Electrelane, that’s ammore

06 November 2005 | By benty in Senza categoria

Care Electrelane

Sono un vostro piccolo fan di appena 32 anni, che per un destino cinico e baro si trova a vivere a Salonicco, e non a Brighton a qualche isolato da casa vostra, come avrebbe voluto. Intanto volevo ringraziarvi di essere tornate qui dopo un anno e mezzo , mi eravate mancate, davvero. Io vi voglio bene, lo sapete. Poi volevo ringraziarvi anche per Axes, cosa che avrei dovuto forse fare prima, ma per fortuna c’è un sacco di gente più brava di me a scrivere di dischi che ci ha pensato come meglio non avrei potuto. Quando l’ho visto sullo scaffale, nello scorso giugno, mi sono limitato a comprarlo, senza prima aver letto quasi nulla. Un atto di fede, dopo la folgorazione dell’anno scorso. Ricompensato da un disco non facile, meno immediato di The power out, non solo per la mancanza dei testi nella maggior parte dei brani. Ma a me piace il rumore, e anche i suoni poco dritti, sennò non sarei un vostro piccolo fans. Un disco splendidamente complesso e scuro Axes. Poi volevo chiedervi scusa. Intanto per Kostas, che l’anno scorso era con me e ieri invece è stato costretto ad accompagnare la moglie al concerto degli gli A-ha. Però sono contento che certe cose vengano fuori, così mi do ragione da solo a rimanere felicemente single. Non divaghiamo. Volevo chiedervi scusa perchè a Benicassim nel 2004 non sono riuscito a vedere tutto il vostro set, che non avevo la compagnia idonea, ma il solo avervi visto – seppure da lontano – è stato un tuffo al cuore. Poi volevo chiedervi scusa per quello che ieri sera prima del vostro concerto ha risposto alla domanda del cantante del gruppo d’apertura (i 5 stars hotel, greci e sorprendentemente bravi) che chiedeva se dovessero smontare da soli la strumentazione. Uno dalla folla ha urlato "Lascia che questo lavoro lo facciano i maschi", riferendosi a voi e alle vostre presunte attitudini sessuali. Si è scatenata l’ilarità generale. Vabbè era una battuta. Di pessimo gusto, e avete ragione in pieno quando parlate di sessismo. Infine volevo chiedervi scusa per essermene andato prima degli encore, ma non siate severe con me, aver perso On Parade dal vivo è già una tremenda punizione. Purtroppo il sabato sera lavoro come dj, fra le mie mansioni c’è anche quella di condividere il piacere della vostra musica con quanti si vengono a bere una birra, e lo faccio sempre, ci mancherebbe altro. 

Ho visto un’oretta di concerto e ne sono uscito gongolante di gioia. Avrei voluto invitarvi a casa mia a fare due spaghi dopo, volevo stare ancora un po’ con voi, ero felice, volevo abbracciarvi proprio, se non fosse stato un gesto troppo da Benigni. Avete cominciato con One two three lots, e poi Bells, proprio come su Axes.  Avete un tiro dal vivo che mette spavento, soprattutto Emma vi trasforma sul palco, diventate adorabilmente toste, fate rumore, mi piacete tanto tanto tanto, come direbbe quello. Mi piace il ritmo crescente della maggior parte dei pezzi che cominciano ipnotici e poi accelerano, si induriscono, deflagrano, pistano. Come in Those pockets are people o in Two for Joy, che quando esplodono le chitarre mi viene da fare un headbanging selvaggio che però reprimo e resta interno, che eravamo davvero troppi ieri sera allo Xilourgeio. Ecco magari la prossima volta ci organizziamo meglio si fa una cosetta per pochi, tipo anche a casa mia eh? In mezzo ai nuovi pezzi di Axes avete infilato come perline i brani di The power out ( Birds, This Deed, Gone under the sea,Take a bit…) accolti sempre da un gridolino di gioia del pubblico pagante. Adoro anche l’attitudine misurata che avete on stage, sembrate non farvi sopraffare dall’energia che rilasciate in suoni, a parte la trance di Mia che suona a occhi chiusi, e Verity che a volte sembra trasformarsi in cugino It. La cover di Coehn, the Partisan, è stata resa dal vivo in maniera magistrale, parecchio meglio che su cd, fragorosa, feroce, eccellente. Voi siete post punk, vero? O new wave? O kraut art rock? O noise? Voi siete le nuove Sonic Youth, i nuovi Neu! o i nuovi Stereolab? E’ così che leggo in giro. Possono definirvi anche le nuove Lollipop, per me restate detentrici del titolo di miglior band femminile sulla faccia della terra. Titolo che vi verrà consegnato da me e Marina in persona. La cosa che mi ha più colpito ieri sera è realizzare quanto in un anno vi siate affiatate, e quanto il vostro suono stia diventando sempre più vostro, particolare, definito, riconoscibile. Il fatto che Axes vi allontanerà le favori del grande pubblico, mi fa anche piacere, così per una volta pure io posso fare lo snob che gli piacciono solo quelli sconosciuti o quasi. Che poi sconosciute non lo siete, visto che avete anche una pagina su Wiki .

