapevo bene cosa fosse il rock. Ascoltavo Ramaya e Born to be alive.

E poi il genio, la follia, l’anarchia si ritrovarono a fare i conti con l’organizzazione, il rigore, la severità teutoniche. Come una banda di pseudorivoluzionari del liceo alle prese coi katanga (ho appena letto La Banda Bellini, ecco). I basettoni di Breitner e la tigna di Vogts, la classe operaia che va in paradiso. L’eleganza di kaiser Franz, la sicurezza di Maier, l’istinto da predatore di Muller. Ci lasciarono le penne, come era logico che fosse. Ma io ho sempre amato i perdenti, e forse ho cominciato da lì.

Un ultimo pensiero lo voglio dedicare a Tomaszewski. Ma non a quello vero. Al nostro. Al mio compagno di scuola, portiere della squadra delle medie. Un ripetente. Sempre all’ultimo banco. Passava il tempo a scuola fingendo di suonare la batteria. Ascoltava i Deep Purple e gli Emerson, Lake & Palmer. Uno dei due che nella nostra classe di fighetti scelsero di fare applicazioni tecniche al posto del latino.  L’altro poi è arrivato a fare l’allenatore di basket in serie A. Lui no. Qualche lavoretto, qualche storia losca. Un’overdose che se lo porta via, a nemmeno trent’anni.

Ciao, Maurì.

Il mondiale è diviso in (parte 3 di 3).

June 7th, 2006 | By turismosessuale in Senza categoria | 6 Comments »

Siamo giunti al termine di questa lunga ed estenuante cavalcata tra le 32 finaliste di Germania 2006. I Mondiali sono alle porte, mancano due giorni e qualche ora, i tifosi fremono, intere nazioni si preparano a fermarsi, e io non so ancora chi schierare tra Valdez del Paraguay e Klasnic della Croazia al fantamondiale. Ma torniamo a noi…

I ghiaccioli al sole

Ecuador. Sembra un paradosso, ma il primo ghiacciolo in questione è proprio il caliente Ecuador. Cosa si intende, per "ghiacciolo"? Semplice: una squadra che, nelle qualificazioni, ha mostrato una brillante organizzazione di gioco, ottime individualità, gran potenziale, che magari si è piazzata di fronte a qualche big nel suo girone o che addirittura l’ha randellata, ma che una volta arrivata al Mondiale si squaglia. E’ il nostro caso: l’Ecuador, infatti, ha recentemente battuto perfino l’onnipotente Brasile. In Germania, però, se ne andrà a casa con le pive nel sacco. Perchè? Perchè, fondamentalmente, è una squadra del cazzo.

Svizzera. Però, questa Svizzera. Giovani interessantissimi, gioco spumeggiante, entusiasmo, risultati prestigiosi in amichevole. Purtroppo, ai Mondiali, si ricorderanno ben presto di essere la Svizzera e verranno travolti da un’impetuosa ondata di tristezza e malinconia che li vedrà soccombere anche contro Togo nell’attesissimo derby del cioccolato.

Ucraina. Potrebbe essere la sorpresa del torneo. O, più probabilmente, potrebbe ripercorrere le gloriose orme della Russia, votata all’unanimità peggior squadra della galassia nelle ultime ottomilatrecento edizioni di Mondiali ed Europei.

Tunisia. Da un po’ di anni a questa parte, la reputazione internazionale della Tunisia ha iniziato a crescere. I suoi migliori uomini giocano in Europa, vincono sempre con facilità il loro girone di qualificazione, qualcuno addirittura si sbilancia e pronostica un sorprendente passaggio di turno. E invece no. Invece la Tunisia andrà a casa subito. Perchè, vi chiederete? Perchè ce l’hanno nel sangue. Le squadre come la Tunisia sono state create dal crudele dio del calcio per essere eliminate al primo turno.

I simpatici come un pugno nello stomaco

Francia. E chi se no! I francesi mettono tutti d’accordo: settentrionali e meridionali, fascisti e comunisti, indie e mainstream, non importa, stanno sul cazzo a tutti. E non contenti di starci sul cazzo a prescindere, decidono di rincarare la dose mandandoci a casa ai rigori nel ’98 e beffandoci al 90esimo (e successivamente al golden gol) agli Europei di due anni dopo. Vedere giocare la Francia e tifarle contro è un piacere perverso difficile da spiegare.

