Paura e delirio a Torino

12 July 2004 | By benty in Senza categoria

Per comodità divideremo il seguente racconto in capitoli, tanto è il classico interminabile racconto di una sbornia eccezionale, di un concerto eccezionale e di persone eccezionali, figuratevi che ve ne frega a voialtri. Purissima autoreferenzialità, perdonerete nevvero?

L’arrivo a Torino

Fottuta globalizzazione: un incendio in Molise può rompere le palle ad un neolaureato a Torino la sera della sua festa di laurea, soprattutto se deve andare a raccattare alla stazione un blogger greco che arriva con due ore di ritardo. Non c’è ghiaccio da rompere, non c’è imbarazzo da vincere, solo bella gente da conoscere e birra da bere, una casa che mi evoca ricordi universitari e la punta della Mole di sfondo. Il Raw Power gioca un ruolo basilare nell’opera di velocizzazione della socializzazione. L’odore di Zippo che sprigiona non deve trarre in inganno: d’altronde la qualità del rhum Iguana (testuale!) parla da sè, e il suo gusto inconfondibile si sposa talmente bene col ginger (a base di coloranti fieramente cancerogeni) , che si manda giù di un fiato, anche senza bisogno di infilare dei cubetti di ghiaccio dal collo della bottiglia. Nel dubbio ci abbiamo provato lo stesso, ma non ci entravano. Poi, dopo una operaçao saudade, condotta quasi con le lacrime agli occhi insieme alla dolcissima Roberta, ce ne siamo andati ai Murazzi, non privi del nostro carburante preferito. Adesso voi penserete che si scherzi, ma se quel genio del male decidesse realmente di commercializzare la sua creatura (a cui affiancare presto il gemello El Motherfucker, di cui non vi svelerò qui la ricetta), la Bacardi con i suoi breezers e tutte quelle altre pisciatine di bevandine pseudoalcoliche potrebbero chiudere la baracca a farsi da parte. Ci manca solo un testimonial. Nota per i sommelier: il Raw Power è l’ideale per i panini dello zozzone, in particolare le deliccatessen per palati fini quali salsiccia e melanzana e wurstel e crauti, sui quali, come scopriremo solo all’indomani, c’è peraltro molto da imparare. All’improvviso mi appare in tutta la sua magnificenza anche il Cielo su Torino, ed è l’apoteosi. Chiaramente andiamo a letto a brandelli, definitivamente zuppi d’alcol. E non è che l’inizio.

L’arrivo di Bop

Quando Bop è arrivato, all’indomani, io m’ero da poco alzato e stavo inzuppando un cornetto in una tazzina di latte su cui giravano voci preoccupanti. Sulla prima birra che abbiamo provato a servirgli, invece, voci non ne circolavano affatto, ma l’evidenza di un ragno marino casualmente cresciuto durante la notte nella lattina stappata, ci ha immediatamente precipitato in un momentaneo sconforto. Bop poi se l’è stappata una birra, io praticamente ho lasciato il latte e l’ho seguito quasi a ruota. Bop si dichiara uno straight edge, ma curiosamente beve come un cammello assetato. Erano le 11 della mattina, e da lì è iniziato l’ininterrotto vortice alcolico che avrebbe risucchiato i presenti, restituendone i corpi esanimi verso le due di notte. Una delle cose per cui valeva la pena esserci, avevo pensato spesso prima della trasferta, sarebbe stato farsi incantare dalle storie di seminali gruppi di garage punk e sui segreti della vita di Ron Asheton che ci avrebbe regalato Bop, o dagli aneddoti su Johnny Thunders di Atrocity. E infatti. Se poi pensiamo al tutto davanti a del vino alla mandorla ghiacciato mentre il pesce rinoceronte impazza sui teleschermi, potreste andare vicini a comprendere parte del mio entusiasmo. Le cose hanno iniziato presto a perdere il loro contorni, si è fatta la spesa perchè mai ci venisse a mancare del Raw Power (decisamente la bevanda del vero indieblogger per l’estate 2004) e poi, in clamoroso anticipo, siamo partiti verso la Pellerina, in clima di fratellanza universale solo in parte dovuto agli eccessi di home-made cocktail.

