Campioni del cuore ( per fare e per crescere …)

09 September 2004 | By benty in Senza categoria

E’ un momento bellissimo quello che stiamo vivendo. La nazione finalmente unificata, destra e sinistra a braccetto assieme, Berlusconi che fa linguainbocca con Bertinotti. Non mi sentivo così fiero di essere italiano da quando la Nannini e Bennato cantavano "Notti magiche" e campeggiava ovunque la rivoltante mascotte Ciao. C’era Luca Vialli ancora che volava sul campo di calcio e Roby Baggio irrideva difensori come Feltri fa con gli ostaggi in mano ai terroristi.

E’ anche un momento molto difficile questo, ma lo supereremo agilmente, considerato che sabato riparte il campionato più bello del mondo. Cioè quello italiano, per capirsi. E poi fra un po’ tocca anche ai reality show: l’isola dei famosi, il grande fratello. Ma le tragedie che si succedono a ritmo giornaliero hanno oscurato un evento molto importante per la nazione televisiva. Quasi nessun blog ha avuto l’accortezza di analizzare il nuovo reality della mediaset, Campioni. Una grave pecca a cui qualcuno doveva pur sopperire, ed infatti eccomi qua, nell’unica opportunità della mia vita di recensire uno show televisivo italiano su questo blog. Ora o mai più.

Campioni è il reality show terminale, capace di inglobare e ibridare una serie di tematiche a cui gli esemplari di homo italicus televisivus domesticus non sapranno resistere. Dopo anni la famiglia italiana trepida all’unisono davanti ai teleschermi, ce n’è davvero per tutti.

Il calcio in primis. Allenamenti, amichevoli, riscaldamenti, partite, e poi il match a colpi di penalty e shoot out. Inoltre questo show, dà ad ogni telespettatore la possibilità di sentirsi per davvero commissario tecnico, concretizzando il trito adagio che gli italiani siano 58 milioni di allenatori. D’altronde se ce la fa Graziani… Al misero costo di un sms si possono scegliere i giocatori da includere di volta in volta nella formazione titolare a tutto scapito di quelli meno telegenici, come è giusto, che anche l’occhio vuole la sua bella parte. Inoltre lo show si spinge fin dentro gli spogliatoi, nei campi in cui i giocatori si allenano, nelle loro camere dei ritiri, negli autobus delle trasferte. Si va a carpire il gossip pallonaro alla fonte, i pettegolezzi che prima erano fortificati entro mura di gomma quali le frasi "Per me tutto finisce al 90esimo minuto" o "Queste sono faccende di spogliatoio". Col cacchio! Campioni inizia al novantunesimo e non dà tregua per tutta la settimana, rende la voce di spogliatoio spettacolo. Era una grave lacuna informativa e Campioni copre una fetta di mercato scoperta, o meglio ne inventa una che prima non c’era. Meraviglioso n’est pas?

Ma non di solo calcio vive l’uomo, figuriamoci la donna. Salta all’occhio la invidiabile telegenicità dei prescelti. Manzi muscolosissimi, messi ben in mostra già dalla prima puntata, ma scommettiamo che non mancheranno audaci riprese dei campioncini con asciugamano annodato alla vita durante il corso della stagione. Ci sono anche slavi, africani, brasiliani a conferire un bell’effetto United Colors of Berluscon. Tutti sorridenti, disinvolti davanti alla telecamera (anche sventrando la grammatica, ma questo è un vezzo, parte integrante del calciatore moderno) magari ognuno col suo bel segno distintivo particolare (le treccine, il pizzetto, l’orecchino, il tatuaggio) e veniamo così aiutati un ad identificarli e a identificarci nel personaggio, un po’ come succedeva nel villaggio dei puffi (io mi sentivo molto puffo forzuto ndB). Dove sono i Marocchi, i Luca Fusi, i Bruscolotti, i De Napoli ? Possibile che nel calcio del dopo Beckham non esistano più calciatori davvero brutti e che siamo condannati per sempre ad assistere ai piagnistei di mammole come Totti e Inzaghi, più attenti alla piega del capello che a buttarla dentro? E’ il definitivo primato del telecalcio sul calcio?