Svezia. Cosa credete, che ci siamo dimenticati del biscottone di Euro2004? Questa categoria vi spetta di diritto, anche solo per avere un Ibrahimovic in rosa. Spettacolare, eh, per carità, ma chi non lo comprerebbe per schiaffeggiarlo? Per cui Svezia a casa subito, donne svedesi a dispozione di uomini italiani e tutti felici. Ok?

Corea del Sud. La ferita è ancora aperta. Palesemente favoriti in occasione dei mondiali casalinghi, nei quali sono stati spediti in semifinale con la collaborazione di terne arbitrali orchestrate in maniera talmente impeccabile da far sembrare Moggi un pivellino qualsiasi, i coreani arrivano in Germania nudi e senza cacchio, senza più fischi a favore e senza più il pubblico a sostenerli. Non disfate neanche le valigie, credetemi.

Ghana. Per carità, niente contro di loro. Non sono antipatici. Però, come dire, mancano due giorni all’inizio del Mondiale e saranno i nostri primi avversari. Per cui, fondamentalmente, li odio. Lo so, lo so, è brutto da dire, il calcio dovrebbe unire e non dividere, no alla violenza negli stadi etc. etc. Però, nonostante questo, Ghana Ghana vaffanculo.

Chi resta?

Italia. Noi, insomma. O no? Per carità, tifarle contro fa molto radical chic e molto intellettuale di sinistra, ma è tutta scena. I Mondiali sono meravigliosi, la prospettiva di chiudersi in casa il venerdì sera a vedere Polonia – Ecuador in pantofole e con la birra in mano è una cosa unica, ma cosa sarebbe tutto questo se non ci fosse l’Italia? Un branco di squadre senza senso di cui non ci può fregare di meno. Aspettiamo i Mondiali per vedere l’Italia, diciamolo una volta per tutte. Perchè, sotto sotto, noi venti-trentenni abbiamo sempre guardato con enorme invidia quelle immagini dell’82, con tutti impazziti a festeggiare per strada. Io avevo due anni e, mi dicono, saltavo davanti alla tv urlando "gol! gol!" senza capirne il perchè. Con il passare degli anni il perchè l’ho capito, ma non mi è stata più offerta l’occasione di urlarlo con cognizione di causa in piazza, con gli amici, nudo, ubriaco e in mezzo a un milione di persone. Ci siamo andati vicini nel ’90. Nel ’94. Anche nel ’98, se vogliamo. E non parliamo del 2000. Ma l’esultanza è sempre rimasta soffocata in gola. Ecco, io voglio liberarla dalla sua prigionia.. Dai, Marcello. Ti odio da tempo, ma in questo mese dimenticherò tutto, te lo giuro. Portaci in finale, facci trionfare e diventerò la tua puttana. E’ una promessa.

Secondo Mondiale, gli Usa

June 7th, 2006 | By TheHighwind in Senza categoria | 3 Comments »

e quindi, risolto il primo mondiale con un nulla di fatto, riesco ad arrivare impreparato pure al secondo. dove si gioca? perchè si gioca?  ma mi faccio perdonare subito. partecipo al dramma di Sacchi (odi et amo diceva qualcuno) e pure a quello di Baggio (amo et amo), le prime partite me le becco in colonia con la scuola ad Alassio.

Alassio è un posto traumatico se non siete pronti al peggio; roba tipo milioni di persone, ombrelloni ogni due metri quadrati, caos, il budello, dolciumi e cazzeggio. a nove anni scopri il paradiso e ti rendi conto che attorno a te appaiono i primi topless ed è tutta campagna. il maestro Roberto che ti sveglia alle 7.45 per farti fare mezz’ora di ginnastica è un trauma; la panzetta, non più traumatica come a Italia 90, ringrazia.

il prete di turno è un omaccione tremendamente simpatico (pur essendo un salesiano) che ha fatto piazzare un televisore notevolmente sproporzionato per i tempi in giardino del villino che ci ospita. il sole ci batte contro e non aiuta a scorgere un Pagliuca che prende palloni dove non dovrebbe. il prete per non farci perdere i numeri del divin codino armeggia con pannelli, teloni, lenzuola, per portare ombra attorno al televisore, seguire è un’impresa. poi il divin esce per far spazio a Marchegiani, e non è più la stessa cosa. l’italia arriva in finale ed allora mi accorgo del vero miracolo italiano.