L’arrivo alla Pellerina

Se arrivando alla Pellerina per il concerto degli Stooges, già in evidente surplus alcolico, vi imbatteste in un furgoncino reclamizzato AC/DC IMPIANTI ELETTRICI, non vi scenderebbero delle lacrime di gioia? A noi si. La fauna presente per l’Iguana, ivi raggruppatasi sin dal primo pomeriggio è composita e variegata: c’è di tutto, dallo strafattone che cerca fumo, passa tre volte, ma ci tiene a chiarire che lui vende solo cocaina, ai punk crestati, dalle gothic girlz, alle famigliole con bambini al seguito in odor di flower power, dagli pseudososia di Robert Smith ai fratelli gemelli in acido di John Belushi. Il campionario di magliette di gruppi viste in giro non era riconducibile a nessun filone specifico (dai Franz Ferdinand agli Slipknot, passando per i Pet Shop Boys), ma possiamo aggiudicare senza tema di smentita il premio peggior t-shirt (quella di Iggy Pop in vendita a 15 euro ai banchetti) a quello miglior t-shirt (quella che Enzo ha regalato a Stefano degli Xiu Xiu – davvero la più bella). Ci piazziamo rilassati su una collinetta, fino all’esaurimento delle scorte alcoliche, in fuffosissimo cazzeggio. Intanto si materializzano nel loro splendore Pulsatilla (che oltretutto quello che già si sa di lei c’ha due occhi che dovreste solo vederli) con lo yo-yo, il delfino-massaggino e il cugino timido, e addirittura Maxcar, che me lo immaginavo del tutto diverso, fisicamente enorme come la mole del suo sapere musicale, e invece no, e sta molto meglio così secondo me. Ammetto che in quel momento il mio cervello galleggiava leggero su un corposo strato di Raw Power. Nel frattempo un mio blog fratello che non citerò, ma ringrazio di cuore, mi ha offerto delle sigarette magiche, mi ha presentato addirittura la sua amica Angelica che citava a braccio dei miei post. Se avessi avuto ancora il controllo dei muscoli facciali mi sarei commosso, ma invece credo che sia riuscito ad impastare dei concetti tortuosi ed poco comprensibili. Viene messo a segno da Stefano l’investimento alcolico dell’anno (un tempismo da rapace della finanza, tre birre da 50 cl fredde a 5 euro) e si fa conoscenza con un paninaro (nel senso di quello che fa i panini) filosofo minimalista, con master in wurstelologia in Germania, che ci illumina sulle differenze fra le salsicce e non ci permette di aggiungere il ketchup ai panini con crauti, salsiccia e peperoni. Dopo diventano troppo pesanti, almeno alla salute teneteci, visto che già andate a ‘sti concerti. Così ci ha detto. Il livello alcolico cresceva inarrestabile, straripava, debordava, i produttori di birra festeggiavano a reti unificate, la gente affluiva imperterrita. Stavo per assistere al concerto degli Stooges con gente meravigliosa e meravigliosamente ubriaca. Ero in estasi e non facevo che sorridere. Poi è arrivato il momento di avvicinarci al palco.

L’arrivo dell’Iguana

L’irritazione che ci hanno provocano i Dirty Americans, paragonati da Sadnessafterthestooges al petting – ovvero fastidiosi convenevoli da sbrigare prima di arrivare al sodo – è stata notevole. Bop li ha insultati giustamente dall’inizio, invitandoli a tornare a far panini, il pubblico non faceva neanche finta di gradire.Sarebbe stato il primo concerto punk da migliaia di persone in cui sarei riuscito a fumarmi in santa pace una sigaretta a due metri dal palco, ho pensato. Una tristissima mistura di Def Leppard, Bon Jovi e Europe appena ad un volume e ritmo più alti. I jeans con lo strass e il giacchetto con le maniche tagliate del cantante non lasciavano spazio alla pietà, neanche una cover dei Led Zeppelin li ha potuti trarre in salvo. Hanno suonato per un tempo interminabile, in cui il vero miracolo è stato che non si siano presi delle bottigliate in faccia. Max ha fatto un sacco di foto, se proprio vi interessano.