In realtà questa è una lettera d’amore. Io vorrei adottarvi, perchè qui non ho una famiglia. Vorrei Verity come sorella maggiore saggia, colta e cool al contempo, Emma come sorellina minore, dolce, indie e caciarona. Ros a te ti conosco poco, che l’anno scorso c’era Rachel, (Ros e Rachel?) comunque sembri simpatica, potremmo anche essere amici, al limite una cugina. Adesso dovrei chiedervi il favore di lasciarmi un po’ solo con Mia, perchè le vorrei parlare in privato. Si, capisco che un blog non è il luogo più adatto, ma cercate di capirmi.

Cara Mia

tu mi hai spezzato il cuoricino con la tua faccia da bambola e il sorriso timido. Covo questa passione dall’anno scorso, dalla celebre performance senza reggiseno, e non posso più nascondermi. Io ti amo, vorrei sposarti e vivere per sempre con te, ecco l’ho detto. Si lo so, è un po’ prematuro, ma io intanto ho già pensato ai nomi da dare ai nostri figli, un paio sono addirittura negoziabili. Abbiamo così tante cose in comune Mia, te ne devi convincere, ti renderò una donna felice. Pensa che bello, andremo in tour e ti terrò i piccoli a bordo palco, sciogliendomi in sguardi di ammirazione e sospiri d’amore. Oppure ti farò diventare insegnante di inglese nella mia scuola tra un tour e l’altro, che ne dici? Ho letto che scrivi e che fai la dj. Anch’io scrivo, ho un blog , pensa. E anche io metto i dischi un bar proprio come te . Solo che tu lo fai a NY e io in una città appena meno a la page. Ah e poi a casa ci ho pure la chitarra elettrica e pure a me piace farci rumore. Si in effetti è perchè non so farci altro. Però vedi Mia, quante cose in comune? Lo vedi che siamo fatti l’una per l’altro? Ti sembrano coincidenze? Ti sembro adolescenziale? Solo per quella scritta "MIA I LUV U" davanti all’hotel? Ti sembro ossessivo? Solo per le minacce di morte settimanali che mi diverto a rinnovare alla famiglia di Amanda Moore? Ieri, quando tutta sudata e spettinata macinavi riff in accelerazione, senza scomporti troppo, ho cercato i tuoi occhi per vedere se anche tu mi amavi. Poi hai suonato per sbaglio l’attacco di Atom’s Tome,  Verity ti ha guardata storta, ti sei fermata, che c’era un altro pezzo in scaletta. Ed è stato lì che mi hai sorriso arrossendo, ne sono certo. Ormai ho capito che mi ami anche tu. Quando ti sentirai pronta fammi sapere che prenoto le fedi e la chiesa. Si, Verity può farti da testimone, se è così che desideri. Alle bomboniere pensaci tu.

tuo Benty

9 Comments on “Electrelane, that’s ammore”

  1. e io faccio da testimone a te sotto il nome di Falsity

     

  2. il matrimonio non è per niente rock!

     

  3. se non è rock manco il matrimonio con una chitarrista, mi arrendo, sono lento

     

  4. benty sei un maestro di vita. tuo, sempre, Gig

     

  5. Goodbye beautiful joys

    [..] Mi reco allo Kslilourgeio, locale piccolo ma buono, all’interno del complesso Mylos, con l’animo sordo di chi non vuole sapere. Tornano per la terza volta in pochi anni le mie dilette Electrelane in concerto, ed io nuovo io ci sarò. C’ero la pri [..]

     

  6. Goodbye beautiful joys

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  7. Goodbye beautiful joys

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  8. Goodbye beautiful joys

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  9. Goodbye beautiful joys

    [..] Mi reco allo Kslilourgeio, locale piccolo ma buono, all’interno del complesso Mylos, con l’animo sordo di chi non vuole sapere. Tornano per la terza volta in pochi anni le mie dilette Electrelane in concerto, ed io nuovo io ci sarò. C’ero la pri [..]