Pizzul.

la figura di brunone mi era sempre rimasta marginale, ma Usa 94 segna l’inarrivabile. "Frrrraseggio a centrocampo, Roberto Baggio, Dino baggio, ancora Roberto, ancora Dino, la palla si spegne a fondo campo… ma stiamo giocando bene…"

arriva fino alla finale, e lì ci siamo spostati fino a casa della zia in montagna, e Pagliuca bacia il palo, i crampi di Baresi, Los Angeles val bene 56 gradi all’ombra, e poi Baggio tira quel rigore.

"Se segna l’Italia è ancora in gioco. Rrroberto Baggio… Rrroberto Baggio… Rrroberto Baggio… La palla è alta, il Brasile è campione del mondo…"

cazzo. questa volta ci sono andato vicino. Marco di italia ’90 intanto si è trasferito con la famiglia fuori Torino, io la bandiera l’ho portata in soffitta, ho finalmente visto come va a finire i Cavalieri dello Zodiaco, comincia l’espansione economica dell’era Clinton, il mondo può diventare un posto migliore, ma ci han fottuto lo stesso. qualcosa non va, forse dovrei essere più partecipe. Francia ’98? sì, si può fare…

[Nostalgia canaglia] La superstizione

June 6th, 2006 | By Dietnamundial in Senza categoria | 5 Comments »

Sono una persona molto superstiziosa.
Una volta una mia ex (ci sono stato sei anni, ma dovevo mollarla il giorno del fattaccio probabilmente) ha insistito tanto per tagliarmi i capelli. Mancava poco (mezzora? un’ora?) a Francia-Italia.
Mondiali ’98.
Io i capelli me li taglio per i cazzi miei.
Da sempre.
O almeno dal 1995.
Ha insistito tanto.
Ha insistito tanto.
E io a dirle "Ma no, dai! L’ho sempre fatto io"
Alla fine le ho permesso di tagliare.
1) li ha tagliati abbastanza di merda, soprattutto davanti..
2) l’Italia ha perso.

Da allora nessun’altra ragazza ha messo mano ad un rasoio per tagliarmi i capelli.
Ho sempre usato la stessa scusa.
"L’unica volta che una ragazza m’ha tagliato i capelli siamo usciti ai mondiali. Non succederà mai più".
E non è più successo.

Di quel giorno ho tre ricordi:
-lei che mi taglia i capelli
-il gol sbagliato da Baggio nei supplementari
-il pallone che vola in cielo sul rigore di Di Biagio.

Wikipedia recita: "alla resa dei conti è Di Biagio a centrare la traversa e a far calare il sipario sugli azzurri".
Ecco, vaffanculo.

partite sulla RAI

June 6th, 2006 | By squeezeand in Senza categoria | Comments Off on partite sulla RAI

Le 25 partite trasmesse dalla RAI

La Rai trasmetterà in diretta su Rai1 25 partite, una per ogni giornata di gara. Per la prima fase a gironi, le partite prescelte sono state le seguenti:

9 giugno 18.00
Germania – Costa Rica

10 giugno 21.00
Argentina – Costa d’Avorio

11 giugno 21.00
Angola – Portogallo

12 giugno 21.00
Italia – Ghana

13 giugno 21.00
Brasile – Croazia

14 giugno 21.00
Germania – Polonia

15 giugno 21.00
Svezia – Paraguay

16 giugno 15.00
Argentina – Serbia

17 giugno 21.00
Italia – Usa

18 giugno 18.00
Brasile – Australia

19 giugno 21.00
Spagna – Tunisia

20 giugno 21.00
Svezia – Inghilterra

21 giugno 21.00
Olanda – Argentina

22 giugno 16.00
Repubblica Ceca – Italia

23 giugno 21.00
Togo Francia

Terminata la fase a gironi, la Rai trasmetterà in diretta:

