Dondolando , abbracciati sulla stessa mattonella

16 July 2003 | By benty in Senza categoria

L’aspetto che ho sempre trovato interessante nell’età che ho io ( e che hanno i miei amici) è il suo essere il momento di transizione per eccellenza. In genere dai 27 ai 30-e qualcosa anni, i cambiamenti sono radicali e portano su strade prima impensabili. O anche scontatissime. Mi affascina osservare come, a questo punto, si evolvono le persone, come a volte rinneghino il loro passato (o come invece lo sublimino) e sezionare queste esistenze che prendono indirizzi che si prospettano piuttosto duraturi. Per me, una persona, come è intorno ai trent’anni poi, più o meno, quella resta. Si inizia a lavorare ( e a parlare solo di lavoro), ci si sposa, si fanno figli, si smette di bere (in modo serio intendo), decadono i precedenti interessi (per i maschietti calcio-figa-musica-alcol in ordine sparso) a favore di nuovi (giardinaggio, passeggiate, allevamento di criceti). Prendiamo il mio caso. Un inutile bamboccio al crocevia che arriva , dopo ventinove anni di cazzeggio elevati ormai ad un superbo livello di professionismo, a sbattere il musetto contro la cosiddetta "vita vera" , e a guadagnarsi le birre che -su questo voglio sperare nessuno abbia mai avuto dubbi – avrebbe continuato e bere imperterrito. Chi già da qualche tempo veleggiava sicuro dentro i mari quieti della "vita vera" mi diceva "…vedrai che poi LE COSE cambiano. Ci sono le bollette da pagare , i panni da stirare , i suoceri da visitare etc…". Tutto vero. E’ la cosiddetta normalizzazione. Esattamente ciò che mia madre si auspica mi accada ormai da qualche anno , concetto introdotto da un preambolo che suona più o meno così " Fai ancora l’adolescente , con i capelli lunghi , l’orecchino (a trent’anni !!!) i tuoi giornaletti e la tua cazzo di musica inascoltabile, ma vedrai che DOPO nulla sarà più lo stesso". Il Sistema ti sistema. Dentro di me ero già pronto a diventare un’ameba a trent’anni, anche se sentivo che avrei tentato di opporre una qualche patetica resistenza . Insomma ciò che più temevo era piombare a capofitto nel nefasto tunnel del virus della "mattonella". Era questa una teoria esistenziale-biologica, che avevo iniziato ad elaborare tempo addietro assieme ad alcuni miei degni compari. Secondo tale teoria attorno a questa età (per le ragazze molto prima) i tessuti cerebrali iniziano a decadere spontaneamente e si comincia/finisce a parlare di mattonelle , mobili e altre amenità senza rendersene neanche conto . Si , proprio le mattonelle , quelle con cui pavimentare la casa per comprare la quale ti sarai indebitato fino al collo , poco prima di esserti sposato , organizzando una festa da 400 invitati a cui regalerai delle agghiaccianti bomboniere in cristallo . D’altronde chi te le aveva vendute sosteneva fossero di impareggiabile eleganza. A me viene sempre in mente la frase che un mio amico pronunciò a Lisbona, credo nell’aprile del 1998. Si facevano delle considerazioni sui pochi soldi e qualcuno disse "Forse questo mese riesco a farcela senza spendere tutta la borsa di studio". Enzo , serafico commentò "Beh allora andiamo tutti a bere, offri tu. Non vorremo mica arrivare a fine mese con dei soldi da parte, vero? ". Non so come giudicare , da questo punto di vista, l’entusiasmo infantile che continua a prendermi ogni volta che entro all’Ikea (Benty , il vero No Global !). Resta il fatto che più che dai mobili, la mia attenzione viene in genere folgorata dai contenitori colorati per fare il ghiaccio a forma di stella e robe simili. Li vedo in chiave di futuro arricchimento estetico dei miei ginlemon home-made. Quindi ho concluso rapidamente che dovrei essere ancora un portatore sano del virus della mattonella . Il dramma è che, in quanto estensore della teoria, so bene che tutti quelli contagiati dal virus sostengono con forza di esserne assolutamente immuni. Più lo fanno con forza e più ci sono dentro. E io SONO ASSOLUTAMENTE IMMUNE DA QUESTO VIRUS DEL CAZZO !!!

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One Comment on “Dondolando , abbracciati sulla stessa mattonella”

  1. l’ikea
    allora non sono l’unico malato…
    l’ultima volta sono stato dentro 6 ore!
    ho comprato di tutto: mille colonne porta cd, una poltrona, un appoggiapiedi, e mille scatole di biscotti svedesi…
    affanculo, vado a letto.
    che i miei serial killer mi aspettano