Poi è arrivata l’Iguana, all’improvviso, ce l’avevo davanti, la leggenda a tre metri, la storia del garage punk, l’ho visto in faccia da vicino il motherfucker. Ed è stato immediatamente il finimondo. Partono con Loose, e parte il delirio, Iggy (anzi fucking Iggy) si dimena, vola da una parte all’altra del palco, Asheton è immane e immobile e stasera ha deciso di portarsi a casa i nostri timpani (ancora mi fischiano le orecchie) la ressa fa paura, io raccatto Stefano trascinato a terra da un punk che non si reggeva dritto (mi devi la vita ndB), Watt saltella e fa headbanging con i baffi al posto della zazzera, l’altro Asheton picchia sulla batteria con violenza e precisione, dopo arriva anche il sax di Mc Key, si perde il controllo della situazione quando la chitarra di Ron Asheton (è il mio Dio, urlava qualcuno) attacca No Fun, un sacco di gente che sale sul palco, Iggy cravattato a terra, ma solo per eccesso d’amore, da un punk esagitato. Momento di panico. Si trasforma tutto in un karaoke, con Iggy che prende in mano la situazione, e passa tranquillamentre il microfono agli squilibrati sul palco (Bop dice che lui la sopra non c’era, ma per me è salito anche lui e poi si è nascosto facilmente dietro Ron Asheton). Poi l’ha rifatta nel bis.

Di Iggy che cazzo volete che vi dica? Che ci ha mostrato come si scopa a pecorina su delle montagne di ampli? Che balla come un ossesso anche quando non c’è la musica? Che ha dominato la scena in una maniera che non credevo fosse umanamente possibile? Che ha un fisico perfetto, fascio di nervi, muscoli ed eroina? Che ci ha insultati e violentati ed amati per tutta la sera (un’ora e poco più)? Che ci ha fatto vedere il culo e quasi l’uccello? Che ha martoriato il microfono sbattendolo sui cartelloni degli sponsor urlando "Fuuuuuuuuuuuuuuuuuuck !"? E che poi l’ha gettato tra la folla? Che è una furia scatenata incontenibile? Che non ha cantato niente di Raw Power? Che si è versato una bottiglia di acqua in testa, che ha sputato, che si è arrampicato, che si è gettato a terra, che ha sprigionato sesso, perdizione, energia primordiale, spirito punk, droga, per un’ora e poco più con una foga da ventenne ed un mestiere da veterano animale da palco? Che c’ha una voce che fa impressione per come sa essere acida, scura, potente, isterica, tagliente? Che non è per niente la macchietta di sè stesso, come inconsciamente temevo? Che a sessant’anni spacca ancora il culo a tutte le garage-punk-numetal band di pischelli del mondo? Che prima di 1969 ha detto adesso vi canto un pezzo che nel titolo "has a lovely number" e io già saltavo? Che mi veniva da piangere dalla felicità mentre urlavo "now I wanna be your dog"? Embè mo ve l’ho detto. E’ tutta pura verità.

L’arrivo del down da Raw Power

Subito dopo il concerto è arrivato un crollo verticale delle forze, le 12 ore no-stop drinking si sono fatte sentire all’improvviso, tagliandoci le gambe. Le orecchie tutt’ora fischiano, e non solo a me da quel che ho sentito. Si resta ancora un po’ sulla collinetta con Pulsatilla che intona i Jefferson Airplane, Max che tenta di spiegarci il suo master (con poco successo, ma ora so che esiste la Meccatronica), Enzo che si lascia massaggiare dal delfino e un sentimento diffuso di catalessi collettiva. Saluti commossi, e poi è già ritorno.

E per finire, titoli di coda, baci e abbracci sparsi a tutta la cricca di Ste, Roberta, Tatiana, Manu, Kaiser, Gigi, Luca,e Luca, Fede e gli altri di cui non ricordo i nomi, per la splendida accoglienza. Tutto quello che avrei voluto dire io sulla gioia che mi ha dato conoscere alcuni fra i miei scrittori preferiti l’ha già detto il goblin siculo.

p.s. giuro che domani, con calma lo metto a posto ‘sto post

18 Comments on “Paura e delirio a Torino”

  1. Spettacolare il tuo racconto… Effettivamente non si poteva solo recensire; per un evento del genere andava raccontata tutta la giornata… Anche tu come me hai voluto vederlo negli occhi !!! Grande iguana, grande serata

     

  2. bellissimo. le 10 righe sul concerto m’hanno ipnotizzata. è così, è così. lui è così, il motherfucker. quanto mi addolora non esserci stata. sigh.