La mossa di marketing è chiara, spostare sul telecalcio anche quelle ultime sacche di resistenza televisiva, costituite dalle "adolescenti" in cerca di Tariconi da adorare e le "pensionate/casalinghe" in astinenza da Beautiful (è così che si divide il mondo per i markettari, che non lo sapevate?). Per accalappiarsi anche quest’ultima fetta di telespettatrici occorreva iniettare fortissime dosi di soap-opera/reality show dentro lo spettacolo. E la prima puntata si è dimostrata esemplare. Un trionfo di mamme in lacrime, figli in lacrime, abbracci di mamme e figli (in lacrime). Mi sono letteralmente venuti i brividi mentre Gigi D’Alessio, il neomelodicamorrista intonava "Campioni del cuore di questa città", (plagio dichiarato e inquietante dell’Inno di Forza Italia) e i giovani calciatori esclusi si scioglievano in pianti sulle spalle delle fidanzate, deluse più di loro per il proprio futuro di veline già compromesso. Inoltre c’è il giocatore di sedici anni a cui mancavano tanto i genitori essendosi allontanato da casa per la prima volta, quello negro che c’aveva la moglie incinta e l’hanno pure escluso (poveriiiiiino), le promesse a papà e mammà "Vederete che ce la farò, è il mio sogno", gli pseudo-Totti, le storie (costruitissime) di rivalità e di amicizie nate e interrotte per misteriosi litigi (una donna?), le famiglie di immigrati che gioivano per l’inclusione dei propri filgiuoli nella prestigiosa rosa del Cervia, gli infortuni ripresi in diretta e romanzati a dovere, il finto errore della presentatrice (gnocca ma un po’ legnosa, wooden chick?) che ha prima ammesso poi escluso un biondino (regolarmente in lacrime durante la performance di D’Alessio). Una specie di Holly e Benji in formato reality show. Gli sguardi allibiti degli allenatori di Inter Milan e Juve davanti a questi bamboccetti che non facevano altro che frignare, testimoniavano ancora una volta la resa incondizionata del calcio davanti al telecalcio.

Ultimo grande tema, dopo il calcio (target: uomini e bambini) , i maschioni fighetti (target: donne e gheys) e le sceneggiature soapoperistiche (target: tardone) è manco a dirlo la figa (target: maschi sopra i tredici anni). Subliminale, ma costantemente presente sottoforma di presentatrice con le tette belle di fuori, di pr (?), di sorella del calciatore, di fidanzata, di tifosa, di curiosa, in seguito – si dice- in forma di preparatrice atletica provocante e poi il giovedì un bel pienone con le serate in discoteca (ripresissime of course). Inutile sottolineare la notevole funzionalità delle donne a rientrare nelle sceneggiature telenovelistiche di cui sopra.

Insomma uno show davvero per tutti, che ci ha offerto squarci agghiaccianti per il presente (tirare il rigore con la mamma che fibrilla sul megaschermo piazzato dietro la porta, Toldo imbarazzatissimo che si è prestato alla pagliacciata, Piccinini ingrifato sull’uno contro uno) e che getta un’ombra inquietante anche sul futuro. Il calcio è già malato abbastanza (scommesse, doping, diritti televisivi, gestioni fallimentari etc..). Se il programma avrà il successo che temo io, magari dal Cervia si potrebbe passare in un futuro non tanto remoto alle serie superiori, fino a dare l’ultima mazzata alla credibilità del gioco del pallone. O forse, semplicemente, fino a fargli ammettere davvero la propria natura di reality show, varietà preconfezionato ad uso e consumo dei telespettatori, dove man mano l’ars pedatoria perderà importanza a scapito di aspetti quali i flirt dei calciatori con le veline. Ah, mi comunicano dalla regìa che quello succede già. Giuan Brera, where are thou?

Tags:

6 Comments on “Campioni del cuore ( per fare e per crescere …)”

  1. vuoi vedere che quando finisce esce un disco cantato dai finalisti e il singolone di gigione il tamarrone?
    che peccato perdermi un anno di televisione italiana!
    Sabrina

     

  2. dopo non si dica che noi italiani non valiamo niente!! siamo riusciti a unire gli unici spettacoli televisivi, abbiamo fuso il beneamato pallò e lo show reale… che volere di più? paolo berlusconi quando presentava ‘campioni’ trasudava felicità e autocompiacimento… bravo, e bravi tutti quelli che lo vedranno

     

  3. secondo me la chiave è tutta nel premio. “vinci un ritiro con juve/inter/milan”. Da maradona ad edmundo, il calciatore ha sempre sognato il ritiro come premio ( da qui la pratica se vinci ti mando in ritiro). ma il calciatore evidentemente non lo sa.
    elrocco

     

  4. io e la c. l’abbiamo visto eh. ne siamo uscite stremate. soprattutto dall’estenuante ripetersi del jingle ad ogni fesseria.

     

  5. ne ho visto un pezzo oggi mentre pranzavo. ora, ammetto che la mia attenzione era principalmente dedicata alla bistecca che avevo nel piatto, ma l’unica cosa degna di nota di tutto il programma mi è sembrato lo stemma della squadra: due immense corna di cervo manco fosse la nazionale dei cornuti… 🙂

     

  6. quando ci cediamo ricordami di infilarti mezzo metro di lingua in bocca per avermi segnalato il sito di giovanni brera. mi viene da martellarmi i coglioni tutto il tempo per non averlo mai visto prima d’ora. quanto al post in sè devo dissentire profondamente. almeno tre quarti dei partecipanti a campioni sono brutti come la merda, a partire da ciccio graziani con i suoi disgustosi occhialini. ciao! s