Detroit Cobras: musica per cazzi decisamente duri

11 December 2004 | By benty in Senza categoria

L’altroieri dovevo iniziare il passato prossimo, che insomma non è proprio una passeggiata, soprattutto quando non ci hai presente la differenza fra verbo transitivo e intransitivo. Ma comunque, concentrare il passato prossimo in due ore e mezza scarse, – a te insegnante di idioma italico a cui piace il roccherolle – ti consente di ottenere quell’effetto di assoluto rigetto verso la lingua del Bel Paese da parte dei tuoi studenti, quella stanchezza insofferente, quella disattenzione generalizzata a cui punti dritto sin dall’inizio. Fino a portare l’intera classe, anche i soggetti più motivati, a implorarti di uscire dieci minuti prima. Anticipo che tu concedi con ostentata riluttanza mostrando al contempo: passione per il tuo lavoro, professionalità, ma soprattutto la comprensività che da sempre ti contraddistingue, rendendoti popolare fra i tuoi ragazzi.


Adesso – tu professore che vai a vedere quando ci sono quelli che suonano il roccherolle- hai ottenuto ciò che volevi: arrivare in tempo al concerto dei Detroit Cobras, che si tiene all’Hidrogeio. Il giorno dopo sarà la volta di Lydia Lunch, ma non è che mi posso fare un concerto al giorno eh. I Detroit Cobras fanno scontato, vero, puro roccherolle e soprattutto coverizzano. Sono la personificazione di un certo tipo di immaginario machista ammeregano: la classica band da far suonare in uno di quei bar fumosi sulle routes del Michigan, dove si beve birra Bud, ci sono i bikers minacciosi e barbuti e si trova almeno un biliardo. Canzoni senza troppe pretese, brevi, ruvide ma canticchiabili, impregnate fino al midollo di Little Richard e Chuck Berry e con una blanda parentela con i concittadini Iguana e Strisce Bianche. Se vogliamo per una vaga attitudine garage, come da clichè. (Detroit = garage, la città delle molte macchine e dei molti garage, immagino, no?). Si destreggiano fra cover di twist e pezzi piuttosto festaioli. Si concedono pure una ballata blueseggiante.


La cantante, Rachel, è stravolta di ouzo, ci fa vedere di continuo la pancia, bella rotondetta e flaccida e si tira su la felpa, che inneggia guardacaso a Detroit, quasi fino a farci vedere le tette. Accusa di tutto il cibo greco, che -sostiene- l’ha fatta repentinamente ingrassare, suscitando l’ilarità delle 250 persone presenti. Lei ci ha questa frangetta assolutamente non trendy, non molla un attimo la sua birra e le sue sigarette, barcolla e ci ha questa voce che potrebbe essere la voce di un altro milione di cantanti di gruppi “roots rock” negli USA. A voler essere blasfemi ricorda un po’ Janis, per la raucedine. Fanno finta di andarsene un paio di volte, poi suonano un pezzo quasi country, e infine se ne vanno (we’re scrapping the bottom if you didn’t realize, ci informa Rachel) con tutti i loro tatuaggi tamarri e i loro capelli sporchi. Un’ora e poco più di concerto, divertente, con la premessa di non aspettarsi nulla di originale, se non del caro vecchio buon roccherolle, come non se ne fanno più.


Ehm…poi ho letto questo. Vabbè un minimo influsso Motown, proprio a sforzarti, ce lo puoi anche trovare ascoltando i Cobras. Ma del famigerato suono “Indie” (tanto per trattare un tema appena appena inflazionato sui blog) non vi è davvero traccia, manco se lo cerchi col lumicino. Anzi, sono proprio la classica band che fa musica fuori moda da sempre, credo. Oppure degli evergreen. Insomma dei veri cazzi duri , altro che indie.

4 Comments on “Detroit Cobras: musica per cazzi decisamente duri”

  1. Io però sarei andato a vedere Lydia Lunch. 😉

     

  2. io pure forse o forse no.
    non lo so.
    ‘sti cobras, boh…?
    però come li descrivi sembrano simpatici.

    Speraben.

     

  3. beh…. sembrano i figliocci dei Detroit Wheels di 40 anni fa. tra l'altro nel prossimo album ci sarà la collaborazione del batterista Johnny bee Badanjeck ("mitch Ryder & the detroit Wheels original drummer")

     

  4. ciao anonimo. hai appena commentato un post che ho scritto 6 anni fa. fa piacere sapere che ancora schitarrano i detroit cobras