Scapoli contro invecchiati

10 September 2004 | By benty in Senza categoria

Lo scenario è il seguente: stadio national coliseum di Nebbiano. E’ già in corso da alcuni giorni il prestigioso torneo di calcetto di Nebbiano che vede in palio come primo premio non meno di due ambitissimi prosciutti. Esordisce stasera il temutissimo Speciale f.c. Il nome non dovrebbe trarre in inganno, di speciale non c’è assolutamente nulla se non (letteralmente) il cognome di colui che si è preso la briga di iscriverci a tradimento alla competizione, che non ha nemmeno avuto la forza di trovare una denominazione accettabile per contraddistinguere la squadra. La società ha condotto una sontuosa campagna acquisti che ha portato, fra gli altri, all’ingaggio del celebre bomber Bentopoulos, espatriato a cercar fortuna nel campionato ellenico ben due anni fa. L’equazione fra l’amaro esilio dell’attempato goleador e la vistosa impennata di qualità del livello calcistico greco, che ha fruttato di recente un campionato europeo, è sotto gli occhi di tutti. Se si è spostato a Salonicco anche Beppe-goal Signori ci sarà un cacchio di motivo. Spalti ingenerosamente semivuoti, terreno in condizioni accettabili, serata ventilata. Lo Speciale f.c. si impernia su un asse di veterani in forza alla Stella Rossa, organico di cui già si era fatto menzione su queste pagine. Praticamente una manica di avvinazzati, fumatori incalliti e perlopiù trentenni precocemente avvizziti, una squadra votata totalmente all’entropia in campo. L’avversario di stasera è la giovane formazione Pallotta, in cui militano perfetti sconosciuti ma molto atletici, sbruffoncelli e vestiti di sfolgoranti tenute gialloverdi con tanto di sponsor. Il raffronto con le divise della Speciale f.c. è impietoso: pantaloncini ognuno di un colore diverso, magliette bianche della peggior qualità, drammaticamente aderenti ai grassi ventri dei poco atletici calciatori. Ma la cosa peggiore è che per una sadica idea di Buccia, nel pomeriggio, sfruttando col raggiro la forza lavoro minorile a costo zero del centro di aggregazione giovanile, le squallide t-shirt erano state istoriate nella parte posteriore con dei numeri ottenuti con una approssimativa tecnica stencil a base di vernici altamente tossiche. E fin qui ci sarebbe stata anche una qualche logica, se vogliamo. Ma ancora ci si interroga sul perchè dell’orrendo logo di pac-man che mangia le pilloline, ben visibile sulla parte anteriore degli straccetti. A contatto col sudore il tutto si è presto trasformato in una illustrazione psichedelica abominevole. L’effetto visivo dall’esterno è aberrante.


Ma torniamo ai fatti strettamente calcistici, si fa per dire. Prima della discesa in campo le squadre si schierano attorno all’arbitro che rammenta a tutti le condizioni di gioco del torneo. Prima e più importante regola, da osservare strettamente visto anche l’incombente campanile sul campetto, l’assoluto divieto di bestemmiare. Lo Speciale f.c., storicamente anticlericale, viene corso da un brivido: nonostante l’abbondanza di riserve si capisce che difficilmente riusciremo a terminare la partita in numero di giocatori in campo sufficiente. Qualcuno commenta appropriatamente con delle bestemmie non troppo sommesse. Poi l’arbitro si ingarbuglia su una serie di regole inventate ad hoc per il torneo, e alla fine bisogna trascinare via con la forza Lorenzo, il portiere nonchè avvocato dello Speciale f.c., che, codice civile alla mano, contestava vivacemente la legittimità di alcune norme.


