God is a dj, Benty is unemployed

24 September 2005 | By benty in Senza categoria

A Urbino suscitai l’irrefrenabile ilarità degli indiebloggerdjs circostanti, sostenendo con sicumera che al mio ritorno in Grecia, avrei trovato un altro bar dove metter musica in un batter d’occhio. Avevano ragione loro invece, nonostante l’esorbitante numero di locali di questa città, non sarà facile accasarsi da qualche parte per una residence il sabato. Ma non mollo, ci mancherebbe altro. Cominciamo dalla fine.

Al Cuervo non mi trovavo male: tutti i sabati cominciavo a metter musica alle dieci circa, fino a che l’ultimo avventore non decideva di togliersi dalle scatole, in genere mai prima delle cinque del mattino. L’unica condizione che avevo dettato al momento del mio tribolato ingaggio era avere carta bianca sulla musica da suonare e disporre di birre fresche sempre al mio fianco. L’inizio fu piuttosto complicato, i lettori cd erano sorprendentemente buoni per gli standard del bar salonicchesi (dove in genere non leggono manco i cd originali), ma il mixer non disponeva di preascolto (?!) e dovetti portare il mio (mai mettersi in viaggio per la Grecia senza avere un mixerino dietro) con tanto di cuffie. La prima serata fu un incubo in cui per passare da un pezzo all’altro dovevo ogni volta inginocchiarmi e cercare, pressochè al buio, le minuscole manopoline dei volumi sull’amplificatore, senza crossfader, e dovevo contemporaneamente abbassare un volume di un canale e alzare l’altro, senza sapere se il pezzo successivo sarebbe partito oppure no e a che volume. Annaffiate tutto con un paio di litri di birra e traete le logiche conclusioni sugli esiti della serata. Nonostante ciò decisero che ero l’uomo giusto al momento giusto. Nel posto sbagliato, ma l’avrei capito solo qualche mese più tardi.

Il Cuervo era piuttosto lontano dal centro, ed era un locale a metà fra il bar – (dove con tale definizione si vuole indicare un posto dove si servono soprattutto bevande alcoliche, aperto solo di sera, poco illuminato, frequentato da gente che va dai 18 ai 40 anni, con musica abbastanza alta da dover parlare a voce sostenuta e un arredamento curato o quasi) – e il kafenio (posto parecchio illuminato, aperto anche di giorno, frequentato anche da ragazzi in età scolare e a volte da over 50, dove si servono soprattutto caffè, e la musica é nel migliore dei casi un brusio indistinguibile di sottofondo, arredato in modo sciatto e con poca personalità, dove i giochi da tavola la fanno da padrone).

Già mi dilungai a suo tempo sul fatto che nei “rock bar” dell’Ellade la gente non balla, probabilmente perché si perdono punti scena. Ciò libera il dj dalla tradizionale schiavitù del pezzo da “ass-shaking”, consentendo di passare anche brani meno vivaci. Se la gente non balla insomma non e’ che la serata sia un fallimento, altresi’ se ondeggiano la testa a tempo e canticchiano o magari ti domandano di cosa si tratta, hai gia’ raggiunto il tuo scopo nel rock bar greco. Peraltro il Cuervo neanche ci prova a qualificarsi come rock bar, quelli sono tutti al centro. La clientela era composta da personaggi decisamente incompatibili con ascolti tipo Arcade Fire, quando andava di lusso mi chiedevano di mettere i Red Hot Chili Peppers. C’erano un paio di clienti fissi che apprezzavano la robaccia che suonavo, e mi facevano anche i complimenti davanti ai padroni del locale, i quali a loro volta si vantavano con i loro avventori di avere il dj straniero e, a detta di questo paio di alcolisti, anche capace di selezionare musica discreta. Per gli altri ero un fantasma. O anche di meno, venivo visto come uno che metteva musica sconosciuta, e quindi fastidiosa, che non piaceva. Li vedevi molto più presi quando, prima del mio arrivo, a suonare era il winamp in shuffle mode del computer, dalla cartella House. Fortunatamente venivano spesso a trovarmi degli amici, e per stessa ammissione dei padroni il sabato il locale si reggeva sui pochi clienti che ci trascinavo io.

All’inizio tutto sembrava andare per il verso giusto. In mia assenza, un paio di volte, chiamarono a suonare altri tipi che vennero allontanati a metà serata, e dal confronto uscivo sempre trionfante. Ero io il resident dj del Cuervo, inamovibile, e non pagavo da bere neanche quando ci andavo come cliente negli infrasettimanali.

Poi divenne chiaro che i miei sforzi di proporre ascolti tutt’altro che ricercati o difficili, ma che qui non hanno ancora attecchito, erano totalmente vani, in quanto la musica restava in secondo piano. La maggioranza della gente non ascoltava in primis, e poi anche chi avesse voluto ascoltare non poteva farlo, essendo i proprietari in costante allarme per via del volume.

Ogni domencica mattina gli inquilini del piano di sopra scendevano minacciando di chiamare la polizia la volta successiva. Il capo era stressatissimo durante la serata per via dei bassi soprattutto. Tutto ricadeva ovviamente su di me. Mi ritrovavo sotto un fuoco incrociato, fra gli insulti dei pochi clienti-amici che si lamentavano perche’ la musica non si sentiva, e quelli del proprietario che veniva ad abbassarmi personalmente il volume (cosa che mi manda in bestia) peraltro bestemmiando.

