La Domenica Sportiva

28 February 2005 | By benty in Senza categoria

Ce ne andiamo col mio amico Kostas allo stadio Harilaou, dove alle ore 19 ora locale avrà inizio la stracittadina calcistica, Aris- Paok. Per l’occasione viene inaugurata una nuova ampia sezione sopra le tribune stampa e dei vip. I tifosi del Paok, denominati amorevolmente turchi o zingari, sfoggiano la tradizionale casacca bianconera, quelli dell’Aris, simpaticamente definiti vermi, quella giallonera. Sia Aris che Paok versano in condizioni finanziarie disastrose, e l’Aris anche in classifica è più vicino alla B che alla A. Non è un caso che io qui mi dichiari tifoso dell’Aris. I circa sedicimila posti a sedere del Harilaou sono in gran parte venduti. L’Aris non vince nulla da circa trentacinque anni, ma colleziona circa 7000 spettatori a partita, che qui sono tantini. Un amore folle e immotivato, commovente e inspiegabile. I paoksides sono tremila scarsi, occupano per intero lo spicchio di curva in cui sono stati relegati e vengono controllati strettamente dall’imponente schieramento di polizia.

Fischio d’inizio. Dopo due minuti siamo già sotto, grazie a una papera mastodontica del portiere, ex ragazzo prodigio, Liberopulos. Palla sotto le gambe, un buon avvio, non c’è che dire. Dopo dieci minuti raddoppio del Paok, che passa per la seconda volta la metacampo e sbeffeggia i difensori gialloneri manco fossero dei paralitici con seri problemi alla vista. Dopo altri dieci minuti Sanjurgos, argentino dell’Aris, si fa espellere per una entrataccia da dietro. Dopo altri dieci minuti un tiro inoffensivo e velleitario del centravanti bianconero porta a tre le reti delle aquile bicefale (simbolo del Paok). Gelo allo stadio, metereologico e psicologico, tifosi del Paok che continueranno a prenderci impietosamente per il culo fino a fine partita. Nel secondo tempo l’Aris accorcia invano le distanze, esercita il classico "sterile possesso di palla", non finalizza neanche per sbaglio, pur andandoci per caso vicino un paio di volte.

Il livello calcistico visto oggi disgusterebbe dei dilettanti ecuadoregni. In novanta minuti ho potuto ammirare ben tre stop riusciti alla bellemmeglio e due passaggi imprecisi di meno di due metri. Queste erano le immagini da salvare della gara. Il calcio giocato dal Paok è davvero vergognoso, ci si chiede come certa gente possa venire pagata per fare del futbol la propria professione.

Ma quelli dell’Aris manco ci si avvicinano a quel livello, situandosi parecchio sotto. Si tratta di giocatori che se te li ritrovassi nella squadra di calcetto del torneo aziendale imprecheresti tutti gli dei, presenti e passati. Sembrano aver litigato irrimediabilmente col pallone, una manica di inetti che paiono non aver mai giocato assieme prima.

Fra le annotazioni degne di menzione il fatto che i gestori dello stadio dell’Aris hanno piazzato una sirena a ridosso degli spalti occupati dai paoksides, che suona ogni volta che questi iniziano a cantare, per coprirne i cori. Curioso pensare che c’è chi viene pagato dalla dirigenza per svolgere questa mansione: "Che lavoro fai?" " Sono il suonatore ufficiale di sirena disturba fan avversari". Una buona idea per il milione di posti di lavoro, comunque. Le provocazioni da parte della dirigenza si erano già rese palesi prima dell’inizio dell’incontro: essendo l’aquila a due teste il simbolo del Paok, i sostenitori bianconeri vengono anche apostrofati come polli (kotes) che qui ha valenza di "conigli". Per deriderli, durante l’intera ora antecedente il fischio d’inizio, a parte Satisfaction di Benny Benassi, risuonano a un volume assordante delle canzoni greche orripilanti che contengono il verso del pollo o parlano di pennuti. Il contrario di ciò che succede da noi, dove gli speaker invitano, in genere inutilmente, gli ultrà alla calma e alla civiltà. Altra curiosità è che, nonostante gli animi dei supporters siano caldi e in Grecia sia un problema notevole quello del mantenimento dell’ordine pubblico durante le partite di calcio, al Harilaou hanno pensato bene di rimuovere le protezioni di plexiglass. Se pensate che non c’è una pista di atletica, immaginatevi cosa può capitare ai guardalinee da queste parti. Ci credo che poi gli avversari non sfruttassero molto il gioco sulle fasce: ogni volta che un terzino si avvicinava i tifosi gialloneri gli ricordavano fativamente che si trovava ad un tiro di sputo dal pubblico. Delle copiose docce ad ogni fallo laterale, scene indimenticabili. L’unica soddisfazione per gli arianìs è stata bruciare degli striscioni del Paok che erano stati abilmente sottratti durante la settimana ai loro cugini.

Concludere la serata in un bar con megaschermo e trovarsi davanti Berlusconi che sorride sotto la inquietante peluria che ha in testa, per il gol di Kakà, non si può dire che risollevi l’umore. Cose che non fanno bene al calcio, no no.

Da Salonicco è tutto, il vostro inviato speciale, Benty

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6 Comments on “La Domenica Sportiva”

  1. questo sì che è un derby. anche se ammetto che quello a cui ho assistito ieri è stato molto meglio: moncalieri – castello hesperia 4-1, son cose.

     

  2. che nervoso vedere quei bastardi che la buttano dentro anche per sbaglio. grande mughini, che a controcampo ha fatto notare ad ancelotti che l’ultima clamorosa serie di vittorie del milan sia da attribuirsi principalmente al loro miglior giocatore, Gian Andrea Culovic. ciao! s

     

  3. sulla penultima parola usata dovrei iniziare a mettere il copirait 😉 ciao greco

     

  4. anche la lazio fa 7000 tifosi a partita.. 🙂

    e noi tifosi romanisti veniamo chiamati zingari.

     

  5. Da totale ignaro, aspetto lumi sulla vittoria della Grecia all’europeo. O forse ci giocava culovic

     

  6. no miic, ti sbagli, era culopoulos