# quattro partite delle otto partite degli ottavi di finale
# due partite delle quattro partite quarti di finale
# le due semifinali
# la finale per il 3° e il 4° posto
# la finale per il 1° e il 2° posto


io tanto me lo vedo su sky, ma non col pacchetto mondiali, ma su ZDF e ARD. W i crucchi! fan vedere tutte le partite mondiali :=)

Batti Il Tuo Tempo

June 5th, 2006 | By elrocco in Senza categoria | 22 Comments »

La salute di una squadra di calcio si misura prendendo il polso al centrocampo. Ovviamente la sana e robusta costituzione del gioco è data da diversi e numerosi fattori, ma ogni allenatore sa che  bisogna partire da qua. Compito del centrocampo è  di reggere il brodo.  Datemi un centrocampo e vi farò la squadra.

Brasile. Emerson è il loro unico problema,  troppo tedesco per gli standard brasiliani, incapace di fare il numero della foca monaca e corre pure troppo. L’80% dei brasiliani avrebbe visto bene al suo posto Dunga, meno vivace  ma con i piedi migliori. Il resto è tranquillamente paragonabile al miglior Brasile di tutti i tempi: 1982.

Argentina. Dopo lo sconforto iniziale per la mancata convocazione del burrito Ortega, la nazionale argentina ha dovuto ripegare su Mascherano, Cambiasso e Riquelme. Miscela ottimale con un portatore d’acqua, il classico finto lento di centrocampo e uno che sradica palloni e sa già dove metterli.  Se non fanno la fine dei bond…..

Inghilterra. Il più forte centrocampo del mondiale, superiore sulla carta anche al Brasile. Molti allenatori si masturberebbero furiosamente in panchina al solo pensiero di poter schierare contemporanemante Lampard e Gerrard ma, visto che parliamo di Sven, i tabloid si aspettano di meglio. Potrebbero optare tranquillamente anche per un 4 2 4 con largo a destra lo Spiceboy (sigh). Posizione ottimaleper  il migliore piede destro del mondiale riuscendo  nell’unica cosa fuori dal normale che gli riesce : crossare e firmare contemporanemante contratti di sponsorizzazione.

Francia. Manca Karembou, il giocatore che ha vinto più di tutti al mondo: campionati nazionali, coppe campioni, intercontinentali, europeo e coppa del mondo. Senza mai giocare. Il portafortuna quindi non c’è ma chi schiera come asse portante Makele, Vieira e Zidane non può non fare bene.

Rep Ceca. Panico a Praga dopo la sconvolgente dichiarazione che la nuova figa di Buffon tiferà Italia.  I tifosi si consoleranno con una linea mediana basata su Poborsky, Rosiscky, Nedved. Velocità, talento e potenza. Avevo capito tutto quando Nedved da perfetta puttana del calcio in fase premondiale aveva dichiarato il suo addio alla nazionale. Se il piccolo Mozart si mette a suonare, i cechi, ingenuamente sottolineiamo,  pensano che stavolta dalla cekia saranno cazzi per Buffon.

Italia. Finalmente Gattuso è un opzione come tante che rischia giustamente di non essere minimamente presa in considerazione. Un grande passo in avanti per una nazionale che si è tormentata per troppo tempo  su perchè gattuso non marca zidane e su perchè gattuso al posto di del piero. Mi sento come dopo le elezioni: liberato da un peso.  Piedi buoni ci vogliono e piedi buoni abbiamo: De Rossi, Pirlo e Camoranesi con Zambrotta in aggiunta. Finalmente si sa a chi dare la palla. Se reggono le gambe…ho detto tutto. Ho detto Tutto.

Queste sono le mie pretendenti al titolo.

Il mondiale è diviso in (parte 2 di 3).

June 5th, 2006 | By turismosessuale in Senza categoria | 8 Comments »
Seconda parte di un gioco che sta appassionando grandi e piccini. Dai creatori del Sudoku e di Ercolino Sempreinpiedi, la SuddivisionedellesquadrediGermania2006 in gruppi strambi con linguaggio giovane e accattivante.
 
