Fuck the critics

30 March 2006 | By benty in Senza categoria

I critici sono solo degli artisti falliti, e parlare di musica è come danzare di architettura. Luoghi comuni fra i più logori in ambito musicale, credo. Quelli della Nons records hanno pensato bene di invertire l’ordine del processo uscita disco-recensione. Ovvero hanno commissionato ai migliori critici locali (Svezia) delle recensioni di canzoni non ancora esistenti. Hanno chiesto poi ai gruppi di suonare pezzi che potessero in qualche modo interpretare/adattarsi a quelle critiche. Ne è uscita la compilation "Jävla kritiker!" ("Fucking critics!") . Esperimento interessante direi. Voi a quali critici commissionereste le vostre recensioni del cuore? E già che ci siamo, a quali blogghers?

5 Comments on “Fuck the critics”

  1. vabbè, ti dico dei bloggers (una selezione parziale, spero che nessuno si risenta). allora, a enzo polaroid farei recensire un bel pezzo twee, a marina il folkettone, a nin-com-pop qualcosa di glitch triste, a enver l’elettro-pop (possibilmente italiano), a maxcar qualcosa di danzereccio, a ele qualcosa di romantico e sognante, a te un bel rockaccio alla white stripes. etc. etc. etc.

     

  2. dai fratello! la domanda in finale di post è uno degli espedienti piú tremendi mai inventati! roba che neanche io su splinder nel giugno del 2003!

    🙂

     

  3. a) ho diritto al post ruffiano di tanto in tanto, lo sancisce la costituzione b) mi dispiaceva farla morire lì,e poi, a ‘sto punto, che diffrenza fa Fdl blogger o giornalista? e marinap? e enver? e…?

     

  4. io a mammara ho fatto recensire i Midwest, e ho fatto BENISSIMO!!!

    p.s.:aspetto ancora qualche dritta sull’accomodation al FIB…

     

  5. io non faccio poesia, verticalizzo.

    senza piaggeria, la commissionerei alla mia redazione su carta, per quanto riguarda la carta. A Marina e Maxcar per quanto riguarda i blog, a Toto Patti di indiepop.it e Stefano Solventi di SentireAscoltare per quanto riguarda le webzines.

    Poi chiamerei Benty e sparleremmo di tutto ciò all’ombra di una pergola d’osteria.

    (Delio ti ha ucciso, ammettilo…)