     

  3. sono commosso e rimpiango di non essere stato lì. segnalo solo che nel panino con crauti melanzane e salsiccia le patatine fritte ci stanno da dio.

     

  4. Il momento più bello dei Dirty Americans è stato quando Bop ha colpito con la sua chewing gum il petto sudato del cantante. Menzione speciale per l’uomo dell’anno (foto nelle prossime ore o giorni da me), che non è Iggy che è figura divina di magrezza, raw power e rockerroll.

     

  5. gran bel resoconto, fratello (anzi, dear fucking cocksucker, per rimanere in tema). daniela, proprio ieri mi chiedevo se fossi stata anche tu a torino…

     

  6. e per rimanere in tema oltre a cocksuckers anche albanesi torinesi…

     

  7. Delio e Daniè siete stati gli assenti più rimpianti, oltre a Rocco of course.se vi fischiavano le orecchie eravamo noi che vi pensavamo (e Asheton, che l’avrete sentito anche da lì). Il Rock sarà morto, ma Iggy gode di ottima salute

     

  8. finalmente ho conosciuto il mitico benty! spero di stupirti presto con altre citazioni!!!alla prossima! angelica

     

  9. grazie per aver riportato alla mente personaggi che si erano persi nella risacca da raw power, come quell’improbabile larva umana del sedicente venditore di coca, che rappresenta probabilmente il più basso livello mai raggiunto dal genere umano. peccato che nessuno l’abbia fotografato. lascialo così il post che funziona spaventosamente bene. anzi adesso me lo stampo e lo porto da leggere a rob insieme a quello di bop. ciao, a presto! s

     

  10. e poi c’era quello che sotto il palco bestemmiava perso urlando: iggy, esci cazzo esci, sono sette anni che aspetto, dammi almeno una soddisfazione nella vita…
    rose

     

  11. Mi sa che ero io………

     

  12. pur essendo lontanissimo da tutto ciò, ti chiedo di non cambiare questo post per niente al mondo… è struggente.

     

  13. grande post, benty.

    e ancora mi mangio le mani all’idea di averti avuto così vicino e non essere riuscito a vederti.

    perchè oltre al piacere, fammelo dire, avrei accolto la deriva alcolica con trasporto senza uguali…

    alla prossima,

    pao

     

  14. benty cambia sto post, latita troppo! manca il succo di tutto. per funzionare come minimo dovresti aggiungere un centinaio di righe sul dispiacere fisico somatizzato nel pogo dovuto ad abbracci intenazionalisti tra blogger non completati causa destino cinico e bastardo.. poi mancano i dialoghi struggenti “certo sarebbe stato il massimo se lui fosse stato con noi…”—-oppure— ” guarda quella maglietta bianca con le scritte verdi… sembra il suo template”—-“magari adesso proviamo ad urlare all’unisono il suo nome e lui per magia si gira e viene ad abbracciarci..si dai proviamo sarebbe bellissimo…occhei tutti insieme al 3…NOOOO(tutti e 3 a mantra)” e sopratutto mancano le prese per il culo tra di voi, sembra che andiate d’amore e d’accordo… mentre sappiamo tutti che è un piano strategico blogger per aumentare i vostri accessi…… ma a me non me la fate.

    elrocco

     

  15. Rocco, una di quelle frasi è stata pronunciata davanti a dell’ottimo vino alla mandorla. Le prese per il culo non sono state necessarie, eravamo in uno stato di devastazione tale che sarebbe stato difficile anche fare ulteriore ironia

     

  16. Beh, allora questo posto me lo copio, prima che tu lo metta a posto.

     

  17. … ma la composizione del rawpower è sotto copirait?

     

  18. Un saluto a te, è stato un piacere leggere quel che tu e Stef avete scritto per farci rivivere quell’animalesca, stupenda serata. LU