Il match ha finalmente inizio. La formazione vede esclusi dalla formazione iniziale i fratelli Benty. Il Pallotta a.s. è tonico e aggressivo, il gioco maschio, la gara risulta inizialmente molto equilibrata. Il predominio nel possesso palla dello Speciale non produce nulla più che un paio di azioni poco pericolose, quando una improvvisa falla difensiva (un marcatore che stava rispondendo al cellulare per accordarsi su una partita di erba in arrivo dall’Albania) porta il Pallotta in vantaggio. Grande è lo scoramento dei calciatori in panchina, numerose le imprecazioni fra i denti, addirittura qualche sigaretta viene accesa per il nervosismo. Passano i minuti, gli anni pesano, le notti non finiscono all’alba in una via. I giocatori dello Speciale f.c. vanno in chiaro debito d’ossigeno, non attuano nessun tipo di pressing e sprecano il poco fiato in corpo per maledire iddio della sorte avversa, dell’arbitraggio demoscristiano e del destino cinico e baro toccato loro. Si introducono forze fresche dalla panchina, solo il bomber naturalizzato greco, forse ritenuto non adatto all’agone o in ritardo di preparazione, non viene ancora schierato in campo. Lui sembra tuttavia sereno. Finchè non viene il suo turno, col compito di entrare a rilevare Vanni, l’unico che a onor di cronaca potrebbe legittimamente fregiarsi dell’appellativo di calciatore. Una pesante responsabilità dunque. Dopo due inutili scatti brucianti anche l’ossigeno in dotazione all’oriundo salonicchese si esaurisce, scorte annuali incluse. E’ a questo punto che si avvicendano per lui delle visioni a sfondo musical-religioso. Lo si vede ansimante trotterellare per il campo e rivolgersi a delle presenze invisibili agli altri. Non sanno che, avvolto da una tunica bianca, dal cielo è sceso per lui direttamente Frank Black , in tutta la sua mole a consegnargli le chiavi del paradiso e svelargli i segreti di Fatima e Medjugorge. Ok, voi forse voi li conoscevate già, ma Benty no. Ma quando da un calcio d’angolo battuto dal prode Venanzetti i difensori del Pallotta vanno in bambola, è Benty che si scuote dal suo torpore, si avventa a mo’ di condor sulla palla e la spedisce sbilenca addosso al portiere. Mormorio di disapprovazione del pubblico, mani fra i capelli degli uomini in panchina, frasi amare che provengono dal coach (“Ma chi cazzo ce l’ha chiamato quell’infermo?”). Ma la palla resta sospesa a mezz’altezza, non trattenuta dall’estremo difensore. Sembra un attimo infinito quello in cui scatta l’orgoglio ellino-italiano e Benty, da terra, effettua una semi-spaccata che ne comprometterà la fertilità negli anni a venire. Ciò che conta è che la sfera finisce in fondo al sacco. Lo stadio viene giù, la panchina si alza in piedi ed entra in campo a festeggiare, il mister urla entusiasta (“Sono anni che cercavo un campione di siffatte caratteristiche offensive!”). Si riparte, ormai Benty ha anche iniziato a respirare, scongiurando la necessità di una rianimazione. Adesso che sente lo stadio con lui e che in testa risuona potente il riff di Smell Like teen spirit, a simboleggiare la riscossa, Benty sembra trasfigurato. Pressa, corre, sputa pezzi di polmone, incoraggia i compagni, entra con durezza sulle caviglie altrui, così per festeggiare. Ed è ancora su un cross proveniente dalla destra, il nostro con abile finta si libera del diretto avversario, riceve palla, riesce a non svenire e appoggia un piattone destro d’altri tempi sull’angolo alla sinistra del portiere. E’ l’apoteosi finale. Riultato ribaltato con doppietta dello straniero su cui nessuno avrebbe scommesso nulla. Per quanto ci riguarda la partita e anche i ricordi lucidi finiscono qui. Il match viene vinto, lo Speciale f.c. delira di gioia, le donne in visibilio chiedono autografi e notti di passione, alcuni giocatori stravolti dallo sforzo vomitano a bordo campo per celebrare (questa è l’unica vera). Il finale che vorrei lasciarvi è ciò che dà un senso alla parola professionalità. Avete presente il Parma di Scala che faceva corsette defatiganti in campo a fine partita? L’equivalente per lo Speciale f.c. è stato sedersi attorno ai tavoli dell’osteria del paese, ancora sudati ed in preda a spasmi per la tosse, aprirsi innumerevoli birre, accendersi innumerevoli sigarette e iniziare una combattuta partita a tressette. La Lazio di Tommaso Maestrelli sarebbe stata orgogliosa di noi.


Sipario.


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9 Comments on “Scapoli contro invecchiati”

  1. Molto bello. Se ci fai un film, però, evitiamo Salvatores e Abbatantuono, per favore. Meglio Virzì.

     

  2. l’atmosfera era più da ciprì e maresco

     

  3. mitico! a quando l’organizzazione di una partita fra bloggers di tutta italia? tipo splinder vs resto del mondo…

     

  4. Io ci sono. Nessuno vola sulla fascia destra come me. Solo Conti e garricha si avvicinarono.

     

  5. bel nome per la squadra. un benty in versione goleador ? non ci credo, voglio le foto la prossima volta, soprattutto delle maglie!!

     

  6. anche io ci sono nessuno sta sotto la doccia come me a fine partita. elrocco

     

  7. sapete già di contare su un PirlO della situazione, qua.
    Lancio anche la allnight bloggerz digei… quando torni in Italia, somewhere…

     

  8. io gli frantumo le caviglie a quei blogspot di merda in splinder vs resto del mondo, garantito al limone. s

     

  9. il mio primo blog (quello con le playlist delle serate) era su blogspot… conto su tanti amici là dentro… se segno non esulto