Gli eterni delusi
 
Spagna. E chi, se no? Una categoria che sembra fatta su misura per lei. Gli spagnoli dominano da sempre le competizioni europee, sfornano fior di giocatori ed offrono un signor calcio. Però niente, oh, ‘sta nazionale non ne vuole sapere di funzionare. Sarà il loro anno? No. Però un po’ spiace, in fondo.
Inghilterra. Almeno loro un mondiale se lo sono organizzato e vinto. Tolta quella pittoresca parentesi, però, non gli resta molto. Questa volta hanno un centrocampo da favola, una difesa impenetrabile e un attacco mediocre. Sarà il loro anno? No. Alla faccia di chi "non tifo Italia, tifo Inghilterra". Fighetti del cazzo. L’indie non esiste.
 
I sarannofamosi
 
USA. "Ah, aspettate solo che gli americani imparino a giocare a pallone!". 
Costa d’Avorio. "Ah, prima o poi una squadra africana lo vince, il mondiale!".
Giappone. "Ah, il calcio in Giappone sta crescendo enormemente, vedrete che mondiale che farà".
Iran. "Ah, per me si imbottiscono con una bomba e si fanno saltare in aria. Vedrai se non ho ragione."
 
Gli assatanati
 
Repubblica Ceca. Nedved, Poborsky, Koller e compagnia calciante sono all’ultima chiamata della loro eccellente carriera, e il ricambio generazionale non sembra all’altezza. La squadra che da ormai dieci anni si presenta al mondo col miglior calcio (trapezisti e funamboli brasiliani permettendo), è alfine giunta al capolinea: o la va o la spacca. Ora o mai più. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Furia ceca. Ciao mamma.
Serbia e Montenegro. Anzi, Serbia o Montenegro. Meglio ancora, Serbia e non Montenegro. Eliminato diplomaticamente Vucinic, l’unico montenegrino della squadra, si può tranquillamente eliminare la seconda parte, anche per evitarci, almeno questa volta, i doppi sensi sul nome. E fortuna che non si è qualificata la Macedonia. Comunque, dicevamo: la categoria "assatanati" non può fare a meno di una buona dose di slavità, di slaveria e/o di slavamento.
Croazia. Comunque, dicevamo: la categoria "assatanati" non può fare a meno di una buona dose di slavità, di slaveria e/o di slavamento. Davvero, non ho altro da dire sulla Croazia. Scusate.
 
I rivoluzionari
 
Argentina. No no, fermi, il tizio con la faccia sulle magliette di quelli che girano coi cani e le sigarette della droga stavolta non c’entra. L’Argentina è rivoluzionaria per colpa di un demente travestito da allenatore capace di lasciare a casa pedine del calibro di J. Zanetti, Samuel, Demichelis e Veron, il tutto nel nome dell’armonia nello spogliatoio. Giusto convocare, in loro vece, le loro riserve (o ex tali) nei rispettivi club d’origine. Burdisso e Cufrè, giusto per citarne due a caso, non mancheranno di deliziare le platee coi lanci millimetrici in direzione dell’omino delle bibite (ciao Dietnam) e con dribbling in grado di ubriacare perfino la più tenace delle zolle di terra. Un’agenzia ANSA dell’ultimo minuto ci informa che hanno trovato un vaccino contro l’aviaria, ma che la scienza è ancora impotente di fronte a Sorin.
Olanda. Caso analogo. Non dirò che l’Olanda è rivoluzionaria per colpa di un demente travestito da allenatore per rispetto nei confronti del di lui passato. Mi limiterò a pensarlo. Marco Van Basten, forse il più meraviglioso esemplare di puntero ad aver mai calcato un terreno di gioco, ci tiene a farci sapere che non è detto che perchè uno è stato grande sul campo lo sia automaticamente anche in panchina. Almeno, questo è quanto si legge tra le righe dando una rapida occhiata alla lista dei giocatori lasciati a casa, da Seedorf a Huntelaar, e a quella dei convocati, dove a farla da padrone è il temibile AZ, un dentifricio a forma di squadra di calcio che non ha mai disputato un match di Champions League dall’alba dei tempi ad oggi. Come se, chessò, l’Italia convocasse 4-5 giocatori del Palermo. Ma per favore.