Richard

03 February 2005 | By benty in Senza categoria

Richard. Così lo chiamano, ma il suo vero nome lo ignoro. Che poi si pronuncerebbe  Rizard, alla greca. E’ un pelato sulla quarantina che si è rasato a zero, corpulento, assiduo frequentatore del Casablanca. All’inizio non mi cagava molto, nonostante ci si incontrasse spesso. Poi alla fine del concerto di Nick Cave gli ho dato un passaggio per tornare a casa. Poi al concerto dei Detroit Cobras c’eravamo solo noi due in pratica. E lo stesso o quasi a vedere Dulli. Venerdì scorso al Casablanca non c’era quasi anima viva. Ma Richard si. Io le adoro le serate così, che posso davvero permettermi il lusso di passare quello che mi pare. Richard ha una donna, ma la tiene costantemente lontana da quel covo di maschi ingrifati del Casablanca. E’ una situazione piuttosto rara perchè vi ho già spiegato che qui le donne sono in numero nettamente maggiore degli uomini. Credo che fra di noi il ghiaccio si sia rotto quando ho confidato di simpatizzare per l’Aris e soprattutto quando ho fatto una notevole gaffe che vado a raccontarvi. Aveva la barba lunghissima una sera che non lo vedevo da un po’ e gli dico "Ehi ma che cazzo t’è successo, ti si è rotto il rasoio ?!". Una cosa del genere. Sempre simpatico io. E lui con aria molto triste "No, è morto mio padre. E la tradizione in Grecia vuole che i figli si lascino crescere la barba per 40 giorni, in segno di lutto". Farfugliando delle patetiche scuse deglutisco. Poi l’abbiamo buttata a bere, rimedio sempre efficace in situazioni di imbarazzo assoluto, e non c’è posto migliore del Casablanca a riguardo. Richard è una miniera di storie per quanto concerne la musica e lo sport. Mi ha raccontato di quando i giocatori della squadra dell’Aris hanno portato la coppa campioni di basket (credo) appena vinta contro una squadra turca al genitore greco-cipriota di un ragazzo ucciso da turchi a Cipro, reo di aver osato oltrepassare la linea di confine che divide l’isola in due. Mi ha raccontato di certi derby di anni fa col Paok in cui per l’elettricità dell’atmosfera ti si sarebbe accesa  una lampadina se ne avessi tenuta una in mano. Mi ha raccontato di Galis e dell’adorazione di cui ancora gode nonostante abbia abbandonato da decenni la pallacanestro. Poi mi racconta di musica, delle cifre esorbitanti che scialacqua in cd, dei concerti che ha visto. Anche se è un po’ troppo metallaro per i miei gusti. Ma è una di quelle persone capaci di spendere centinaia di euro anche per musica dei paesi islamici o per dei cori gospel introvabili registrati nelle chiese del Mississipi. Adesso sta a dieta, ma mi ha detto che "Questa settimana mi sono preso un break. Alcol sesso droga e roccherolle". E abbiamo brindato alla sua temporanea ritrovata libertà. L’altra sera al bancone davanti alla mia postazione c’è stato quasi solo lui ad ascoltarmi. Poi mi ha chiesto In a Manner of speaking dei Tuxedo moon, ha finito il suo whysky sospirando e se n’è andato a casa.

5 Comments on “Richard”

  1. complimenti benty, mi è sembrato di avvertire il tuo sudore freddo sulla schiena quando hai sentito la risposta alla tua battuta sulla rottura del rasoio. ciao! s

     

  2. Mi piace come descrivi le persone.

    Irene

     

  3. grandi tuxedo!!!

     

  4. complimenti per il tuo modo di scrivere, devo venire a leggere gli altri post…buona settimana

     

  5. ho buoni ricordi legati all’aris di galis e yannakis.

    palatrussardi, giovedì 6 novembre 1986. incontro tracer milano – aris salonicco, match di ritorno di coppa campioni.

    All’andata l’Olimpia Milano perse a Salonicco 98-67, Galis segnò 44 punti con 17/22 al tiro.

    Riuscimmo a rimontare lo svantaggio e a vincere 83-49.

    Una delle partite di basket che non dimenticherò facilmente.