A un tratto iniziarono a lamentarsi che non mettevo musica abbastanza vivace, dove per vivace si intende musica greca di merda. Non é che passassi le serate a mettere i Black heart procession o Songs ohia: in ogni altro bar del mondo (tranne nelle Marche dove nei bar non c’é bisogno di dj, che ci pensa MTV a dispensare merda) sarei passato come un commercialotto che suona spudoratamente roba da NME, come i Kaiser Chiefs o (ancora !) i Franz Ferdinand. E poi spiegatemi il significato di mettere musica “vivace” quando lo squillo di un cellulare é già sufficiente a coprire la musica. Insomma, i rapporti si stavano incrinando vistosamente, quando mi annunciarono che d’estate avrebbero eseguito dei costosissimi lavori di isolamento acustico, cosicché, mi dicevano, "Potrai suonare la tua bella musica ad un volume finalmente adatto". Sprizzavo gioia da tutti i pori, sognavo che le mie playlist, proposte ad un volume decente, avrebbero finalmente sortito effetti miracolosi sui difficili ascoltatori greci, che il messaggio sarebbe passato, finalmente il trionfo della BUONA MUSICA.

Invece una triste solitaria e final serata di luglio decido di passare dal Cuervo per vedere come vanno i lavori e per salutare i ragazzi, che fa tanto squadra. Il padrone, costringendomi a farmi una birra ancora (avete letto bene, costringendo me) mi prende da parte, con un tono affranto e fraterno e mi fa “Volevo parlarti”. Le cose si mettono male, penso. “A me personalmente la tua musica fa impazzire, sei bravissimo, il sabato se non c’eri tu a portar gente avremmo tranquillamente potuto chiudere”. Complimenti fuori luogo e bugie: le cose si mettono malissimo, penso. “Sei un ragazzo d’oro e veramente ti vorrei ringraziare perche’ sei uno che lavora duro, non ti staccavi mai da quella consolle, si vedeva che ti piaceva proprio suonare”. Stiamo andando sul personale e siamo passati ad un tempo imperfetto che non annuncia nulla di buono: o mi dichiara che e’ omosessuale e innamorato perdutamente di me o mi sta per cacciare, resta solo da attendere il finale.” Il fatto e’ che ti sarai accorto, alla gente che viene qui questa musica non piace. Vogliono ascoltare musica che conoscono, magari greca. So che tu non la suoneresti mai e quindi neanche te lo chiedo. Pensavo che il sabato ci saranno dei live, o iniziative simili. Tu non sei fatto per suonare qui, la gente non ti capisce, tu devi trovare un bar in centro, sei di un altro livello”. Ecco lo sapevo: io ero già lì, con le labbra protese e gli occhi socchiusi ad attendere fremendo il mio primo bacio omo, e invece questo mi licenzia sparando cazzate. Tanto non era il mio tipo.

Il lavoro di insegnante mi terrà tutte le sere a scuola almeno fino alle undici, tutti i giorni tranne il fine settimana. Avevo trovato un locale dove cercavano un dj per il venerdì, ma avrei dovuto cominciare verso le 21.30, quindi nisba. Per il resto non sono riuscito a trovare il tempo per cercare qualche locale adatto e con un posto vacante. Quindi sono ufficialmente un dj disoccupato: se conoscete qualche bar a Salonicco alla disperata ricerca di un giramanopole con una spiccata tendenza verso l’alcolismo, per il sabato sera, fatemi un fischio. Devo mantenere la figura professionale di insegnante-dj, a tutti i costi.

7 Comments on “God is a dj, Benty is unemployed”

  1. “Invece una triste solitaria e final serata..” citazioni colte…grande! il bar a salonicco te lo trovo io, tranquillo..ehehe

     

  2. Senti, Benty (rimanonvoluta), questa cosa me la devi spiegare. Come è che bestemmiano i greci? Voglio dire, sono progressisti e si adeguano alla religione monoteista o rispettano le tradizioni e bestemmiano gli dei dei padri tuffandosi nel buon vecchio paganesimo? No, sul serio, che questa cosa me la sono sempre domandata (senza contare che potrebbe andare ad arricchire il mio già ricchissimo bagaglio personale di blasfemie).

     

  3. Grecia sta per vincere anche gli europei di Basket.

    kape

     

  4. Racconto questo che ricorda drammaticamente quelli dei due primi lavori.

    Probabilmente è proprio la Grecia che funziona così…

    o forse no.

    K

     

  5. Senty, Benty, fuori dai denty: quelle 3 esse su assssssssshaking ti fanno perdere altri 125 punti scena.

    E dì al tuo mappamondo là a destra di segnarmi con la nazione giusta, Serenissima o Lusitania, porco Apollo

    (siamo sulla stessa barca fratellone. con la differenza che io non ho alcuna voglia di industriarmi a cercare: ultimamente era un sollievo lo staccare la cuffia, dopo aver atteso guardando l’orologio. e quando diventa così, significa che non c’è passione. colpa di quei clienti dimmerda, a tutte le latitudini. ah come so’ indie)

     

  6. bop: i greci sono irruenti, gli dei e le madonne se li fottono, bestemmiano così.

    Kape: in effetti non ci avevo fatto caso alle similitudini. si, probabilmente funziona così

    Enver: avevo scritto sotto un disclaimer, di non rompere che era un post in progress,tu subito a rompere invece, mancava un cazzo di trattino, ridammi i miei fondamentali punti scena. E comunque ho già provveduto, a presto novità

     

  7. caro Benty, essendoti solidale per il fatto che condividiamo la stessa figura professionale, proverò a mandare una mail ad un amico di Salonicco che fa il dj in una radio locale della quale non so il nome…sai te che magari…kalispera!